Da che parte sta l'odio? Pensierini di un cittadino di serie Z


di Matteo B. Bianchi

Evidentemente ci sono cose che io non capisco. Che proprio non ci arrivo.

Per esempio, anche se mi fa imbufalire, posso capire perché un parlamento non approvi una legge che riconosca i diritti civili alle coppie dello stesso sesso: per compiacere il Vaticano, per ribadire ai cittadini che la maggioranza che li governa è schierata a destra, per conservarsi l'appoggio degli elettori più conservatori e compagnia bella. Posso capire anche che rifiutarsi di estendere dignità giuridica a una minoranza risponda al (delirante) percorso logico secondo il quale concedere alcuni diritti a una fetta di popolazione equivalga a toglierli a un altra (nel caso specifico, alla sacra Famiglia). Fin qui, ripeto, ci posso arrivare.

Quello che davvero non riesco a capire, e per favore aiutatemi, è come possa un parlamento rifiutarsi di riconoscere la gravità della violenza. Che sia verso i gay, verso i neri, verso le donne, verso Bambi, non importa: stiamo parlando di manifestazioni d'odio, di sopruso, di intolleranza cieca. Manifestazioni che vanno condannate sempre e comunque, no? Siamo anche in un paese cattolico, per quanto distanti possano essere le mie posizioni da quelle dei fedeli, almeno sul tema del rifiuto della violenza pensavo che fossimo tutti dalla stessa parte. E invece scopro che no.

Ma quello che faccio davvero più fatica a capire è: perché? Chi ci guadagna nel negare queste aggravanti? Il Vaticano può dirsi contento perché una bella fettina di botte e insulti vengono garantite? La maggioranza di governo può fregiarsi con orgoglio di aver segnato ancora un punto che ci arretra in maniera imbarazzante rispetto al percorso di tutti gli altri stati del mondo civilizzato? Davvero, spiegatemi.

Intanto, in questa stessa settimana in cui l'Italia fa un altro passo indietro sulla via della civiltà, leggo che a New York si è sposata la prima coppia gay italiana. La casualità vuole che i due si chiamino entrambi come me, Matteo, il che me li fa sentire ingenuamente più vicini, quasi una proiezione personale.

Pensare a loro per un po' mi ha rallegrato, poi invece mi è salita una rabbia ancora più grande al pensiero che siano stati costretti a solcare gli oceani e ad attraversare il pianeta per vedere riconosciuta la loro unione. Mi fa imbestialire l'idea che vivo in un Paese per il quale la mia relazione stabile (assai più longeva e solida della metà delle coppie sfaldate dei miei amici etero) è come se non esistesse, che considera illegittima qualsiasi mia richiesta di inserimento ufficiale nella società, che sottolinea giuridicamente che persino quando vengo aggredito e insultato sono da considerare un cittadino di serie B, o più probabilmente Z.

Riflettendo su queste cose, ieri sera sono andato a letto talmente nervoso che non riuscivo a prendere sonno. Errore mio. Avrei dovuto alzarmi, uscire, far sbollire la rabbia. Per esempio avrei potuto sfogarmi prendendo a botte impunemente due froci per strada. Mi sarei comunque potuto giustificare dicendo che lo facevo in modo bonario. Del resto, lo dice la legge: che male c'è?

Fonte:http://www.unita.it/culture/da-che-parte-sta-l-odio-pensierini-br-di-un-cittadino-di-serie-z-1.319362

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