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martedì 30 aprile 2013
"♥♥ LARA FABIAN ♥♥ Le Secret ♥ “Deux ils, deux elles”
Lara Fabian con “Deux ils, deux elles”' un nuovo inno che mette in evidenza le coppie gay. Un cenno in questo periodo significativo di omofobia disinibita.
martedì 18 dicembre 2012
Matrimoni gay, "Io sono un pericolo per la pace": con "CondividiLove" singoli e coppie ci mettono la faccia, contro le parole del papa
L'Huffington Post | Di Marco Pasqua
Rispondono mettendoci la faccia e il cuore. Coppie gay e lesbiche, ma anche singoli, omosessuali, eterosessuali e transgender, protagonisti della reazione virale che ha fatto seguito alle affermazioni del Papa sulle unioni omosessuali. Quando il Pontefice ha affermato che la cancellazione del valore della famiglia, attraverso leggi che equiparano le unioni gay al matrimonio uomo-donna rappresenta un attentato alla pace, i ragazzi e le ragazze che animano il gruppo “CondividiLove” hanno pensato ad una possibile risposta. Forte e, soprattutto, virale.
Prima hanno organizzato la manifestazione a San Pietro, portando solo cuori e slogan d’amore. E, nelle stesse ore, hanno creato un’applicazione che permette, su Facebook, di aggiungere un cuore con scritta alla foto profilo: “Io sono un pericolo per la pace”, anche nella versione plurale per le coppie. Le adesioni sono cresciute in maniera virale, giorno dopo giorno. Già 2500 persone hanno usato l’applicazione, condividendo la loro foto sullapagina Facebook del “movimento” spontaneo (vedi sotto la gallery).
Il gruppo "CondividiLove". Nato la scorsa estate e formato da “liberi cittadini di ogni orientamento sessuale”, il gruppo decide di unire le forze “per una causa che dovrebbe appartenere a tutti, al di là di ogni differenza”. Un progetto “interamente libero, il cui marchio è a disposizione per ogni iniziativa che voglia portare avanti la rivendicazione di pari diritti per le coppie di ogni orientamento sessuale”. “Perché in un Paese come l'Italia non possiamo aspettarci che siano i leader politici a chiedere al loro popolo il coraggio di supportare i cambiamenti necessari a sanare le diseguaglianze ancora presenti nella legislazione”, spiegano in una nota di presentazione. In Italia il cambiamento non ha alcun illustre testimonial. Deve quindi partire dal basso, con tutti i mezzi di cui dispone. Il primo, mai come oggi, è la condivisione. Il matrimonio è un diritto di tutti”: da qui il nome.
“Noi non chiediamo diritti solo per i gay ma diritti uguali per tutti – spiega uno degli animatori della pagina - Siamo convinti che l'unico modo perché in Italia succeda qualcosa è che una nuova generazione di uomini e donne si faccia avanti. una generazione che non vede differenze tra le persone in base alla loro sessualità. Il concetto è proprio quello di condividere le battaglie, per essere realmente tutti uguali”. "Se il pericolo è quello di rendere la nostra nazione un Paese civile lo corriamo volentieri! Se pericoloso è chi al di là del proprio orientamento sessuale crede che sia arrivato il tempo di una reale uguaglianza nei diritti, noi non siamo solo pericolosi, siamo pericolosissimi, e soprattutto tantissimi! Facciamo all'Italia un cuore grande così", scrivono in queste ore per ringraziare quanti ci hanno messo la faccia.

Io sono un pericolo per la pace? Fermiamo l’odio con l’amore su http://condividilove.com/peace.html
Fonte:http://www.huffingtonpost.it/2012/12/18/matrimoni-gay-io-sono-un-pericolo-per-la-pace-con-condividilove_n_2321087.html?clear#slide=more270498
Rispondono mettendoci la faccia e il cuore. Coppie gay e lesbiche, ma anche singoli, omosessuali, eterosessuali e transgender, protagonisti della reazione virale che ha fatto seguito alle affermazioni del Papa sulle unioni omosessuali. Quando il Pontefice ha affermato che la cancellazione del valore della famiglia, attraverso leggi che equiparano le unioni gay al matrimonio uomo-donna rappresenta un attentato alla pace, i ragazzi e le ragazze che animano il gruppo “CondividiLove” hanno pensato ad una possibile risposta. Forte e, soprattutto, virale.
Prima hanno organizzato la manifestazione a San Pietro, portando solo cuori e slogan d’amore. E, nelle stesse ore, hanno creato un’applicazione che permette, su Facebook, di aggiungere un cuore con scritta alla foto profilo: “Io sono un pericolo per la pace”, anche nella versione plurale per le coppie. Le adesioni sono cresciute in maniera virale, giorno dopo giorno. Già 2500 persone hanno usato l’applicazione, condividendo la loro foto sullapagina Facebook del “movimento” spontaneo (vedi sotto la gallery).
Il gruppo "CondividiLove". Nato la scorsa estate e formato da “liberi cittadini di ogni orientamento sessuale”, il gruppo decide di unire le forze “per una causa che dovrebbe appartenere a tutti, al di là di ogni differenza”. Un progetto “interamente libero, il cui marchio è a disposizione per ogni iniziativa che voglia portare avanti la rivendicazione di pari diritti per le coppie di ogni orientamento sessuale”. “Perché in un Paese come l'Italia non possiamo aspettarci che siano i leader politici a chiedere al loro popolo il coraggio di supportare i cambiamenti necessari a sanare le diseguaglianze ancora presenti nella legislazione”, spiegano in una nota di presentazione. In Italia il cambiamento non ha alcun illustre testimonial. Deve quindi partire dal basso, con tutti i mezzi di cui dispone. Il primo, mai come oggi, è la condivisione. Il matrimonio è un diritto di tutti”: da qui il nome.
“Noi non chiediamo diritti solo per i gay ma diritti uguali per tutti – spiega uno degli animatori della pagina - Siamo convinti che l'unico modo perché in Italia succeda qualcosa è che una nuova generazione di uomini e donne si faccia avanti. una generazione che non vede differenze tra le persone in base alla loro sessualità. Il concetto è proprio quello di condividere le battaglie, per essere realmente tutti uguali”. "Se il pericolo è quello di rendere la nostra nazione un Paese civile lo corriamo volentieri! Se pericoloso è chi al di là del proprio orientamento sessuale crede che sia arrivato il tempo di una reale uguaglianza nei diritti, noi non siamo solo pericolosi, siamo pericolosissimi, e soprattutto tantissimi! Facciamo all'Italia un cuore grande così", scrivono in queste ore per ringraziare quanti ci hanno messo la faccia.

Io sono un pericolo per la pace? Fermiamo l’odio con l’amore su http://condividilove.com/peace.html
Fonte:http://www.huffingtonpost.it/2012/12/18/matrimoni-gay-io-sono-un-pericolo-per-la-pace-con-condividilove_n_2321087.html?clear#slide=more270498
venerdì 27 luglio 2012
Milano approva registro delle Unioni civili. Pisapia: "ridotto spread dei diritti civili"
Milano - «Abbiamo ridotto lo spread sull’Europa dei diritti civili». Con queste parole il Sindaco di Milano Giuliano Pisapia ha accolto l’approvazione del registro cittadino per le unioni civili. Il voto definitivo - 27 favorevoli, 7 contrari e 4 astenuti - è arrivato nella notte, poco dopo le tre e mezza, alla fine di un Consiglio comunale fiume durato undici ore e mezza (era iniziato alle 16,30).
La delibera istituisce un registro a cui le coppie, sia etero che omosessuali, possono iscriversi contestualmente alla registrazione della famiglia anagrafica. «D’ora in poi nelle delibere comunali saranno parificate a chi è sposato. Anche le coppie gay – spiega Marco Mori, presidente di Arcigay Milano – C’è voluto più tempo del previsto, ma il voto di questa notte è un segnale importante».
NON È IL MATRIMONIO GAY - Le unioni civili «registrate» permetteranno l’accesso solo ai servizi forniti dal Comune. Non apriranno alla possibilità di ereditare o alla pensione di reversibilità: benefici garantiti alle coppie sposate che dipendono dalle leggi dello Stato. E infatti Pisapia ha precisato che il registro milanese è un provvedimento solo «di carattere amministrativo». «Escludo che questa delibera apra alla possibilità di matrimoni gay», ha spiegato il sindaco, «per avere i matrimoni gay servirebbe una legge del Parlamento».
UNA LUNGA TRATTIVA - Il voto è arrivato dopo una lunga trattativa, fuori e dentro la maggioranza. Alla fine, nonostante l’approvazione di alcune modifiche alla delibera, quattro cattolici del Pd si sono astenuti e solo due consiglieri del Pdl, Luigi Pagliuca e Pietro Tatarella, hanno votato con la maggioranza. Contrari al provvedimento la maggioranza dei consiglieri comunali del Pdl e la Lega Nord. Il testo è frutto della mediazione fra le richieste dell'ala cattolica del Pd e quelle dell'ala laica del Pdl, favorevole al provvedimento. Dalla versione approvata - su proposta del Pdl - è stato cancellato il termine «famiglia anagrafica» ed è stato sostituito con «unione civile», per «rimarcare la differenza tra coppie di fatto e famiglia tradizionale». E, nel definire le unioni civili, il passaggio «insieme di persone legate da vincoli affettivi» è stato sostituito con «due persone legate da vincoli affettivi» per «evitare il rischio di poligamia». Si è arrivati così alla creazione di un registro «diverso da quello della famiglia anagrafica ma collegato», che consentirà di ottenere un attestato di unione civile e al quale le coppie di fatto potranno iscriversi dopo aver ottenuto il certificato di famiglia anagrafica.
IL VALORE SIMBOLICO - I sostenitori del provvedimento, però, rivendicano il valore simbolico del registro, soprattutto per le coppie omosessuali: «Non c’è dubbio che stiamo parlando del diritto degli omosessuali di essere riconosciuti come coppia; perché gli omosessuali questo diritto non ce l’hanno», ha spiegato la capogruppo del Pd in Consiglio comunale Carmela Rozza. Milano così è la terza metropoli italiana, dopo Torino e Napoli, a fornire un riconoscimento alle coppie non sposate. Anche il neosindaco di Genova, Marco Doria, in campagna elettorale si era detto pronto a farlo.
La delibera istituisce un registro a cui le coppie, sia etero che omosessuali, possono iscriversi contestualmente alla registrazione della famiglia anagrafica. «D’ora in poi nelle delibere comunali saranno parificate a chi è sposato. Anche le coppie gay – spiega Marco Mori, presidente di Arcigay Milano – C’è voluto più tempo del previsto, ma il voto di questa notte è un segnale importante».
NON È IL MATRIMONIO GAY - Le unioni civili «registrate» permetteranno l’accesso solo ai servizi forniti dal Comune. Non apriranno alla possibilità di ereditare o alla pensione di reversibilità: benefici garantiti alle coppie sposate che dipendono dalle leggi dello Stato. E infatti Pisapia ha precisato che il registro milanese è un provvedimento solo «di carattere amministrativo». «Escludo che questa delibera apra alla possibilità di matrimoni gay», ha spiegato il sindaco, «per avere i matrimoni gay servirebbe una legge del Parlamento».
UNA LUNGA TRATTIVA - Il voto è arrivato dopo una lunga trattativa, fuori e dentro la maggioranza. Alla fine, nonostante l’approvazione di alcune modifiche alla delibera, quattro cattolici del Pd si sono astenuti e solo due consiglieri del Pdl, Luigi Pagliuca e Pietro Tatarella, hanno votato con la maggioranza. Contrari al provvedimento la maggioranza dei consiglieri comunali del Pdl e la Lega Nord. Il testo è frutto della mediazione fra le richieste dell'ala cattolica del Pd e quelle dell'ala laica del Pdl, favorevole al provvedimento. Dalla versione approvata - su proposta del Pdl - è stato cancellato il termine «famiglia anagrafica» ed è stato sostituito con «unione civile», per «rimarcare la differenza tra coppie di fatto e famiglia tradizionale». E, nel definire le unioni civili, il passaggio «insieme di persone legate da vincoli affettivi» è stato sostituito con «due persone legate da vincoli affettivi» per «evitare il rischio di poligamia». Si è arrivati così alla creazione di un registro «diverso da quello della famiglia anagrafica ma collegato», che consentirà di ottenere un attestato di unione civile e al quale le coppie di fatto potranno iscriversi dopo aver ottenuto il certificato di famiglia anagrafica.
IL VALORE SIMBOLICO - I sostenitori del provvedimento, però, rivendicano il valore simbolico del registro, soprattutto per le coppie omosessuali: «Non c’è dubbio che stiamo parlando del diritto degli omosessuali di essere riconosciuti come coppia; perché gli omosessuali questo diritto non ce l’hanno», ha spiegato la capogruppo del Pd in Consiglio comunale Carmela Rozza. Milano così è la terza metropoli italiana, dopo Torino e Napoli, a fornire un riconoscimento alle coppie non sposate. Anche il neosindaco di Genova, Marco Doria, in campagna elettorale si era detto pronto a farlo.
I CATTOLICI DEL PD - Fanzago, Cormio, Pantaleo e Mancuso si sono astenuti.
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