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giovedì 30 aprile 2009

La storia "giornata mondiale dell'orgoglio LGBT" o "Gay pride"



In parole povere dell’uguaglianza. Per commemorare quella rivolta fatta a suon di tacchi a spillo, di capelli troppo lunghi, di lesbiche troppo mascoline, di prostituti cercati di nascosto e pubblicamente disprezzati, ogni anno il 28 giugno il movimento LGBT si incontra nelle strade, all’aperto, fuori dai locali e alla luce del sole per manifestare il suo
orgoglio.


L'orgoglio di essere quel che si è, da parte delle persone omosessuali. La resa del termine inglese pride ha creato in italiano numerosi equivoci attraverso la traduzione più usata, "orgoglio" (che in italiano è anche sinonimo di "superbia"), mentre la traduzione più corretta sarebbe semmai "fierezza", cioè il concetto opposto alla vergogna, vista come la condizione in cui vive la maggior parte delle persone omosessuali.
L'"orgoglio gay" si basa su tre assunti:

  1. che le persone dovrebbero essere fiere di ciò che sono,
  2. che la diversità sessuale è un dono e non una vergogna,
  3. che l'orientamento sessuale e l'identità di genere sono innati o comunque non possono essere alterati intenzionalmente.
I simboli del "gay pride" sono la bandiera arcobaleno ed anche il triangolo rosa, riscattato dall'uso fattone dai nazisti ai danni degli omosessuali.

Stonewall Inn fu il bar da cui ebbero inizio i famosi moti di Stonewall del 1969, che sono stati scelti come data simbolica dell'inizio del movimento LGBT militante, dopo la fase del "movimento omofilo". Il locale si trova al numero 53 di Christopher Street, tra la West 4th Street e Waverly Place, nel Greenwich Village, a New York.

Il locale originario aveva chiuso, rimpiazzato da un negozio di abbigliamento, ma l'interesse turistico per il luogo ha convinto a riaprirlo, ovviamente con lo stesso nome.

Ogni anno durante il Gay pride i partecipanti si ritrovano fuori dallo Stonewall Inn per commemorarne la ricca storia.

A giugno, si celebreranno i 40 anni dalla rivolta di Stonewall. E per chi non puo’ ricordare una data così lontana, proviamo a ricostruire cos’era la vita di un gay o di una lesbica o di una trans prima di quella sera del 28 giugno 1969.



L’America era controllata da un blocco sociale che, non importa se democratico o repubblicano, faceva comunque dei valori nazionalistici il perno di tutta l’azione di governo. Sotto il motto Dio, patria e famiglia, non c’era spazio per i dissidenti, a ogni livello. Per i comunisti: per anni essere solo sospettato di simpatie comuniste o socialiste significava come minimo a problemi sul lavoro e nell’ambito sociale. La caccia alle streghe maccartista era diventata l’arma per eliminare i rivali non conservatori tacciandoli di comunismo. Ma non c’era spazio neanche per i neri (Dio è bianco) che vivevano in piena ghettizzazione sociale ed economica; nè per gli ebrei (rifiutati dalle religioni cristiane come deicidi). Ma soprattutto non c’era spazio per gay, lesbiche e men che meno per le trans.
Arriva il ‘68. Le tensioni sociali che una simile dittatura sociale imponeva diventano insostenibili. La guerra in Vietnam fa il resto. Arriva Martin Luther King a guidare la rivolta nera. Ma per i gay non c’era alcun Martin Luther King. Persino nella liberal New York la vita per un gay era dura. Nei pochi bar e luoghi di incontro la polizia faceva normalmente retate ed arresti. La vita dei gay era di una difficoltà che oggi sembra inimmaginabile.
La norma era sposarsi (vedi il film "Lontano dal paradiso" per capire come la società arrivava ad imporre inevitabilmente i suoi modelli) e scappare di nascosto in questi posti per vivere qualche momento di felicità.



L'FBI aveva liste di sospetti omosessuali (e quindi anti americani, nonostante il suo capo Hoover fosse noto per il suo travestitismo). Intanto negli anni '50 a New York, punto di ritrovo della comunità LGBT, una generazione di poeti ribelli aveva cominciato al Greenwich Village a parlare di libertà, di droghe e di sesso. Era la beat generation di Ginsberg e Burroughs che risiedevano appunto a Greenwich. Negli anni 60 pero', in vista dell'esposizione mondiale del '64, il sindaco di New York mise i bar gay fuori legge e si dedicò a continui arresti nei locali che sorgevano illegalmente come funghi. L'arresto avveniva principalmente con poliziotti in borghese che nei parchi o nelle palestre adescavano uomini. Per gli arrestati era difficile trovare un avvocato dato lo stigma sociale che aveva l'omosessualità, mentre crimini come omicidio o mafia avevano fior di rappresentati legali. Dopo il '64 la Mattachine society (una delle prime associazioni LGBT) appoggio' per la carica di sindaco John Lindsay che cambio' politica nei confronti dei gay nel senso che i raid della polizia divennero più mirati. Non era più illegale avere bar gay (peraltro tutti posseduti dalla mafia) ma si agiva sulle licenze per i liquori, sistematicamente negate ai gestori, che finivano per pagare la polizia affinchè chiudesse un occhio.
Il 28 giugno del 1969 la polizia effettuta quello che poteva essere il solito raid. Entra nello Stonewall Inn, locale gay che si trova in Christopher Street nel Greenwich Village a New York.



Lo Stonewall era il locale più noto della zona, senza licenza per i liquori. Era un club privato e si poteva entrare solo se conosciuti proprio per evitare l'ingresso di poliziotti in borghese. Lo Stonewall pagava regolarmente mazzette ai poliziotti per poter rimanere aperto. Vi erano circa 200 persone quella sera tra gay, trans e lesbiche. La polizia comincia ad arrestare come di consueto i presenti. Con la solita brutalità. Ma quella sera è diverso. Quella sera la gente reagisce. Sia dentro il locale che la folla radunata all’esterno. Non ne puo’ più dei continui soprusi e mentre la polizia scorta le persone nei furgoni la gente intorno lancia oggetti, si racconta di un parchimetro divelto per sfondare le vetrine del locale. La situazione precipita quando una ragazza lesbica che si lamentava pe le manette troppo strette viene colpita brutalmente con uno sfollagente. La gente non ci vede più ed esplode la rabbia per anni di soprusi subiti. La polizia viene costretta dalla folla inferocita a riparare nel locale che aveva appena sgomberato.
Tra i partecipanti alla rivolta c'era Sylvia Rivera, una transgender nota per le sue posizioni politicamente controverse che ricorda quella sera con la frase "Ci avete trattato di merda per anni (rivolta ai poliziotti) e ora è il nostro turno". La leggenda vuole che la prima a dare il via agli scontri fu proprio lei che, pungolata da un poliziotto, lanciò una bottiglia contro le forze dell'ordine. Lo stesso poeta Ginsberg era tra la folla che partecipava alla rivolta.
Solo durante la prima notte di scontri furono arrestate 13 persone, 4 agenti ed un numero imprecisato di dimostranti vennero feriti.
La folla, stimata in 2.000 persone, battagliò contro oltre 400 poliziotti
. Le squadre anti-sommossa giunte per disperdere la folla furono bersagliate da pietre e altri oggetti. La polizia era stata umiliata e questa era la cosa più pericolosa. Davanti alle falangi delle forze dell'ordine le drag queen cantavano The Howdy Doody Show theme song: "We are the Stonewall girls/ We wear our hair in curls/ We don't wear underwear/ We show our pubic hairs/We wear our dungarees/Above our nelly knees!". ("Siamo le ragazze dello Stonewall,abbiamo i capelli a boccoli,non indossiamo mutande,mostriamo il pelo pubico,e portiamo i nostri jeans,sopra i nostri ginocchi da checche". Era morta da pochi giorni l'icona gay per eccellenza, Judy Garland e la folla, sotto i colpi delle unità Swat, intonava 'Over the rainbow'.


Il giorno dopo nulla era più lo stesso. Non lo era lo Stonewall, distrutto dalla polizia. Non lo era più la comunità LGBT che per la prima volta aveva preso coscienza dei propri diritti e soprattutto della pari dignità. In parole povere dell’uguaglianza. Per commemorare quella rivolta fatta a suon di tacchi a spillo, di capelli troppo lunghi, di lesbiche troppo mascoline, di prostituti cercati di nascosto e pubblicamente disprezzati, ogni anno il 28 giugno il movimento LGBT si incontra nelle strade, all’aperto, fuori dai locali e alla luce del sole per manifestare il suo orgoglio.
La comunità gay ha fatto passi da gigante da allora negli Usa. E’arrivata ad avere riconosciuta la protezione legale contro le discriminazioni e in più di qualche Stato dell’unione le relazioni affettive omosex sono protette legalmente. Si è passati dalla tolleranza alla piena accettazione.
Non tutto è vinto, pero’. Come ci ricorda l’esito della Proposition 8 in California, c’e’ sempre chi lavora per restaurare un ideologico ordine morale e sociale e riportare la discriminazione e il privilegio per colore della pelle o per religione nella società americana. Ma il 28 giugno 2009 festeggeremo anche noi quaranta anni di lotte, orgoglio e risultati positivi, sfociati nel matrimonio di Del e Phyl, le due ragazze lesbiche ottuagenarie che fondarono a San Francisco 40 anni fa le “ragazze di Dorothy” la prima associazione omosessuale che rivendicava il diritto di ballare in pace con chi si voleva nei locali.

Turismo, la città di New York invita i gay.


Il portavoce del City Council Christine C. Quinn e il CEO di NYC & Company George Fertitta hanno presentato la campagna di marketing e comunicazione integrata Rainbow Pilgrimage dedicata al turismo omosessuale a New York che verrà lanciata durante l'anno in occasione del 40° anniversario degli Stonewall Riots, le rivolte che hanno dato inizio al movimento per i diritti degli omosessuali. La campagna coinvolgerà stampa nazionale e internazionale, online e outdoor, promuovendo la città di New York come destinazione gay-friendly. Grazie all'accordo con Travelocity sarà possibile prenotare i Rainbow Pilgrimage package direttamente da www.nycgo.com/gay, il nuovo minisito di NYC & Company tutto dedicato alla comunità omosessuale.
Il nuovo minisito di NYC & Company www.nycgo.com/gay raccoglie spunti e informazioni sulle attrazioni e sui luoghi che hanno segnato la storia degli omosessuali a New York, da Christopher Street al Brooklyn's Lesbian History Archives, ma anche consigli per ristoranti, shopping e vita notturna. È inoltre disponibile il calendario degli eventi in programma nei cinque distretti di New York – Brooklyn, Bronx, Manhattan, Queens e Staten Island - e una sezione dedicata alle manifestazioni culturali gay-friendly. Il principale evento dell'anno è il NYC Pride, dal 20 al 28 giugno 2009, che coincide con l'anniversario degli Stonewall Riots, avvenuti il 27 giugno 1969.

Sul sito nycgo.com/gay è possibile inoltre scaricare il trailer del documentario “Out in the City” prodotto da NYC & Company e dal regista George Hickenlooper e dedicato alla comunità omosessuale newyorkese.

fonte:

http://it.wikipedia.org
http://www.gay.tv/

A New York verrà lanciata durante l'anno in occasione del 40° anniversario degli Stonewall Riots, le rivolte che hanno dato inizio al movimento per i diritti degli omosessuali. La campagna coinvolgerà stampa nazionale e internazionale, online e outdoor, promuovendo la città di New York come destinazione gay-friendly. Grazie all'accordo con Travelocity sarà possibile prenotare i Rainbow Pilgrimage package direttamente da www.nycgo.com/gay, il nuovo minisito di NYC & Company tutto dedicato alla comunità omosessuale.

"New York è il luogo dove sono nati i primi movimenti per l'affermazione dei diritti degli omosessuali e proprio quest'anno si celebra il 40° anniversario degli Stonewall Riots.

Il nuovo minisito di NYC & Company www.nycgo.com/gay raccoglie spunti e informazioni sulle attrazioni e sui luoghi che hanno segnato la storia degli omosessuali a New York, da Christopher Street al Brooklyn's Lesbian History Archives, ma anche consigli per ristoranti, shopping e vita notturna. È inoltre disponibile il calendario degli eventi in programma nei cinque distretti di New York – Brooklyn, Bronx, Manhattan, Queens e Staten Island - e una sezione dedicata alle manifestazioni culturali gay-friendly. Il principale evento dell'anno è il NYC Pride, dal 20 al 28 giugno 2009, che coincide con l'anniversario degli Stonewall Riots, avvenuti il 27 giugno 1969.

Stato di umiliazione


Dove non poté l’opposizione, poté la moglie. E Dio solo sa quanto può una moglie, quando è infuriata. E lo sanno anche tanti grandi, anzi piccoli uomini puniti dalle loro donne, come il bancarottiere Felicino Riva, milanista pure lui. Oppure Mario Chiesa, la cui causa di divorzio diede la spinta decisiva alla valanga di Mani pulite. E ora il noto Mario, anzi mariuolo, si è fatto riprendere con le mani nel sacco (dell’immondezza), in complicità con una seconda moglie, versione aggiornata e scorretta della prima. Se si vuole farla franca, infatti, meglio sposare una mariuola pari grado. Mentre la signora Veronica un avvertimento al marito l’aveva già dato, ma lui niente. La Velina dello scandalo, l’ha addirittura fatta ministra. E se qualcuno a sinistra ora dichiara in tv che sono affari di famiglia, è elegante, ma non dice la verità, perché sono affari di Stato. Lo stato di umiliazione in cui è ridotto il Paese.

Fronte del video di : Maria Novella oppo.
http://www.unita.it/rubriche/Oppo


mercoledì 29 aprile 2009

Gb: sesso, unioni civili e coppie gay, a scuola si impara


Nel regno di Elisabetta II non si è fatto ancora in tempo a metabolizzare la notizia che l'educazione sessuale diventerà materia di insegnamento obbligatoria in tutte le scuole statali inglesi che già sulle pagine del 'Timesonline' si può leggere che gli alunni delle scuole secondarie britanniche seguiranno dall'anno prossimo lezioni anche sulle coppie gay, sulle unioni civili e sulle malattie sessualmente trasmissibili: sul sito del quotidiano britannico è infatti citato uno studio sull'educazione sessuale nelle scuole condotto da Alasdair MacDonald su incarico del ministero dell'Istruzione di Londra.

Secondo l'indagine, le lezioni su 'compulsory sex and relationship, gay unions and civil partnershpis' diventeranno obbligatorie dal 2011 per cercare di aiutare gli alunni delle primarie (4/5-11 anni) e secondarie (12-16) a "navigare nelle complessità del mondo moderno" anche se, naturalmente, i bambini più piccoli, quelli delle primarie, si concentreranno esclusivamente sullo studio del loro corpo.

Tutto questo perché, secondo le statistiche, gli insegnamenti di educazione personale, sociale, alla salute e all'economia (Pshe) finora impartiti nelle scuole non hanno raggiunto lo scopo desiderato visto il notevole aumento del numero di gravidanze e di infezioni da malattie sessuali tra gli adolescenti inglesi. Secondo le proposte avanzate dal governo britannico, le scuole religiose tuttavia potranno essere libere di impartire lezioni di (o contro) il sesso all'interno (o fuori) del matrimonio non essendo costretti a fuoriuscire dal contesto dei propri valori, il che significa insegnare anche ai bambini che la propria religione considera l'uso dei contraccettivi un peccato.

I genitori potranno comunque naturalmente chiedere l'esenzione dei figli su base religiosa anche perchè gli esperti hanno sottolineato il fatto che rendere obbligatorie le lezioni sull'educazione sessuale e la contraccezione da una parte e poi sostenere che quest'ultima è sbagliata potrebbe creare confusione negli adolescenti. Julie Bentley, direttrice generale dell'Fpa, la Family Planning Association, ha detto che benché la religione e l'educazione sessuale non siano incompatibili, "le scuole non possono essere autorizzate ad interpretare l'argomento, nel senso che possono dire ai ragazzi, per esempio, che la contraccezione non è una questione di scelta, ma è semplicemente sbagliata".

Mentre Simon Blake, direttore nazionale dell'ente di beneficenza sulla salute sessuale 'Brook', è convinto che "i giovani hanno bisogno di capire la legge, di capire che possono usare contraccettivi o decidere di abortire, di rendersi conto di quali sono i benefici di praticare sesso sicuro. Non è giusto dire loro che tutto questo è sbagliato, ma è corretto far sapere che qualcuno pensa che lo sia". (F.U.)

martedì 28 aprile 2009
http://www.agenziaradicale.com

I Verdi per Bruni candidano una transessuale

La lista Verdi per Bruni che si presenterà alle prossime elezioni comunali a sostegno del sindaco vanta un piccolo grande record: è la prima che vede tra le sue fila una candidata transessuale. Si tratta di Carla Turolla Turati (nella foto, ndr), imprenditrice di una società di servizi di Brescia, già impegnata nel movimento per i diritti delle persone transessuali, come coordinatrice nazionale dell’Arcitrans. Una candidatura che farà discutere in una città come Bergamo. Lei si presenta dichiarando di voler partecipare alla corsa elettorale prefiggendosi un obiettivo ambizioso: "poter portare anche piccolo contributo al latitante buon senso di questo paese". Vedremo se gli elettori cittadini le daranno fiducia.
I Verdi per Bruni schierano una lista che va a toccare parecchi mondi: associazionismo, giovani, cultura. Con novità anche di metodo. L'esempio più lampante è la scelta del capolista: nessun calcolo centellinato tra forze e schieramenti interni, ma un ben più classico "tirare a sorte" per evitare liti e mugugni. Caso vuole che a guidare la lista sia toccato a Federico Laini (nella foto sotto, ndr): cognome "pesante" (il padre Maurizio è stato per anni segretario provinciale della Cgil prima di approdare alla segreteria regionale), talento della musica (suona in quei Nena and Superyeahs vincitori di un concorso di Mtv) e carta d'identità dalla sua parte, classe 1986.
Da uno studente a un professore. Tra i candidati infatti anche Walter Fornasa, docente di Ecologia dello sviluppo, Psicologia dell’ambiente e Psicologia dell’educazione alla Facoltà di Scienze della formazione dell'Università di Bergamo. E poi ancora Davide Paolillo, presidente provinciale di Legambiente, Antonio Galizzi, figlio dell'ex sindaco ed esponente di ItaliaNostra, Silvia Briozzo, attrice e regista teatrale, Massimiliano Barraco, insegnante, Alessandro Caffi, ingegnere elettornico, Francesco Graziano del comitato pendolari, Enrico Radicchi, presidente di Slowfood Bergamo, Laura Tidone, direttrice del dipartimento dipendenze dell'Asl di Bergamo e Walter Bazzano, presidente nazioale degli scout.

Mercoledi 15 Aprile 2009
IS.I.
http://www.bergamonews.it

Milano/ Rassegna omosex al Libero


A partire dal 4 maggio debutta a Teatro Libero Liberi Amori Possibili, rassegna di teatro omosessuale che dopo un primo anno di sperimentazione, un secondo anno ricco di soddisfazioni, attenzione di pubblico e dei media, è giunta ormai alla sua terza edizione.
Per l'occasione, il 29 aprile alle ore 11.30 presso lo spazio Kinesis di via Savona 45 si terrà la conferenza stampa di presentazione dell'evento.
La manifestazione artistica, di circa 2 settimane, propone un programma di 9 spettacoli al fine di introdurre un confronto sul tema dell'omosessualità.
Quale modo migliore dell'arte e di tutto ciò che concerne lo spettacolo dal vivo per parlare di omosessualità senza tabù e aprirsi a nuove prospettive lasciando da parte pregiudizi e paure?
Un progetto che nasce da un desiderio civile e culturale di presentare, attraverso questi spettacoli, i diversi aspetti dell'omosessualità, il rapporto uomo-uomo, quello donna-donna, il transgender, la bisessualità considerando la pièce teatrale come immediato spunto di riflessione. Un approccio inconsueto ma quanto mai vivace e stimolante a testi e situazioni che prendono in esame le tensioni, i risvolti affettivi e la condizione omosessuale alla luce dei più recenti modelli scenico-letterari.
Un'iniziativa che vuole essere una risposta concreta alla necessità di dare voce anche alle minoranze sociali con tutta la forza culturale che il teatro è in grado di offrire.
Questo appuntamento annuale crede nella convinzione che l'arte non regoli le ingiustizie e le discriminazioni, ma che abbia almeno il merito di denunciarle e mostrarle.
Nostro scopo è creare uno spazio che possa dare rilevanza a problematiche spesso sottovalutate o ritenute inadeguate per il palcoscenico e per il pubblico teatrale, dando anche un eccellente contributo per dare nuove opportunità ad un genere di teatro che spesso incontra difficoltà distributive.

Questa esperienza è nata sul modello di quanto accade da diversi anni negli Usa e a Dublino, ma anche in evidente concomitanza con il Théâtre Côté Cour di Parigi, ugualmente alla sua prima esperienza nella stagione 06/07. Anche a Milano ha ottenuto grande successo il Festival di Cinema Gay-lesbo presentato a settembre 2006, per la prima volta in una prestigiosa sede istituzionale, come il Teatro Strehler.

Desideriamo che anche Milano, come Roma già da tempo con la manifestazione “Garofano Verde – Scenari di teatro omosessuale”, collaudata esperienza con il sostegno istituzionale dell’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma, possa diventare sede di un diffondersi necessario di poetiche e di modelli di teatro che non si rivolgano nello specifico ad “una” comunità ma a tutta la comunità umana di un paese.
Perché le barriere, i pregiudizi, i distinguo e i moralismi ideologico-religiosi lascino spazio al dialogo, alla comprensione, a una serena e cosciente unica appartenenza... magari attraverso un’inquietudine, un’intuizione teatrale.
In stretta collaborazione con le maggiori associazioni omosessuali, tra cui l'Arcigay, in particolare il C.I.G. (Comitato Provinciale Arcigay Milano), l'Arcilesbica, che ci hanno ampiamente sostenuto già dallo scorso anno, le istituzioni, in primis la Provincia di Milano che ha concesso il Patrocinio in tutte le edizioni.
Di grande aiuto anche la partnership con Milk, Capogiro e Pier Pour Hom che grazie al loro elevato numero di soci e allo specifico inserimento nell'area GLBT, ci permettono di entrare in contatto con numerosi interlocutori.

L'edizione 2009 è supportata per tutta la comunicazione dall'agenzia 6x6 adv. Agenzia di pubblicità molto nota nell'area GLBT, per avere creato campagne e appoggiato numerose iniziative. Questo per sottolineare la volontà di crescita della rassegna stessa che punta ad avere una immagine professionale, riconosciuta e
ben inserita nel suo contesto.

La selezione degli spettacoli è avvenuta durante l'anno 2008. Già a dicembre ci erano stati sottoposti una settantina di titoli. A febbraio 2009 la rosa si è stretta su 20 titoli per poi arrivare alla scelta definitiva.

Questo il programma dettagliato:

● 4 maggio
Millelire presenta “Sono diventato etero!” di Lorenzo De Feo, regia di Lorenzo De Feo, con Alessandro Cassoni, Susanna Cantelmo e Antonio Lupi;

● 5 maggio
La Città Invisibile presenta “Lo specchio dell'amore” tratto dall'opera di Alan Moore e José Villarrubia, regia di Tobia Rossi, con Elena Forlino, Monica Massone e Andrea Nerguzzo;

● 6 maggio
Skenè presenta “Oberon” di Ugo Chiti , regia di Nanny Schifino, con Federica Capuano, Livia Trama, Nanny Schifino e Giovanni Scura, coreografie di Ricky Bonavita;

● 7 maggio
Zauberteatro e NoirDesir.it presentano “Attrazione dell'abisso” di Massimo Stinco, regia di Massimo Stinco, con Massimo Stinco, Niccolò Gaggio, Dejan Djordjevic, Jacopo Bartaloni e Cesare Mascitelli;

● 8 maggio
Beat 72 presenta “Sotto il convento... niente!” di Flavio Mazzini, regia di Marco Medelin, con Angelo Curci, Stefano De Santis, Giuliana Di Marco, Fabrizio Foligno, Riccardo Laurina e Silvana Spina;

● 9 maggio
Piccolo Teatro Campo d'Arte e Diverbia et Cantica presentano “Le luci di Laramie” di Moises
Kaufman, regia di Gianluca Ferrato, con Gabriele Colferai, Annabella Calabrese, Monica Maroncelli Cerquitelli, Gianpiero Pumo, Guido Saudelli, Igor Petrotto, Imma Dante e Valentina Chisci;

● 10 maggio
Quinta Tinta presenta “Benzina” di Daniele Falleri, regia di Roberto Zunino, con Laura Renaldo, Lia Lopomo, Simona Guandalini e Roberto Zunino;

● 11 maggio
Spazi Vuoti presenta “Anch'io come te” di Gianluca De Col, regia di Marta Arosio, con Sara Corso, Denis Michallet, Lorenzo Piccolo e Laura Pozone;

● 12 maggio
Decimopianeta e I Teatrini presentano “12 baci sulla bocca” di Mario Geraldi , regia di Giuseppe Miale di Mauro, con Francesco Di Leva, Stefano Meglio e Andrea Vellotti.

Fonte: Ufficio Stampa del Teatro Libero Milano

martedì 28 aprile 2009

Conferenza di presentazione del progetto Arcigay per i migranti LGBT. In anteprima la brochure informativa Diritti e Salute


Si tiene mercoledì 29 aprile 2009 a Roma a Palazzo Montecitorio, sede della Camera dei Deputati, la conferenza stampa di presentazione dei risultati del progetto “IO: Immigrazioni e Omosessualità: Nuovi approcci nel campo dell’integrazione dei migranti residenti in Italia: l’aiuto ai migranti lesbiche, gay, bisessuali e transessuali”, finanziato dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali.

Si tratta di un'importante occasione pubblica in una prestigiosa sede istituzionale, per diffondere una cultura di inclusione delle diverse identità e presentare gli strumenti realizzati dal progetto per offrire servizi concreti per il benessere, la tutela e la salute delle persone LGBT con retroterra di migrazione.

Tra questi strumenti vi sono due manuali per addetti del settore: Tracce per operatrici ed operatori di servizi rivolti a migranti e Tracce per volontarie e volontari di associazioni LGBT.

Ma vi è anche un pratica e tascabile brochure DIRITTI E SALUTE dedicata alle persone migranti contenente informazioni su protezione internazionale e salute. La brochure è stata stampata sinora in Inglese, Francese e Arabo, oltre che in Italiano, ma sarà presto pubblicata anche in Albanese, Cinese, Turco, Russo e Urdu.

Questa breve guida è rivolta prevalentemente a persone extracomunitarie presenti in Italia che sono gay, lesbiche bisessuali e transessuali o, più in generale, che hanno rapporti con persone dello stesso sesso. In queste pagine si possono trovare alcune informazioni su due diritti fondamentali che l’Italia può garantire: il diritto di ottenere protezione (d'asilo) e il diritto alla salute.

Pubblichiamo qui sotto - scaricabile in PDF - in anteprima la brochure in Italiano.

Per scaricare tutti i documenti ed avere maggiori informazioni sul progetto:
http://migrantilgbt.arcigay.it/
migra@arcigay.it

***
CONFERENZA STAMPA PROGETTO IO
Mercoledì 29 Aprile, ore 11.30
Palazzo Montecitorio, Sala del Mappamondo
Ingresso da Via della Missione 4, Roma

Introduce:
Onorevole Anna Paola Concia

Intervengono:
Aurelio Mancuso - Presidente nazionale Arcigay
Giorgio Dell’Amico - Coordinatore del progetto
Laura Pozzoli - Ricercatrice

Occorre presentarsi muniti di un documento valido. Per poter essere ammessi bisogna accreditarsi, confermando entro lunedì 27 Aprile la propria presenza via e-mail a:
concia_a@camera.it oppure ufficiostampa@arcigay.it

Matrimonio gay: storica decisione


- Il Tribunale di Venezia, a cui era ricorso una coppia gay che si era vista negare dal Comune le pubblicazioni matrimoniali (con l’assistenza e il sostegno della “rete Lenford” e dell’associazione “Certi diritti”) ha rimesso la questione alla Corte Costituzionale, chiedendole di dichiarare l’illegittimità di alcuni articoli del codice civile che, in violazione della Costituzione, ostacolerebbero il matrimonio tra persone dello stesso sesso, ritenuto legittimo sotto il profilo costituzionale. L’ordinanza del Tribunale rappresenta un momento storico perché per la prima volta dei giudici italiani hanno ritenuto che la Costituzione italiana non solo non vieti il matrimonio tra persone dello stesso sesso, ma anzi lo ammetta e lo tuteli. Finalmente i giudici dicono che il matrimonio gay non rappresenta “alcun pericolo di lesione a interessi pubblici o privati” ed esprimono con chiarezza che nell’articolo 29 della Costituzione viene tutelata la naturalezza dell’aspirazione di tutti gli esseri umani a costituire la propria famiglia e a sposarsi, indipendentemente dal loro orientamento sessuale. Quale che sarà la decisione della Corte Costituzionale, che speriamo dia piena attuazione al dettato costituzionale, si tratta già di una grande e storica vittoria.

Franco Grillini
Presidente di Gaynet
Associazione giornalisti gay

LITE BRUNETTA-BIGNARDI "ANTIPATICO!". "ANCHE LEI!"


Battibecco alla registrazione dell' 'Era Glacialè tra la conduttrice Daria Bignardi e il ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta. Parlando del libro del ministro Brunetta 'Rivoluzione in corsò, la Bignardi storpia il nome dell'ex ministro del Lavoro (nel governo Rumor) Giacomo Brodolini, in Brandolini. E Brunetta, che è stato direttore della Fondazione intitolata all'ex ministro, si risente. La Bignardi cerca di tranquillizzare gli animi dicendo «Brandolini, Brondolini, non sono queste le cose che contano». Ma, a questo punto, Brunetta lascia qualsiasi freno e risponde: «in questo momento ha detto una bestemmia: si chiama Giacomo Brodolini, padre dello Statuto dei Lavoratori, morì di cancro mentre stava facendo approvare una legge fondamentale per i diritti dei lavoratori». L'imbarazzo e la tensione tra i due però non si placano. La Bignardi prova a fare un'altra domanda e Brunetta risponde: «lei non ha letto il libro». La Bignardi replica: «lei è un antipatico, la prego di cambiare tono con me». Il ministro rintuzza: «anche lei». La tensione nello studio è palpabile, ma poi torna la calma.

http://www.leggonline.it

27ENNE UCCISO IN AUSTRALIA 34 CHIODI NEL SUO CRANIO


34 colpi di sparachiodi, e 34 chiodi nella testa. E' così che è morto in Australia un giovane gay di 27 anni di origine cinese, Anthony Liu, a novembre dell'anno scorso. La polizia di Sidney ha ora diffuso le immagini della radiografia eseguita sul suo cadavere, e le foto sono davvero impressionanti. Il corpo della vittima fu ritrovato in un fiume, il fiume Georges, avvolto in una coperta. Anthony era arrivato in Australia nel 2000: dopo aver sposato una donna australiana, da cui aveva poi divorziato, aveva scoperto di essere omosessuale e viveva con il suo compagno a Rockdale. Gli agenti hanno diffuso le incredibili immagini dei raggi X nella speranza di raccogliere informazioni utili alla soluzione del giallo.



http://www.leggonline.it

Islanda, gli elettori confermano la scelta del primo ministro gay


La sinistra islandese ha vinto le elezioni politiche: i socialdemocratici guidati dal primo Johanna Sigurdardottir hanno conseguito il 29,8 per cento dei voti, che aggiunti al 21,7 per cento dei verdi consegnano alla coalizione una netta maggioranza. Un trionfo largamente annunciato. La Sigurdardottir è il primo capo di governo eletto ad aver dichiarato ufficialmente di essere omosessuale. Il partito conservatore dell’Indipendenza era stato costretto a lasciare il potere il 18 gennaio scorso, sull’onda delle proteste popolari per una crisi che ha portato l’Islanda sull’orlo della bancarotta. I conservatori hanno ottenuto poco più del 23 per cento dei voti.

Considerata la personalità politica più amata dell’isola, Johanna Sigurdardottir, è stata nominata capo del governo il primo febbraio scorso per traghettare il Paese verso elezioni anticipate che, secondo i sondaggi, avrebbe vinto agevolmente. Socialdemocratica, nata a Rejkyavik il 4 ottobre del 1942, Johanna è stata chiamata nel governo del premier conservatore Geir Haarde nel 2007 dove ha svolto l’incarico di ministro degli Affari sociali, ruolo già ricoperto dal 1987 al 1994. Prima di entrare in politica nel 1978, la premier islandese ha lavorato dal 1962 al 1971 come hostess per la Icelandair, la compagnia di bandiera islandese. E per sette anni ha fatto parte del comitato direttivo del sindacato degli assistenti di volo. Dichiaratamente omosessuale, madre di due figli nati in un precedente matrimonio, Johanna si è legata con una unione civile nel 2002 alla giornalista e scrittrice Jonina Leosdottir, 54 anni. Della loro unione si parla anche sul sito ufficiale del governo islandese.


http://blog.panorama.it

Nozze gay/ Iowa, primo matrimonio tra persone stesso sesso

La Corte Suprema dell'Iowa ha dichiarato illegittima la discriminazione che non permette alle coppie gay di sposarsi nello Stato. Dal 24 aprile i matrimoni omosessuali saranno legali. La decisione è stata presa all'uninamità. Dopo Massachusetts e Connecticut, l'Iowa è il terzo Stato nel quale la Corte Suprema riconosce i diritti delle coppie gay. Un eventuale emendamento costituzionale da sottoporre al voto, come nel caso del referendum svoltosi in California a novembre, non sembra rapidamente realizzabile. I democratici, alla guida di Camera e Senato, hanno appoggiato la decisione della Corte Suprema.

- Melisa Keeton e Shelley Wolfe sono la prima coppia omosessuale a essersi sposata legalmente nello Stato americano dell'Iowa. Le nozze delle due donne sono state celebrate 27 aprile nell'ufficio amministrativo Polk County a Des Moines, capitale dell'Iowa, dove ad inizio mese la Corte Suprema ha autorizzato i matrimoni tra persone dello stesso sesso. La cerimonia si è svolta un'ora dopo l'entrata in vigore della sentenza del tribunale suprema dell'Iowa, il terzo Stato americano dopo Massachusetts e Connecticut a permettere i matrimoni gay. L'ultimo Stato, in ordine di tempo, ad aver detto sì al riconoscimento dei diritti delle coppie omosessuali è stato il Vermont.

http://www.wallstreetitalia.com

Martedì a tutto cinema tra film, festival e corti


È la settimana centrale per la 24esima edizione di “Da Sodoma a Hollywood”, il Torino International Glbt (gay, lesbo, bisex, trans) Film Festival. Maratona sullo schermoDalle 11 in avanti una densa programmazione di film in concorso e non. Si segnalano in serata alle 20 per il film “Luan qing chun” (Beautiful Crazy) di Lee Chi Y. (Taiwan, 2008, 35mm, 97’, b/n-col.), alla presenza del regista. Alle 20.45 il film “In principio erano le mutande” di Anna Negri (Italia, 1999, dvd, 90’, col.), alla presenza di Filippo Timi. Alle 20.45 il film “Il Segno di Venere” di Dino Risi (Italia, 1955, 35mm, 101’, b/n). Alle 22 il film “Rabioso sol, rabioso cielo” (Raging Sun, Raging Sky) di Julián Hernández (Messico, 2008, 35mm, 191’, b/n-col.) alla presenza del distributore Philippe Tasca. Alle 22.45 il film “Fresh Kill” di Shu Lea Cheang (USA, 1994, 35mm, 80’, col.), alla presenza del regista. Ambrosio Cinecafé, c.so Vittorio Emanuele II 52, tel. 011/54006, www.tglff.com, dalle ore 11, biglietti 7-6 euro.Corti d’autore e la WertmullerL’appuntamento mensile promosso da Cnc (Centro Nazionale del Cortometraggio) presenta questa sera un programma introdotto da Gianni Volpi e intitolato “Gli anni sessanta di Iosseliani e Scorsese” con opere dei due registi ma anche alcuni corti italiani. Sempre questa sera la regista Lina Wertmüller sarà presente alla proiezione (ore 21, gratis) del suo film “I Basilischi” (Italia, 1963, commedia, durata 80’, b/n). Cinema Massimo, via Verdi 8, tel. 011/5361468, dalle 20.30, biglietti 3 euro (gratis, alle 21, “I Basilischi”).Serena Schiva

28 aprile 2009
http://www.tglff.com/

IMMA BATTAGLIA SI CANDIDA CON NICHI VENDOLA: 'SERVE UNA SINISTRA MODELLO ZAPATERO SULLE LIBERTÀ CIVILI A PARTIRE DA QUELLE GAY'


Imma Battaglia, lesbica, leader storica del movimento gay, presidente dell'associazione Di Gay Project. http://www.digayproject.org sarà candidata con Sinistra e Libertà alle prossime elezioni europee. La Battaglia sarà tra i capilista al sud. Domai all'Hotel Nazionale a Roma alle ore 11.00 sarà presentata la sua candidatura insieme con gli altri candidati della lista.

"E' la prima volta che mi candido e lo faccio con una lista che ad oggi non sa nemmeno se raggiungerà il 4%. E' una sfida, un'avventura a cui ho voluto partecipare per dare il mio contributo affinché il quorum sia superato, perchè la politica è innanzitutto impegno civile e non garanzia di carriere politiche. Ci vuole in Italia una sinistra che trovi una sua collocazione europea. E Nichi Vendola può essere uno dei leader di un cambiamento importante per assomigliare un po' di più ad una sinistra modello Zapatero sulle libertà civili. A partire ad esempio dai diritti delle persone gay, lesbiche e trans. Personalmente non sono mai stata comunista e non mi piacciono le ideologie di nessun colore. Mi piacerebbe invece che ci fosse anche in Italia una sinistra liberale e moderna, una sinistra che sappia essere di popolo, una sinistra che abbia una precisa identità, cosa che oggi ancora manca e fa male non solo alla sinistra ma anche alla destra, dove il modello berlusconiano si è rivelato vincente e necessita senza alcuna demonizzazione di una sinistra che sia altrettanto forte perchè la democrazia in Italia trovi di nuovo un sano equilibrio nel confronto. L'assenza di una leadership vera e di una sinistra forte produce invece la deriva populista dell'attuale governo. Forza Vendola!"

Alessandra Filograno
ufficio stampa
cell. 335.8000486

mercoledì 22 aprile 2009

Giornata mondiale della terra 22.04.2009


Earth - La Nostra Terra - Funny video clips are a click away
Oggi si celebra la trentottesima edizione della giornata mondiale della Terra, istituzionalizzata per la prima volta da Gerald Ford nel 1970. Le numerose iniziative che ruotano intorno a questo importante evento mirano soprattutto alla sensibilizzazione dell'opinione pubblica rispetto ai problemi ambientali che interessano il Pianeta. Quest'anno a tenere banco, come accade ormai da molte edizioni, è il riscaldamento globale, percepito dalla maggior parte dei governi come nodo primario per lo sviluppo economico e sociale del futuro.
V.m.

martedì 21 aprile 2009

Ancora violenze omofobe in Iraq. Terribili testimonianze. Scritte sui muri di Baghdad ‘cagne sarete giustiziati’.

video in cui un giovane omosessuale iracheno è costretto a spogliarsi davanti ad una stazione della polizia ed a indossare abiti femminili. Ennesimo atto di forte intolleranza, dopo il volantinaggio nei pressi di Sadr City di manifesti di minaccia di morte degli omosessuali.




Roma, 21 apr. (Apcom) - In Iraq sembra ormai una vera e propria guerra di sterminio, quella dichiarata dalle milizie islamiche, contro gli omosessuali. Il sito web della tv satellitare al Arabiya riporta tragiche testimonianze su gay morti per essere stati costretti ad ingerire un potente lassativo dopo che il loro sfintere anale era stato otturato con una resistente colla. Nell'inchiesta del sito on-line dell'emittente saudita, si parla di "liste nere" con nomi di omossessuali appese sui muri di Sadr City, il grande subborgo sciita di Baghdad, con in evidenza la scritta "cagne sarete giustiziati". La catena di omicidi sembra non arrestarsi, "altri sette cadaveri di gay sono stati lasciati davanti all'obitorio di Baghdad", come riferisce un medico della struttura pubblica, è l'ultimo macabro bottino dalla caccia al 'diverso' scatenata da milizie islamiche armate benedette da imam sciiti e sunniti. Yenar Mohammed, nota attivista irachena per i diritti civili, afferma che "il materiale usato per tappare l'ano si chiama 'l'adesivo dell'emiro' ed è una resistente colla di produzione iraniana che sigilla la fessura in modo ermetico che non pu? essere aperta se non con un'operazione chirurgica e dopo averla applicata, i miliziani costringono la vittima ad ingerire uno sciroppo purgativo provocando atroci dolori per una diarrea che non ha sfogo che determina la morte del soggetto se non viene soccorso in tempo". La stessa attivista afferma che come deterrente "sui cellulari gira un sms di un video che mostra" l'incredibile tortura. Per Mohammed, nelle zone popolari di Baghdad, "la dominante cultura religiosa che vieta la promiscuita ha svuotato le strade dalle donne facendo incontrare i giovani soli tra loro" e favorendo cos? L'omossessualità. 'Hassan', pseudonimo usato da un omossessuale iracheno conferma la denuncia di Mohammed sull'uso della colla ed assicura che alcuni vittime "sono state respinte dagli ospedali" dove si erano rivolti per aprire lo sfintere. "Secondo Hassan, "a subire queste torture volute sia dagli imam sciiti che sunniti" sarebbero 63 persone sospettate di essere gay. Capi tribù interpellati dalla tv confermano la portata della persecuzione: "i perversi sessuali - ha affermato lo Sheikh Hashim Maqni, un capo tribale a Sadr City - la gente si è abituata a chiamarli 'Jarwa'" che in arabo significa 'Cagna'. "ma questi deviati vengono uccisi dai loro tribù" assicura lo sceicco Salah al Qabi che non crede che gli omicidi siano opera delle "Brigate della Giustizia", milizie sciite ritenute responsabile dell'affissione sui muri di Sadr City, di una lista con "10 nomi con la scritta; 'Cagne sarete giustiziati". Alla denuncia del medico dell'obitorio nel centro di Baghdad a Bab al Muaddam, il dottor Numan Muhsin che ha detto di avere trovato sette cadaveri di gay davanti all'ospedale, il tenente colonnello della polizia di Sadr City Khalef Abdul Hussein, minimizza: "abbiamo sentito come gli altri di questi omicidi, ma non ci sono prove sui moventi e noi non amiamo commentare racconti che non sono sostenuti da prove".




La ferita e insanguinata di un corpo di 22 anni gay iraniano, Amir, porta ulteriore testimonianza della brutalità del regime di ayatollah.La situazione in Medio Oriente è davvero preoccupante e urge una presa di posizione non solo da parte delle associazioni per la tutela dei diritti umani, ma anche di tutti quelli stati che si definiscono ‘civili’.

Israele commemora la Shoah: sdegno per parole Ahmadinejad


Roma, 21 apr (Velino) - Commemorazioni in Israele per le vittime della Shoah. Ovunque, nello Stato ebraico, sono stati osservati due minuti di silenzio per non dimenticare gli oltre sei milioni di ebrei sterminati dalla furia nazista. Tante le cerimonie organizzate in tutto il paese, tra cui la deposizione di una corona di fiori davanti allo Yad Vashem Memorial di Gerusalemme, a cui prenderanno parte il presidente Shimon Peres, il premier Benjamin Netanyahu, e il capo delle Forze armate Gabi Ashkenazi. Nel Paese e’ forte lo sdegno per l’attacco del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad sferrato dal palco della conferenza Onu sul razzismo, apertasi ieri a Ginevra. Il leader iraniano ha definito Israele “un governo razzista”, provocando l’immediato abbandono dei lavori da parte dei delegati dell’Unione europea.

“L'antisemitismo è un fenomeno antico e storico - ha commentato oggi il premier Netanyahu, durante la cerimonia del "Yom Hashoah", la giornata dell'Olocausto -. Se qualcuno pensava che le conseguenze di questi orrendi eventi sarebbero scomparsi dal mondo, oggi è chiaro che aveva sbagliato. Non permetteremo a chi nega l’Olocausto – ha aggiunto il capo del governo – di portare avanti un altro Olocausto contro il popolo ebraico. Questo è il dovere supremo dello Stato di Israele, questo è il mio dovere supremo come primo ministro di Israele”. Netanyahu ha definito la conferenza sul razzismo – boicottata da tanti paesi, tra cui Stati Uniti e Italia – “una dimostrazione dell’odio verso Israele”.

Parole di condanna per le dichiarazioni di Ahmadinejad sono arrivate dal presidente Peres, che ha paragonato il presidente iraniano a un dittatore della Seconda guerra mondiale. “È difficile capire il motivo per cui despoti come Hitler, Stalin e Ahmadinejad abbiano scelto gli ebrei come principale obiettivo del loro odio, della loro follia e della loro violenza – ha osservato il capo di stato -. Forse hanno colpito il popolo ebraico per il suo potere spirituale, un paese povero per possedimenti materiali, ma ricco di valori”.
(Alessandro Biccari) 21 apr 2009 http://www.ilvelino.it/articolo.php?Id=828715

Durban II: discriminati i gruppi pro-Tibet


La Cina si è opposta alla partecipazione di un gruppo pro-diritti umani in Tibet.Il Comitato rinvia ogni decisione, con esclusione “di fatto”. Tibetano in esilio parla del razzismo e del genocidio del governo cinese contro i tibetani.

Dharamsala (AsiaNews) – Protesta il Tibetan Centre for Human Rights and Democracy (Tchrd) per la sua esclusione, voluta dalla Cina, dalla Conferenza internazionale delle Nazioni Unite sul razzismo iniziata ieri a Ginevra (Svizzera). Urgen Tenzin, direttore esecutivo del Tchrd, in un’intervista esclusiva ad AsiaNews parla di un’occasione persa e racconta il sistematico razzismo praticato dalle autorità cinesi contro i tibetani.

La Cina si è opposta alla partecipazione di gruppi pro-diritti come il Tchrd, nonostante siano riconosciuti in sede internazionale e abbiano già partecipato ad altre riunioni dell’Onu.

Urgen sottolinea che “il Tchrd è stato ammesso alla prima Conferenza sul Razzismo, a Durban nel 2001, nonostante anche allora ci sia stata l’opposizione della Cina. Per questo avremmo dovuto automaticamente essere ammessi a Ginevra. Il problema è grave perché occorre fare presente che in Tibet si afferma sempre più il razzismo sostenuto dallo Stato cinese. La Conferenza Onu è una piattaforma internazionale dove parlare della sofferenza del popolo tibetano, ma ora questa sofferenza non potrà avere voce a Ginevra”.

I tibetani accusano il governo cinese di genocidio culturale, soprattutto attirando la massiccia immigrazione nella regione di etnici Han, favoriti nei commerci e nei posti di potere. Inoltre nella vita pubblica e nell’istruzione sono bandite la lingua e la cultura tibetana. Questa politica e il continuo arrivo di etnici cinesi sta portando all’emarginazione dei tibetani nella loro stessa terra.

Il Tchrd chiede alla Conferenza e ai singoli Stati partecipanti di indicare i Paesi che praticano e incoraggiano il razzismo.

di Nirmala Carvalho

http://www.asianews.it

La sfida dell’odio

È stata la giornata dell'odio. Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha scelto la strada della violenza verbale, trasformando la conferenza dell'Onu sul razzismo nel palcoscenico di una sfida oltraggiosa. Una sfida che merita una risposta ancora più determinata di quella (rivelatasi giusta) del boicottaggio preventivo di Durban II. La folle invettiva anti-ebraica dell’ingegnere guidato in cielo dall’Imam Nascosto è arrivata proprio mentre l’amministrazione americana pensa ad un nuovo percorso negoziale per disinnescare il dossier del nucleare di Teheran e tenta di riavviare, tra molte difficoltà, il processo di pace israelo-palestinese. Un pugno chiuso nella mano tesa di Barack Obama. Una bottiglia molotov in casa di Benjamin Netanyahu e Avigdor Liebermann. Un segnale di disprezzo per gli sforzi degli uomini del Dipartimento di Stato che tentano di convincere il governo di Gerusalemme ad accantonare il sogno (o i preparativi) di un duro colpo agli ayatollah.

Il discorso sbagliato, insomma, al momento sbagliato. Ma non è solo l’armamentario negazionista a indignare, nella retorica tossica di Ahmadinejad. Parlare della nascita di Israele come di «un’operazione di invio di immigrati dall’Europa e dagli Stati Uniti per stabilire un governo totalmente razzista nella Palestina occupata» è certamente una pesante infamia in un mondo che non ha ancora perso e non vuole perdere la memoria. Ma il veleno che viene da Teheran è anche un veleno religioso, come dimostra l’altra parte del discorso di Ginevra, quella terzomondista-integralista: accolta, purtroppo, da temibili applausi in una platea già mobilitata sul tema dell’«islamofobia». A parlare ieri non era il presidente di un Paese, ma l’uomo che aveva concluso la sua lettera a George Bush del maggio 2006 con questa frase: «Che ci piaccia o no, il mondo gravita verso la fede in Dio e nella giustizia, e il Volere di Dio prevarrà sopra ad ogni altra cosa». La teocrazia di Teheran è, da tempo, la principale minaccia alla pace del mondo, come sanno, per esempio, i palestinesi vittime dell’avventurismo oltranzista di Hamas. «L’Iran non è una democrazia, come è vero che non si servono bistecche in un ristorante vegetariano e che non si gira in bikini in un campo di nudisti», ha scritto Thomas Friedman. Questo non vuol dire che non si debba negoziare il negoziabile. Ma si tratta anche di pensare, nel Consiglio di Sicurezza e nell’Assemblea generale dell’Onu, a delle misure in grado di evitare che quanto è accaduto ieri non accada mai più.

Stati Uniti, Italia, Germania, Israele, Australia, Canada, Olanda e Svezia boiccottanno l’appuntamento, perché la dichiarazione della conferenza, che dovrebbe essere contro il razzismo, paradossalmente trabocca di antisemitismo. Com’è noto infatti, la conferenza - così come il Consiglio dell’Onu sui diritti umani - è in mano alle dittature e ai paesi islamici, che la usano principalmente come pulpito da cui levare davanti all’opinione pubblica mondiale, sfruttando la credibilità dell’Onu (quella poca che gli è rimasta), la loro inappellabile sentenza di condanna nei confronti di Israele. Un’altra parte inaccettabile della dichiarazione è quella sulla cosiddetta «diffamazione religiosa», che i paesi islamici hanno introdotto per giustificare la censura e i limiti alla libertà d’espressione.

Paolo Lepri
21 aprile 2009 http://www.corriere.it

Ratzinger ha voluto onorare la ben poco raccomandabile conferenza con una vera e propria benedizione urbi et orbi. Ratzinger poteva fare a meno di "benedirla" così platealmente. Ma ormai ci ha abituati a queste gaffe. Evidentemente la Santa Sede non vuole perdere occasione per dimostrarsi più interessata a mantenere buoni rapporti con i paesi islamici piuttosto che con Israele e il mondo ebraico. La posizione che ha assunto il ministro Frattini fa onore all'Italia. A Conferenza dell'ONU su razzismo e xenofobia, che si e' trasformata come il Dr. Jekill e Mr. Hide nel festival dell'odio contro Israele e nel disprezzo dell'occidente e dei suoi valori fondanti. ''E' un segnale di difficile comprensione, l'ennesima iniziativa incauta del Pontefice, che si somma alla lista dei precedenti scivoloni nei rapporti con l'ebraismo: dalla revoca della scomunica al vescovo negazionista Williamson alla beatificazione di Pio XII e alla preghiera del venerdi' santo per la conversione degli ebrei''. E' il commento del rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, in una intervista alla Stampa, della decisione del Vaticano di partecipare alla conferenza dell'Onu sul razzismo, la cosiddetta Durban 2.

Per Di Segni ''la realta' di Durban e' in profonda contraddizione con gli annunciati e lodevoli intenti anti-xenofobi dei quali parla il Pontefice'' ed e' particolarmente grave che ''questo preoccupante e contraddittorio intervento di Benedetto XVI sia avvenuto alla vigilia del suo viaggio in Terra Santa''. Secondo il rabbino capo di Roma ''adesso, dopo il malconsigliato intervento del Papa, lo scenario sara' l'ondata di indignazione internazionale e poi, ancora una volta, la correzione di rotta da parte della Santa Sede. Intanto pero' il danno e' fatto perche' il Vaticano rilegittima Durban 2, vanificando in parte l'effetto del giusto boicottaggio di molti Paesi come l'America e l'Italia''.
http://www.asca.it

lunedì 20 aprile 2009

Dall'Isola dei Famosi al Mozambico: il viaggio solidale di Vladimir Luxuria


Dopo la vittoria al reality show "L'isola dei Famosi", Vladimir Luxuria ha deciso di devolvere metà del montepremi al progetto UNICEF in Mozambico in favore degli orfani dell'AIDS. Questo è il video della sua missione con l'UNICEF in Mozambico, degli incontri con i bambini, le famiglie, i nonni, che lottano ogni giorno per combattere l'epidemia di AIDS...

http://www.unicef.it

venerdì 17 aprile 2009

Borghezio tiene lezione ai neo fascisti francesi: infiltrazione politica.



L’emittente francese Canal+, nel suo documentario “Europe, ascenseur pour les fachos” ha mostrato le immagini girate durante un meeting organizzato dal movimento di estrema destra “Nissa Rebela” guidato da Philippe Vardon, già condannato per incitamento all’odio razziale..

Quel giorno Mario Borghezio era l’ospite d’onore considerato ,come tutta la Lega Nord, modello di riferimento per i movimenti neofascisti europei..

Ma adesso basta chiacchere, prendiamo tutti carta e penna e prestiamo attenzione: oggi impariamo l’infiltrazione politica.

Nel documentario si parla anche di Berlusconi e i suoi inferiori di AN, delle loro amicizie con esponenti di gruppi di estrema destra, tra saluti romani e dichiarazioni tipo “Mussolini non ha mai ucciso nessuno”..

Ne parla Daniele Sensi in un articolo che vi consiglio di leggere,

Dal blog:http://www.youblob.org

Apre la conferenza transgender


L'Irlanda rimane uno dei due paesi in Europa che non riesce a garantire un qualsiasi riconoscimento giuridico di diritti alle persone transessuali.
Il professor Stephen Whittle da Manchester Metropolitan University parla di un inadeguato quadro giuridico in cui esistono le persone transessuali e transgender.

Egli ha parlato alla Conferenza Transgender sui diritti umani presso la Law Society of Ireland a Dublino.

La conferenza di due giorni, dal titolo 'Trasformare gli atteggiamenti', è stato organizzato dal Transgender Equality Network Irlanda (teni), l'Unione degli Studenti in Irlanda (USI) .

Prof Whittle, un uomo transessuale attivista di una comunità da oltre 30 anni da quando il suo passaggio all'identità di maschio nel 1975, ha rivelato i dettagli della sua ricerca sulle persone transessuali e sul servizio sanitario in Gran Bretagna.

La presidente Cat McIlroy ha detto che l'obiettivo della conferenza è stato quello di informare ed educare una vasta gamma di organizzazioni della società civile, gruppi di studenti, persone strategici e politici su questioni transeuropee e le esperienze in Irlanda.

Ha detto: "Ci auguriamo che la conferenza segnerà uno spartiacque nel momento in cui il riconoscimento dei diritti umani per i trans in Irlanda.

"Il tema della transessualità è ancora, purtroppo, un tema che è ù spesso evitato, e mi auguro che la conferenza metterà in luce alcuni dei problemi che devono affrontare le persone trans nell' Irlanda di oggi."

Si intende rilasciare il primo rapporto di ricerca in 'transfobia' in Irlanda in occasione della conferenza.

La relazione, che è stata finanziata dalla Associazione internazionale gay e lesbiche - Europa (ILGA-Europe) Fondo per la documentazione delle violazioni dei diritti umani, è una revisione della letteratura irlandese, sulla politica e la documentazione relativa agli incidenti dovuti alla transfobia.

Stephen Whittle


http://www.irishtimes.com
traduci:M.G

Divergenti - Festival internazionale di cinema trans


Dal 14 al 17 Maggio 2009 si svolgerà a Bologna presso il Cinema Lumiére, via Azzo Gardino 65, Bologna la seconda edizione del Festival internazionale di cinema trans Divergenti, l’unico festival cinematografico in Italia, e tra i pochi in tutto il mondo, dedicato al tema del transessualismo e transgenderismo.

Confermando la sua vocazione internazionale, l’evento proporrà la proiezione di film, documentari e fiction provenienti da Austria, Francia, Germania, Spagna, Olanda, Israele, Svizzera, Ungheria, Iran, Norvegia, USA, Argentina, Svezia, Brasile, Canada, Indonesia, Polonia, Turchia e ovviamente Italia con le sue nuove produzioni sul tema.

Il festival presenterà in prima nazionale Chan di Chummi - Kiss the Moon, il documentario di Khalid Gill sulla comunità transgender “Khusra” in Pakistan proiettato al Festival internazionale del Cinema di Berlino 2009 nella sezione Panorama Dokumente.

In anteprima nazionale anche il documentario italiano Le Coccinelle di Emanuela Pirelli, storia del gruppo musicale e teatrale di sole trans Le Coccinelle che iniziò ad esibirsi alla fine degli anni ‘70 a Napoli, in tempi in cui lo spettacolo trans era avanguardia e provocazione: reinventando ad ogni spettacolo la loro identità, soffrendo e sorridendo delle difficoltà e degli amori, le Coccinelle sono da trent’anni le agguerrite e passionali protagoniste della rivoluzione dei “femminielli” a Napoli.

Tra i film proiettati segnaliamo inoltre She’s a Boy I Knew, pluripremiato documentario canadese in cui la regista Gwen Haworth, con tranquilla franchezza e uno humor leggero, racconta il proprio percorso di transizione da Steven in Gwen, concentrandosi sulle trasformazioni delle proprie relazioni familiari e amicali e sulla messa in discussione delle concezioni implicite di genere e sessualità.
In programma anche la proiezione di Cruel and Unusual di Janet Baus, Dan Hunt, Reid Williams, che racconta la vita di donne transessuali nelle prigioni maschili degli Stati Uniti: un documento sulla oppressione delle trans, private del diritto al trattamento medico e psicologico e sottoposte a stupri e violenze a causa di un sistema carcerario che stabilisce la reclusione in base agli organi genitali e non all’identità di genere.

L’opera francese L’Ordre des mots di Cynthia Arra e Melissa Arra esplora in maniera intelligente il mondo transessuale, intersessuale e l’identità di genere attraverso interviste in cui intersex e trans raccontano in prima persona le loro storie spesso difficili e la complessità delle loro esistenze. Con sguardo critico il documentario racconta l’arbitrarietà dei protocolli medici impiegati in Francia e la lotta del movimento transessuale contro il discorso medico e psichiatrico che considera il transessualismo come una malattia.

Arricchiranno il Festival dibattiti e incontri con regist* e protagonist* di alcuni dei film in programmazione, delegazioni di altri festival, mostre, performance e altri eventi.

DIVErGenti è un evento ideato e realizzato dal M.I.T. Movimento-Identità-Transessuale, associazione di volontariato impegnata nella difesa e tutela dei diritti, della salute e della dignità delle persone transessuali, travestiti e transgender di cui proprio nel 2009 ricorre il trentennale della fondazione. La seconda edizione del festival si svolge inoltre nel quarantennale della rivolta di Stonewall, momento di nascita del movimento Lgt e del lungo percorso di lotta per i diritti, e si conclude il 17 maggio, data in cui in tutto il mondo si celebra la giornata contro l’omofobia.

In stretta connessione con il significato simbolico e politico di queste ricorrenze, Divergenti intende incentivare, promuovere e dare ampia visibilità alla produzione artistica e culturale sulla questione Transessuale/Transgender, per stimolare una conoscenza corretta, seria e approfondita dell’esperienza trans, scevra dai facili stereotipi che nel tempo gli sono stati cuciti addosso e incentrata invece sulla presa di parola e sul protagonismo delle soggettività trans.
L’evento è realizzato con il patrocinio di Regione Emilia Romagna – Assessorato alla cultura, Provincia di Bologna, Comune di Bologna, Cineteca di Bologna, Dottorato di Ricerca di Studi di Genere Università di Napoli Federico II, CGIL Regione Emilia Romagna, in collaborazione con Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli di Roma.
Divergenti è stato progettato e realizzato da un’équipe con varie competenze professionali al suo interno - esperti di cinema sia in ambito culturale-artistico sia in ambito tecnico sia esperti e protagonisti dell’esperienza transessuale.
Il programma completo sarà presto on line: http://www.mit-italia.it/diver/index.htm

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http://www.filmalcinema.com

Usa, si impicca a 11 anni l`ennesima vittima di bullismo omofobo

Carl Joseph Walker-Hoover aveva 11 anni e il suo compleanno, il 17 aprile, l'avrebbe festeggiato durante il 13esimo National Day of Silence, giorno che commemora le vittime del bullismo a scuola.


Il 6 aprile scorso Sirdeaner Walker è tornata a casa ed ha visto suo figlio Carl impiccato con una corda ad una trave delle scale del secondo piano. Vicino c'era una lettera in cui Carl scriveva che si scusava di essersi ucciso, che la amava e che lasciava i suoi videogiochi al fratellino.
In un'intervista rilasciata pochi giorni fa all'Advocate, Sirdeanar racconta che il figlio era vittima di bullismo dall'inizio dell'anno e che da settembre lei stava tentando di far prendere provvedimenti alla scuola di Carl. Ha raccontato che giocava a football, baseball ed era un boy scout, ma un gruppo di compagni di classe lo prendeva in giro per come si vestiva e lo chiamava gay. Lo ridicolizzavano per il fatto che andasse in chiesa con la madre e perchè faceva volontariato. "Non è solo un problema gay - continua Sirdeanar - è più grave. Aveva 11 anni e non si rendeva conto della sua sessualità. Queste persone omofobe usano parole sprezzanti nei confronti di un ragazzino che ha 11 anni, va in chiesa o a scuola o in biblioteca ed inizia a confondersi. Comincia a pensare Forse sono così, forse no. Cosa devo fare?"
Sempre l'Advocate riporta che secondo uno studio del U.S. Department of Health and Human Services metà dei bambini tra i 9 e i 13 anni sono stati vittima di bullismo e che il 10% lo è quotidianamente.
Sirdeanar ha chiesto l'intervento dello Stato del Massachussets per indagare sul perchè nè gli insegnanti, nè gli amministratori scolastici abbiano mai mosso un dito nel corso di un intero anno in difesa di Carl.

redazione@gay.tv

Il Vaticano lancia un`inchiesta sulle suore che non condannano l`omosessualita`


Il Vaticano ha lanciato una inchiesta interna sulla Leadership Conference of Women Religious, una organizzazione di suore accusate di avere un atteggiamento accondiscendente per quanto riguarda l'insegnamento dell'omosessualità. Fonti suggeriscono che gli ufficiali vaticani investigheranno le attività delle suore che sul problema dell'omosessualità e sulla supremazia dei cattolici rispetto agli altri cristiani hanno spesso dimostrato un atteggiamento di tolleranza e non di netta condanna, come voluto da Roma. In dicembre il pastore tedesco è arrivato a dire che l'esistenza dei gay è una minaccia per l'umanità grave come la distruzione delle foreste pluviali. Ha anche attacato le persone transessuali e ha detto che la confusione dei sessi porterà all'estinzione dell'umanità. Nel corso del tradizionale discorso natalizio rivolto alla Curia romana Benedetto XVI ha ricordato che prima di proteggere la natura e il creato, la terra, l'aria e l'acqua, l'uomo deve "proteggere anche l'uomo contro la distruzione di se stesso"Occorre quindi un'"ecologia dell'uomo" che vigili e garantisca sulla natura dell'essere umano come uomo e donna, e che si opponga ad ogni ideologia del "gender".
"Non e' una metafisica superata - ha ricordato il pontefice -, se la Chiesa parla della natura dell'essere umano come uomo e donna e chiede che quest'ordine della creazione venga rispettato. Qui si tratta di fatto della fede nel Creatore e dell'ascolto del linguaggio della creazione, il cui disprezzo sarebbe un'autodistruzione dell'uomo e quindi una distruzione dell'opera stessa di Dio". Per Ratzinger, "cio' che spesso viene espresso ed inteso con il termine 'gender', si risolve in definitiva nella autoemancipazione dell'uomo dal creato e dal Creatore. L'uomo vuole farsi da solo e disporre sempre ed esclusivamente da solo cio' che lo riguarda".
A questo proposito il pontefice ha consigliato di rileggere la la Humanae vitae di Paolo VI, la cui intenzione era "difendere l'amore contro la sessualità come consumo, il futuro contro la pretesa esclusiva del presente e la natura dell'uomo contro la sua manipolazione".
.(mentre viaggiamo verso gli otto miliardi di persone sul pianeta, di cui sei faticano a nutrirsi regolarmente).

fonte: pinknews.co.uk
Giorgio Lazzarini

http://www.gay.tv

Picchiato e stuprato per anni per non rivelare di essere gay


I carabinieri di Lainate (nei pressi di Milano) hanno arrestato un uomo di 25 anni accusato di violenza sessuale ed estorsione. L'uomo avrebbe costretto un operaio della stessa età a subire prestazioni sessuali di ogni genere per quattro anni, minacciandolo che, se si fosse rifiutato, avrebbe riveltato ad amici e familiari il suo orientamento omosessuale, silenzio che il ragazzo ha pagato anche in denaro, oltre che con il proprio corpo. Un'altra storia di violenze, abusi e vessazioni, in cui l'unica colpa della vittima è il proprio orientamento sessuale.

Il Gip ha convalidato il fermo effettuato dai carabinieri decidendo contemporaneamente di applicare la custodia cautelare in carcere.
Le violenze si sarebbero consumate tutte nell'appartamento del ricattatore, mentre i fatti sono venuti alla luce perché i Carabinieri hanno avvicinato la vittima, nei giorni scorsi, dopo avere sentito "voci che circolavano in paese" che facevano pensare ad un sopruso in corso. Il ragazzo costretto a subire gli abusi è stato descritto come "psicologicamente debole e in forte stato di prostazione nei confronti del suo carnefice", cosa non difficile da credere considerato il ricatto cui era stato sottoposto e l'ambiente (una piccola cittadina di provincia). Il presunto aguzzino, definito dai militari dell'Arma come un "balordo con piccoli precedenti legati allo spaccio di stupefacenti", si trova ora nel carcere di S.Vittore a Milano.

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ADDIO ROBERTA



OPINIONI | di I.D.
LUTTI
ADDIO ROBERTA
La vita doveva essere diventata troppo grave a Roberta Tatafiore, che se n'è andata di sua volontà, a 65 anni, lasciando a un manoscritto indirizzato a pochi amici il perché della sua tragica decisione. Ma Roberta era Roberta, e chiunque l'abbia conosciuta e amata sa quanto irremovibili fossero le sue decisioni, e quanto intimo restasse il suo dialogo con se stessa, inattingibile nel suo nocciolo anche alle amiche, molte e amatissime, di cui si è sempre circondata, e alle sue sorelle Bruna e Luciana altrettanto amate. Molte, del resto, negli ultimi mesi la sapevano all'estero, non potendo immaginare la fine che stava progettando.
Roberta è stata una protagonista di prima fila del femminismo italiano, e di quello romano in particolare, dai primi gruppi di autocoscienza negli anni 70 - il collettivo di Via Germanico, «Donne e Cultura» - al Centro culturale Virginia Woolf negli anni 80 e nei primi 90. Giornalista e scrittrice, a lungo collaboratrice del manifesto, di Radio radicale, della Rai e della Televisione della Svizzera italiana, è stata per molti anni inviata di punta di Noi donne, da cui prese congedo nel '93. Nel 1983 fondò la rivista Lucciole, il primo strumento italiano di analisi della prostituzione dalla parte delle prostitute; da quella prima esperienza nacquero in seguito i suoi libri sul mercato del sesso, Sesso al lavoro (Il Saggiatore '94) e Uomini di piacere (Frontiera '98). Nel sesso commerciale Roberta non vedeva un problema di regolamentazione, repressione e controllo, che anzi contrastava vibratamente, né solo una questione di diritti delle prostitute, bensì un campo d'analisi di quel conflitto fra donne e uomini sulla sessualità, sul desiderio e sull'immaginario che la pratica femminista le aveva insegnato a guardare con occhio libero.
Eccentrica e irriducibile nella sua vocazione libertaria che spesso la metteva in tensione con la sinistra moderata e radicale, era rimasta eccentrica e irriducibilmente libertaria anche quando, a metà degli anni 90, cambiò campo politico, convinta di trovare nella nuova destra più spazi per la sua idea di libertà di quanti ne avesse trovati a sinistra. Sì che anche le sue collaborazioni dell'ultimo quindicennio, con il Foglio, Libero, Il Secolo d'Italia, non avevano perso nulla della sua vis polemica, che si trattasse di opporsi alla moratoria sull'aborto o alla legge sul testamento biologico partorita dal governo. Tra i suoi libri vanno ancora ricordati Le nuove amanti (Lyra Libri '89, con Stefania Giorgi), De bello fallico, storia di una brutta legge sulla violenza sessuale (Baraghini '96), Tra donne e uomini, storie d'amore e di differenza (Il Saggiatore '97). Di lei, non ultima, la sua raggiante bellezza.

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