La comunità Lgbt nel mondo, tra attacchi odiosi e nuove speranze in Egitto

7 febbraio 2011 In Scozia cresce l’omofobia, in Bahrain i gay sono perseguitati ma la caduta di Mubarak potrebbe portare ad una svolta importante.

Gli attacchi e le violenze nei confronti degli omosessuali sono una realtà spesso sottaciuta e purtroppo ancora presente. Dall’Europa al Medio Oriente troppe persone pagano l’inesistente colpa di un orientamento sessuale, che si scontra con i pregiudizi e l’ignoranza di una fetta ancora troppa consistente della nostra società. Il progresso però si può nascondere però anche nei luoghi più inaspettati, come mostrano le dichiarazioni di un blogger gay egiziano, che auspica la rapida fine di un regime dittatoriale che persegue gli omosessuali per la loro immoralità.

L’OMOFOBIA CRESCE IN SCOZIA - I reati legati all’odio verso i gay, che comprendono violenze fisiche, vandalismo e ingiurie, sono raddoppiate in Scozia negli ultimi due anni, secondo i dati riportati dalla polizia locale. I casi che riguardano violenze legati all’omofobia sono passati da 364 a 666, mentre i reati registrati si sono quintuplicati. Il gruppo di difesa dei diritti omosessuali Stonewall reputa che le cifre potrebbero anche essere più alte, visto che secondo le loro indagini spesso i gay non denunciano le violenze, specie quelle verbali, ma anche quelle fisiche, che subiscono nella loro quotidianità. Il direttore di Stonewall Scozia, Carl Watt, ha rimarcato come una parte significativa della comunità LGBT scozzese subisce queste violenze con rassegnazione, vista la diffusione del fenomeno. La polizia del Paese britannico ha però rimarcato come gli “hate crime” contro gli omosessuali siano totalmente inaccettabili, e che non ci sarà alcuna tolleranza nella repressione delle violenze subite dai gay. UN simile impegno è stato rilanciato anche dal portavoce del governo scozze, che ha rimarcato come non ci sia spazio per nessun tipo di compiacenza in questa battaglia.

ASSALTO IN BAHREIN - Se le forze dell’ordine in un Paese europeo denunciano con vigore i crimini contro la comunità LGBT, nell’emirato arabo del Bahrein invece essere accade l’esatto contrario. La scorsa settimana la polizia del Bahrein ha fatto irruzione in una festa gay che si svolgeva in un locale privato, per impedire “la depravazione e la decadenza” che si svolgeva in quel luogo. Alle 2 e 30 di notte, dopo che un poliziotto in incognito aveva confermato la presenza di persone travestite ed effusioni tra persone dello stesso sesso, le forze dell’ordine hanno arrestato oltre 100 persone per aver partecipato ad un party gay in un palazzetto dello sport nella città di Hidd, che si trova sulle isole Muharraq. Tra i 127 arrestati, la cui unica colpa era quello di essere omosessuali, c’erano sia giovani del Bahrein che persone provenienti dai vicini Stati del Golfo. Tutti i fermati avevano un’età tra i 18 e i 30 anni. Nell’emirato arabo l’omosessualità è perseguita penalmente, e anche chi è straniero può essere punito con il carcere. Il rischio della detenzione in prigione è alto per tutti i fermati.

SPERANZA IN EGITTO – Gay Midlle East, il sito di riferimento per la comunità LGBT in Medio Oriente, ha intervistato IceQueer, un blogger del Cairo che non fa mistero della sua omosessualità. Nel Paese di Mubarak essere gay è però considerata una devianza pericolosa, da curare oppure da reprimere. IceQueer sta partecipando alle proteste contro il regime, ed evidenzia come le posizioni dei Fratelli Musulmani siano minoritarie nella società egiziana, in particolare quella più giovane. IceQueer, uno studente di medicina di 22 anni, auspica una svolta secolari sta per il suo Paese, l’unica che sarebbe capace di garantire alla comunità LGBT la dignità e i diritti che le spettano. In Egitto attualmente non esiste una legge che vieta l’omessualità come in altri Paesi vicini, ma i poliziotti e i magistrati spesso la reprimono utilizzando il reato di dissolutezza morale, evidentemente lasco nella sua definizione. Nelle attuali proteste egiziane il tema dei diritti dei gay è assente, ma il blogger non si preoccupa di questo, visto che gli sembra già moltissimo che così tante persone abbiano trovato il coraggio di reclamare i loro diritti fondamentali contro il regime di Mubarak.

Fonte:http://www.giornalettismo.com/archives/112813/la-comunita-lgbt-nel-mondo-tra-attacchi-odiosi-e-nuove-speranze-in-egitto/2/

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