Una riflessione sulle unioni civili


di Marco Marazza

Per la stragrande maggioranza degli italiani le coppie gay sono contro natura e non possono avere gli stessi diritti che hanno le coppie etero che si uniscono in matrimonio. In effetti è difficile trovare argomentazioni per sostenere il contrario. L’uomo è fatto per accoppiarsi con la donna e la nostra Costituzione riconosce i diritti della famiglia come società “naturale” fondata sul matrimonio.

Ciò non di meno l’omosessualità esiste da sempre e, oggettivamente, pare anche piuttosto diffusa.

Si trattasse solo di un capriccio di eterosessuali annoiati sarebbe probabilmente corretto ignorare il fenomeno dal punto di vista della regolamentazione giuridica e lasciare che il “vizio” si consumi all’interno della libertà individuale di ciascuno. Ma possiamo veramente permetterci di liquidare l’omosessualità come un vizio? Per me, e non solo per me, no. L’omosessualità è la proiezione naturale di uomini e donne che provano una naturale attrazione per lo stesso sesso. Non è curabile, non è rieducabile. E’ una delle possibili manifestazioni della persona umana. Un modo di essere disallineato rispetto al modello naturale prevalente, all’unico modello in grado di assicurare la procreazione. Ma comunque un naturale modo di essere, non di fare o di apparire.

Ora, se fosse vostro figlio a manifestare la sua persona in modo naturalmente, e quindi inevitabilmente, diverso dal modello naturale prevalente evitereste di battervi per la garanzia dei suoi diritti essenziali? Il problema ce lo siamo già posto ed infatti in materia di lavoro la legge vieta e sanziona qualsiasi discriminazione basata non solo sul sesso ma anche sull’orientamento sessuale (art. 15 della legge n. 300 del 1970). In altri termini la legge già prevede che non è possibile negare un aumento retributivo od una promozione ad un dipendente semplicemente perché omosessuale. E’ per questo che non mi scandalizza affatto l’ipotesi che l’ordinamento si preoccupi anche di tutelare l’unione civile di due omosessuali stabilendo, ove loro decidano di formalizzare il legame in un contratto, i reciproci diritti e doveri. Non si tratta di mettere in discussione il primato del matrimonio fondato sull’unione tra un uomo ed una donna e non condivido affatto l’idea che le coppie omosessuali possano adottare figli che, per natura, non potrebbero avere.

Però non dimentico che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e non temo che il riconoscimento giuridico dell’unione civile tra omosessuali possa incidere sull’orientamento sessuale di ciascuno di noi.

Fonte:http://www.generazioneitalia.it/2011/05/03/una-riflessione-sulle-unioni-civili/

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