Un grande corteo arcobaleno ha attraversato napoli dopo 12 anni il centro della città.
Gay Lesbiche, trans, studenti, lavoratori e precari, tutti e tutte figli e figlie di Napoli hanno sfilato gridando a squarciagola Liberi Tutti Libere Tutte - Parità, Dignità, Laicità.
Un migliaio di persone hanno preso parte al Napoli Pride, manifestazione per il riconoscimento della dignità e parità di diritti tra omosessuali ed eterosessuali, e contro ogni forma di discriminazione. Si è trattato di un corteo colorato, festoso e composto che ha attraversato il centro della città, con partenza da piazza Bellini e arrivo in piazza del Gesù, dove gli organizzatori avevano concordato di mettere piede solo dopo la conclusione della messa serale in chiesa. Hanno sfilato tre carri. C'era tanta musica e pochi costumi eccentrici, tra questi un cartellone con un preservativo che avvolge Benedetto XVI.
Da registrare una polemica politica per l'assenza dei vertici del Pd. Il sindaco Rosa Russo Iervolino, che aveva annunciato la sua partecipazione, alla fine ha rinunciato. Assenti pure il governatore Antonio Bassolino, i candidati campani alle europee e il candidato alla Provincia, Luigi Nicolais.
C'era invece la fascia dei democratici fra i trenta e i 40 anni. Contro i vertici locali del partito, s'è fatta sentire il deputato Paola Concia, presente al corteo: "Il Pd deve diventare un partito che aderisce al cento per cento a una festa del genere. E' questo che vuole la base del partito".
"Per anni sono stata intrappolata nel corpo di una donna e sebbene fossi una bella ragazza mi sentivo brutta perché non ero quello che desideravo", con queste parole l'ex modella 31enne Katherine Dalton ha annunciato al quotidiano inglese The Sun il suo cambio di sesso. Oggi Katherine si chiama Adrian e dopo essersi sottoposto ad un'operazione chirurgica afferma: "Ora mi sento completo ed è fantastico". Adrian ha spiegato di essersi sempre sentito attratto dalle donne, anche nella sua precedente vita da modella, e che solo oggi può finalmente manifestare a pieno la sua natura. Katherine è nata e cresciuta nella campagna inglese, a Stonar nel Wiltshire, sviluppando un carattere insolitamente eccentrico e degli atteggiamenti maschili. Nonostante un fisico mozzafiato. "Ho iniziato a stare male, perché non potevo essere me stessa nei panni della bionda super sexy, così sono entrata in un programma di due anni per curare i disagi psicologici legati all'identità sessuale delle persone".
Questo video è stato uno sforzo congiunto da http://gays.com e il Comitato per la Giornata internazionale contro l'omofobia e la transfobia.Ecco il video che è iniziato tutto:
L'Idaho Challenge è un progetto da comunità Gays.com per la Giornata internazionale contro l'omofobia e la transfobia ,Mentre 67 paesi hanno firmato la nuova dichiarazione delle Nazioni Unite per depenalizzare l'omosessualità in tutto il mondo, la discriminazione anti-gay rimane una realtà in molte parti del mondo.Quest'anno, con il video che invia il messaggio che gay, lesbiche, bisessuali e transessuali sono persone come tutti gli altri.Noi veniamo da tutto il mondo e ci troviamo in tutte le forme e dimensioni e colori.E vogliamo inviare questo messaggio al popolo del mondo in tutte le lingue che è là fuori!http://www.youtube.com/user/gaysdotcom
È finalmente arrivata la decisione della Corte Suprema sui matrimoni gay in California. L’esito del referendum che ha abolito il diritto a coppie dello stesso sesso di sposarsi è stato confermato. I giudici della Corte Suprema hanno deciso che la Proposition 8 è di fatto valida, ma i 18mila matrimoni omosessuali che si sono celebrati prima del referendum saranno validi. Fuori dal tribunale all’unisono si protesta con lo slogan ‘Vergogna’. Rimane però la speranza di un nuovo referendum, quello che i gruppi e le associazioni lgbt presenteranno nel 2010, dopo la raccolta di 700mila firme.
A chi si fosse perso l’iter della Prop. 8 da novembre 2008 ad oggi, proponiamo un riassunto di quello che è accaduto in California (e dintorni) nell’ultimo anno.
Proposition 8 è il nome dato al referendum che si è tenuto il 4 novembre scorso nello Stato della California. Il referendum chiedeva l’abolizione del diritto di coppie omosessuali di sposarsi, introdotto nel maggio del 2008 grazie ad una sentenza della Corte Suprema dello stesso Stato. Il referendum verteva anche sull’inserimento di un emendamento dettagliato, nel riconoscimento della validità dei soli matrimoni tra un uomo ed una donna. Hanno votato a favore del referendum il 52,1% degli aventi diritto, permettendo così l’annullamento del diritto a sposarsi tra persone dello stesso sesso e limitando la possibilità di usufruire del rito del matrimonio solo a coppie eterosessuali, con decorrenza dal 5 novembre 2008. A poco sono serviti gli spot televisivi contro la Prop. 8, che facevano appello alla sensibilità dei votanti, chiedendo loro se davvero avrebbero voluto negare il diritto a due persone di sposarsi e di amarsi.
In seguito sono stati presentati ricorsi alla Corte Suprema perché dichiarasse illegale il referendum; le associazioni lgbt hanno organizzato cortei, manifestazione e fiaccolate, sostenendo che il diritto di sposarsi è inalienabile ed appartenente ad ogni essere umano, perciò non soggetto al giudizio di un referendum.
Il coro di voci a sostegno di un'azione contro la Proposition 8 si è fatto sempre più insistente, coinvolgendo addirittura celebrità di fama internazionale e gruppi web come ad esempio la società del grande motore di ricerca Google. VAI ALL’ARTICOLO>>
Dopo le illustri adesioni al comitato contro il referendum che eliminerebbe i matrimoni gay in California, si sono aggiunte altre voci importanti. Per primo il governatore Arnold Schwarzenegger, seguito dal sindaco di Los Angeles e dalle chiese unitarie, luterane ed episcopali. VAI ALL’ARTICOLO>>
Anche Hollywood ha ritenuto opportuno dire la sua, e lo ha fatto attraverso i volti di tre attori di Ugly Betty, tra cui America Ferrera in persona. Con lei, Tony Plana e Ana Ortiz (nel telefilm padre e sorella di Betty). VAI ALL’ARTICOLO>>
Inoltre, il sex symbol Brad Pitt si è pesantemente sbilanciato a favore dei matrimoni gay in un’intervista al magazine statunitense W, dove si ribadiva il fatto che l’attore avesse donato 100mla dollari a favore della causa per la lotta alla Prop. 8. VAI ALL'ARTICOLO>>
Negli stessi giorni una chiesa cattolica del quartiere gay Castro di San Francisco è stata vandalizzata nella notte tra sabato e domenica. La lega cattolica per i diritti civili e religiosi è convinta che il vandalismo sia una azione di qualche movimento gay che ha deciso di non sopportare più i quotidiani attacchi della chiesa cattolica contro i gay, soprattutto dopo che la chiesa ha investito milioni di dollari per sostenere la "proposition 8", il referendum che ha abolito il matrimonio gay in California. VAI ALL’ARTICOLO>>
Voci si sono unite anche dall’Europa, dove perfino Gordon Brown ha espresso il suo disappunto in merito alla Proposition 8, definendola, seguendo la linea del Procuratore Generale della California Jeffrey Brown, alla pari delle leggi razziste degli anni '60. VAI ALL’ATICOLO>>
A fine marzo il gruppo Yes on equality ha potuto iniziare a raccogliere le 700mila firme necessarie per l’istituzione del referendum abrogativo che si dovrà tenere nel 2010. Le firme dovranno essere raccolte entro il 17 agosto 2009. VAI ALL’ARTICOLO>
LA Gay e Lesbiche dichiarazione:
"Oggi, la nostra Corte Suprema ha inviato un messaggio misti e preoccupante. Mentre la difesa legale dei matrimoni 18.000 coppie dello stesso sesso che si sono sposate in California, la sentenza stabilisce che tutti i Californiani non hanno diritto ad una eguale tutela da parte della legge. Questo è un giorno triste per il nostro Stato e di una battuta d'arresto per la causa della libertà e di equità. Ma è anche importante tenere presente in prospettiva. Ogni nobile lotta noto per l'uomo o la donna è stata riempita con perdite temporaneo sconfitte che la gente ha dovuto sopportare e superare. Dobbiamo scegliere noi stessi e andare avanti, sapendo che la giustizia prevalga in ultima analisi, e il diritto di sposare un giorno essere per sempre il nostro. Per fortuna, questa perdita viene in mezzo a una vera ondata di progresso in molte altre corti supreme e Stato-legislature una marea che non può essere tornato indietro, non importa la decisione di oggi. Non solo sono giudici e legislatori riconoscere che è sbagliato discriminare qualsiasi gruppo di persone, negando loro la libertà fondamentale di sposare quella che l'amore, ma ora anche la maggioranza degli americani concordano. La maggior parte delle persone nella nazione ora credi che le coppie dello stesso sesso dovrebbero essere trattati allo stesso ai sensi della legge. Questa è enormi progressi e abbiamo e non può lasciare uno elezione, una causa, una sconfitta - o anche molte sconfitte - smettere di noi. E non dobbiamo permettere che queste sfide limitare i nostri sogni. Coloro che sono venuti prima di noi e che non avrebbe mai potuto immaginare i nostri successi non rinunciare. Dobbiamo la stessa dedizione di coloro che sono ancora da seguire. Soprattutto, non possiamo permetterci di perdere di vista il quadro più ampio. La nostra è una lotta per la piena parità; la piena parità e niente di meno. "http://www.towleroad.com
Documentario o docu-fiction che analizza l'identità di genere, l'essere transgender e o transessuali da un punto di vista sociale. importanti trans analizzano il problema. Regia di enrico Vanni Prodotto da McKenzie e realizzato in collaborazione con azione trans cineway e 2lire
Chi sono le persone transessuali? Quale significato e valenza dobbiamo attribuire al termine "transgender"?
Il libro di Monica Romano dà una risposta ampia ed esaustiva a questi quesiti da sempre circondati da un alone di ignoranza e pregiudizio, fornendo un punto di vista "insider" sulla tematica: quello di una persona trans
Autore: Monica Romano
Titolo: Diurna. La transessualità come oggetto di discriminazione
Prefazione: Diana Nardacchione
Postfazione: Helena Velena
Pagine: 160
Collana: Nuovi ritmi
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IRIDE Reportage - Vita da transessuale
Reportage tratto da "IRIDE, il colore dei fatti", programma di approfondimento giornalistico in onda ogni sabato alle 20.45, condotto da Irene Pivetti. Vuoi saperne di più? Visita il sito www.odeontw.tw!!! Quella transessuale è una realtà complessa che per una serie di problemi, soggettivi ed oggettivi, è spesso associata ad una condizione di emarginazione e sofferenza. Quando si parla di emarginazione ci si riferisce all’esclusione sociale e ai bisogni primari non soddisfatti di un soggetto, che nel caso delle persone transessuali riguardano fondamentalmente: la casa, il lavoro e la salute. Nel caso delle persone transessuali l’insoddisfazione di questi bisogni rappresenta un circolo vizioso da cui è difficile uscire e che generalmente si concretizza in esperienze di prostituzione, ghettizzazione, emarginazione, malattia fisica e psichica: un’esclusione a 360 gradi. Ciò è anche dovuto ad una carenza del mondo dei servizi che induce la persona transessuale, nella stragrande maggioranza dei casi, ad affidarsi, soprattutto rispetto alle cure fisiche, a persone inesperte, spesso senza i titoli e le competenze necessarie e che operano nella totale assenza di regole e norme igienico-sanitarie.
C’era una volta il sito del ministero delle Pari Opportunità. Non troppo tempo fa: qualche mese. Era la versione consegnata dall’ex ministro del governo Prodi, Barbara Pollastrini. Si parlava delle discriminazioni, e si citavano, ovviamente, quelle di natura omofobica. C’era un elenco, molto dettagliato, con relative statistiche, e cosa significasse concretamente l’omofobia. (come da screenshot sopra, qui l’immagine grande).
Da qualche giorno, quelle informazioni sono sparite. Clic. Le Pari Opportunità, oggi, si occupano di: violenza contro le donne; stalking; discriminazioni razziali; lotta alla tratta. Dei gay è sparita ogni traccia. Usando il motore di ricerca interno, si trova qualche intervista del ministro, e niente più. Non solo. Nel 2007 venne istituita una commissione per le pari opportunità per i gay e i trans gender. Oggi il link (era qui) a quella commissione è sparito: e teoricamente la commissione, da decreto, doveva rimanere in carica 3 anni. Resta la copia cache. Eppure, vengono riportati i collegamenti a varie commissioni: per il contrasto alla pedopornografia, contro le mutilazioni genitali femminili, per la tutela dei disabili. C’è persino un numero verde per i bambini contesi. Brava, bis.
La ministra Carfagna, pubblicamente, si è sempre detta pronta a combattere contro le discriminazioni verso i gay. Come? Dove? Quando?
ESTERI- 26 MAG 2009 Oggi decisione sul famigerato referendum che annullò le nozze gay San Francisco, 26 mag. (Ap-Apcom) - Sarà una pietra miliare del dibattito sulle nozze gay negli Stati Uniti, la decisione attesa oggi dalla Corte Suprema della California. I sette giudici dello Stato decideranno sulla legittimità del referendum che annullò le nozze gay, e separatamente, decideranno sul destino delle 18mila coppie omosessuali che si sposarono fra il maggio e il novembre del 2008. La Corte risponde a una serie di ricorsi che mirano a invalidare la famigerata "Proposition 8", il referendum che il 4 novembre scorso annullò la possibilità di sposarsi per gli omosessuali della California. Nel maggio del 2008, i giudici avevano sentenziato che la Costituzione californiana protegge il matrimonio come un diritto fondamentale che deve essere valido per tutti. La California divenne così il secondo Stato dell'Unione dopo il Massachusetts a consentire i matrimoni omosessuali. Il 4 novembre i californiani hanno scelto Barack Obama, ma hanno anche scelto di bocciare le nozze gay approvando la "Proposition 8", che inserisce nella Costituzione un riferimento al matrimonio come "unione fra un uomo e una donna". La storia del referendum (pubblicizzato e finanziato da varie organizzazioni religiose) ha creato anche parecchie polemiche. I ricorsi davanti alla Corte suprema affermano che la "Proposition 8", referendum giunto alle urne grazie a una raccolta di firma popolari, non può modificare la Costituzione, perché una modifica costituzionale può essere effettuata solo da una maggioranza dei 2/3 del Parlamento. Secondo gli esperti però, segnala il Los Angeles Times, la Corte invece ammetterà la validità della "Proposition 8" perché espressione della volontà popolare; tuttavia continuerà a riconoscere come validi anche i matrimoni delle 18.000 coppie che si sposarono prima del 4 novembre. Gli attivisti per i diritti gay tuttavia non si danno per vinti; se la Corte ammetterà la validità della "Proposition 8", dovrebbero tornare alle urne nel 2010 proponendo agli elettori un emendamento costituzionale che riconosca i matrimoni gay. Non è chiaro invece se la California continuerà in ogni caso - come ha fatto l'anno scorso - a riconoscere come validi i matrimoni gay avvenuti in altri Stati dell'Unione. La California dispone comunque di una legge per la partnership civile. La questione spacca in due gli Stati Uniti, dove la maggior parte degli Stati non riconosce il matrimonio omosessuale. Numerosi Stati riconoscono invece forme di partnership (che consentono di fare la denuncia dei redditi congiunta o di ottenere dalle autorità gli assegni familiari). Le nozze sono consentite attualmente in 5 Stati: Massachusetts, Connecticut, Iowa, Vermont e Maine, mentre i parlamenti regionali stanno considerando la questione in New Hampshire, New York e New Jersey. Diversi Stati soprattutto nel sud hanno fatto ricorso a un referendum per emendare la Costituzione locale dichiarando che il matrimonio può essere solo fra uomo e donna; un simile referendum potrebbe presto aver luogo anche in Iowa e Maine per bloccare le nozze gay in quegli Stati.
Quella gay è stata una delle sfilate più importanti a svolgersi per strada, a Cuba, in occasione del 50-esimo anniversario della rivoluzione.
A Cuba l'orgoglio per la rivoluzione si unisce a quello gay. il 17 maggio 2009 è infatti ricorso il cinquantesimo anniversario della rivoluzione guidata da Ernesto Che Guevara e da Fidel Castro. Per l'occasione sono state organizzate diverse manifestazioni, e una delle sfilate più importanti e gioiose è stata quella dei gay.
La vita per gli omosessuali a Cuba non è stata sempre facile. Ma oggi le cose sembrano essere cambiate. Questo anche in ragione del fatto che la madrina dell'evento è stata Mariela Castro Espin, la figlia del presidente Raul Castro (fratello di Fidel). La donna ha tenuto un discorso sulla salvaguardia dei diritti umani, applauditissimo dai presenti.
Un sondaggio pubblicato da poco pone Cuba (e i suoi abitanti) tra gli Stati più felici al mondo. Ad ogni modo da sottolineare come le celebrazioni per la rivoluzione non siano state così spettacolari, anzi. La ricorrenza è festeggiata come un compleanno di famiglia, senza troppe parate o celebrazioni retoriche.
Più di queste ultime possono fare effetto le parole di Modesto, oggi 82-enne, che combattè al fianco di Che Guevara. L'uomo ricorda così i tempi della rivoluzione a Cuba: "era il 23 dicembre e raggiunsi sulla montagna un accampamento dei ribelli. Avevo con me fucili e proiettili. Ma, avvicinandomi, ebbi l’impressione di trovarmi davanti a un reparto di donne. Avevano i capelli così lunghi... Anche il loro comandante aveva i capelli lunghi. Sì, proprio lui, Che Guevara... mancavano pochi giorni alla battaglia decisiva di Santa Clara. Lo vidi stanco, molto teso. E comunque era un uomo di poche parole, badava ai fatti".
Un grande lavoro attende i magistrati di Genova: gli organizzatori del Gay Pride passano alla carta bollata.
Doppia querela per il consigliere regionale Nicola Abbundo del Pdl:
- la prima (presentata in procura dal portavoce della manifestazione Massimo Vianello) per aver affermato che durante il laboratorio letterario “Due regine due re”, rivolto a bambini e genitori, sarebbe stato distribuito materiale pedopornografico
- la seconda annunciata invece dal segretario nazionale di Arcigay Riccardo Gottardi: «tutte le associazioni tirate in ballo da Abbundo stanno raccogliendo le firme per presentare un’analoga querela».
Non c′è che dire, la questione ha alzato un grande polverone, l′unico modo per vederci chiaro è guardare le immagini incriminate, a voi lettori l’ardua sentenza.
L’assemblea ecclesiastica scozzese ha consentito all’assegnazione di una chiesa ad un parroco dichiaratamente omosessuale, il trentasettenne Scott Rennie. Quando al prete gay è stata data la nomina per la conduzione della Queen’s Cross Church di Aberdeen i membri più intransigenti della chiesa scozzese espressero la loro contrarietà a tale decisone e firmarono una petizione con la quale si affermava di non essere d’accordo con la promozione del reverendo e hanno anche fatto riferimento a dei passi della Bibbia in cui si evince che l’omosessualità è una cosa negativa.
Invece i suoi sostenitori affermano che nelle Scritture tale interpretazione è errata e che comunque l’omosessualità è una caratteristica della società attuale. Ed è così che, con questa situazione di contrasto, si è reso necessario l’intervento della assemblea.
E alla fine in favore del parroco si sono espressi 326 votanti, contro i 267 degli oppositori alla nomina. Un altro pastore della chiesa di Aberdeen ha detto che si tratta della giusta decisione poiché si mostra un segno di apertura.
I diplomatici gay statunitensi riceveranno presto gli stessi benefici di cui godono i loro colleghi eterosessuali, compreso il passaporto diplomatico ai loro partner e la copertura delle spese di viaggio per questi ultimi. Lo ha deciso il segretario di Stato Hillary Clinton, che secondo fonti del Dipartimento di Stato, citate dal «Washington Post», renderà pubblica la direttiva nei prossimi giorni. In un memorandum che sarà distribuito ai dipendenti del Dipartimento di Stato, anticipato da vari organi d’informazione, la Clinton afferma che garantire i benefici solo alle famiglie di diplomatici eterosessuali «è ingiusto e deve finire».
Il Tribunale del Lavoro di Roma ha reintegrato Enrico Mentana nel ruolo di conduttore di Matrix, da cui Mediaset lo aveva allontanato lo scorso 9 febbraio dopo aver accolto le sue dimissioni dall’incarico di direttore editoriale dell’azienda. La partita è ancora aperta.
Si è verificato quanto preannunciato da Enrico Mentana qualche giorno fa, quando a margine della presentazione del suo primo libro, Passionaccia, aveva dichiarato che Mediaset è un comitato elettorale di Forza Italia (ora PdL) e che, vinta la causa, sarebbe toccato a Mediaset esporsi e mandarlo definitivamente via.
La sentenza del Tribunale del Lavoro, cui Mentana aveva presentato un esposto, è arrivata questa mattina e ha dichiarato illegittimo il suo licenziamento , ordinando a RTI di reintegrarlo nel posto di lavoro con le mansioni di realizzatore e conduttore del programma Matrix, condannando inoltre l’azienda al risarcimento del danno.
Il tutto nasce dall’ormai famigerata sera della morte di Eluana Englaro, quando Canale 5 decise di mandare in onda regolarmente il Grande Fratello e di lasciare in seconda serata Matrix. A botta calda arrivarono le dimissioni di Mentana da direttore editoriale di Mediaset, ma non da conduttore di Matrix, che si preparava a guidare anche in quella difficile serata. Immediatamente dopo le dichiarazioni del giornalista, Canale 5 decise di sopprimere la puntata di Matrix, sollevare Mentana dall’incarico e lasciare al Tg5 il compito di seguire l’approfondimento sulla morte della Englaro.
A quel punto è partito il ricorso al Tribunale del lavoro: Mentana ha accusato di essere stato ‘dimissionato’, e quindi illegittimamente licenziato, per avere criticato la decisione editoriale di mantenere inalterata la programmazione di Canale 5 in occasione della morte di Eluana. Il giudice gli ha dato ragione e ora è Mediaset, sorpresa dalla sentenza, ad annunciare il ricorso. “Mediaset prende atto della sentenza, a nostro avviso sorprendente - si legge in un comunicato stampa -, emessa dal Tribunale di Roma nella causa intentata da Enrico Mentana contro il nostro Gruppo. Attendiamo di conoscere nel dettaglio le motivazioni della stessa, non ancora depositate dai magistrati, ma fin d’ora rendiamo noto che appelleremo questa decisione in tutte le sedi competenti“.
Il Coordinamento Donne Lesbiche Genova esprime tutta la sua solidarietà al Comitato Pride, al Direttore Francesco Langella e alla Biblioteca De Amicis così ferocemente e ottusamente attaccati per la pregevole iniziativa "Due Regine e Due Re" svoltasi sabato 16 maggio 2009.
In un clima di preoccupante recrudescenza omofobica e discriminatoria nei confronti di tutte le diversità, sentiamo forte e improrogabile una presa di posizione coesa di tutte le associazioni e i gruppi del movimento glbt e di tutta la comunità, cittadini e cittadine, che credono nella libertà e nel rispetto come valori fondanti di una società civile e laica.
Invitiamo tutte le associazioni genovesi glbt e non, a dare un segnale chiaro a chi vorrebbe imporre un unico modello di riferimento (bianco, cattolico, eterosessuale) sostenendo le iniziative del Comitato con la partecipazione attiva e chiediamo la massima diffusione delle informazioni anche ai contatti di associazioni di altre città, perché non si tratta di un affaire genovese, ma di una questione nazionale che sta riportando l'Italia alla preistoria della democrazia.
Riteniamo che educare i bambini di oggi, che saranno la società di domani, alla conoscenza e al rispetto di tutte le diversità sia un atto di estrema responsabilità da parte degli adulti. E' innegabile che il disagio giovanile oggi sia quanto mai evidente e scaturisce da un vuoto interiore assordante, dall'incapacità di vivere la propria individualità e quindi diversità perché l'accettazione sociale richiede omologazione, perché si è persa la capacità di ascolto e la capacità di riconoscersi come esseri umani.
Perché dobbiamo essere bombardati fin dalla più tenera età da una cultura eterosessista, patriarcale e maschilista che ci induce a pensare che tutto ciò che è diverso è sbagliato? Perché dobbiamo assistere silenziosamente e quotidianamente a episodi di razzismo omofobico? I pregiudizi che portano ragazzi e ragazze a essere crudeli con coetanei bollati come diversi non sono innati, ma vengono insegnati. Ed è grazie a iniziative come quella di sabato scorso che forse si può evitare l'inoculazione del pregiudizio e si può pensare di costruire una società migliore. La conoscenza è l'arma più potente contro chi si erge a giudice e censore.
Auspichiamo la nascita di una rete di contatti tra tutte le associazioni sensibili a valori come libertà, solidarietà, rispetto affinché si possa costruire insieme un argine efficace alle dilaganti varie fobie italiane e affinché si arrivi al Pride del 27 giugno con la massima partecipazione possibile.
MediaJ.W.Lown (a sinistra nella foto), da poco eletto sindaco di San Angelo (Texas), ha rassegnato le dimissioni per stare accanto al suo partner. Mentre il consenso dei suoi concittadini stava per fargli iniziare il settimo anno alla guida della città (un record, il suo, con ben quattro mandati), Lown ha invece fatto sapere, grazie ad una telefonata, che il suo posto non era in municipio ma vicino al suo partner. Lown è omosessuale e il suo compagno di origine messicana non ha un permesso per stare negli Stati Uniti. Prendendo una decisione forte Lown oggi è in Messico in attesa che le pratiche per il permesso di soggiorno dell’amato si sblocchino. Ha preso la decisione giusta, così sembrano pensarla i suoi elettori. Ad oggi Lown diventa quindi il simbolo di tutte quelle coppie, e non sono poche, che in America si trovano ad avere problemi con la cittadinanza. Se per le coppie eterosessuali non ci sono ostacoli, per quelle omosessuali è invece impossibili essere considerati coniugi anche se si ha contratto un regolare matrimonio in stati o paesi che lo consentano. L’UAFA (Atto di Unione delle Famglie Americane) è stato pensato proprio per consentire ai cittadini statunitensi o ai residenti permanenti di fare da sponsor ai propri partner (dello stesso sesso) per motivazioni di tipo familiare. Auguriamo una buona fortuna a Lown e compagno, nella speranza che l’UAFA trionfi. (A. B.)
FINISCE in Parlamento il caso degli studenti di origine straniera in odore di «clandestinità» segnalati sulla lavagna dalla preside dell´istituto Casaregis. Ieri sera le senatrici Pd Roberta Pinotti e Sabina Rossa hanno presentato un´interrogazione parlamentare chiedendo al ministro dell´Istruzione Maria Stella Gelmini «precise spiegazioni e un intervento immediato». Il punto non è evidentemente il comportamento della dirigente scolastica genovese, per quanto censurabile, ma il diritto-dovere delle istituzioni scolastiche di segnalare presunte situazioni di irregolarità. «Avevamo denunciato - ha sottolineato la senatrice Roberta Pinotti - che il disegno di legge sulla sicurezza, mantenendo il reato di immigrazione clandestina, avrebbe implicato la possibilità di denuncia da parte di presidi, insegnanti e medici. Purtroppo questa possibilità sembra concretizzarsi ancora prima che il provvedimento diventi legge».
Il pericolo di questi «fatti gravissimi» è che gli studenti immigrati quasi maggiorenni potrebbero scegliere di abbandonare la scuola. «Qualcuno pensa davvero che spingere i ragazzi fuori dalla scuola sia un modo per aumentare la sicurezza dei cittadini italiani o di governare il fenomeno dell´immigrazione?», si chiede la Pinotti. Che cita la recente denuncia del presidente Napolitano sulla retorica pubblica che incorpora accenti di intolleranza o xenofobia. «E´ evidente che questo è il clima che la maggioranza e il governo stanno creando in questo Paese. Per questo chiediamo al ministro Gelmini di sapere cosa sta succedendo nelle scuole italiane e se sono state emanate disposizioni sugli studenti immigrati o di origine straniera. Vogliamo che queste pratiche siano immediatamente interrotte».
Sulla vicenda è intervenuto anche l´onorevole Claudio Fava (Sinistra e Libertà): «In tempi bui - e questi purtroppo lo sono - , quando si soffia sul fuoco della paura del diverso, quando si agita lo spettro del razzismo e dell´intolleranza c´è sempre qualcuno che si mostra più zelante di altri, e che non si rende conto di diventare strumento di un disegno perverso e sbagliato». Secondo l´assessore regionale all´immigrazione, Enrico Vesco, «è evidente come questi siano i risultati delle pesantissime scelte politiche del governo in materia di immigrazione. Scelte talmente discriminatorie da indurre l´adozione di comportamenti inaccettabili in un mondo come quello scolastico, che in Liguria si è sempre distinto per grande sensibilità e impegno nell´integrazione dei minori stranieri».
Vesco è d´accordo con l´avvocato Alessandra Ballerini, che su Repubblica ribadiva come l´introduzione del reato di clandestinità - e l´obbligo per i pubblici ufficiali e gli incaricati di pubblico servizio di denunciare i clandestini - è all´origine di tutti i problemi. «A causa del Pacchetto Sicurezza si sono aperte in modo drammatico questioni di cruciale importanza che mettono in discussione il nostro stato di diritto, violano i principi fondamentali della nostra Costituzione e vanno pertanto affrontate con la massima urgenza».
L'avrete già visto sicuramente mille volte in tv il sensualissimo spot Intimissimi, con testimonial la supertop Irina Shaykhlislamova. Arriva sul web la parodia che, come lo spot, è altrettanto riuscita.
E' il più giovane militante per i diritti degli omosessuali, si chiama Ethan McNamee e ha 9 anni. Ethan è un bambino come tanti, frequenta la terza elementare alla Montclair Elementary School di Denver, ma alla sua tenera età è balzato agli onori della cronaca per aver organizzato una manifestazione a favore di una coppia di ragazzi gay del suo quartiere alla quale era stato impedito di sposarsi.
I genitori hanno spiegato: "Ethan si è preoccupato quando ha sentito alcune frasi anti-gay nel cortile e ancora di più dopo che ha saputo che una coppia di ragazzi del suo quartiere non può sposarsi. 'Ognuno è diverso, in senso positivo' ci ha detto. Ethan è convinto che se due persone si amano questa è l'unica cosa importante".
Il piccolo Ethan ha così deciso di organizzare una manifestazione in difesa dei diritti dei gay e delle lesbiche e, anche se non è stata una passeggiata, il risultato è stato clamoroso. A quanto pare, per i conservatori Ethan è stato strumentalizzato, ma per la comunità gay americana è già un piccolo eroe.
Le provocazioni lanciate dal senatore Gasparri, nella puntata di ieri sera di Ballarò, fanno infuriare il Presidente della Regione Puglia che lo manda per due volte a quel paese.
La famosa pubblicità in cui è protagonista l'ex Miss Italia Cristina Chiabotto è "un'intollerabile offesa alle donne e una patente mistificazione. Un messaggio diseducativo e denigratorio che viola il Codice di autodisciplina pubblicitaria". E' quanto sostiene l'associazione Media&Diritto che ha presentato un esposto contro l'azienda che produce acqua.
Che i Giapponesi non avessero molti tabù legati al sesso è risaputo, ma che addirittura avessero prodotto un videogioco che simulasse una violenza sessuale non lo sapevo proprio.
Rapelay vi mette nei panni di un pervertito che segue una madre di due ragazzine, la violenta e poi procede a fare la stessa cosa alle due minorenni. Chi l'ha visto dice che il videogioco è molto esplicito e dettagliato e include dettagli come le lacrime delle donne e le loro suppliche.
Tramite un giro di negozi affiliati ad Amazon, il celebre sito di ecommerce si è ritrovato a vendere il gioco senza nemmeno saperlo. Dopo una segnalazione ha però velocemente provveduto a rimuoverlo dal proprio catalogo.
RapeLay (gioco di parole tra “Rape=Stupro” e “Replay=Ripetuto” Stupro ripetuto) ha varcato i confini occidentali. Il "gioco", che simula ed “insegna” a molestare, perseguitare, adescare e violentare le proprie vittime è stato creato dalla Illusion, una società di Yokohama, che lo ha lanciato nel 2006.
In America e in Gran Bretagna sono riusciti a bandirlo dai siti web. Polemiche furiose anche in Spagna, Germania e Irlanda. In Italia ancora non è stata intrapresa un'azione decisa e netta di contrasto del fenomeno.
C'è una cosa che non mi è chiara: i videogiochi (e la televisione) sono pieni di scene di omicidi violenti, di torture e di smembramenti con la motosega; il video qui sotto sarà visto da molti senza battere ciglio, eppure le immagini successive attireranno le ire di tutti. Con questo non sto difendendo Rapelay, al contrario. Mi rendo conto che, intellettualmente, siamo diventati ipocriti o, forse, ci siamo diventati insensibili alla violenza, alla tortura e alla morte, ma il sesso ci fa ancora paura?
ab 13.02 L’attacco finale alla democrazia è iniziato! Berlusconi e i suoi sferrano il colpo definitivo alla libertà della rete internet per metterla sotto controllo. Ieri nel voto finale al Senato che ha approvato il cosiddetto pacchetto sicurezza (disegno di legge 733), tra gli altri provvedimenti scellerati come l’obbligo di denuncia per i medici dei pazienti che sono immigrati clandestini e la schedatura dei senta tetto, con un emendamento del senatore Gianpiero D’Alia (UDC), è stato introdotto l‘articolo 50-bis, “Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet“. Il testo la prossima settimana approderà alla Camera. E nel testo approdato alla Camera l’articolo è diventato il nr. 60.
Anche se il senatore Gianpiero D’Alia (UDC) non fa parte della maggioranza al Governo, questo la dice lunga sulla trasversalità del disegno liberticida della “Casta” che non vuole scollarsi dal potere.
In pratica se un qualunque cittadino che magari scrive un blog dovesse invitare a disobbedire a una legge che ritiene ingiusta, i provider dovranno bloccarlo. Questo provvedimento può obbligare i provider a oscurare un sito ovunque si trovi, anche se all’estero. Il Ministro dell’interno, in seguito a comunicazione dell’autorità giudiziaria, può disporre con proprio decreto l’interruzione della attività del blogger, ordinando ai fornitori di connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine. L’attività di filtraggio imposta dovrebbe avvenire entro il termine di 24 ore. La violazione di tale obbligo comporta una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 50.000 a euro 250.000 per i provider e il carcere per i blogger da 1 a 5 anni per l’istigazione a delinquere e per l’apologia di reato, da 6 mesi a 5 anni per l’istigazione alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico o all’odio fra le classi sociali. Immaginate come potrebbero essere ripuliti i motori di ricerca da tutti i link scomodi per la Casta con questa legge?
Si stanno dotando delle armi per bloccare in Italia Facebook, Youtube, il blog di Beppe Grillo e tutta l’informazione libera che viaggia in rete e che nel nostro Paese è ormai l’unica fonte informativa non censurata. Vi ricordo che il nostro è l’unico Paese al mondo, dove una media company, Mediaset, ha chiesto 500 milioni di risarcimento a YouTube. Vi rendete conto? Quindi il Governo interviene per l’ennesima volta, in una materia che vede un’impresa del presidente del Consiglio in conflitto giudiziario e d’interessi.
Dopo la proposta di legge Cassinelli e l’istituzione di una commissione contro la pirateria digitale e multimediale che tra poco meno di 60 giorni dovrà presentare al Parlamento un testo di legge su questa materia, questo emendamento al “pacchetto sicurezza” di fatto rende esplicito il progetto del Governo di “normalizzare” il fenomeno che intorno ad internet sta facendo crescere un sistema di relazioni e informazioni sempre più capillari che non si riesce a dominare.
Obama ha vinto le elezioni grazie ad internet? Chi non può farlo pensa bene di censurarlo e di far diventare l’Italia come la Cina e la Birmania.
Oggi gli unici media che hanno fatto rimbalzare questa notizia sono stati Beppe Grillo dalle colonne del suo blog e la rivista specializzata Punto Informatico(http://punto-informatico.it/). Fate girare questa notizia il più possibile. E’ ora di svegliare le coscienze addormentate degli italiani. E’ in gioco davvero la democrazia!
Modifica.........: Il 5 febbraio 2009, durante la seduta n. 143 del Senato della Repubblica, promuove e ottiene l'inserimento di un emendamento (Art. 50-bis) nel ddl da presentare alla Camera, nel quale si sancisce la "Repressione di attivit... Visualizza altroà di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet", che porterebbe alla chiusura di portali come YouTube o Facebook, quest'ultimo considerato «indegno». Tra le accuse che gli vengono mosse, vi è l'appartenenza ad un partito con al suo interno condannati per mafia e personaggi con comprovate conoscenze mafiose, che però non gli impedisce di scagliarsi contro "i social network che inneggiano alla mafia". (continua) Francesca Cipri alle 19.46 del 18 maggio E' considerato da molti blogger (Es. Beppe Grillo) uno dei simboli dell'oligarchia non democratica italiana. Pochi giorni dopo l'approvazione del suo emendamento, il deputato del Pdl Roberto Cassinelli, gi... Visualizza altroà autore di diverse iniziative parlamentari in materia di rete, ha annunciato sul proprio blog la presentazione di un "controemendamento" che modifichi il testo del senatore D'Alia che, secondo Cassinelli, "mette a rischio la libertà della rete". Il "controemendamento" di Cassinelli, come lui stesso ha annunciato sul proprio blog[4], è stato approvato dalle Commissioni riunite Affari costituzionali e Giustizia nella notte del 29 aprile, e l'articolo 60 introdotto dall'emendamento D'Alia è stato, quindi, abrogato (fonte: wikipedia)
Resta lo stesso il tentativo di oscuramento. Buon dibattito.........:-)
Un gruppo di ragazzi gay canta "Fuck You" di Lily Allen e posta il video su YouTube. Perchè? Per rispondere a tutti coloro che discriminano la comunità LGBT sul web e in particolare su YouTube.
Miss Tiffany universe 2009. E' un evento famoso non solo in Thailandia, ma e' ormai conosciuto in molte parti del mondo, infatti e' stato ripreso, oltre che dalle tv locali, anche dalla BBC e CNN. 29 finasliste, tutte transessuali, che nei giorni scorsi hanno sfilato per contendersi il titolo della trans più bella dell' universo. A Pattaya, città Thailandese non lontana da Bangkok. Miss Tiffany, infatti, si tiene ogni anno ed è aperto esclusivamente ai trans con l'intento di promuovere l'accettazione delle diversità e di combattere l'omofobia. La vincitrice fresca fresca di quest'anno è la 20 enne Sorrawee Nattee, per la quale si aprono le porte del concorso ancor più prestigioso di Miss International Queen (paragonabile al tradizionale Miss Mondo).
Intendesi per omofobia, “un insieme di sentimenti, pensieri e comportamenti avversi all’omosessualità o alle persone omosessuali”. E contrarie a queste volontà di odio e discriminazione! Come tutti quelli che scenderanno in piazza domenica 17 maggio, nella Giornata mondiale contro l’omofobia, a cui hanno aderito oltre 40 nazioni. Varie le manifestazioni anche in Italia, da Trento a Siracusa. Segnaliamo quella milanese,
Quest'anno, per la prima volta in Italia, 12 associazioni si sono unite per lanciare in tutto il Paese una grande campagna di sensibilizzazione contro l'omofobia, che gli organizzatori definiscono una "malattia sociale": L'omofobia è molto pericolosa per la società.Ma soprattutto per l'omofobo che ne soffre.Aiutiamolo ad uscirne.
Sul sito della campagna www.intollerantianonimi.it si trovano tutti i dettagli delle iniziative previste per il 17 maggio.
Ancora oggi, nel Mondo, esistono 12 Paesi in cui le persone omosessuali vengono ridotte al silenzio con lapena di morte; in 70 con la carcerazione, la tortura, la persecuzione legale. In Italia siamo ridotti al silenzio: quando veniamo etichettati come malati contro ogni evidenza scientifica; quando veniamo picchiati o insultati per strada (capita spesso, non lo sapevi?); quando da adolescenti siamo vittime predilette del bullismo e maggiormente esposti ai tentativi di suicidio; quando siamo costretti dalla paura a non dire chi siamo; quando le nostre relazioni non sono riconosciute; quando i nostri figli (essì, esistono) non sono contemplati dalla legge e dalla società. Aiutaci ad uscire dal silenzio! UNA DATA IMPORTANTE. Non è casuale la scelta del giorno, che rievoca quel 17 maggio del 1990 in cui l’omosessualità venne finalmente eliminata dalla lista delle malattie mentali dall’Organizzazione Mondiale della Sanità - Oms. Un percorso lungo, e certo appena all’inizio, quello dell’emancipazione di una categoria sociale che chiede solo di essere rispettata, riconosciuta dalla legge, tutelata da una violenza che ciclicamente si ripresenta. Anche in questo caso è intervenuto il Parlamento Europeo, specificando chiaramente come sia dovere degli stati membri garantire al mondo Gblt non solo il diritto di manifestare nelle colorate marce dei Gay Pride, ma anche di “proteggere adeguatamente i manifestanti” (art. 6). Perché nelle moderne società civili ci sono categorie di cittadini che ancora, purtroppo, necessitano di una protezione maggiore rispetto agli altri. Eppure, in un passato che ha segnato le fondamenta della nostra storia culturale, era un filosofo come Platone a raccontare, nelle parole del suo “Simposio”, di amori giusti e intensi che si riferiscono, per l’interezza dell’opera, sempre a due individui di sesso maschile. Mentre nel tiaso della poetessa Saffo, su quell’isola di Lesbo che sarà radice etimologica della lesbicità stessa, le giovani fanciulle imparavano l’arte dell’amore dall’insegnante, che si rende autrice di romantici versi densi di passione per i suoi amori tutti al femminile.
"Tutti sanno che gli omosessuali sono stati arrestati e inviati in campi di concentramento dai nazisti, ma è meno noto che dopo essere stati liberati dai campi di sterminio, molti omosessuali sono stati costretti a continuare le loro condizioni di detenzione". Lo ha ricordato il segretario generale del Consiglio d'Europa Terry Davis in occasione della Giornata mondiale contro l'omofobia, che di celebrera' domani 17 maggio.
"Questo può sembrare scioccante - ha proseguito Davis - ma è coerente con la radicata discriminazione contro gli omosessuali in Europa in quel momento. Ed è altresì coerente con la discriminazione contro gli omosessuali nei decenni che seguirono". Davis ha spiegato che fino al 1990 - quando l'Organizzazione mondiale della sanità ha rimosso l'omosessualità dalla lista delle malattie mentali - l'omosessualità era ancora un reato in diversi paesi europei.
Oggi, ha notato Davis, essere omosessuali non comporta piu' il rischio di incarcerazione, almeno non in uno Stato membro del Consiglio d'Europa, ma la discriminazione e l'omofobia esiste ancora e non solo ai margini della società.
Davis ha condannato la violenza perpetrata da omofobi "skinheads", ma ha detto che la sua vera preoccupazione sono alcuni partiti politici: "E' inaccettabile - ha detto - che alcune persone in posizioni istituzionali o di autorità morale in Europa ancora si comportino come se la Convenzione europea sui diritti umani non si applicasse agli omosessuali. Le persone che discriminano spesso invocano la moralita' per giustificare il loro atteggiamento. Essi toccano un punto importante, ma lo fanno in modo sbagliato. Non è che gli omosessuali sono immorali. Lo sono gli omofobi".
LA RISOLUZIONE EUROPEA
Sarebbe contento Oscar Wilde, l’intellettuale omosessuale più celebre dell’epoca moderna, nel vedere le Istituzioni europee tentare la via della tutela per la libertà di orientamento sessuale di uomini e donne, e celebrare addirittura l’atto che ne preserva la garanzia con una giornata internazionale. È del 18 gennaio 2006 la risoluzione emanata dal Parlamento Europeo che raccoglie la proposta dell’intellettuale Louis Georges Tin, autore del “Dizionario dell’omofobia”, di istituire una giornata mondiale dedicata alla sensibilizzazione intorno al tema dell’omosessualità, e finalizzata al contrasto di ogni violenza e discriminazione contro chi compie una scelta legittima. Nell’Atto si sottolinea fin dal preambolo che “L’Unione Europea è innanzitutto una comunità di valori, in cui il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, la democrazia e lo Stato di Diritto, l’uguaglianza e la non discriminazione sono fra quelli che più contano”. In 15 punti l’essenza di un documento che è dunque volto, oltre che all’istituzione del 17 maggio in sé, alla tutela attenta dei diritti degli uomini e delle donne, che non devono essere discriminati in virtù dei propri orientamenti sessuali. Una “ferma condanna”, proposta con “insistenza” agli Stati membri, contro i discorsi omofobici, le esternazioni che istigano all’odio e alla violenza contro le persone “Gblt”, sigla che unisce insieme gay, bisessuali, lesbiche e transessuali. Non solo. A questi esprime la propria solidarietà, e chiede che “finalmente siano riconosciuti gli omosessuali come bersagli e vittime del regime nazista”
LA LEGISLAZIONE ITALIANA
. Nel nostro paese è il deputato Ds Franco Grillini, presidente onorario dell’Arcigay, a presentare nel 2006 la proposta di legge n. 311 per l’istituzione, anche in Italia, della giornata contro l’omofobia. Sottoscritta da venti parlamentari, la legge è finalizzata “alla promozione di una cultura del rispetto e della tolleranza, tesa al contrasto di pregiudizi e discriminazione motivati dall’orientamento sessuale”. Perché nella legislazione nostrana è materia tradizionalmente esente, considerata come qualcosa che non concerne lo Stato, bensì la sfera meramente morale, al limite religiosa. Tendenza che non sembra essersi invertita, se non vi è stato un dibattito intorno al riconoscimento delle coppie di fatto, anche dello stesso sesso, fino alla XIV legislatura (2001-2006). Le polemiche che sono seguite alla proposta di legge che doveva istituire i “Pacs”, nello scorso governo di centrosinistra, si è arenato nelle aule parlamentari, producendo un nulla di fatto. Dei giorni scorsi invece altre due proposte di legge: una porta la firma della deputata Pd Anna Paola Conca, ed è incentrata proprio sull’applicazione delle direttive europee, nel passaggio in cui si stabilisce la parità di trattamento fra etero e omosessuali in materia di condizioni di lavoro. L’altra, per la difesa dei diritti delle persone transessuali, è stata presentata dalla segretaria dei Radicali italiani, Rita Bernardini. Riguarda la protezione dell’identità di chi, alla fine di un percorso spesso lungo e doloroso, abbia compiuto la scelta di cambiare il proprio sesso.
In tutto il mondo l'odio verso le persone omosessuali e transessualiè causa di aggressioni, violenze, omicidi. In Italia, nel solo 2008, ci sono stati 9 omicidi, 45 aggressioni e numerosi atti vandalici e di bullismo basati sull'odio verso le persone omosessuali.
Nella foto: Trieste, Costa dei Barbari Ancora oggi, nel mondo, l'omosessualità è punita con la morte in 12 Paesi.La repubblica islamica d'Iran è, forse, il Paese più feroce contro le persone omosessuali, per le quali la legge prevede l'impiccagione o la fucilazione.
Nella foto: Mahmoud Asgari e Ayaz Marhoni, due adolescenti iraniani, per per un rapporto omosessuale consensuale, furono impiccati nella piazza Edalat (della Giustizia) a Mashhad, Iran del nordest, il 19 luglio 2005. Sul sito della campagna www.intollerantianonimi.it si trovano tutti i dettagli delle iniziative previste per il 17 maggio.
Nella foto: il manifesto che in questi giorni è affisso nelle principali città italiane.