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giovedì 31 luglio 2008

Processo di trasformazione (Mona in italiano Donna)


ho trovato questo bellissimo documentario intitolato Mona, creato dal giornalista e videomaker brasiliano Arturo Mestanza, che racconta in maniera rispettosa la vita e l'inizio delle trasformazioni che tutte le persone transessuali all'inizio affrontano.
Il documentario racconta la vita di tre transessuali brasiliane nella loro quotidianità.
Vi auguro buona visione, mi spiace che l'audio sia in inglese, ma abbastanza comprensibile.

Monas | Parte 01



Monas | Parte 02



Monas | Parte 03



Vanessa Mazza.

documentario de Arturo Mestanza.
Editor, repórter, produtor e videomaker
Website: http://br.youtube.com/arturomestanza

mercoledì 30 luglio 2008

IL PRINCIPE AZZURRO CHE DIVENTÒ CENERENTOLA: LA NUOVA FIDANZATINA D’AMERICA


Se non sbaglio uscì quasi subito dopo Brokeback Mountain, che già diede prova di quanto in Italia ci sia lo scandalo facile. Parliamo di un film di Duncan Tucker dal titolo Transamerica. Questa più o meno la storia: Bree è un transessuale che sta cercando con molte difficoltà di racimolare i soldi per cambiare definitivamente sesso e diventare una donna. Ha una vita già abbastanza complicata ma, praticamente dal nulla, riceve una telefonata di un ragazzo che sta cercando suo padre. Indovinate chi è il padre in questione? Ecco, bravi. Quindi Bree e suo figlio faranno un lungo viaggio insieme. Il film, devo dire, non era un granché, ma fece parlare molto di sé per il tema trattato e soprattutto per l'interpretazione di Felicity Huffman, l'attrice chiamata a interpretare Bree. Una donna per interpretare la parte di un uomo con tratti somatici femminili, e che soprattutto sta per diventare donna. Ecco, secondo voi è complicato? Questo perché non avete mai sentito la storia di Calpernia Addams, che tra l’altro proprio in questo film si vede per qualche istante.
[fb]
Calpernia Addams: "Trovare Speranza" Discorso



"Meraviglioso" - Calpernia's New Song



Le luci in sala si abbassano, il pubblico tace, il sipario si apre. In scena, una slanciata quarantenne in abito da gran sera attacca le prime battute de I monologhi della vagina. Peccato, però, che la protagonista abbia ottenuto in dotazione una vagina solo pochi anni fa.

Calpernia Addams, questo il nome dell’affascinante creatura, è la diva transgender più famosa d’America: attrice, musicista, scrittrice e produttrice, il suo volto è ormai uno dei più popolari del piccolo schermo. La sua fama, però, non è dovuta unicamente al talento: a innalzarla agli onori della cronaca è stato soprattutto un fatto di sangue.

Nata e cresciuta a Nashville, la nostra eroina (all’epoca ancora eroe) inizialmente non accetta la propria natura: convinta che l’ambiente militare gli avrebbe giovato, negli anni ’90 si arruola nell’esercito e parte per la guerra del Golfo, ottenendo diverse medaglie. Una volta rimpatriato, ormai stanco della vita di caserma, trova finalmente il coraggio per inseguire il suo più grande sogno: entrare nel mondo dello spettacolo, ma come una donna. Smessa la divisa, indossa i panni della soubrette e dietro lo pseudonimo di Calpernia Addams porta avanti con successo la carriera di artista e il processo di cambio di sesso. Al suo fianco c’è Barry Winchell, un soldato conosciuto nel locale dove lavora, diventato ormai il suo compagno fisso. La relazione, però, terminerà in tragedia: due commilitoni di Barry, dopo aver scoperto della sua relazione con una transgender, lo uccideranno brutalmente.

Nonostante l’accaduto, Calpernia non si perde d’animo e decide di raccontare la sua storia nel documentario Soldier’s girl. Il lungometraggio, vincitore di numerosi premi, la innalza a paladina della comunità transgender. La consacrazione definitiva arriverà con la sua versione de I monologhi della vagina, con un cast interamente trans: a produrre lo spettacolo è un’entusiasta Jane Fonda.

Il talento di Calpernia Addams è ormai interamente votato alla causa. Oltre all’autobiografia e alla recente carriera musicale, il suo ultimo progetto è il reality Transamerican Love Story. Otto scapoli si contendono la mano dell’attrice, affiancata dall’amica Andrea James, anche lei reduce da un cambio di sesso, e dal celebre comico gay Alec Mapa. I pretendenti sono uomini di ogni tipo ed estrazione, dall’impiegato di banca al wrestler professionista. Non manca il latin lover che frequenta esclusivamente donne transgender, né il contendente che fino a pochi anni fa era egli stesso una donna. Auguriamo di tutto cuore a questa novella Cenerentola di trovare un Principe Azzurro degno di lei.

LINK | calpernia

Marta Tripodi

martedì 29 luglio 2008

Innaturale e aberrante: questa è l'omosessualità


Radici Cristiane è una rivista che si richiama ai valori perenni della Civiltà europea e occidentale. Sul prossimo numero ci sarà un articolo del direttore Roberto Mattei sulle “aberrazioni” di Zapatero,
http://www.corrispondenzaromana.it/articoli/530/0/Politica-Estera/ANIMALISMO:-le-aberrazioni-di-Zapatero-.html

La notizia dell’approvazione da parte del Parlamento spagnolo (il 26 giugno 2008), di una legge che estende alle “Grandi scimmie” (gorilla, scimpanzé, oranghi) alcuni diritti umani, a cominciare da quello alla vita, deve essere accolta con tutta la repulsione che merita una norma profondamente innaturale e immorale.

L’autore fa le sue considerazioni da un punto di vista filosofico, culturale, teologico. Nulla da obiettare. Solo che a un certo punto il Mattei non ce la fa più e sbotta:

Tutte le tendenze sessuali innaturali, dall’omosessualità all’incesto, dalla necrofilia alla bestialità ne risultano automaticamente tutelate. L’omosessualità, che ieri provocava disgusto, oggi è entrata nel costume e nelle leggi. La bestialità, che ancora oggi suscita ribrezzo, inizia ad essere indirettamente accolta dalle istituzioni europee, per entrare anch’essa un giorno nelle abitudini e nella mentalità.

Eccolo che è venuto allo scoperto! Dopo tanto sproloquio è arrivato al punto che gli interessava: stabilire una equazione tra innaturalità e omosessualità, tra bestialità e sesso gay, tra aberrazioni e sesso “non-etero”. Quindi continua:

Sopravviverà l’Europa a questo scempio morale? Sarà l’Islam lo strumento di cui la Divina Provvidenza si servirà, per purificare, attraverso profonde sofferenze, l’Occidente infedele? Non si troveranno uomini di buona volontà che, corrispondendo alla Grazia, siano autori di una rinascita religiosa e morale che dal fango faccia risorgere una civiltà? Solo il Signore conosce la risposta a queste inquietanti domande incise a lettere di fuoco sul nostro futuro.

La domanda ce la poniamo anche noi: “Sopravviverà l’Europa a questo scempio morale?” E aggiungiamo: questo scempio morale di non saper usare la testa per ragionare ma solo per ripetere pappagellascamente delle tesi preconfezionate?

Immigrazione. Il Consiglio d'Europa contro le misure in Italia

Un campo nomadi
Un campo nomadi

"Le misure attuate in Italia non tengono conto dei diritti umani e dei principi umanitari e potrebbero fomentare altri episodi xenofobi". Questo il giudizio espresso da Thomas Hammarberg, commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, in occasione della diffusione del suo rapporto sulla visita compiuta in Italia il 19 e 20 giugno scorsi per discutere della nuova politica italiana in materia di immigrazione e della situazione dei nomadi.

Hammarberg guarda anche con "forte preoccupazione" ai provvedimenti che nel pacchetto sicurezza sembrano essere mirati in particolar modo ai Rom e per la volonta' espressa dal governo di estendere a tutto il territorio italiano lo stato di emergenza gia' in vigore in tre regioni.

Nel rapporto reso noto oggi e composto da una ventina di pagine Hammamberg osserva che "il ripetuto ricorso a misure legislative d'emergenza" per affrontare i problemi legati all'immigrazione sembra indicare "una incapacita' di affrontare un fenomeno non nuovo" che dovrebbe quindi essere gestito attraverso leggi ordinarie e altre misure.

Hammarberg sottolinea come "la decisione di rendere la presenza illegale in Italia una aggravante nel caso in cui la persona commetta un reato, potrebbe sollevare serie questioni di proporzionalita' e di discriminazione".

Anche le espulsioni di cittadini Ue condotte sulla base di motivazioni di pubblica sicurezza potrebbero sollevare, secondo il commissario, "seri dubbi di compatibilita' con la Convenzione dei diritti umani", su cui si basano le sentenze della Corte di Strasburgo.

Maroni respinge le accuse dell'Europa e difende la polizia
Roberto Maroni
Roberto Maroni

"Respingo con indignazione" le accuse del commissario per i Diritti umani del Consiglio d'Europa secondo cui le violenze nei campi nomadi in Italia sono avvenute senza che vi fosse protezione da parte dela polizia, che a loro volta avrebbero condotto raid violenti contro insediamenti.

Lo ha detto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, in una comunicazione alla Camera. La polizia, ha sottolineato Maroni, "non ha mai fatto cio': e' una falsita' clamorosa: la polizia non ha mai tenuto comportamenti di questo genere. Dica il commissario quando cio' e' avvenuto"

Il compagno muore e l'assicurazione lo risarcisce

di Gay.it
Lunedì 28 Luglio 2008

Gay.it - Il compagno muore e l'assicurazione lo risarcisce

Per la prima volta in Italia una coppia gay viene messa al pari di una etero. Un pacs non riconosciuto nel nostro paese consente a un uomo di essere risarcito per l'incidente mortale del compagno.


Venezia - È una transazione con le Assicurazioni Generali, che riconosce ad un vedovo gay il danno per la morte del compagno, a segnare la prima vittoria "transfrontaliera" per il mondo omosessuale italiano. La Compagnia del Leone, infatti, ha riconosciuto a Venezia il danno morale patito da un anziano per la morte del compagno gay, ucciso in un incidente stradale nell'isola del Lido nel gennaio scorso.

L'uomo - un francese ottantenne, da molti anni residente della città lagunare - si è visto riconoscere il danno morale "come prossimo congiunto" della vittima. La compagnia triestina ha in definitiva accettato il fatto che i due erano una coppia. Tra loro non c'era - e non poteva esserci per legge - alcun legame formale riconosciuto in Italia, né avevano alcun rapporto di parentela. Ma i due uomini, insieme da circa 40 anni, si erano uniti civilmente a Parigi, usufruendo del "Patto di solidarieta" (PaCS) previsto dalla legge francese 99-944. Una norma che disciplina le unioni diverse dal matrimonio, anche tra omosessuali.

«Era doveroso - spiega l'avvocato Augusto Palese, che ha patrocinato il vedovo gay - riconoscere il risarcimento del danno, perché la loro era un'unione bella e buona e non poteva non parlarsi, per chi aveva perso il compagno, di prossimo congiunto». Le Generali, del resto, si sono dimostrate aperte ad accogliere una tesi che andava ad intercettare più le nuove problematiche sociali, che non le regole del diritto. «Non c'è stato bisogno di alcuna causa» osserva Palese, che si è occupato della vicenda in quanto legale dell'Associazione familiari vittime della strada. «Ho argomentato che le Generali, presenti in Francia, avrebbero dovuto equiparare in quel Paese la vittima dell'incidente al "marito" del mio assistito - aggiunge - se ciò era valido per la Compagnia nel paese transalpino, doveva esserlo anche in Italia. Una tesi che le Generali hanno accolto con disponibilità e attenzione alle nuove sensibilità sociali».

Il compagno dell'uomo, anch'egli francese, era rimasto vittima di un incidente al Lido di Venezia, investito da un automobilista assicurato con Generali. Sull'incidente - dalla dinamica controversa, ammette lo stesso Palese - era stata aperta anche un'inchiesta penale per omicidio colposo, che si avvia però all'archiviazione. Palese sottolinea un altro aspetto a suo avviso importante della vicenda: cioè il fatto che la Procura di Venezia, all'atto della nomima dei consulenti di parte per gli accertamenti d'inchiesta, avesse indicato come "prossimo congiunto della parte offesa" l'uomo che aveva perso il compagno.

Plaude Arcigay: «Chiederemo a imprese, assicurazioni e banche di riconoscere il nostro registro autogestito dei matrimoni gay che partirà in settembre» afferma il presidente nazionale Aurelio Mancuso. «La legge francese, che non ha valore in Italia - prosegue - è comunque stata ritenuta dalla compagnia assicurativa italiana come status familiare della coppia. In un paese normale europeo sarebbe ridicolo felicitarsi con la compagnia assicurativa, ma siccome viviamo in Italia, cioè il paese fanalino di coda per quanto riguarda i diritti civili, ci rendiamo conto che - conclude - si tratta di una decisione importantissima, che dovrebbe essere seguita da tante imprese, banche, assicurazioni italiane».


MUSSOLINI: SÌ ALLE ADOZIONI PER LE COPPIE OMOSESSUALI

Il trenino delle famiglie arcobaleno - News notizie Di' gay Project DGP

ROMA «Sì alle adozioni ai single. Si anche alle coppie di fatto». L’apertura, a sorpresa, arriva da Alessandra Mussolini, deputata del Pdl e presidente della Commissione bicamerale per l’Infanzia, in un’intervista a «Klauscondicio», la trasmissione che Klaus Davi conduce su YouTube. «L’idea che ci possa essere una legge che consenta anche in Italia l’adozione ai single mi trova d’accordo – ha detto la Mussolini -. Molti bambini, infatti, hanno un miglior rapporto con un’unica persona, anche single, quindi se un individuo riesce a dare amore ad un bambino ed a toglierlo dall’istituto per me va bene. Mentre, non sono d’accordo a lasciare i bambini negli istituti, neanche con la legge sulle adozioni, che impedisce alle coppie di poter adottare un bambino richiedendo l’assenso dei genitori della coppia richiedente e, soprattutto, non sono d’accordo con la legge che non prevede le coppie di fatto ed i single». Il deputato del Pdl, inoltre, racconta che suo nonno, Benito, «non odiava i gay. Non nego affatto il dato storico- dice la Mussolini, riferendosi ai circa diecimila omosessuali mandati al confino durante il regime fascista- ma dipingere la famiglia Mussolini come omofoba è sbagliato».



Fonte: la Stampa

UNA MEDEA TRANS AL FESTIVAL DI SEGESTA

news-leila-daianis-trans

Olà medea !

Ipotesi di trasformazione e adattamento scenico alla vita, da euripide
diretto da Gianluca Bottoni con Leila Daianis, Carol Tébar, Michele A. Arcaroli

“ A questa gente, ho insegnato a parlare (..)
a pensare, vedere, comprendere,
buttare per aria, amare, escogitare,
sospettare del male, considerare tutto (..)
perché portavo sulla scena le cose solite,
quelle che ci capitano, in mezzo a cui viviamo”.
(Euripide che parla , nelle Rane di Aristofane)

Olà ! La nostra Medea,interpretata da Leila, neo donna, piena di vita vissuta e da vivere: venuta dal nordest del mondo , in un gioco di affettività familiari mancate , su questo palcoscenico, forte e pronta ad adattarsi alla sorte ,a cambiare rotta, a rifare la valigia per continuare a contestualizzarsi e ad allevare, orgogliosa di raccontarsi e destra a quelle magherie che solo la sofferenza, il distacco, l’esilio, la differenza, la mescolanza, allenano nella vita di tutti i giorni le donne di tutti i tipi… gli esseri umani di tutti i tipi… tutti i tipi di Medea.

Medea è la VITA: rifiuta la violenza, proprio perché legata ai valori 'femminili' della maternità, ai valori della terra e sta oltre una linea, una rete, che la divide dalla società per la sua “estranezzità”…

La “Società”, non conoscendo la base delle problematicità più delicate, e non volendo capire oltre quella rete, non le accetta se non in privato e ne ignora l’ esistenza. Oppure tollera facendo finta di niente. Gran parte delle persone, tollerano senza accettare la “visibilità” di ciò che è definito diverso, coi pregiudizi in testa non si capisce perché la Natura è variegata ,parla tante lingue,e ha tanti colori. Come se ci fosse da capire qualcosa…Olà, la vida!

www.festivalsegesta.com

15 Agosto2008 ore 19,00 al Teatro Antico
16 Agosto 2008 ore 05,00 al Teatro Antico
16 Agosto 2008 ore 21,00 al Castello Eufemio

compagnia g.b.studio
con il patrocinio del Consolato Generale del Brasile a Roma


sabato 26 luglio 2008

EQUADOR, NUOVA COSTITUZIONE PRO GAY


Oggi l’Assemblea costituente dell’Equador approva in via definitiva il testo finale della nuova costituzione. La prima votazione finale da parte dell’Assemblea si era avuta lo scorso 19 luglio 2008.

La nuova costituzione è stata elaborata a partire da novembre 2007 e si caratterizza per essere un testo particolarmente lungo, composto di 494 articoli, divisi in 33 titoli costituzionali.

La nuova costituzione sarà sottoposta a referendum popolare il 28 settembre prosimo. Nel caso in cui gli elettori bocciassero il nuovo testo rimarrebbe in vigore l’attuale costituzione.

Con riferimento alle disposizioni che posso riguardare le persone LGBT, la nuova costituzione:

- riconosce il diritto di uguaglianza e il divieto di discriminazione.

Art. 11, comma 2

«Tutte le persone sono uguali e godranno degli stessi diritti, doveri e opportunità.

Nessuno potrà essere discriminato a causa della propria etnia, del luogo di nascita, dell’età, del sesso, dell’identità di genere, dell’identità culturale, dello stato civile, della lingua, della religione, dell’ideologia, dell’appartenenza politica, del passato giudiziario, della condizione socio-economica, della condizione di migrante, dell’orientamento sessuale, dello stato di salute, dell’infezione da HIV, dell’handicap, delle differenze fisiche; né a causa di nessun altra distinzione, personale o collettiva, temporanea o permanente, che abbia come oggetto o risultato quello di ridurre o annullare il riconoscimento, il godimento o l’esercizio dei diritti. La legge sanzionerà tutte le forme di discriminazione.

Lo Stato adotterà azioni positive che promuovano l’uguaglianza reale in favore dei titolari di diritti che si troveranno in situazione di disuguaglianza.»

- definisce il matrimonio come unione di un uomo ed una donna. Riconosce alle stabili coppie di fatto, senza distinzione tra coppie dello stesso o differente sesso, gli stessi diritti e doveri delle coppie sposate. L’adozione è permessa anche alle coppie di fatto, ma solo se di sesso diverso.

Art.68

«Si riconosce la famiglia nei suoi diversi tipi. Lo Stato la proteggerà come nucleo fondamentale della società e garantirà condizioni che favoriscano integralmente il perseguimento dei suoi fini. Le famiglie si costituiranno per vincolo giuridico o di fatto e si baseranno sulla uguaglianza di diritti e opportunità dei suoi membri.

Il matrimonio è la unione tra un uomo e una donna e si fonderà sul libero consenso delle persone contraenti e in eguaglianza di diritti, obbligazioni e capacità legali».

Art. 69

«L’unione stabile e monogama tra due persone libere dal vincolo matrimoniale che formino una famiglia di fatto (nota: la parola qui utilizzata non è famiglia, ma hogar che significa propriamente ‘focolare domestico’. Una coppia sposata rappresenta una familia, ma quando si vuole indicare il matrimonio o una relazione con riferimento all’affetto e alla comunione di vita si utilizza la parola hogar), nei limiti e alle condizioni e circostanze previste dalla legge, genererà gli stessi diritti e obbligazioni che hanno le famiglie costituite mediante matrimonio.

L’adozione è permessa solo a coppie di sesso diverso».



L’Equador è una repubblica, con una popolazione di quasi 14 milioni di abitanti, con capitale Quito.

L’Assemblea costituente ha un proprio sito ufficiale attraverso il quale è possibile seguire i suoi lavori e scaricare tutti i documenti: http://asambleaconstituyente.gov.ec/

Avv. Antonio Rotelli

L'ISOLA DI LESBO PERDE LA CAUSA CONTRO I GAY


Atene, 22 lug. - Gli abitanti dell'isola di Lesbo hanno perso la causa contro i gay: un tribunale di Atene ha bocciato la querela di un gruppo di abitanti dell'isola sulle sponde dell'Egeo che avrebbero voluto impedire alla comunita' gay femminile di monopolizzare il nome con cui vengono chiamati gli isolani.

Il tribunale ha deciso che il termine "lesbico" non e' un elemento che definisce lo status e la personalita' e che dunque gli abitanti di Lesbo non hanno alcuna ragione di sentirsi insultati o vittime di una violenza psicologica o morale.

A presentare la querela erano stati tre residenti dell'isola di Lesbo: due donne, insieme all'editore della rivista culturale Davlos, Dimitris Lambrou, avevano citato in giudizio la maggiore organizzazione nazionale per i diritti degli omosessuali, 'Olke-Unione Greca Gay e Lesbiche'. Il primo round l'hanno perso, se vorrano continuare la battaglia potranno presentare appello.

Tra il VII e il VI secolo a.C. l'isola di Lesbo fece da sfondo alla vita Saffo, la poetessa che cantava l'amore tra le donne; e con il passare dei secoli, gli aggettivi 'saffico' e 'lesbico' sono entrati nel vocabolario del movimento gay.

venerdì 25 luglio 2008

SHERRY VINE! - Mr. & Mrs. Porebski


LA FAMIGLIA LO HA UCCISO PERCHE` GAY, NESSUNO INDAGHERA`: IL PRIMO DELITTO D`ONORE IN TURCHIA

Il corpo di Ahmet Yildiz , la prima vittima gay di un delitto d'onore è stato portato via dall'obitorio della città. La famiglia non ha richiesto i resti della vittima, come spesso succede a chi perde la vita in un delitto d'onore. Ahmet è stato ucciso con un colpo di pistola mentre usciva da un bar sul Bosforo durante il week end. Il suo corpo è stato trovato nella sua auto. La polizia sospetta che siano stati i membri della sua famiglia a compiere il delitto, per ripulire il proprio onore infangato dall'avere un figlio apertamente gay.

Nessun'altro infatti oltre la famiglia, secondo la legge, puo' chiedere i resti della vittima. Ahmet aveva più volte denunciato minacce di morte alla polizia turca nei mesi scorsi, ma nessuna denunica era stata raccolta anzi, il giovane era stato messo in guardia per la sua omosessualità. Ahmet era stato il rappresentante turco ad una conferenza internazionale LGBT a San Francisco nel 2007. Il suo compagno, temendo per la propria vita e il cui nome non viene reso noto per ragioni di sicurezza, ha lasciato il paese per recarsi in Germania. In un'intervista rivela: "Ahmet aveva ricevuto minacce di morte per tutto il tempo in cui ci siamo amati. I suoi genitori non lo hanno mai accettato e hanno fatto di tutto per farlo sentire colpevole".
Il partner è scampato alla morte per miracolo: infatti un impedimento dell'ultimo minuto gli ha fatto mancare l'appuntamento al bar dove i sicari aspettavano Ahmet. Nonostante tutto, la polizia turca deve ancora avviare le indagini sul delitto.
"Negli ultimi 4 anni - dice il partner sopravvissuto - l'omofobia in Turchia è diventata così forte da mettere in pericolo le vite degli omosessuali con un netto peggioramento rispetto agli anni precedenti. Conosco il sistema turco. Non ci saranno arresti per questo omicidio. I diritti umani in Turchia sono solo un optional". Continua "Non potro' dargli
un funerale perchè non posso richiedere le spoglie in quanto non esisto come partner legale, e non posso nemmeno riprendere i miei oggetti personali dal suo appartamento. Posso solo denunciare l'omicidio ai media, ma non posso nemmeno testimoniare davanti alla polizia dando indizi riguardanti la famiglia perchè la polizia potrebbe torturarmi in quanto gay".

Giorgio Lazzarini
redazione@gay.tv

THOMAS BEATIE: LE PRIME FOTO DELLA BAMBINA DELL`UOMO INCINTO.

Durante la trasmissione Good Morning America, la ABC ha mostrato in esclusiva le prime foto di Susan Juliette, la bambina nata tre settimane fa dal transgender Thomas Beatie, "l'uomo incinto".

Thomas e la madre della bambina, la compagna Nancy, hanno venduto l'esclusiva al magazine americano People che nei prossimi giorni pubblicherà gli scatti corredati da un'intervista ai due neo-genitori.


"E' magnifica non riesco a smettere di guardarla" ha dichiarato alla rivisa il padre "Tenerla in braccio è la cosa più bella del mondo".



redazione@gay.tv


L'Isola della famosa transgender

L'Isola della famosa transgender
di Gay.it
Giovedì 24 Luglio 2008

Gay.it - L'Isola della famosa transgender

Come si vociferava da tempo, nel cast di naufraghi della prossima edizione dell'Isola dei Famosi ci sarà anche lei: Vladimir Luxuria. Saprà resistere alla bellezza di Giuseppe Lago? Le anticipazioni.


Gay.it - L'Isola della famosa transgender«Sarà come fare il militare che non ho mai fatto». Sembra prenderla con spirito Valdimir Luxuria che oggi ha finalmente confermato la sua partecipazione come concorrente alla prossima edizione dell'Isola dei Famosi. Dopo un balletto di rumors e smentite, infatti, l'ex onorevole ha svelato oggi di aver scelto di partecipare, e la decisione è arrivata in un momento in cui non ce lo aspetteremmo: il Gay Pride di Bologna.

Gay.it - L'Isola della famosa transgender«Ho compiuto la mia scelta in una giornata molto calda. Ero a Bologna, durante il Gay Pride, e hanno trasmesso un video di Simona Ventura che dava il benvenuto a tutti. Ho pensato al telefonino spento, al mare, alla spiaggia, nessun rumore di automobili. Mi sono detta: perché no? Sarà come essere arruolata per il servizio di leva. Io non l'ho fatto perché sono pacifista e poi mi fanno orrore le armi, le tute mimetiche, il grigio-verde, gli elmetti. Per me andare sull'isola - dice Luxuria - sarà come fare il militare».


Peggio, diremmo noi. Quello che aspetta l'ex parlamentare di Rifondazione Comunista non è facile: patire la fame, le zanzare, le intemperie non è esattamente come sedere sulle poltrone di Montecitorio. Lei, però, è una in grado di stupire. Quando fu eletta riuscì a mettere tutti d'accordo sulla sua intelligenza, una dote che a priori le veniva negata non si sa bene per quale motivo.

Gay.it - L'Isola della famosa transgenderInsieme a lei il resto del cast: Giucas Casella, Giuseppe Lago (l'ex tronista di Uomioni e Donne, in foto), Massimo Ciavarro, il nuotatore Leonardo Tumiotto, Antonio Cabrini, Flavia Vento, Belen Rodriguez, Veridiana Mallmann (ex velina) e la scrittrice Michi Gioia. Anche loro sbarcaranno in Honduras.

Il 15 settembre tutti davanti al monitor, quindi, sperando che Luxuria riesca a far dimenticare agli italiani l'omosessualità-macchietta in stile Malgioglio.

giovedì 24 luglio 2008

MISS MONDO TRANS 2008 Monik Lorran




La manifestazione Miss mondo trans nasce dalla necessità di dare voce alle innumerevoli Trans di nazionalità straniera impegnate a farci conoscere i costumi e le culture del proprio Paese d'origine.

Miss mondo trans ha lo scopo di far collaborare trans italiane e straniere per aprire un confronto tra culture diverse, un dialogo, aiutandosi amichevolmente e venendosi incontro. Un dialogo aperto per scoprirsi, capirsi e conoscersi.




L'organizzatrice e creatrice dell'evento Miss Mondo Trans - Yasmin Dream
Insieme a "Brasil Cafe e Funny Events" ha presentato la seconda edizione di Miss Mondo Trans 2008 presso il locale Ristorante e Disco "Brasil Cafe" sito in Roma via della Magliana 63/E. Inizio spettacolo Ore 22:30








Vi mostro tutto quello che è successo nella bellissima serata di miss trans 2008.
Materiale gentilmente concesso da: Amanda brasil,


Greice Cantarelli, Princess, Samara e Amanda Brasil.






MISS MONDO TRANS 2008 Monik Lorran

e

Evelyn Braga MISS RUSSIA.

MERY SOMMELLA ITALIANA SECONDA
CLASSIFICATA MISS MONDO TRANS 2008




















Ivana Dieckmann Miss Usa 3. Classificata



















Abito da sera.


Abito tipico
VIDEO

miss mondo trans 2008


Roma 19/07/2008

mercoledì 23 luglio 2008

Un gesto semplice: appendi alla tua finestra la bandiera dei Diritti Umani!

A pochi giorni dalle Olimpiadi, la Tavola della pace invita i cittadini a compiere un gesto semplice: appendere alla finestra la bandiera dei diritti umani. Sabato 26 luglio a Genova, la presentazione alla stampa in occasione del concerto di Manu Chao e del Goa-Boa festival.

Articolo di: La redazione
Foto di Floriana Lenti

Olimpiadi Pechino 2008
Appendi alla tua finestra
la bandiera dei diritti umani.

Sabato 26 luglio a Genova, la presentazione alla stampa in occasione del concerto di Manu Chao
e del Goa-Boa festival




A pochi giorni dalle Olimpiadi, la Tavola della pace invita i cittadini a compiere un gesto semplice: appendere alla finestra la bandiera dei diritti umani.

"Dopo roboanti dichiarazioni sui diritti umani in Cina e nel Tibet, ha dichiarato Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace, con grande ipocrisia e cinismo, alla vigilia delle Olimpiadi, i governi tacciono. Per questo è necessario che i cittadini prendano la parola.

Da oggi, tutti lo possono fare in un modo semplice: appendendo la bandiera dei diritti umani al proprio balcone, lasciandola ben visibile per tutta la durata delle olimpiadi fino al 10 dicembre 2008, 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei diritti umani."

"Alza la voce contro tutte le guerre e le violazioni dei diritti umani, si legge nell'appello della Tavola della pace. Compi un chiaro gesto di solidarietà con tutti i bambini e le bambine, le donne, gli uomini e i popoli che ancora oggi sono privati dei loro fondamentali diritti. Sostieni la lotta nonviolenta del popolo tibetano. Sostieni i difensori dei diritti umani che, in Cina e in tante altre parti del mondo, vengono perseguitati a causa del loro impegno civile. Chiedi alla Rai e a tutto il mondo dell'informazione di dare voce ai diritti umani e a chi lavora per la loro realizzazione. Chiedi al governo di rispettare, promuovere e difendere i diritti umani a casa nostra e nel resto del mondo. Promuovi il rispetto della dignità umana. Costruiamo un mondo migliore, più giusto e solidale. Promuoviamo insieme tutti i diritti umani per tutti."

Sulla bandiera dei diritti umani, prodotta per l'occasione dalla Tavola della pace, campeggia una grande scritta che è anche un grande obiettivo: "tutti i diritti umani per tutti". Uno slogan che è stato al centro dell'ultima Marcia per la pace Perugia-Assisi e che ribadisce l'universalità e l'indivisibilità dei diritti umani.

La bandiera dei diritti umani (dimensioni 100x140) può essere richiesta alla Tavola della pace: email segreteria@perlapace.it - www.perlapace.it - Fax 075/5739337 - Tel. 075/5736890.
Il costo unitario è di 8 euro. Il ricavato della vendita delle bandiere servirà a sostenere le iniziative per la difesa dei diritti umani a casa nostra e nel mondo.

La bandiera dei diritti umani sarà presentata per la prima volta sabato 26 luglio, a Genova in occasione del concerto di Manu Chao e del GOA-BOA Festival. L'appuntamento con i giornalisti è alle 11.30 al Porto Antico, Piazzale Caricamento (davanti all'Acquario). Da li si partirà con un battello per raggiungere il Goa Boa Festival alla Fiera di Genova - Nuova Darsena, dove è allestito il palco del concerto su cui Manu Chao starà ultimando il sound check. Sul battello si svolgerà una conferenza stampa del Comitato Nazionale per il 60° Anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e alla conclusione è previsto un buffet con prodotti tipici genovesi.

Per contatti stampa:
Floriana Lenti 338/4770151 Alessandra Tarquini 347/9117177
Ufficio Stampa Tavola della pace
tel. +39 075 5734830 Fax +39 075 5739337
email: stampa@perlapace.it sito: www.perlapace.it

martedì 22 luglio 2008

Benedetta Sydney

La coalizione No-To-Pope ha inscenato una colorata protesta a Sydney, contro il Papa. In particolare i manifestanti protestavano per l'avversione di Benedetto XVI verso profilattico, aborto e gay

Foto numero 1

Colorati e sacrileghi. Così i manifestanti della coalizione No-to-Pope hanno protestato in coincidenza del viaggio del Papa in Australia, dove ha celebrato la giornata mondiale delle gioventù. Sulle magliette dei partecipanti alla protesta si leggevano slogan come "Grazie a Dio sono gay", "Dio mi ha creato gay", "Benedicimi o Signore perché io sono gay" e "Pope go Homo". La famosa drag queen australiana Vanessa Wagner si è vestita da Papa Alice, una colorata papessa aliena.
Foto numero 2

Uno dei pellegrini è stato fermato per aver rotto la linea di sicurezza dei poliziotti che proteggevano i manifestanti. il suo scopo non era fra i più pacifici...

lunedì 21 luglio 2008

L'OBBLIGO DELLA VIRILITà

di NATALIA ASPESI

Ho un bimbo gay? Pare che questa domanda se la pongano i genitori di maschietti così anomali da non prendere a calci il cuginetto o da annoiarsi a guardare le partite in tivù. Bambini di 6 anni ma anche più piccoli che mamma e papà spiano sperando che sfascino i giocattoli o azzannino il gatto, per rassicurarli sulla loro futura simpatica virilità. È il mensile gay italiano "Pride" a segnalare i dubbi di non pochi genitori di bambini gentili e pensosi, che a scuola vengono emarginati dai rabbiosi piccoli bulli che li chiamano froci. Il bersaglio della crudeltà infantile di imitazione televisiva, non capisce, si dispera, e ci sono madri e soprattutto padri che anziché prendersela con i suoi piccoli aguzzini se la prendono con lui. Altro che matrimoni gay anche in California: da noi gli stereotipi sono già introiettati a tre anni, con l´aiuto dei genitori che al maschietto timido dicono, "non fare la femminuccia" come fosse un insulto. E non importa se l´orientamento sessuale non si definisce prima dei 12-14 anni e se solo il 10% dei piccini che da grandi non vogliono fare il pompiere, ma già avidi di ricchezza, lo stilista, ha poi quelli che vengono chiamati, elegantemente, problemi d´identità.


venerdì 18 luglio 2008 , di la Repubblica

CORTEO GAY ANTI-PAPA, LANCIO PRESERVATIVI SU PELLEGRINI

Vaticano - News Di Gay Project DGP

SYDNEY - Un migliaio di appartenenti alla No To Pope Coalition, hanno manifestato a Sydney a esponendo magliette con scritte contro il Papa e di impronta dichiaratamente gay, lanciando anche preservativi contro i pellegrini che stavano raggiungendo l'ippodromo di Randwick, dove Benedetto XVI officerà la veglia di preghiera con i giovani partecipanti alla Giornata mondiale della Gioventù. Un pellegrino è stato arrestato dopo uno scambio di insulti con un partecipante al corteo. I dimostranti si erano piazzati lungo il percorso del pellegrinaggio per protestare contro l'opposizione del papa all'omosessualità e alla contraccezione. Sorvegliati da uno stretto cordone di polizia, a piedi e a cavallo, hanno gridato slogan contro il Papa esibendo scritte come "Grazie a Dio sono ateo'', "Benedicimi Padre perché sono gay' e "i preservativi salvano vite".

Nel gruppo campeggiava la papessa Alice, una drag queen con mitra e paramenti viola. Mentre la maggior parte dei pellegrini reagivano con sorrisi, saluti e slogan religiosi, alcuni di loro si sono sentiti offesi e un giovane ha cercato di superare un cordone di polizia per raggiungere i dimostranti, ma è stato prontamente arrestato e portato via. E' stato poi interrogato e rilasciato. La massa dei pellegrini è rimasta indifferente, e molti hanno salutato con il segno della pace. I manifestanti delle No To Pope Coalition intendono proseguire a oltranza con la loro manifestazione mobile, e sono pronti a distribuire ai pellegrini un totale di 6000 preservativi.

Fonte: ANSA

venerdì 18 luglio 2008

Miss Mondo Trans 2008




L'organizzatrice e creatrice dell'evento Miss Mondo Trans - Yasmin Dream
Insieme a "Brasil Cafe e Funny Events" presenta il 19 Luglio 2008 la seconda edizione di Miss Mondo Trans 2008 presso il locale Ristorante e Disco "Brasil Cafe" sito in Roma via della Magliana 63/E. Inizio spettacolo Ore 22:30

Il nostro obiettivo nel creare questo evento è lottare per far sì che la società veda il mondo delle transessuali in modo diverso da come è considerato dalla società. Molto solvente sono costrette a prostituirsi per potere vivere, poiché la cosa più rara in assoluto è trovare un lavoro con il nostro corpo femminile ma con l'identità da uomo. Il fatto di ricevere tanti no in faccia, come ad esempio quando dobbiamo affittare una casa, anche pagando ci dicono no. Questo ci porta solo verso un destino dove si vive, molte volte, in situazione invivibile, il più delle volte in gruppo e inoltre a trovarsi in mezzo alla strada per prostituirsi!

Nell’Italia di oggi tante cose sono cambiate, ma purtroppo non i pregiudizi sessuali, sotto questo punto di vista l’Italia è ancora rimasta indietro. Noi transessuali vogliamo liberarci, vogliamo crescere e l'unico modo per farlo è mostrare a tutti di cosa siamo capaci di fare. E per fare questo usiamo una sola arma: lo spettacolo.

Yasmin Dream.

mercoledì 16 luglio 2008

VIRILI AL VOLANTE


Chiedesi indagine onde capire motivi per cui l´Ospedale militare informò la Motorizzazione che il giovane Danilo Giuffrida, in quanto omosessuale dichiarato, non – dicesi non – era in possesso dei «requisiti psicofisici richiesti» per la guida, tanto da sospendergli la patente. Ora è intervenuta la condanna dei Ministeri della difesa e dei trasporti per discriminazione sessuale. Ma pregasi notiziare perché a giudizio di codesti Enti, tutti maiuscoli, un gay non fosse adatto alla guida. Sarà forse stato, nella psicologia buromilitare, uno slittamento progressivo del detto «donna al volante pericolo costante»? Evidentemente l´Ospedale, la Motorizzazione, il Minidif e il Minitrasp mantengono l´idea che per mettersi in strada ci vuole una certa virilità. Meglio, una virilità certa. Può darsi che gli Enti giudicassero più consoni alla guida atteggiamenti maschi come le corna, il medio alzato, gli insulti sanguinosi, i sorpassi a destra, il virile urlo «coglione!» dal finestrino. Ovvero vige il principio che l´omosessualità è sintomo di comportamenti instabili. E come noto non c´è nulla di peggio dell´instabilità: sbandamenti, dérapage. Problemi che in genere si risolvono con l´Abs. Ma anche, come avrebbe detto il rimpianto colonnello Buttiglione, con una guida da macho.

di EDMONDO BERSELL
di la Repubblica

martedì 15 luglio 2008

Yasmine, la trans perseguitata: «Adesso sono libera»

TORINO — Ci sono voluti sedici anni, ma alla fine Yasmine ce l'ha fatta. Ora è una giovane donna bionda, jeans e maglietta con il volto di Marilyn Monroe: «Devo ringraziare i medici italiani. Adesso sono libera». La sua è una storia che comincia a Istanbul, dove fin da ragazzo — quando ancora era un maschio per la famiglia e per la legge — sapeva di essere e di sentirsi una donna. A vent'anni, da studente di chimica, e dopo 18 mesi di servizio militare, le prime cure ormonali.

Jasmine, la trans perseguitata in Turchia (Emmevi)
Jasmine, la trans perseguitata in Turchia (Emmevi)
Ma clandestine, perché in Turchia ogni tipo di intervento per cambiare sesso era ed è vietato. Poi, lo scontro in famiglia e le persecuzioni, la difficoltà a restare nel quartiere di sempre e a trovare lavoro, l'intervento di chirurgia plastica imposto per mutilare il seno fatto crescere con i farmaci. «Una vera e propria tortura», l'hanno definita i medici italiani. Dopo le liti e l'operazione per cancellare la «vergogna», Yasmine, che nel frattempo si è laureata, trova il coraggio di fuggire.

Prima tappa l'Olanda, dove altre persone come lei le consigliano di spostarsi in Italia: lì, le spiegano, i medici sono specializzati e le cure gratuite per chi dimostra di averne davvero bisogno. Lei arriva a Roma dove, cinque anni fa, incontra un sacerdote, don Luigi Ciotti. Il suo Gruppo Abele accoglie da sempre ogni tipo di persone in difficoltà e Yasmine, che è rimasta intrappolata nel suo corpo di uomo-donna non ancora perfetto, si trasferisce a Torino per essere curata alle Molinette. Intanto, l'Italia le ha riconosciuto lo status di rifugiato «per discriminazioni sessuali» come è già avvenuto in passato anche per i gay che nel Paese d'origine subiscono persecuzioni. «Ho fatto ogni tipo di lavoro, le pulizie, la badante — racconta la donna, che ora ha 36 anni e un'identità, anche sui documenti, che corrisponde a quella che ha sempre cercato — pur di finire le cure e ottenere il mio obiettivo. Nel 2006, sono stata operata, ci è voluto ancora tempo per arrivare alla fine del percorso ma ora sono finalmente me stessa. Sono grata all'Italia. Rimpiango le mie sorelle, la mia città, ma laggiù non avrei mai potuto trovare aiuto, rispetto e cure». Adesso Yasmine cerca un lavoro e lotta per ottenere i documenti necessari a veder riconosciuti, almeno in parte, i suoi studi. «Non voglio più essere un'ospite in Italia, una "rifugiata", anche se è stato fondamentale per me. Ora sono una persona intera, ho un nuovo nome, troverò un lavoro migliore». Rimpianti? «È difficile innamorarsi e essere ricambiata. Anche se qui siete più liberi, l'unico ragazzo che ho avuto mi ha lasciata perché non aveva il coraggio di dire la verità in famiglia». La storia di Yasmine, donna e transessuale arrivata da Istanbul, non è isolata. Ieri alle Molinette il Centro per i Disturbi dell'Identità di genere ha fatto il bilancio dei primi tre anni di attività: cento pazienti curati, arrivati dall'Italia ma anche da Francia, Turchia, Brasile, Repubblica Dominicana, e trenta già operati con successo. «Curiamo chi ha bisogno di adattare il suo corpo alla sua reale identità — ha spiegato l'urologo Dario Fontana, che dirige il reparto — per arrivare all'intervento la strada è lunga e prevede cure e esami psichiatrici, endocrinologici e ormonali. Ma, alla fine, il risultato può cambiare la vita di queste persone».

Vera Schiavazzi
15 luglio 2008

sabato 12 luglio 2008

LE `GRAZIOSE` DI VIA DEL CAMPO, I TRAVESTITI CANTATI DA DE ANDRE` IN MOSTRA A CAPRI.

Via del Campo c'è una graziosa
gli occhi grandi color di foglia
tutta notte sta sulla soglia
vende a tutti la stessa rosa

(da "Via del Campo" di Fabrizio De Andrè)

"Via del Campo c'è una puttana, gli occhi grandi color di foglia, se di amarla ti vien la voglia, basta prenderla per la mano" canta De Andrè in "Via Del Campo" nel 1967. La via del centro storico di Genova, un tempo quartiere controverso che ospitava i travestiti della città, viene celebrata alla galleria Imperatore di Capri, dal 10 al 27 luglio con una mostra della fotografa genovese Lisetta Carmi.

E' lei nel 1965, ad entrare in contatto con "le graziose" cantate da De Andrè e a vivere fianco a fianco con loro per 6 anni. I loro drammi, le loro difficoltà, gli arresti e gli amori tormentati dei travestiti vengono immortalati dall'obiettivo della fotografa genovese.

Fra tutte la Morena, a cui è dedicata la prima strofa del brano di De Andrè. Di giorno ha un banco al mercato come Mario Dorè, di notte diventa donna e "vende a tutti la stessa rosa". Scatti che ci mostrano anche la Gitana, "capo" del gruppo di Via del Campo; Elena, che nella vita di tutti i giorni manovra una gru all'Italsider e di notte diventa una bionda femme fatale; e Pasquale, il gentleman napoletano che da uomo mette solo giacca e cravatta ma che quando si traveste non indossa altro che "straccetti".

Foto inedite che la Carmi aveva raccolto in un libro stampato solo in mille copie, dimanticato da tutti e mai valorizzato. Dieci anni dopo la pubblicazione del volume, fu Barbara Alberti ad accorgersi della bellezza degli scatti. Comprò tutte le copie del libro che stavano per andare al macero e le diffuse ovunque, regalando alla Carmi la notorietà che meritava.

E ora, a Capri, quegli splendidi portraits riprendono vita e si mostrano in tutta la loro poesia. Loro, quelle donne di Via del Campo, quelle che "tutta la notte stan sulla soglia", le donne dei versi di De Andrè.

redazione@gay.tv

CROAZIA. APPROVATA LEGGE ANTI-DISCRIMINAZIONI

Legge, sentenza, giudizio

(Apcom) - Il parlamento croato ha approvato la legge contro la discriminazione, suscitando lo sdegno della Chiesa cattolica. Malgrado le pressioni del clero, secondo il quale così si apre la strada alle coppie di fatto e all'adozione da parte di genitori omosessuali, a favore della norma ha votato una larghissima maggioranza: 117 deputati su 153.

Dando il via libera, il parlamento ha approvato un emendamento che prevede un periodo di tre mesi di monitoraggio degli effetti della legge. Dopo quest'arco di tempo, se sarà ritenuto necessario, saranno apportare delle modifiche. All'approvazione si è arrivati dopo una guerra di dichiarazioni tra la Chiesa e il vicepremier Jadranka Kosor, sostenuta da diverse ong, che ha difeso la linea dell'esecutivo.

Il clero di Zagabria si sente soprattutto tradito dall'Unione democratica croata (Hdz), la formazione conservatrice al potere che, tra l'altro, nella campagna elettorale delle ultime elezioni ha potuto contare sull'appoggio incondizionato degli ecclesiastici. Per rispondere alle critiche, il governo del premier Ivo Sanader ha ricordato più volte che prima del voto la Chiesa ha ricevuto donazioni statali per circa 15 milioni di euro. Stando alla legge approvata, qualsiasi discriminazione sarà vietata e sanzionata. L'adozione non rientra nella nuova norma. Questa la reazione del cardinale Josip Bozanic: "Sono semplici pedine tutti coloro che voltano le spalle ai valori cristiani in nome del potere, del danaro o del governo".

(Apcom)

venerdì 11 luglio 2008

Attualità - Picchiata negli Usa, insultata in Italia


La notizia è questa: una donna transessuale, Duanna Johnson, di Memphis (Usa) è stata picchiata brutalmente da un agente di polizia nello Shelby County Criminal Justice Center, dove si trovava in arresto con l'accusa di prostituzione.
"Lui stava cercando di farmi avvicinare a lui e io ho risposto dicendogli che quello che stava usando non era il mio nome, che mia madre non mi aveva dato il nome di 'frocio' o 'lui-lei'. Allora lui si è incavolato e si è avvicinato" racconta Duanna. E quando si è avvicinato ha iniziato a colpirla ferocemente sul volto più e più volte con il metallo del distintivo. Poi, dopo essersi allontanato un attimo, è tornato e l'ha colpita di nuovo e di nuovo. Alla fine l'ha ammanettata e lasciata a contorcersi di dolore sul pavimento.
A osservare la scena altri agenti (nessuno ha reagito...), ma soprattutto una videocamera. E le immagini sono finite nelle mani di Action News 5. Scoppia lo scandalo. FBI e polizia di Memphis aprono inchieste.
La notizia arriva anche sull'edizione internet de "il Giornale". Un titolo in prima pagina (riportato nell'immagine in alto): "Memphis, agente picchia viados: video". Ci clicchi sopra e parte il video del pestaggio. Neppure una parola, detta o scritta, di spiegazione.
Evidentemente per gli pseudo-liberali de "il Giornale" la violenza è solo uno show, un atto voyeuristico. E una donna transessuale è solo un viados. Parola che suona come un nuovo schiaffo sul volto della vittima.


trans e clienti, monito del sindaco: "attenti, abbiamo le vostre foto"

chiediamo se questa informazione è coerente.

Perché dovremmo, noi persone transessuali, senza diritti per quanto riguarda gli elementi fondamentali della nostra vita – il riconoscimento delle nostre relazioni, il rispetto del nostro habeas corpus – perché dovremmo pagare anche una tassa per vederci offendere e inseguiti come animali da caccia in un mostruoso e sanguinolento safari?


viado è in origine un termine slang insultante (da desviado: "deviato", "pervertito") e viene usato per designare in maniera spregiativa e offensiva omosessuali in generale.

RAVENNA - La prostituzione si combatte non solo con la repressione, ma anche con la paura. Almeno così pare a sentire le parole del sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci, che per fronteggiare il problema delle ‘lucciole' in riviera ha rivelato di aver fotografato i trans e i clienti che con essi contrattavano una prestagione tra Lido di Classe e Lido di Savio. Foto che, dice il sindaco, "si trovano nel mio cassetto e serviranno da deterrente contro la prostituzione".

L'annuncio di Matteucci è destinato evidentemente a destare più di una preoccupazione tra le decine e decine di clienti dei trans che affollano, tra le vivaci

Contro la prostituzione maschile, ma non solo, Matteucci è pronto ad usare il pugno duro: "Controlleremo i permessi di soggiorno e andremo a verificare perché molti di questi viados sono registrati come badanti. Controlleremo severamente anche chi affitta loro gli appartementi". Già perché il problema della prostituzione nei due lidi ravennati non è solo in strada, ma riguarda anche condomini e appartamenti affittati dai viados per svolgere la propria ‘professione'.

Il sindaco di Ravenna, sotto il cui territorio rientrano le frazioni di Lido di Classe e Lido di Savio, si dice contrario a fare della prostituzione un reato, ma si dice convinto che sia giusto sanzionare chi si prostituisce per strada e i clienti che ne usufruiscono

COMUNICATO STAMPA - RIFLESSIONI SUL REATO DI PROSTITUZIONE


Il Ministro Maroni ha invitato pubblicamente alla riflessione riguardo il reato di “adescamento”, quindi di prostituzione. Nella speranza che l’invito non fosse esclusivamente rivolto ai Parlamentari, ci permettiamo alcune riflessioni che sottoponiamo al Ministro ed a chiunque dovrà assumersi responsabilità in merito all’argomento.

Come è noto, la prostituzione – specie quella “in strada” – è formata da donne in gran parte extracomunitarie e sotto trafficking e da persone transessuali, anch’esse spesso extracomunitarie e sotto trafficking (fatto che si vuol rendere poco noto per affermare l’immagine della “trans” che “batte” perché le piace farlo), ma con una più alta percentuale anche di italiane.

Come responsabili nazionali di AzioneTrans, la nostra competenza è più specifica per la prostituzione transessuale e su questa ci permetteremo alcune considerazioni più approfondite, dopo una più generale sul “reato di prostituzione” in sé. Pensare di mettere nelle carceri donne che spesso arrivano in Italia attraverso dei veri traffici di carne e sono costrette a prostituirsi, dovrebbe far ribollire il sangue ad ogni uomo e donna, di qualunque “colore politico” sia. Punire le vittime è operazione semplice ma inutile (dove sono tutte queste carceri femminili? Quanti giudici e processi?) ed ha il sapore pesante della beffa.

Per quanto riguarda la prostituzione transessuale - spesso la più biasimata dalla gente e dai media - per quanto riguarda le extracomunitarie valgono le stesse considerazioni fatte per le donne sotto trafficking.

Per le “trans” cittadine italiane che si prostituiscono, crediamo di poter dire senza tema di smentita, che considerarle criminali in uno Stato che non ha mai applicato le Direttive Europee e le pronunce della Corte di Giustizia Europea che, in modo esplicito, stabiliscono l’obbligo di applicazione delle norme sulle pari opportunità fra i sessi, anche per chi intenda o sia nel percorso di transizione da un sesso all’altro, rappresenti un vero accanimento anti umanitario, ai limiti della violazione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

Invitiamo il Ministro Maroni e tutte le forze politiche del parlamento a riflettere sull’incredibile ingiustizia che comporterebbe punire chi si prostituisce perché non ha una chance di trovare lavoro. Potremmo elencare centinaia di casi di transessuali che, superati i primi test in Aziende che cercavano personale, sono poi state respinte perché con documenti “non in regola” (con cosa? In realtà sono perfettamente in regola secondo le leggi italiane) o “perché si vede” anche se già rettificate all’anagrafe.

Se prima non si mettono in atto tutte quelle disposizioni che obbligano alle pari opportunità anche per le persone transessuali, se non si combatte contro uno stigma sociale ingiustificato dai fatti (la transessualità non produce alcun danno alla comunità), se non si provvede a dare documenti adeguati anche a chi non possa o intenda sottoporsi ad una chirurgia “pesante”, se insomma, da una parte lo Stato induce alla prostituzione proprie cittadine e dall’altra le punisce, si determina un vero sopruso inumano ed ingiusto.

Ci permettiamo di ricordare al Ministro, al Governo tutto, che la richiesta di AzioneTrans su questi temi, presentata da poco al Comune di Roma, è stata fatta immediatamente propria dal sindaco, Gianni Alemanno, importante esponente dei partiti che compongono l’attuale Governo.

Attivarsi contro palesi ingiustizie, evidenti distorsioni di un sistema che rinchiude proprie cittadine nei ghetti, per la semplice condizione umana che vivono, non dovrebbe essere né di sinistra né di destra, ma di semplice buonsenso e umanità.

Rifletta sig. Ministro e riflettano tutti i parlamentari anche su questo, prima di procedere con norme che servono solo a stigmatizzare ancora di più, chi è costretta alla prostituzione e a nient’altro.

E per quanto riguarda la regolamentazione della prostituzione, pur essendo preferibile al reato, resta un “cerotto” che non interviene nell’unico processo che potrebbe contrastarla. Uno Stato attivo nel combattere tutte quelle situazioni sociali, culturali ed economiche, che portano donne e transessuali a vendere il proprio corpo.

Genova – Roma, 9 giugno 2008

Per AzioneTrans

Mirella Izzo Francesca Busdraghi

Presidente Nazionale Segretaria Nazionale

COMITATO GAY E LESBICHE PRATO CONTRO ARCIGAY


Le lesbiche e i gay del Comitato Gay e Lesbiche Prato intendono esprimere attraverso questo Comunicato le riflessioni generali e specifiche su quanto accaduto prima, durante e dopo il Pride Nazionale a Bologna.



Un elemento rilevante è la nostra solidarietà a Graziella Bertozzo, con la quale condividiamo l'attivismo e il sostegno ai temi portati avanti da Facciamo Breccia e sicuramente in prima linea anche da lei.

La nostra è un'associazione giovane, ma sappiamo che la nostra esistenza deve un GRAZIE a chi, come Graziella, da anni porta avanti il Movimento GLBT, con la propria vita, con il proprio sudore, con le risa, le lacrime, la testardaggine e la resistenza, l'opposizione ferma a qualsiasi forma di razzismo, di fascismo e di clerical-fascismo, di violenza. Un grazie al suo impegno volontario e disinteressato affinché tante persone possano beneficiare un giorno di uno stato migliore rispetto a quello di oggi.



Nel nostro statuto associativo abbiamo voluto ribadire il legame che intercorre fra impegno per i diritti di lesbiche, gay, bisessuali, trans e l'antirazzismo, l'antifascismo, l'anticlericalismo, la lotta del movimento delle donne. La violenza portata avanti dalla Destra neofascista e clericale nonché dal Vaticano ha la stessa matrice e affonda le sue radici nella violenza maschile sulle donne, nella xenofobia, nell'omofobia, lesbofobia, e transfobia. Per questo motivo riteniamo che non si possa dialogare con quelle realtà che negano i principi fondanti della nostra democrazia, come p. es. i gruppi neofascisti, xenofobi e razzisti, perché ciò significherebbe rinnegare i principi e i valori in cui crediamo e per i quali ci battiamo.



Purtroppo assistiamo ad episodi preoccupanti di intolleranza politica o di vera e propria violenza e discriminazione nei confronti delle minoranze, talvolta anche più deboli ed emarginate, vittime di questa nuova ondata razzista, xenofoba e omofoba.



Gli esempi potrebbero essere innumerevoli, ma ci fanno sentire particolarmente indignati/e l'episodio accaduto in piazza San Pietro agli/alle attivisti/e di Facciamo Breccia durante lo scorso Pride Roma 2008, fermati/e per aver srotolato pacificamente uno striscione e denunciati/e per manifestazione non autorizzata, la vicenda accaduta sotto il palco del Pride nazionale Bologna 2008 all'amica Graziella durante l'intervento di Porpora Marcasciano, le dichiarazioni sorprendenti della ministra Carfagna al suo esordio di governo, il progetto leghista di raccolta delle impronte digitali di cittadini e cittadine rom.



Non riteniamo in alcun modo condivisibile l'intervento di polizia per evitare che Graziella portasse avanti lo srotolamento d'uno striscione che aveva fatto sfilare con noi nel corteo del Pride e che rivendicava un fatto importante nella storia del Movimento GLBT italiano.



Ed in ogni caso è da ritenere spiacevole che sotto il palco di un Pride una donna lesbica sia stata portata via a quel modo, ci è sembrata una reazione esagerata e sfuggita di mano. Ed infatti all'inizio pensavamo che quanto accaduto sarebbe stato gestito proprio come un malinteso.



Prima del Comunicato del Direttivo del Bologna Pride avremmo voluto semplicemente chiedere alle lesbiche, ai gay, alle/ai bisessuali, alle/ai trans che hanno organizzato il Pride a Bologna, evento pacifico, soltanto di festa per alcune persone, anche di TESTARDA rivendicazione di PARITA' DIGNITA' LAICITA' per altre, di chiarire prima possibile quanto accaduto.



Ci sembra purtroppo grave che il Comunicato del Bologna Pride non abbia chiarito la spiacevolezza di quanto accaduto ed abbia avallato un'accusa del tutto infondata nei confronti di Graziella.



Un altro fatto importante che si è poi aggiunto è stato il Comunicato di Aurelio Mancuso che rappresenta Arcigay e di Francesca Polo che rappresenta Arcilesbica.



Dai Comunicati si evince la criminalizzazione di FACCIAMO BRECCIA, a cui il Comitato Gay e Lesbiche Prato ha aderito fin dall'inizio, come tentativo di zittire le molte realtà GLBT che non si sono mai riconosciute o non si riconoscono più nel percorso politico di Arcigay ed Arcilesbica, e che non si vergognano mai di aver chiesto, di chiedere, di pretendere sempre PARITA' DIGNITA' LAICITA'. Ricordiamo peraltro che quest'ultima rivendicazione, divenuta poi uno slogan politico particolarmente incisivo ed efficace di tutto il movimento è entrata a pieno diritto nelle piattaforme dei Pride anche e soprattutto grazie al sostegno di FACCIAMO BRECCIA.



In questi comunicati si legge che FACCIAMO BRECCIA, e quindi il coordinamento nelle varie realtà anche GLBT che lo compongono e sostengono, realtà non tutte di Bologna, non ha collaborato al Pride Nazionale di Bologna. Parlando di collaborazione, ci sentiamo di ricordare alcuni avvenimenti passati che hanno contribuito a determinare lo svolgersi di fatti attuali:

Il percorso che ha portato al Pride Nazionale Unitario a Roma l'anno scorso e a quello Nazionale a Bologna quest'anno è iniziato con una riunione a Roma che ha escluso molte realtà presenti invece agli Stati Generali il 30 settembre 2006. Non sappiamo se sia stata una scelta determinata oppure una semplice svista, sta di fatto che la nostra associazione ha accettato quanto deciso, suo malgrado, da altre parsone e associazioni. Il Comitato Gay e Lesbiche Prato ha sempre sostenuto la necessità di avere i Pride Nazionali nella capitale, nessuno/a a gennaio 2007 ci ha chiamate/i. Tuttavia abbiamo partecipato alla creazione di un pride unitario, terminato il quale purtroppo siamo stati/e esclusi/e ancora una volta dalla discussione con il senatore Salvi a proposito dei CUS. Nessuno/a di noi aveva dato delega di rappresentarci ad Arcigay ed Arcilesbica.



Abbiamo partecipato ad una riunione il 6 aprile 2008 a Roma presso il Circolo Mario Mieli ed abbiamo espresso nuovamente il disagio per la nostra esclusione, tuttavia abbiamo condiviso che il Pride a Roma fosse locale e che il Nazionale fosse a Bologna. Questo anche perché alla fine della suddetta riunione la delegazione del Comitato Bologna Pride aveva affermato che avrebbe indetto, presumibilmente in data 20 aprile, una riunione aperta a Bologna per prendere parte ai lavori per la piattaforma del Pride. Non ci risulta di essere mai state/i coinvolte/i, non ci è mai giunta nessuna comunicazione per promuovere il Pride Nazionale, né ci è stato chiesto di esprimerci per esempio su temi come il puraido di Italo che non avremmo mai potuto né concepire né condividere e che ha determinato una reazione di grande stupore in molte associazioni e gruppi GLBT. Il Pride è sì momento di festa e rivendicazione per tante e tanti, ma Italo, da "buon" neofascista, non avrebbe partecipato a questa gioia; più probabilmente avrebbe tentato di bloccare il Pride come accaduto due anni fa a Catania.

La nostra associazione partecipa a FACCIAMO BRECCIA fin dall'inizio, ma da quanto si legge da Aurelio Mancuso e Francesca Polo saremmo state/i più di peso al Movimento che "fermento".

Il Comitato Gay e Lesbiche Prato non si è mai ritrovato nella politica di Arcigay ed Arcilesbica e non riteniamo necessario che il Movimento GLBT italiano debba essere rappresentato da una sola voce. La stessa FACCIAMO BRECCIA non è da noi vissuta come un'alternativa ad Arcigay/Arcilesbica e da che ci risulti non lo è mai stata.

Di volta in volta abbiamo ritenuto di partecipare alle manifestazioni promosse da FACCIAMO BRECCIA, abbiamo sfilato ai Pride nello spezzone di NO VAT.

Noi del Comitato Gay e Lesbiche Prato vogliamo un Movimento GLBT nazionale plurale e unitario ad un tempo (modello che ci pare presente in FACCIAMO BRECCIA) e non un Movimento unitario "istituzionalizzato" fittizio che si impone come unico referente politico di tutto il mondo GLBT. Il nostro desiderio è di poter partecipare con le nostre specificità e di poter essere fermento politico rilevante.

Affermiamo inoltre che la mancanza di dialogo e di discussione all'interno del Movimento GLBT nazionale e ancor peggio le lotte interne e gli ostracismi, come quello accaduto in questa occasione con la criminalizzazione di FACCIAMO BRECCIA, non portano sicuramente vantaggi al perseguimento degli obiettivi comuni che sono e restano l'affermazione e la rivendicazione dei diritti civili di gay, lesbiche, bisessuali e trans contro ogni discriminazione ed emarginazione.

Chiediamo quindi:

al Direttivo del Comitato Bologna Pride di chiarire un episodio uscito fuori controllo e che secondo noi è scaturito dalle divergenze fra Arcigay-Arcilesbica e FACCIAMO BRECCIA e che purtroppo la vicenda di Graziella Bertozzo ha in qualche misura catalizzato. Un episodio che sicuramente si sarebbe dovuto gestire diversamente, come divergenza nel modo di manifestare, non come attacco fisico e violento rivolto allo svolgimento del Pride, alla stessa stregua di un'incursione di fascisti di Forza Nuova.

Ad Aurelio Mancuso e Francesca Polo, ad Arcigay ed Arcilesbica, chiediamo di chiarire meglio quanto espresso nel loro Comunicato poiché l'attacco rivolto a FACCIAMO BRECCIA ci investe direttamente e sicuramente viene percepito e vissuto come ennesimo tentativo di voler prevalere come sola voce nel rapporto con la politica.

Inoltre riteniamo che i chiarimenti debbano esserci prima di tutto per impedire che Graziella Bertozzo subisca una denuncia infondata da parte delle autorità, fatto che sarebbe di grave ingiustizia per una persona che tanto si è prodigata nella sua vita per la causa del Movimento GLBT di questo paese.

Infine ad Arcigay e Arcilesbica chiediamo che non venga criminalizzato il fatto di avere un'altra idea di manifestare al Pride e soprattutto che si tenga conto delle peculiarità dei diversi Movimenti GLBT. Esprimendo il nostro dissenso nei confronti di Arcigay non ci auguriamo ovviamente che tale movimento scompaia, ma che rispetti il fatto di non essere la sola realtà rappresentativa degli ideali portati in corteo da tutte tutti e tutt* ai Pride.

Prato, li 07 luglio 2008