Naomi ha 24 anni e vive a Torretta. È una studentessa universitaria alla facoltà di Agraria. Ieri sfilava insieme a tanti altri compagni di viaggio durante la manifestazione contro l’omofobia. Naomi è una transessuale, da un anno ha iniziato il suo percorso di transizione. Fortunatamente può contare sul pieno sostegno della famiglia e degli amici, ma gli sguardi che la scrutano, la giudicano, non riescono a vedere la persona prima del transessuale, sono tanti.
“Da mesi sto cercando una stanza in casa con altre studentesse – racconta – mi piacerebbe trovare un posto da dividere con la mia migliore amica (una ragazza etero, che in altri casi non avrebbe nessuna difficoltà a trovare alloggio, ndr), ma mi sono sempre ritrovata la porta sbattuta in faccia. Una volta la scusa è che ruberei il fidanzato alle coinquiline, un’altra è che le ragazze sono di paese e i loro genitori non condividerebbero. Altre volte dicono di essere cattoliche, oppure che non vogliono ragazzi in casa”.
A Palermo non c’è posto per i trans, non solo a Ballarò, oppure allo Zen, ma anche in un ambiente culturale aperto, come dovrebbe essere quello universitario.
“Tra un anno sarò completamente donna – continua – sto facendo il percorso di transizione sia a livello medico, che psicologico. Sono seguita da uno psichiatra che collabora con l’associazione Agedo. Sul piano medico e legale, è complicato l’iter qui al sud. È difficile trovare un avvocato disposto a seguirti fino all’approvazione dell’istanza necessaria per cambiare sesso. Stessa cosa dicasi per l’endocrinologo che deve somministrarti le cure ormonali. In entrambi i casi, sono stati dei professionisti amici di mio padre a venirmi incontro, altrimenti sarei ancora qui ad aspettare”.
Parte il corteo, Naomi è in testa, per niente scoraggiata dalle avversità che sa di dover affrontare. Potrebbe essere più facile, ma va bene così. Perché lei è tutto quello che ha sempre voluto essere. Il resto del mondo potrà condividerlo o meno, non importa. Dovrà comunque accettarlo.
Via da casa a 19 anni
“I miei clienti? Mi pagano e sono soddisfatti, ma guai a dire di essere andati a letto con un trans!”
Non usa mezzi termini, Valentina. Lei la strada la conosce bene, si prostituisce da 19 anni, da quando, ancora adolescente, andò via da casa per poter essere se stessa. Ogni notte è in via Roma, tra gli insulti dei passanti e la polizia che fa finta di niente.
È nata e cresciuta nel centro storico di Palermo, dove ha frequentato la scuola fino alla quarta elementare, quando la famiglia la ritirò per farla lavorare col padre. “Ma io so tutto, la mia cultura me la sono fatta lo stesso – dice – so usare il computer, conosco l’inglese e poi molti dei miei clienti sono avvocati, medici, anche poliziotti, quasi tutti di Palermo.”
Che atteggiamento hanno nei tuoi confronti?
“Quando qualcuno ti carica in macchina, non sai mai come andrà a finire. Se ti picchieranno, ti deruberanno, se alla fine non ti pagheranno. Ne ho viste tante all’inizio. Adesso, ricci ca viennu. Oggi mi so difendere”
Protettore?
“No, mai avuti. Non mi servono. I soldi che dovrei dare a loro, me li spendo addosso io”.
Quanto c’è di rifatto nel tuo corpo?
“Il naso, i glutei, i fianchi. Per il resto sono naturale. Anche il seno è mio, faccio le cure ormonali”.
È stato difficile trovare un endocrinologo che ti prescrivesse i farmaci?
“Il mio dottore sono io. Le iniezioni le faccio da sola. Le medicine? Le compro. Non si potrebbe fare, ma col mio mestiere ti fai un sacco di amici….”
Quanti clienti hai ogni sera?“Dipende, non si può fare la media. Ci sono serate che ne hai dieci diversi e altre che non ce n’è nessuno. La legge Carfagna ci ha rovinate. I clienti adesso stanno molto più attenti”.
E se li incontri, diciamo, fuori dall’orario di lavoro?
“Ci sono quelli che ti salutano, fingono che tu sia una loro amica. Altri ti evitano, fanno i perbenisti. Una volta ho incontrato un cliente con la moglie. Ha fatto dei commenti pesanti su di me, così sono tornata indietro e ho detto alla moglie che io suo marito me lo portavo a letto. Lui, ovviamente, ha negato. La moglie è invece diventata paonazza, li ho lasciati che ancora litigavano….”
Ti sei mai innamorata?
“Si. Tre volte. L’ultima è durata 5 anni. Non ti nascondo che ci penso ancora”
Progetti futuri?
“Voglio essere donna, a tutti gli effetti. Tra un anno finirò di pagare il mutuo e potrò fare l’intervento. Per il resto sono felice, ho ricucito i rapporti con la mia famiglia, le mie nipoti mi adorano. Mi auguro di non restare per sempre sulla strada, comincio ad essere stanca. E poi, chissà, l’amore…”.
M.D.P.
fonte:http://www.livesicilia.it