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martedì 8 settembre 2009

Lecce: organista transessuale cambia sesso, la Curia la caccia

Luana Ricci, anni 46, sposata con due figli, un ragazzo di 18 anni e una ragazza di 15, all’anagrafe risulta ancora essere Marco Della Gatta.
Diplomata in pianoforte al Conservatorio di Lecce e in musica jazz a quello di Bari, Luana vanta un curriculum di tutto rispetto, nell’ambiente musicale gode di grande rispetto e la sua arte è molto apprezzata.

Dal 1991 lavora per la Diocesi, pur non avendo mai firmato un contratto e non avendo mai percepito i contributi.
Ora che la Curia l’ha cacciata senza nemmeno una spiegazione e lei farà valere i propri diritti.
Però prima di abbandonare per sempre il suo lavoro di organista , tornerà in chiesa ancora un paio di volte vestita da uomo per rispetto alle coppie che si devono sposare.
Il ben servito lo ha ricevuto il 31 agosto scorso perché grazie all’Onig (Osservatorio nazionale sull'identità di genere che ha una sede anche a Bari) da un anno e mezzo ha iniziato il suo percorso di transizione e ora grazie agli ormoni le è cresciuto il seno.
Per fortuna Luana ha a fianco persone che la amano e la sostengono, come la sua famiglia.
La sua storia di transessuale è simile a quella di tante, le ci sono voluti 30 anni per comprendere qual’era la sua natura e avere la forza di ammetterlo in primis a se stessa.
Fin dall’età di 13 anni sapeva di avere una sensibilità diversa da quella degli altri ragazzi, ma non aveva gli strumenti per accettarsi. Fintanto che ha voluto vivere come “Marco” si è quindi costruito un’identità da “vero uomo”, si è sposato e ha avuto due figli.
La svolta decisiva è avvenuta otto anni fa dopo la perdita del padre.

A quel punto Luana ha capito che non poteva morire senza aver realizzato in pieno se stessa, consapevole che il percorso sarebbe stato difficile, ma pronta a tutto.
Ora si è allontanata da casa, ma con il pieno appoggio dei suoi cari, come racconta al Corriere della Sera: “Ho vissuto con la mia famiglia fino a marzo scorso e con lo ro ho un rapporto splendido. Quando ho deciso di seguire una strada diversa, ho prima parlato con mio figlio, che ha accettato la mia scelta, poi, insieme a mia moglie e mio figlio, abbia mo spiegato la situazione alla ragazza, che ha ascoltato senza commentare. Immagino che soffrano per la mia lontananza da casa, ma li sento tutti i giorni.”
“In realtà -
precisa - avevo cominciato a vestirmi da donna già 3-4 anni fa, ma ero stata lontana da Lecce il più possibile proprio per abituare gradualmente le persone del mio ambiente alla trasformazione. Certo, quando ero impegnata in Cattedrale, il mio abbiglia mento è sempre stato rigorosamente maschile per rispetto nei confronti di chi non accetta la mia scelta”.
Il suo percorso di transizione è iniziato, forse quello di cattolica al servizio della Chiesa ormai è finito.


Fonte: Corriere della Sera

www.gay.tv


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