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giovedì 24 febbraio 2011

Obama difende i matrimoni gay L'amministrazione definisce "incostituzionale" una legge discriminatoria nei confronti delle coppie gay

Ieri l’amministrazione Obama ha annunciato che non difenderà più la cosiddetta “legge sulla difesa del matrimonio”, approvata nel 1996 con lo scopo di ostacolare la diffusione dei matrimoni omosessuali negli Stati Uniti. Ogni anno, infatti, molti cittadini americani fanno causa allo stato reclamando l’incostituzionalità di quella norma: Obama in campagna elettorale aveva promesso l’abolizione di quella legge e la dissociazione della sua amministrazione è il primo passo verso la rimozione del meccanismo discriminatorio.

La legge negli Stati Uniti viene chiamata DOMA, che sta per Defense of Marriage Act. È stata approvata nel 1996, anno di complicate elezioni presidenziali, e votata dal Congresso a larghissima maggioranza: è stata voluta sia dai democratici che dai repubblicani. In quegli anni, i primi stati dell’unione iniziavano a discutere della possibilità di rendere legale il matrimonio tra persone dello stesso sesso: e dato il vincolo di reciprocità che lega gli stati americani, non esistevano ragioni perché un matrimonio gay contratto alle Hawaii, per esempio, non dovesse risultare valido nel resto dell’unione. La costituzione americana, infatti, stabilisce che gli stati hanno degli obblighi reciproci: riconoscere i titoli di studio, i documenti d’identità, i procedimenti giudiziari e lo status legale dei cittadini. Se un matrimonio eterosessuale stipulato in Alaska viene riconosciuto a New York, con quello che questo comporta in termini di accesso al welfare, perché non dovrebbe essere lo stesso per un matrimonio omosessuale?

All’epoca, i legislatori temevano che la legalizzazione dei matrimoni gay anche in un solo stato li avrebbe resi praticamente legali in tutti gli Stati Uniti, e il DOMA fu approvato proprio per impedirlo. La legge, infatti, stabilisce essenzialmente due cose: che nessuno stato è obbligato a riconoscere alcun documento di qualunque altro stato che consideri legali i matrimoni tra persone dello stesso sesso. E che, in ogni legge del Congresso e in ogni sentenza in tutto il paese, la parola “matrimonio” indicherà sempre solo e soltanto l’unione tra un uomo e una donna. Le Hawaii sono libere di legalizzare il matrimonio gay, quindi, ma i matrimoni gay contratti alle Hawaii avranno valore solo alle Hawaii. Tutti i diritti che sono discendono dal matrimonio – la pensione di reversibilità, la possibilità di pagare le tasse sulla base del reddito familiare, l’affido congiunto dei figli, eccetera – sono validi solo nelle Hawaii e non altrove.

La legge è parsa avere subito una dubbia costituzionalità e negli anni, mentre vari stati americani legalizzavano il matrimonio omosessuale, molte coppie hanno fatto causa agli stati che non riconoscevano i loro diritti: i giudici federali a volte hanno accolto le loro richieste, a volte no, ma la questione non è mai arrivata alla Corte Suprema. In tutte le cause del genere, comunque, l’avvocatura dello stato ha sempre difeso la legge in questione. Con la decisione di Obama si compie il primo passo verso l’abolizione della legge, di fatto a questo punto già disinnescata: quando una coppia gay farà causa allo stato chiedendo il riconoscimento della sua unione in tutti gli Stati Uniti, lo stato non si opporrà più e anzi si schiererà dalla stessa parte della coppia.

La decisione è stata comunicata dall’amministrazione Obama con una lettera inviata al Congresso dal procuratore generale Eric Holder. Nel testo, si legge che secondo Obama la legge discrimina un determinato gruppo di cittadini sulla base di una loro caratteristica innata e immutabile, come dimostrato da molti studi scientifici, dando legittimità agli stereotipi che vorrebbero le coppie omosessuali incapaci di contribuire alla vita pubblica e alla società in modo peggiore dalle coppie eterosessuali. Le associazioni per i diritti degli omosessuali e moltissimi democratici hanno accolto la decisione con gioia e sollievo: e tra l’altro solo il 13 febbraio un editoriale non firmato sul New York Times chiedeva a Obama proprio di decretare incostituzionale il DOMA. i repubblicani hanno avuto reazioni più variegate: qualche libertario favorevole, di quelli che pensano che il governo debba impicciarsi di meno cose possibili e quindi non del matrimonio, qualche ultraconservatore contrario, molti che sostengono che questo non fosse il momento di prendere una simile decisione.

Fonte:http://www.ilpost.it/2011/02/24/obama-matrimoni-gay/

martedì 22 febbraio 2011

Transessualità Operazione: paga l’azienda

E ogni tanto dall’America arrivano anche notizie che fanno davvero pensare ad un popolo di grande senso civile e rispettoso delle categorie di persone normalmente discriminate.

Le multinazionali americane infatti, si sono schierate in prima linea nel sostegno ai propri dipendenti trans. Ad affermarlo è il Daily Mail, le multinazionali americane infatti, sono disposte a pagare per intero il percorso di cambiamento di sesso dei dipendenti, operazione compresa.
Tra le corporation più attive, c’è la Coca Cola, da sempre attiva per quel che riguarda i diritti umani cosi come Yahoo!, American Express e AT&T che hanno attualmente espanso la copertura assicurativa alle necessità degli impiegati transgender.

Le compagnie assicurative in questo senso offriranno un piano assicurativo capace di coprire 75mila dollari di chirurgia transessuale e conseguenti trattamenti post-operatori.

Fonte:http://www.donna10.it/transessualita-operazione-paga-lazienda-3903.html

IN ISRAELE È STATO NOMINATO GIUDICE UN AVVOCATO LEADER DEL MOVIMENTO LGBT

TEL AVIV, 20 FEB - La comunita' gay in Israele ha accolto con soddisfazione la nomina di uno dei suoi esponenti di spicco, l'avvocato Dori Spivak (42), alla carica di giudice, nel Tribunale del lavoro di Tel Aviv. Secondo la stampa, si tratta di un precedente molto significativo per il Paese.
Spivak e' da molti anni uno dei protagonisti della lotta di omosessuali e lesbiche per l'emancipazione sociale.
Nel 1997 si impose alla attenzione pubblica quando di fronte alla Corte Suprema si impegno' in un confronto con il ministro dell'istruzione Zevulun Hammer (del Partito Nazional-Religioso) per costringere una televisione pubblica a trasmettere un programma sulla omosessualita' giovanile.
Nel 2004, inoltre, vinse un'altra battaglia giudiziaria quando ottenne il riconoscimento del diritto all'eredita' per le coppie riconosciute di omosessuali e lesbiche.

Fonte: ANSA (20 feb 11)
Fonte:http://www.digayproject.org/Home/in_israele.php?c=4074&m=9&l=it

lunedì 21 febbraio 2011

Stupri in cella: due agenti della polizia a giudizio

Milano e Provincia Concussione sessuale e violenza sessuale con l'aggravante di aver commesso i reati su persone sottoposte alla limitazione della libertà personale e in qualità di pubblici ufficiali nell'esercizio delle proprie funzioni.

Queste i crimini che avrebbero commesso di due agenti della polizia penitenziaria, rinviati a giudizio con l'accusa di aver stuprato dei detenuti transessuali nelle carceri di San Vittore e di Bollate.

In base a quanto ricostruito dalla procura, il primo agente, un ispettore superiore 56enne in servizio a San Vittore, nel luglio 2008 avrebbe convocato un primo detenuto transessuale nel proprio ufficio. Rimasto solo con lui, gli avrebbe detto di essere il «comandante delle guardie», pretendendo un rapporto sessuale.
Un trattamento riservato, per quattro volte, ad un altro transessuale.

Il secondo imputato è invece un assistente di polizia penitenziaria, che avrebbe violentato le stesse due vittime. La prima a San Vittore e la seconda a Bollate.

Stesse imputazioni, ma diverse modalità delle presunte violenze.
L’assistente di polizia avrebbe avvicinato la prima transessuale nel settembre 2008, intimandogli di non creare problemi e costringendola a un rapporto attraverso le grate della sua cella alla presenza degli altri detenuti. In una seconda occasione, si sarebbe chiuso con lei nella cella. Poi avrebbe riservato lo stesso trattamento alla seconda trans, una volta trasferito nel carcere di Bollate.

L'inchiesta aveva preso il via dalle confidenze della prima vittima a un operatore del carcere che aveva fatto aprire una prima indagine della stessa polizia penitenziaria.
Nei mesi scorsi, in sede di incidente probatorio le due presunte vittime hanno confermato le accuse.
Da marzo la vicenda finirà al vaglio del tribunale.

CittàOggiWeb

Fonte:http://www.cittaoggiweb.it/notizie-in-rete/21-02-2011/Stupri-in-cella-due-agenti-della-polizia-a-giudizio-_33516.html

IL GOVERNATORE DEL MASSACHUSETTS APPROVA UNA NORMA A DIFESA DEI DIRITTI DELLE PERSONE TRANSESSUALI

Deval Patrick, governatore del Massachusetts, ha approvato una norma che stabilisce una serie di misure per impedire che una qualunque istituzione dello stato possa discriminare una persona sul posto di lavoro per il fatto di essere transessuale. La firma è avvenuta alla presenza di avvocati e persone transessuali che al momento lavorano nello stato.


Il movimento lgbt ha mostrato il suo pieno appoggio a questo progetto che prevede un referente nelle misure contro la discriminazione in tutto lo stato americano e che aiuti nell’approvazione di leggi a livello nazionale a favore della tolleranza. Soprattutto, una tale misura mostra – nel caso in cui ce ne fosse ancora bisogno – che le persone transessuali meritano un posto di lavoro al pari di ogni altri cittadino.

Non sono mancate, ovviamente, le critiche a questo progetto: i gruppi omofobi hanno addotto le solite trite e ritrite motivazioni che vanno sotto il nome di “legge del bagno” – che allude al fatto che così si permette alle persone di un sesso di poter entrare liberamente nel bagno riservato alle persone del sesso opposto. Il che la dice lunga su come certe persone ragionano.

Fonte: www.queerblog.it (21 feb 11)

Fonte:http://www.digayproject.org/Home/il_governatore.php?c=4077&m=9&l=it

Firma l'appello: NO alla cancellazione del TUO diritto all'Autodeterminazione. CONDIVIDI.


Autodeterminazione No all'espropriazione del diritto a governare liberamente la propria vita. No alla cancellazione del diritto fondamentale all'autodeterminazione. La Camera dei deputati sta discutendo una legge sulle disposizioni riguardanti la fine della vita che va proprio in questa direzione. Ma il legislatore non puo' impadronirsi della vita delle persone, negando loro la dignita' nel vivere e nel morire. Lo dice esplicitamente l'articolo 32 della Costituzione: la legge non puo' in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana

Gilda Ferrando, Alessandro Pace, Pietro Rescigno, Stefano Rodota'

L'appello

La Camera dei deputati sta discutendo un progetto di legge su Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, consenso informato e disposizioni anticipate di trattamento. Se questo testo fosse approvato nella forma attuale, le persone vedrebbero gravemente limitati i propri diritti, sarebbero espropriate della possibilità di governare liberamente la propria vita. Il diritto all'autodeterminazione, definito fondamentale dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 438 del 2008, sarebbe cancellato.

Il progetto di legge è ingannevole. L'alleanza terapeutica tra paziente e medico è sostanzialmente vanificata da un testo che pone ripetutamente il medico di fronte al rischio di responsabilità penali: il medico, quindi, sarà indotto a tenere comportamenti "difensivi", dettati dall'esigenza di porsi al riparo da responsabilità, piuttosto che orientati all'autentico bene del paziente. Il consenso informato della persona è sostanzialmente cancellato: alla persona vengono imposti comportamenti e sottratte possibilità di decisione, si introduce un obbligo di vivere in contrasto con la libertà di scelta del soggetto interessato, del suo potere di disporre del proprio corpo (Corte costituzionale, sentenza n. 471 del 1990). Le dichiarazioni anticipate di trattamento altro non sono che una inutile macchina burocratica: inutile, perché prive di ogni valore giuridico vincolante e perché viene escluso che la persona possa esprimere la propria volontà proprio in relazione ai trattamenti sanitari che più possono incidere sulla sopravvivenza, come l'alimentazione e l'idratazione forzata.

Il progetto di legge è ideologico. Afferma l'indisponibilità della vita: ma questa è una affermazione in palese contrasto con l'ormai consolidato diritto al rifiuto e alla sospensione delle cure, che in moltissimi casi è già stato esercitato con la consapevolezza che si trattava di una decisione che avrebbe portato alla morte. Nega il diritto di rifiutare trattamenti come l'alimentazione e l'idratazione forzata, escludendone il valore terapeutico in contrasto con l'opinione delle società scientifiche e con l'evidenza della pratica medica.

Il progetto di legge assume così un carattere autoritario. Legittimi punti di vista non possono essere trasformati in norme che si impongono alla volontà delle persone violando i loro diritti fondamentali. La discrezionalità del legislatore, in questi casi, è esclusa esplicitamente dall'articolo 32 della Costituzione: la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

Gli studiosi che sottoscrivono questo appello vogliono in primo luogo ribadire la necessità di avere come ferma guida quella dei principi costituzionali. Hanno per ciò elaborato anche un documento analitico di valutazione del progetto di legge, che viene inviato ai parlamentari ed è disponibile sul sito www.autodeterminazione.it, al quale potranno accedere tutti coloro che intendono dare il loro sostegno all'appello.

I primi cento firmatari dell'appello e del documento

Niccolò Abriani, Francesco Adornato, Rosalba Alessi Guido Alpa, Gaetano Azzariti, Maria Vittoria Ballestrero, Angelo Barba, Andrea Barenghi, Alberto Maria Benedetti, Francesco Bilotta, Umberto Breccia, Carmelita Camardi, Enrico Camilleri, Cristina Campiglio, Valeria Caredda, Donato Carusi, Bruno Celano, Paolo Cendon, Maddalena Cinque, Emanuele Conte, Ines Corti, Marcello D'Agostino, Elena D'Alessandro, Giovanni D'Amico, Andrea D'Angelo, Gisella De Simone, Raffaella De Matteis, Pasquale De Sena, Enrico Diciotti, Guerino D'Ignazio, Vincenzo Durante, Ida Fazio, Angelo Federico, Gilda Ferrando, Luigi Ferrajoli, Giovanni Figà Talamanca, Marcella Fortino, Alfredo Galasso, Giovanni Galasso, Luigi Gaudino, Lucilla Gatt, Francesca Giardina, Andrea Giussani, Carlo Alberto Graziani, Riccardo Guastini, Antonio Iannarelli, Antonia Iraci, Leonardo Lenti, Alberto Lucarelli, Manuela Mantovani, Maria Rosaria Marella, Costanza Margiotta, Giovanni Marini, Marisaria Maugeri, Ugo Mattei, Cosimo Mazzoni, Davide Messinetti, Pier Giuseppe Monateri, Lalage Mormile, Luca Nanni, Marisa Meli, Salvatore Nicosia, Walter Nocito, Luca Nivarra, Andrea Orestano, Alessandro Pace, Andrea Paciello, Elisabetta Palermo, Pina Palmeri, Giorgio Pino, Armando Plaia, Elena Parioti, Giovanni Passagnoli, Giuseppina Pisciotta, Paolo Pollice, Roberto Pucella, Renato Pescara, Mariassunta Piccinini, Eligio Resta, Giorgio Resta, Pietro Rescigno, Maria Teresa Rodriguez, Enzo Roppo, Ugo Salanitro, Vittorio Santoro, Giovanna Savorani, Claudio Scognamiglio, Rosa Serio, Paolo Spada, Mario Trimarchi, Giuseppe Tucci Angelo Venchiarutti, Maria Carmela Venuti, Paolo Veronesi, Giuseppe Vettori, Filippo Viglione, Vittorio Villa, Nicola Vizioli, Gustavo Zagrebelsky, Paolo Zatti, Vanessa Mazza.


Scarica il documento con le osservazioni sul progetto di legge unificato Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento (C.2350, approvato al Senato il 26 marzo 2009)

Fonte:http://autodeterminazione.nobavaglio.it/

sabato 19 febbraio 2011

Anche le Hawaii approvano le unioni civili



Dal 1° gennaio 2012 anche alle Hawaii, come in altri sei stati degli Usa, gay e lesbiche potranno sottoscrivere un’unione civile, con gli stessi diritti e doveri riconosciuti alle coppie sposate, ma senza la parola matrimonio. Il Senato delle Hawaii ha approvato la norma che legalizza le unioni civili. Il governatore Neil Abercrombie ha già fatto sapere che firmerà la legge promulgandola e rendendola effettiva.
La scorsa settimana, anche la Camera aveva approvato la legge sulle unioni civili.
"Ho sempre pensato che le unioni civili rispettino le nostre diversità, proteggano la privacy delle persone e rafforzino i nostri valori fondanti di uguaglianza", ha dichiarato il governatore alla notizia dell'approvazione da parte del Senato.

Con questa legge, alle coppie gay vengono garantiti quasi gli stessi diritti delle coppie unite secondo il matirmonio tradizionale.
"E' un giorno importante - ha dichiarato il senatore Clayton Hee -. Non ci sono dubbi che con questa scelta le Hawaii compiono un significativo passo avanti verso la vera uguaglianza". Le Hawaii sono il settimo stato degli Stati Uniti a garantire le unioni civili alle coppie dello stesso sesso, mentre oltre a Washington D.C. sono cinque gli stati che consentono le nozze.

Fonte:http://www.gay.it/channel/attualita/31305/Anche-le-Hawaii-approvano-le-unioni-civili.html

Anche l’Onu derideva l’attivista gay ucciso a martellate in Uganda

Di Tommaso Caldarelli


giovedì 17 febbraio 2011

Lettera all' omofobo che ha preso il mio sangue.


16/02/2011 - 16h59

Di Alexandre Pereira

Lettera di un giovane gay, dopo un'aggressione omofoba

Caro omofobo.

Suppongo che adesso, dopo avermi picchiato, sei un po' più felice.

Anche se adesso ho dolore su tutto mio corpo, contusioni, naso rotto, sangue coagulato , segni, costole rotte, anche sentendo tutto il dolore del mondo per essere stato picchiato codardamente da te, sono felice di aver avuto l'immenso potere di farti un po' più felice, almeno, in quel momento che mi picchiavi.

Puoi picchiarmi, colpirmi,insultarmi , prendere il mio sangue, poi anche uccidermi, ma devi avere la certezza che quel seme che volevi strappare per farmi uguale a te, continua a essere qui con me, ancora, intatto. Sarei ancora qui a infastidirti con la mia presenza , i miei vestiti sgargianti, con il fatto che io amo e possa innamorarmi per un altro uomo e commettere il crimine di andare di pari passo con un altro uomo per la strada.

Sai, questa felicità che hai visto intonacata sulla mia faccia e che hai voluto togliere con pugni e calci? Beh, per fortuna, è ancora qui e non andrà da nessuna parte. Dopo che il dolore andrà via , che le ossa guariranno, che la mia paura passerà , io sarò ancora gay, felice, fiero , e tu?

Quei lunghi minuti che mi picchiavi sono passati e con essi il senso di potere e di invincibilità , giusto? Ora sei tornato a sentirsi la spazzatura che sei, ancora una volta torni a sentire il vuoto che ti consuma il fegato, sei tornato a ingoiare tutti quei sentimenti che tendi a nascondere, giusto?

Quando mi picchiavi ti sei sentito un uomo più potente, con la U maiuscola, forte, macho, invincibile. E adesso, come ottenere quella sensazione di nuovo? Colpire qualcun altro? Forse sì, ma poi? Dovrai picchiare le persone per tutta la tua vita per sentirsi bene con te stesso? Che vita triste la tua. Io preferisco la mia, scommetto nella mia - perché il sangue smette di scorrere, il dolore passa, ma questo vuoto che ti senti dentro pensi che passera ? Puoi essere sicuro di no. Quando mi sono ripreso ho potuto pensare a tante cose . Qual è la vera ragione per cui mi hai picchiato?

Stavo camminando per la strada con i miei vestiti appariscenti, con i miei capelli diversi, con un diverso modo di camminare. Perché hai scelto me per scaricare tutte le tue frustrazioni con la violenza? Che cosa è successo nella tua testa quando ti fermasti, mi guardasti, e vedesti che ero diverso da te e hai semplicemente deciso di picchiarmi? Cosa volevi uccidere in me? La mia sessualità? E perché ti disturba così tanto? Non ho neanche notato la tua presenza, non puoi usare la scusa che ti ho molestato con gli occhi, che ho ferito la tua virilità per averti guardato con occhi di desiderio.

Sarà che ho ferito il tuo orgoglio maschile solo per il fatto di essere chi sono io? Vuoi per caso sbarazzarti di tutte queste catene che ti sei cercato tutta la tua vita e essere proprio come me? Darei qualsiasi cosa per sapere quello che succedeva nella tua mente quei secondi prima di prendere la decisione. Sarà che nei tuoi pensieri, nei tuo più pazzo sogno, hai davvero pensato che avresti ucciso in me il gay che sono? Non vedi che cosi, tu mi hai dato più potere di quanto avessi mai pensato di avere? Posso solo capire di essere molto speciale al punto di disturbarti così tanto per farmi del male. Devo aver qualcosa di veramente potente che tu vuoi così ardentemente strappare da me?

Mi chiedevo, e se io usassi questa cosa che tu tanto desideri a mio favore? Che potere avrei poi?

Immagina se tutti i gay del mondo (e sono tanti, credimi) avrebbero usato questo potere, questa cosa speciale a loro favore? Sarebbe una rivoluzione. Hai mai pensato, non sarebbe meglio quindi che ogni uno di noi cerchi di essere quello che è ,cioè ciò che ci da così tanto potere? In tutte le guerre che sono accadute nel corso della storia umana, le persone vengono uccise perché volevano qualcosa che fosse in possesso del 'nemico'.

E quando quella 'cosa' passava da un popolo a un altro, loro diventavano più forti e si trasformavano in una potenza? E 'questo quello che vuoi? Prendere la mia sessualità per se stesso e quindi sentirti al sicuro e forte? Immaginate se tutti i gay che sono stati vittime di un qualche tipo di pregiudizio che capissero che è la ritorsione sofferta a causa della loro sessualità, avrebbero un potere incommensurabile? Come sarebbe? Certamente reagiremmo, ma senza violenza, perché siamo esseri umani e non stupidi mostri. Ci sarebbe un'altra storia.

Ho capito, che la tua violenza stata vana, perché sono più forte, più sicuro di me. Che cosa vuoi, dopo tutto, intimidire, che abbia paura di essere picchiato di nuovo e che smetta di indossare abiti sgargianti, camminare mano nella mano con il mio ragazzo e baciare la persona che amo, amare un altro uomo e trasformarmi in te? Una persona fredda, infelice , che vive la vita senza grandi ambizioni, ma solo per distruggere e fermare tutto ciò che ti ricorda la tua mediocrità?

No, grazie, la vita è breve e io voglio e desidero viverla, essere felice, godere di ogni secondo che mi resta come se fossi l' ultimo, non ho tempo da perdere con idiozia, la codardia, l'intolleranza e mediocrità. Se tu mi hai tolto il mio sangue, ma hai lascio nella mia anima qualcosa di molto più profondo e più importante: essere quello che sono, accettare chi sono e la mia verità, è un'arma molto potente. E se ti da cosi tanto fastidio, mi spiace, ma non passo farci nulla, dopo tutto, neanche ti conosco. puoi dire il contrario sai, ma so che anche io andrò in paradiso.

Dopo tutto, qual è il mio delitto? semplicemente amare. E il tuo?

Se le chiese e le religioni pensano che sia questo adorare Dio, incitare l'odio contro le differenze, mi dispiace, ma questo non è per me e non dovrebbe essere per nessuno che è umano e ha qualche senso di umanità. Tu hai tutto il diritto di non accettarmi, di pensare che quello che faccio è sbagliato, che brucierò all'inferno, ma da lì alla violenza? Mi chiedo chi ha torto in questa storia? Chi sei tu per giudicare me? Prima di puntare il dito, perché non ti guardi allo specchio e ripensare in tutto quello che fai di sbagliato? Grazie per i lividi. Diventeranno cicatrici di una guerra che tu pensi di aver vinto. Cosa hai fatto, veramente? Mi ha picchiato codardamente in strada.

E io? Ho acquisito più forza per obbligare me stesso a essere felice. E mentre io sono felice con il mio coraggio e i segni della battaglia, tu rimarrai impantanato nella merda nella quale hai affondato la tua vita e dove ha sepolto tutte le possibilità di essere un po 'meno infelice.

Chi ha vinto alla fine?


Per un caro amico che è stato vittima ieri (15 / 2) da un troglodita.

Fonte:http://mixbrasil.uol.com.br/pride/intolerancia/carta-ao-homofobico-que-arrancou-meu-sangue.html

“Una sentenza che dà dignità all’omofobia”



Un anno di galera alla civiltà: la maestra, il giudice, il bullo e il papà “macho”

“La punizione ad un anno di carcere, inflitta ad una insegnante di Palermo per aver castigato un alunno omofobo è paradossale perché riconosce dignità all’omofobia”. Lo dice Paolo Patané, presidente dell’Arcigay. “L’insegnante che ha difeso una vittima – aggiunge – ha assolto al suo ruolo e giustamente punito un bullo con l’intenzione di fargli comprendere l’orrore generato dalla violenza, dalla sopraffazione e dalla denigrazione. Quell’insegnante, come tutti gli insegnanti oggi, opera in un Paese privo di tutele e di leggi antidiscriminatorie per le persone gay, lesbiche e trans e in una scuola che non offre agli operatori culturali strumenti utili di prevenzione e contrasto al bullismo omofobo. Sarebbe bene che la sentenza di Palermo apra spazi di dibattito sulla necessità di costruire finalmente una cultura del rispetto, tema sul quale si gioca la crescita civile e il futuro del Paese”.

“Per evitare – conclude – che le vittime continuino ad essere vittime e i carnefici carnefici, chiediamo ai giudici una riflessione più attenta e approfondita sull’omofobia e esprimiamo la nostra solidarietà all’insegnante, insieme all’auspicio che le istituzioni siciliane, e il ministero dell’istruzione, esprimano il loro sostegno ad una persona ingiustamente condannata”.



Qui sotto per approfondire l'articolo. dal sito
http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/anno-galera-civilta-maestra-bullo-papa-macho-753362/
di Alessandro Camilli

PALERMO – “Chiunque abusi dei mezzi di correzione o disciplina in danno di una persona sottoposta alla sua autorità, o a lui affidata per ragione di educazione, istruzione, cura, vigilanza o custodia, ovvero per l’esercizio di una professione o di un’arte, è punito, se dal fatto deriva il pericolo di una malattia nel corpo o nella mente, con la reclusione fino a sei mesi. Se dal fatto deriva una lesione personale, si applicano le pene stabilite negli articoli 582 e 583, ridotte a un terzo; se ne deriva la morte, si applica la reclusione da tre a otto anni”, recita l’articolo 571 del nostro codice penale. Sulla base di questo articolo una professoressa di Palermo è stata condannata ad un anno di reclusione per aver costretto un suo alunno, colpevole di aver negato l’accesso al bagno dei maschi ad un suo compagno ritenuto effeminato e di essersi poi rifiutato di scusarsi, a scrivere cento volte sul quaderno “sono un deficiente”. Un anno di galera alla civiltà, assoluzione e soddisfazione piena per i due “machi”, il ragazzino impunito e il suo orgoglioso papà.

Teatro di questa vicenda è la scuola media Boccone di Palermo. Qui due alunni della prima media, anni 11, avevano impedito a un loro compagno di classe di entrare nel gabinetto dei maschi “perché sei una femminuccia, un gay”. La questione era venuta fuori in classe, di fronte alle lacrime della vittima. La professoressa di Lettere, Giuseppa Valido, aveva deciso di affrontare la situazione in maniera energica: uno dei due bulletti in erba che avevano offeso il ragazzino aveva chiesto scusa, mentre l’altro non ne aveva voluto sapere, si sentiva immune e protetto. Era così scattata la punizione: l’alunno discolo era stato costretto a darsi del “deficiente” per cento volte sul quaderno e poi aveva dovuto portare il quaderno al papà perché lo firmasse e dimostrasse di averne preso consapevolezza.

Il padre del ragazzo, Vincenzo C., imprenditore nel settore delle demolizioni di auto, non solo ne “aveva preso consapevolezza”, ma aveva risposto per le rime dando della cogl… alla professoressa. Aveva fatto visitare il ragazzino, che aveva risentito dello “choc”, gli psicologi dell’azienda sanitaria avevano segnalato il fatto alla direzione della scuola e alla Procura. Uno “choc” chiamato educazione, complimenti agli psicologi che hanno derubricato l’educazione a trauma.

Il giudice Piergiorgio Morosini aveva assolto l’imputata. Nella motivazione della sentenza aveva sostenuto che la professoressa non fuggì dalle proprie responsabilità. Da stigmatizzare sarebbe stato piuttosto il comportamento del ragazzino: “Il non intervenire – aveva scritto il giudice – avrebbe finito per accreditare, tra i compagni di classe, l’idea che condotte vessatorie a danno dei più deboli sarebbero state comunque accettate”. Ma i giudici della Corte d’Appello non la pensano evidentemente allo stesso modo e hanno quindi deciso di condannare la “violenta” insegnante ad un anno di reclusione, nonostante l’accusa avesse richiesto per l’imputata una condanna a 14 giorni. Così impara ad educare.

Sorvoliamo sul fatto che l’alunno in questione oltre a studiare da bullo aveva scritto per 100 volte deficiente senza “i”, questa sì una colpa imputabile alla sua insegnante che evidentemente non era riuscita a fargli entrare in testa l’italiano, e sorvoliamo persino sulle sue bravate, in fondo a 11 si è ancora poco più che bambini e difficilmente si è in grado di rendersi conto di quello che è giusto sbagliato e ancor più difficilmente si ha la maturità per soffermarsi sulle proprie responsabilità e concentriamoci sul padre del bulletto. Si, il padre, è lui “la causa della cattiva educazione del figlio. Basta vedere la parolaccia con cui ha risposto all’insegnante” dicono l’avvocato della professoressa e il buon senso. Padre che, sentito da La Stampa, ha candidamente detto “io stesso non giustifico il comportamento del ragazzo – e ci mancherebbe aggiungiamo noi – ma c’è modo e modo di correggere un ragazzino di soli 11 anni”. Talmente non l’ha giustificato che a chiesto alla giustizia, giustizia che in questo caso efficacemente Massimo Gramellini su La Stampa chiama “giustizia deficiente”, di punire l”insegnante. Quello che al padre non è stato chiesto, purtroppo, è se secondo lui il modo giusto per correggere il ragazzino di soli 11 anni in questione è quello di portare in Tribunale la professoressa che l’ha costretto a scrivere 100 volte “sono un defic(i)ente”, e se questa punizione esemplare l’ha illuminato.

Siamo freschi reduci sui giornali da una polemica alquanto astratta e toerica sulla dura educazione “cinese” secondo cui le mamme di laggiù impongono alla prole ogni sacrificio e mai danno ragione e manforte ai “pupi e pupe” di casa. Sulla “educazione cinese” che forgerebbe automi di successo mentre la nostra educazione occidentale e mediterranea sarebbe più umana e foriera di libera scelta e arbitrio. La cronaca vera, quella di Palermo scavalca e risolve la questione: qui da noi, sentenza alla mano, è reato impartire qualunque educazione. Una generazione è già persa, andata: quella del papà, che l’altra, quella del figlio, che dio l’aiuti e abbia pietà.

17 febbraio 2011 | 14:55

Fonte:http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/anno-galera-civilta-maestra-bullo-papa-macho-753362/

http://www.livesicilia.it/2011/02/17/una-sentenza-che-da-dignita-allomofobia/

Uganda: L'ignoranza e la idiozia non conosce limiti

Lo strano rito per "curare" i gay a base di polli e fuoco
Scott Mills si reca in Uganda, dove scopre che ce una forte convinzione nella gente che non si nasca gay ma lo scelse come uno stile di vita - e come tale può essere curata.

Viene a sapere che alcune persone sono così disperati per diventare subito etero sessuale che si rivolgono a metodi tradizionali eseguiti dai guaritori locali - o stregoni. Scott decide di vedere di persona questo 'trattamento' di cosa si tratta e si dirige a un appuntamento ... i risultati sono bizzarri. Guardate qui sotto nel video.

Unioni Gay/ Corte suprema California accetta di pronunciarsi. Deciderà se oppositori possono fare appello contro legalizzazione


Los Angeles, 17 feb. (TMNews) – La Corte suprema della California ha accettato di pronunciarsi sulle unioni gay. A settembre la corte ascolterà le argomentazioni e deciderà se gli oppositori alle unioni omosessuali possono sostituirsi alle autorità dello Stato per fare appello contro la loro legalizzazione.

La Corte suprema è intervenuta dopo che lo scorso agosto il giudice federale Vaughn R. Walker ha definito “anticostituzionale” la ‘Proposition Eight’, il referendum che nel novembre 2008 ha messo al bando le nozze fra omosessuali in California, scatenando la reazione degli artefici del referendum, che hanno subito fatto appello alla corte di San Francisco. Tuttavia, né l’allora governatore della California, Arnold Schwarzenegger, né l’allora Procuratore generale dello Stato, Jerry Brown, entrambi favorevoli al matrimonio gay, hanno fatto appello, in quanto rappresentanti dello Stato.

La corte di appello ha quindi chiesto alla Corte suprema di stabilire se i difensori della ‘Proposition Eight’ hanno legalmente il diritto di sostituirsi alle autorità per fare appello. Se la Corte deciderà che non possono, è probabile che gli oppositori al matrimonio gay si rivolgano alla Corte suprema degli Stati Uniti. Un passo evitato finora sia dai fautori dei diritti gay che dagli oppositori, per il timore di una decisione definitiva. Se le unioni gay arrivassero infatti davanti ai giudici supremi, la loro decisione avrebbe valore in tutti gli Stati, azzerando le divisioni oggi in vigore a livello locale.

Oggi solo gli stati del Connecticut, dell’Iowa, del Massachusetts, del New Hampshire e del Vermont, così come la capitale federale Washington, riconoscono il matrimonio gay.

(fonte Afp)

Fonte:http://www.dailyblog.it/unioni-gay-corte-suprema-california-accetta-di-pronunciarsi-decidera-se-oppositori-possono-fare-appello-contro-legalizzazione/17/02/2011/

Firenze: Nasce la Rete Genitori Rainbow

Nasce l’associazione Rete Genitori Rainbow che si propone di offrire supporto a lesbiche, gay e transessuali con figli da precedenti relazioni etero.

Oltre ai pregiudizi in quanto omosessuali, sulle spalle di questi genitori pesano le difficoltà connesse alla separazione spesso conflittuale con l’ex-partner, al timore del coming-out verso i figli o con la famiglia.

L’associazione Rete Genitori Rainbow offre supporto e confronto avvalendosi di una rete di volontari, di psicologi e di avvocati allo scopo di superare l’omofobia interiorizzata e aiutare ad affrontare la separazione, l’affidamento e il coming-out.

Rete Genitori Rainbow mette a disposizione i propri servizi in collaborazione con altre realtà del mondo LGBT attraverso una Community web con forum dedicati, help-line Skype in chat e voce, Facebook e altri social network.

E’ anche prevista l’organizzazione di gruppi di auto-aiuto e di seminari in varie parti d’Italia condotti da professionisti e volontari che hanno vissuto questo percorso in prima persona.

L’associazione rispetta inoltre l’esigenza di molti genitori di mantenere l’anonimato, data la delicatezza della situazione.

Rete Genitori Rainbow sostiene i diritti LGBT e si propone di stimolare la produzione culturale per contrastare i pregiudizi sulla genitorialità omo e transessuale.

CONTATTI

Sito: www.genitorirainbow.it

Contatti: info@genitorirainbow.it

Skype: genitorirainbow

Facebook: Rete Genitori Rainbow

Firenze, 16 febbraio 2011

mercoledì 16 febbraio 2011

Arcigay incontra Mara Carfagna: "Bene impegno sui diritti"

Rilanciare la campagna contro l'omofobia e allargarla alla transfobia, i diritti delle coppie e le campagne internazionali: questi i temi trattati nell'incontro.

Si è tenuto oggi, presso la sede del Ministero delle Pari opportunità a Roma, l’incontro tra Arcigay e il Ministro Mara Carfagna.Per l’occasione il presidente dell’associazione Paolo Patanè e il segretario Luca Trentini, hanno espresso "l'apprezzamento di Arcigay per le attività del Dipartimento - si legge in una nota dell'associazione - e per la sensibilità dimostrata dal Ministro verso le tematiche dei diritti delle persone lgbt". "Particolare rilievo è stato dato al ruolo che il Ministro può svolgere nel sostegno ad iniziative internazionali - continua il comunicato di Arcigay -, con un preciso riferimento alla campagna di odio in corso in Uganda e che ha visto recentemente il drammatico assassinio di David Kato Kisule". Nel corso dell’incontro si è parlato di una serie di obiettivi concreti e numerosi sono stati i temi toccati come la discriminazioni sui luoghi di lavoro delle persone gay, lesbiche e transessuali, il rilancio della campagna contro l'omofobia con lestensione alla transfobia, fino alle difficoltà e problemi relativi alla vita delle coppie lgbt.

"Si è parlato anche dei grandi orizzonti legati agli eventi organizzati in occasione del prossimo Europride dell'11 giugno 2011 a Roma e di ILGA Torino 2011 - spiega la nota -. Il Ministro ha espresso volontà di collaborazione e condivisione degli obiettivi più urgenti. Arcigay ha poi rimarcato la positiva cooperazione con UNAR (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) evidenziandone il ruolo dell’ente nell'affermazione di una prassi antidiscriminatoria e nel dialogo costruttivo con Comuni, Province e Regioni, e ricordato il rilevante sviluppo di nuovi strumenti di contrasto alle discriminazioni come OSCAD, l'Osservatorio delle Forze dell'Ordine contro le discriminazioni".

Stefano Bolognini, ufficio stampa Arcigay
Fonte:http://www.arcigay.it/arcigay-ha-incontrato-ministro-mara-carfagna

Sanremo 2011: Luca e Paolo: nel mirino Silvio e Fini

Festival di Sanremo, dal l'Ariston, la canzone Ti sputtanerò. Con le foto di Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi sul grande schermo, Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu hanno colpito duro sull'attualità proponendo una parodia di Ti supererò, la canzone che Gianni Morandi aveva cantato al festival insieme a Barbara Cola. Nella versione di Luca e Paolo è diventata Ti sputtanerò. Parole taglienti, fin dalle prime frasi: «Ti sputtanerò, al Giornale andrò con in mano foto dove tu sei con un trans, poi consegnerò le intercettazioni e alle prossime elezioni sputtanato sei». «Ti sputtanerò con certi filmini che darò alla Boccassini dove ci sei tu e le mostrerò donne sopra i cubi e ci metto pure Ruby e ti fotterò». qui sotto il video per voi.

martedì 15 febbraio 2011

Lo scandalo Rubygate e il processo a Berlusconi fanno il giro del mondo


Di Laura Rotoloni

CASO RUBY NEL MONDO – Il Rubygate, noto scandalo che ha coinvolto Silvio Berlusconi, ha assunto ancor più rilievo oggi, dopo la decisione del Gip di Milano, Cristina Di Censo, di processare con rito abbreviato il prossimo 6 aprile l’attuale presidente del Consiglio.

La notizia ha preso spazio in prima pagina in tutti i quotidiani europei e americani, assumendo titolazioni degne di nota. Non si può dire, infatti, che la decisione del Gip milanese sia passata inosservata nel mondo, né che la notizia di una commissione unicamente al femminile (composta dai magistrati donna Carmen D’Elia, Orsolina De Cristofaro e Giulia Turri), che giudicherà il premier, non abbia assunto un rilievo che va al di fuori dei nostri confini nazionali.

Il Rubygate, così come le vicende del premier, sembrano aver acquisito un “valore” internazionale.

La BBC apre il giornale con il titolo “Silvio Berlusconi faces Ruby sex charge trial in April” (Silvio Berlusconi affronterà in aprile il processo per scandalo sessuale legato a Ruby), mentre l’americano Fox News titola con un “Italy’s Berlusconi Indicted in Prostitution Probe” (l’Italia accusa Berlusconi per lo scandalo sulla prostituzione).

Lo spagnolo El Pais rilancia “Berlusconi será juzgado en abril por prostitución de menores y cohecho” (Berlusconi sarà giudicato in aprile per prostituzione minorile e concussione) ed il francese Le Figaro modera con “Rubygate: procès le 6 avril pour Berlusconi” (Rubygate: processo il 6 aprile per Berlusconi).

Al tedesco Die Welt spetta il titolo più accattivante con “Berlusconi stürzt am Ende wohl über seine Libido” (Berlusconi inciampa alla fine sulla propria libido). Titolo che non lascia posto ad equivoci. Grazie agli scandali del Premier, da oggi potremo assistere, come dice il giornalista di Die Welt, “per ironia della storia, a Berlusconi che inciampa per la sua libidine incontrollata”.

Di Laura Rotoloni

http://it.euronews.net/

Fonte:http://www.direttanews.it/2011/02/15/lo-scandalo-rubygate-e-il-processo-a-berlusconi-fanno-il-giro-del-mondo/


Adozioni, Suprema Corte: "Aprire anche ai single"




Secondo la Suprema Corte il Parlamento italiano deve aprire alle adozioni dei minori anche da parte dei single. L'esortazione arriva nella sentenza 3572 depositata lunedì 14 febbraio dalla Cassazione, che sottolina come "il legislatore nazionale ben potrebbe provvedere, nel concorso di particolari circostanze, ad un ampliamento dell'ambito di ammissibilità dell'adozione di minore da parte di una singola persona anche con gli effetti dell'adozione legittimante". Allo stato attuale, comunque, quella che viene definita "adozione legittimante" rimane consentita soltanto ai "coniugi uniti in matrimonio, avendo finora ritenuto il legislatore tale statuizione opportuna e necessaria nell'interesse dei minori".

LA CHIESA: "SERVONO UNA MADRE E UN PADRE" - All'apertura della Suprema Corte ha immediatamente replicato la Chiesa con un netto altolà. Nei procedimenti di adozione, così Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, "in linea generale la priorità è il bene del bambino che esige un padre e una madre. Non conosco nel dettaglio questo caso e il pronunciamento della Suprema Corte, ma in linea generale - ribadisce l'alto prelato - ogni bambino ha diritto a una madre e a un padre: questa dovrebbe essere la normalità".

IL CASO - I presupposti su cui si basa il parere della Suprema Corta si riscontrano nella Convenzione di Strasburgo sui fanciulli del 1967, che contiene le linee guida in materia di adozione. Nel dettaglio, la Cassazione (attenendosi alle normative vigenti) ha rifiutato la richiesta di una mamma adottiva di Genova di ottenere l'adozione, nella formula totalmente legittimata, per la piccola bimba con cui ha vissuto per due anni in Russia e poi negli Stati Uniti, dove l'adozione è stata dichiarata efficace dal Tribunale della Columbia. Alla mamma-single, l'adozione nella formula speciale è stata consentita e trascritta qui in Italia con un decreto della Corte d'Appello del capoluogo ligure che risale al 2009. L'adozione è stata permessa con alcune limitazioni, quali la necessità del consenso di un tutore legale per determinati atti che riguardano la minore e la possibilità di ereditare parenti collaterali dalla mamma.

L'ESORTAZIONE - I supremi giudici, però, ritengono maturi i tempi perché le persone senza un partner possano adottare con minori difficoltà bambini abbandonati o rimasti soli. "Il legislatore nazionale", questo l'appello della Cassazione, "ben potrebbe provvedere, nel concorso di particolari circostanze, ad un ampliamento dell'ambito di ammissibilità dell'adozione di minore da parte di una persona singola anche con gli effetti dell'adozione legittimante". A tal proposito, la Cassazione ci tiene a sottolineare che nelle norme della già citata Convenzione di Strasubrgo, non c'è alcun tipo di preclusione a questa apertura, che potrebbe però spalancare la porta anche alle adozioni effettuate da coppie omosessuali.

Fonte:http://www.libero-news.it/news/669034/Adozioni__Suprema_Corte___Aprire_anche_ai_single_.html

L'adozione da parte di coppie dello stesso sesso nel mondo

Europa Il 24 gennaio 2008, la Corte europea dei diritti dell'uomo ha stabilito che anche gli omosessuali hanno diritto ad adottare un bambino.

L'adozione da parte di coppie dello stesso sesso è legale in Regno Unito, Spagna, Svezia , Belgio, Olanda, Islanda e Israele.

Germania, Norvegia, Danimarca e Finlandia permettono la "stepchild-adoption" (traduzione letterale: "adozione del figliastro"), cioè permette ai partner di una unione civile di adottare i figli naturali (o adottati) che la/il partner avesse avuto da precedente matrimonio o unione.

In Irlanda e Francia i single, sia omosessuali che eterosessuali, possono richiedere l'adozione.

28 gennaio 2011 In Germania la magistratura riconosce agli omosessuali l’uguaglianza davanti alla legge La Corte di Appello di Amburgo ha sancito l’incostituzionalità del divieto di adozione per le coppie omosessuali. Una decisione definitiva sarà ora presa dalla Corte Costituzionale di Karlsruhe, a meno di un rapido intervento del legislatore. Le posizioni dei partiti tedeschi sulla questioni sono però differenti, e come sta succedendo negli Stati Uniti il riconoscimento dell’uguaglianza per le coppie omosessuali arriva dal potere giudiziario. Fonte:http://www.giornalettismo.com/archives/111506/negare-il-diritto-di-adozione-ai-gay-e-incostituzionale/

Scozia Nel settembre 2006 i membri del parlamento scozzese hanno approvato a larga maggioranza una legge che consente alle coppie gay di adottare bambini.Fino a quella data ciascun membro di tali coppie potevano adottare, ma i figli risultavano figli di genitori single e il partner era escluso dalla genitorialità e non aveva alcun legame parentale con il figlio.

Francia In Francia l'adozione da parte di un single è possibile, sebbene

non lo sia da parte di una coppia legata da un PACS. Questa soluzione è tuttavia spesso resa difficoltosa dai servizi sociali alle persone apertamente omosessuali ed implica pertanto, qualora si voglia dissimulare la propria omosessualità, la necessità di mentire circa l'orientamento sessuale e persino di negare l'esistenza di un/a partner nel caso di persone ufficialmente single (ad esempio ai fini fiscali) ma che in realtà vivono una relazione di coppia.


Eccezionalmente l'adozione ordinaria ha potuto essere utilizzata in Francia per creare legami di filiazione tra il bambino e la/il partner dello stesso sesso del genitore, senza mettere fine al legame di consanguineità legale con il genitore biologico. Nondimeno, in questo caso, l'adottante esercita solo un'autorità genitoriale.

Sussiste un precedente in cui un tribunale ha accettato, a seguito di un'adozione semplice da parte della compagna della madre biologica, di accordare alle due donne congiuntamente la potestà mediante una forma di "delega della potestà genitoriale". Questa sentenza, già diventata definitiva per mancanza di un ricorso entro i termini, è stata successivamente confermata nel febbraio 2006 dalla Corte di Cassazione francese, chiamata a decidere in merito a un "ricorso nell'interesse della legge": la sentenza ha stabilito che entrambi le/i partner di una coppia dello stesso stesso sesso possono assumere i diritti e i doveri del/la partner biologico/a.

Belgio
Il Parlamento del Belgio ha votato il 24 aprile 2006 una riforma che permetterà l'adozione da parte di coppie composte da persone dello stesso sesso. Dopo l'approvazione alla Camera (77 voti a favore, 62 contro e due astensioni) la legge è stata approvata senza emendamenti dal Senato con 34 voti a favore, 33 contro e due astensioni. Dal 2003 in Belgio è possibile il matrimonio omosessuale, ma sino a quella data non era possibile l'adozione, che era consentita solo alle coppie eterosessuali.

Islanda In Islanda l'adozione da parte delle coppie dello stesso sesso è possibile in conseguenza dell'introduzione del matrimonio tra persone dello stesso sesso adottato il 27 giugno 2010. Il disegno di legge è stato approvato dal parlamento islandese, l'Althing, l'11 giugno 2010.Nessun membro del parlamento ha votato a sfavore dell'approvazione della legge.

Canada In Canada, l'adozione dipende dalla giurisdizione provinciale e territoriale.

L'adozione da parte di coppie dello stesso sesso è legale in Columbia Britannica, Manitoba, Terranova e Labrador, Nuova Scozia, Ontario, Québec, Saskatchewan, e Territori del Nord-Ovest.

Non è invece ammessa in New Brunswick, Isola del Principe Edoardo e Nunavut.

In Alberta, i gay e le lesbiche possono adottare soltanto i figli dei loro partner.

Nello Yukon la legge sull'adozione è ambigua.

Stati Uniti d'America Negli Stati Uniti d'America alcuni stati (California, Massachusetts, New Jersey, New York, Nuovo Messico, Ohio, Vermont, Washington, Wisconsin, Florida e Washington, D.C.) permettono l'adozione alle coppie gay e lesbiche.

Altri stati hanno proibito per legge le adozioni da parte di coppie lesbiche o gay.


Australia In Australia, l'adozione da parte di coppie dello stesso sesso è legale nell'Australian Capital Territory e in Australia Occidentale. La Tasmania permette la "stepchild-adoption".

Israele Nel gennaio 2005 la Suprema corte di Israele ha permesso ai gay l'adozione dei figli del o della partner.

Critiche

L'adozione suscita polemiche e discussioni, al pari delle altre rivendicazioni delle coppie omosessuali. In questo caso, infatti, vengono coinvolti i diritti dei minori adottati.

I favorevoli all'adozione, al contrario, sostengono che gli argomenti degli oppositori non sono supportati da prove scientifiche e sono carichi di pregiudizio (come quello che accosta del tutto impropriamente omosessualità e pedofilia). Numerosi studi condotti dall'American Psychological Association, American Psychiatric Association, American Academy of Pediatrics e altri gruppi hanno evidenziato che non sussiste alcuna differenza, neppure minima, negli effetti della omogenitorialità rispetto alla genitorialità eterosessuale.

Conclusione
Tutte le trasformazioni individuali, sociali, culturali hanno bisogno di tempo per essere metabolizzate e realmente accettate. L’omogenitorialità sembra procedere in questa faticosa evoluzione sostenuta costantemente dai contributi scientifici, e soprattutto dai diretti interessati, nonostate le numerose difficoltà che incontrano sul piano sociale e culturale.
In conclusione, si riporta il pensiero dell’American Academy of Child and Adolescent Psychiatry (AACAP) specificatamente promosso nell’interesse del bambino e estratto dal testo di Lingiardi (2007):

La base su cui devono reggersi tutte le decisioni in tema di custodia dei figli e diritti dei genitori è il migliore interesse del bambino […] Non ci sono prove a sostegno della tesi per cui genitori con orientamento omo o bisessuale siano di per sé diversi o carenti nella capacità di essere genitori, di saper cogliere i problemi dell’infanzia e di sviluppare attaccamenti genitore-figlio, a confronto con orientamento eterosessuale.
Da tempo è stato stabilito che l’orientamento omosessuale non è in alcun modo correlato a una patologia, e non ci sono basi su cui presumere che l’orientamento omosessuale di un genitore possa aumentare le probabilità o indurre un orientamento omosessuale nel figlio. Studi sugli esiti educativi di figli cresciuti da genitori omo o bisessuali, messi a confronto con genitori eterosessuali, non depongono per un maggior grado di instabilità nella relazione genitori-figli o disturbi evolutivi nei figli.
L’American Academy of Child and Adolescent Psychiatry si oppone a ogni tipo di discriminazione basata sull’orientamento sessuale per quanto concerne i diritti degli individui come genitori adottivi o affidatari
."

Bibliografia

  • Barbagli, M., Colombo, A., (2001), Omosessuali Moderni. Gay e Lesbiche in Italia, Il Mulino, Bologna
  • Bottino, M., Danna, D., (2005), La Gaya Famiglia, Asterios Editori, Trieste
  • Gross, M., (2003), L’Homoparentalité, Presses Universitaires de France (PUF), Paris
  • Lingiardi, V., (2007) Citizen Gay, Il Saggiatore, Milano
  • Sareceno, C., (2003), Diversi da chi? Gay, lesbiche, transessuali in un’area metropolitana, Guerini, Milano
  • Stacey, J., Biblarz, T.J., (2001), “(How) Does the Sexual Orientation of Parents Matter?” American Sociologica Review, 66, 2:159-183

Fonte:http://www.libero-news.it/news/669034/Adozioni__Suprema_Corte___Aprire_anche_ai_single_.html

http://www.benessere.com/sessuologia/arg00/omogenitorialita.htm

http://it.wikipedia.org/wiki/Adozione_da_parte_di_coppie_dello_stesso_sesso