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venerdì 29 aprile 2011

Rapiscono una transessuale, la picchiano e la derubano: arrestati (2)


Due uomini, membri della cosiddetta "banda del Ducato" avvicinavano le prostitute per derubarle. Sono stati riconosciuti e segnalati ai Carabinieri che li hanno arrestati.

Sono conosciuti tra le trans e le prostitute come “la banda del Ducato”: sono due uomini romeni di 42 e 46 anni, che in passato si sono più volte aggirati nella zona di piazzale Pascali per minacciare le lucciole che vi lavoravano.

La notte scorsa hanno avvicinato a una transessuale brasiliana di 32 anni e le hanno convinta ad appartarsi con loro, facendola salire sul furgone e allontanandosi.
Sono stati però riconosciuti dalle varie prostitute che operano in quella zona, vittime nel passato della banda: le donne hanno dato l'allarme chiamando i carabinieri.

I militari del Nucleo Radiomobile di Roma, dopo alcuni minuti, hanno individuato il furgone sospetto fermo in via Palmiro Togliatti, all’altezza del mattatoio.

(Adnkronos) - Una volta aperte le portiere del furgone, i militari si sono trovati di fronte alla transessuale brasiliana, quasi priva di sensi e con vistose ferite al volto, sul quale si stavano ancora accanendo a calci e pugni i due romeni, uno dei quali sorpreso con una grossa forbice in mano, per derubarla dei soldi, circa 800 euro, e del cellulare.

La transessuale, vittima della brutale aggressione, trasportata in ambulanza all'ospedale Sandro Pertini, ha riportato la frattura delle ossa nasali, della mascella e dell'etmoide, una formazione ossea che concorre alla formazione della base del cranio, dell'orbita e delle fosse nasali. Ne avra' per 30 giorni, salvo complicazioni. La 'banda del Ducato', invece, e' stata portata nel carcere di Regina Coeli, a disposizione dell'autorità' giudiziaria.


Fonte:http://www.romatoday.it/cronaca/banda-del-ducato-minacce-prostitute-transessuale.html

http://www.libero-news.it/articolo.jsp?id=725838

Il Pakistan Riconosce Ufficialmente I Transessuali


La Corte suprema del Pakistan ha ordinato la creazione di un nuovo genere su le carte d'identità

Il tribunale supremo del Pakistan, con una decisione insolita nel mondo islamico, ha deciso di aggiungere un nuovo genere sulle carte d'identità, riconoscendo così la comunutà transessuale come "terzo sesso". I "hirja", come vengono chiamati i trans nel Sud dell'Asia, dal 25 aprile potranno celebrare l'acquisizione di questo importante diritto anche sui documenti ufficiali.

"Due anni fa abbiamo presentato un'istanza al tribunale supremo rivendicando i nostri diritti, perchè in Pakistan non c'era il riconoscimento legale per gli appartenenti alla nostra comunità", ha spiegato all'agenzia spagnola EFE Miss Bobby, presidentessa dell'associazione che si occupa dei diritti dei transessuali in Pakistan. Miss Bobby ha elogiato il capo del tribunale supremo, Iftikhar Chaudhry, ed ha deciso di mettere una foto di lui nella sua sala da pranzo. "Ha preso una decisione molto forte, ed è un gran passo per la nostra comunità. È la prima volta che accade qualcosa di simile in Pakistan", ha aggiunto Miss Bobby.

L'associazione ritiene che tra 50 000 e 80 000 persone farebbero parte della comunità transgender in Pakistan.

Fonte:http://www.paid2write.org/attualita_gossip/il_pakistan_riconosce_ufficialmente_transessuali_14439.html

giovedì 28 aprile 2011

GAY: EQUALITY ITALIA, BENE DATA PER LEGGE ANTI OMOFOBIA


AGENPARL) - Roma, 28 apr - "E' una buona notizia quella che finalmente è stata fissata una data, il 23 maggio, per la discussione della legge contro l'omofobia" dichiara Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia, rete sui diritti civili. "Un merito questo che, oggi, va riconosciuto al PD e sicuramente a Paola Concia, animatrice da sempre di questa battaglia. C'è da augurarsi - prosegue Mancuso - che questa volta prevalga il buon senso e che in Parlamento si assumano decisioni di civiltà giuridica sul modello delle legislazioni europee e occidentali. Per questo a Inserisci linkpartire da oggi e fino al 23 organizzeremo iniziative di informazione e sensibilizzazione su questa legge in molte città italiane anche grazie alla serie di incontri pubblici organizzati con Stuart Milk, consigliere del Presidente Usa Obama e presidente della 'Harvey Milk' Fondation. Sarà lo stesso Milk - annuncia Mancuso - il 5 maggio a parlarne con i vertici della Camera dei Deputati incontrando con 'Equality Italia' il Presidente Gianfranco Fini e la vicepresidente Rosy Bindi. Il 23 poi saremo con un presidio in Piazza Montecitorio".http://www.equalityitalia.it/

Fonte:http://www.agenparl.it/articoli/news/politica/20110428-gay-equality-italia-bene-data-per-legge-anti-omofobia

Turchia, due trans in corsa per una poltrona in Parlamento

BURSA (TURCHIA) – Aveva sospirato: “Se mi candidano è un miracolo, se mi eleggono potrebbe esserci una rivoluzione”. Lei è Oyku Ozen, trans candidata dall’opposizione del Partito repubblicano del popolo, CHP, delle elezioni del 12 giugno.

Özen, capo dell’associazione per i diritti umani di Bursa che ha promesso di combattere per l’emancipazione di gay e lesbiche nel paese, è in lizza per un posto in parlamento per la sezione della provincia nord-occidentale dal Partito.

La sua più grande soddisfazione sarebbe ricevere il consenso della comunità omosessuale turca, così restia a esporsi se non nelle città più grandi come Istanbul.

“I voti delle persone gay sono abbastanza per me. Ci sono 10 milioni di persone gay in Turchia, la maggior parte di loro vive nascondendo la sessualità. Dovremmo anche essere rappresentati in Parlamento”, ha detto Özen.

“Gli omosessuali non sono diversi dagli altri e per dimostrare che, ho deciso di diventare un candidato candidato di portare i problemi delle persone gay in Parlamento”, ha detto Özen. “Se sono stato scelto come deputato, è perché il mio partito vuole rompere i pregiudizi verso le persone gay. La gente sa circa le persone gay solo in luoghi di intrattenimento”, ha detto.

Il 18 aprile scorso però la neo candidata ha minacciato di uccidersi, secondo quanto racconta Hurriyet. Il problema sarebbe legato al marito, scrive il quotidiano, e non allo stress per la sua candidatura.

Alle elezioni del 12 giugno però Ozen non è l’unica trans candidata, quella che ha fatto più scalpore in realtà è Almina Can, una musicista, che aspira a diventare deputata ma del partito musulmano conservatore Akp.


Almina Can

“I compagni di partito mi trattano con rispetto. Finalmente nel mio paese sembra essere giunta la democrazia! Finora le porte della politica mi sono state chiuse per la mia sessualità. Adesso, se verrò eletta non mi interesserò solo ai problemi dei transessuali ma affronterò problemi comuni, come la lotta agli sprechi”, ha raccontato.

C’è anche Belgin Celik, che concorre concorre per un seggio da consigliere comunale a Istanbul, nel distretto che comprende il quartiere centrale di Cihangir e Istiklal Caddesi.

28 aprile 2011 | 09:48

Fonte:http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-europa/turchia-trans-candidata-oyku-ozen-837110/

Corte di giustizia Ue boccia norma Italia su reato clandestinità


Secondo i giudici di Strasburgo "è in contrasto con la direttiva europea sui rimpatri"

Roma, 28 apr. (TMNews) - La Corte di giustizia Ue ha bocciato oggi la norma italiana che prevede il reato di clandestinità e l'arresto per gli immigrati irregolari. La norma, secondo quanto è stato deciso, è in contrasto con la direttiva europea sui rimpatri dei clandestini.

"La direttiva sul rimpatrio dei migranti irregolari osta ad una normativa nazionale che punisce con la reclusione il cittadino di un Paese terzo in soggiorno irregolare che non si sia conformato ad un ordine di lasciare il territorio nazionale", riferisce la Corte Ue in un comunicato. "Una sanzione penale quale quella prevista dalla legislazione italiana può compromettere la realizzazione dell'obiettivo di instaurare una politica efficace di allontanamento e di rimpatrio nel rispetto dei diritti fondamentali", si aggiunge.

Il giudice nazionale, incaricato di applicare le disposizioni del diritto dell'Unione e di assicurarne la piena efficacia, secondo i giudici europei, "dovrà quindi disapplicare ogni disposizione nazionale contraria al risultato della direttiva (segnatamente, la disposizione che prevede la pena della reclusione da uno a quattro anni) e tenere conto del principio dell'applicazione retroattiva della pena più mite, il quale fa parte delle tradizioni costituzionali comuni agli Stati membri".

Fonte:http://www.tmnews.it/web/sezioni/top10/20110428_105038.shtml

Stanno diventando tutti matti !


pubblicata da Giuseppina la Delfa
28 aprile 2011

All'omofobo e bugiardo Buttiglione piuttosto che dargli una risposta, voglio fargli una domanda : a chi vanno i contributi versati dagli omosessuali e transessuali italiani ? quelle ingenti somme ogni mese prelevate dalle loro buste paghe ? a chi vanno l'iva e le tasse varie che paghiamo anche noi, ma che non paga la chiesa cattolica per esempio ??

Siccome non risponderà, lo faccio per lui :

Gli stipendi dei funzionari dello Stato, per esempio, sono pagati ANCHE con soldi di gay, lesbiche e trans !!!!! anche quei soldi che prende lui ogni mese !!!

Ma dove viviamo davvero ??!!!!!!!!!

Questo paese, a sentire le esternazioni folli di certi politici, somiglia sempre di più al paese di Pulcinella. Una vera Commedia dell'arte all'italiana con una trama che fa ridere solo alcuni eterosessuali privilegiati con la faccia tosta che prendono in giro i contribuenti, le famiglie, i lavoratori, le donne, i giovani, i malati ...

A Napoli, si dice "cornuti e mazziati" !!!!!!!

Noi omosessuali italiani, gli unici in tutta l'Europa a NON avere una briciola di diritti ma regolarmente tassati e tartassati dal fisco ma senza averne un benché minimo ritorno in quanto a tutele, veniamo pure presi per i fondelli e fatti passare per parassiti ???? Ma siete diventati tutti matti !!!??????

Buttiglione poi, fa anche finta di non sapere che i figli, noi gay, lesbiche e trans, li abbiamo già perché li sappiamo fare fin troppo bene ! e i nostri figli, benché non rispettati e non tutelati, pagheranno le pensioni anche ai reazionari bugiardi e falsi come lui.

giuseppina la delfa

presidente@famigliearcobaleno.org

associazione genitori omosessuali

www.famigliearcobaleno.org

Fonte:http://www.facebook.com/notes/giuseppina-la-delfa/stanno-diventando-tutti-matti-/10150166027056691

Coi loro commenti inopportuni nn fanno che sprofondare questo ns povero Paese sempre+nell'ignoranza.


Buttiglione:"Da etero pensioni gay"

Dopo manifesti pubblicitari dell'Ikea

23:10 - Il presidente Udc, Rocco Buttiglione, sottolinea come le pensioni degli omosessuali vengano pagate dalle famiglie etero. "Quando i bambini delle famiglie tradizionali sono grandi - dice - pagano tasse e contributi anche per le pensioni e l'assistenza sanitaria di quelli che i bambini non li hanno avuti e che hanno avuto molti soldi in più durante la vita. Sennò da dove pensiamo che si prendano i soldi per pagare le pensioni ai gay?".
Grillini: "Delirio omofobo"
"Dopo le sciocchezze gigantesche di Giovanardi, adesso ci tocca pure ascoltare le baggianate di Buttiglione che, non contento di tutte le corbellerie dette finora contro gli omosessuali, questa sera ha aggiunto la perla sulle pensioni di cui i gay godrebbero grazie agli eterosessuali". Lo afferma il responsabile diritti civili e associazionismo dell'Italia dei Valori, Franco Grillini. Per l'esponente dell'Idv si tratta di "una stupidaggine. Come tutti sanno, chiunque abbia un lavoro contribuisce al sistema previdenziale generale. Compresi quindi gli omosessuali".

Arcigay: "Basta cercare visibilità su pelle omosessuali"
"La dichiarazione - sottolinea Paolo Patanè, presidente nazionale Arcigay - oltre che assurda rappresenta una offesa al buonsenso. Comprendiamo l'ansia da amministrative che ossessiona gran parte del mondo politico italiano. Non ci prestiamo però a questa squallida ricerca di visibilità costruita sull'aggressione a migliaia di gay lesbiche e trans di questo Paese. Invitiamo i fondamentalisti cattolici a ritornare ai temi amministrativi che interessano gli italiani anzichè giocare con frasi spot deliranti sulla pelle di omosessuali, lesbiche e transessuali".

Fonte:http://www.tgcom.mediaset.it/politica/articoli/articolo1007703.shtml

Discorso all ' Umanità



Scena dal film Il grande dittatore di Charlie Chaplin, musica di Borodin.

"Dedicato a tutte quelle persone che si lavano la bocca con la parola progresso, riportando l'umanità all'800.

Lo dedico

A chi si definisce liberale, e poi con le sue leggi rende i contratti di lavoro più simili alla schiavitù.

A chi vorrebbe i cittadini sempre più indebitati per manipolarli come vuole.

A chi parla di benessere, e poi aumenta a 60/65 le ore di lavoro a settimana.

A chi esporta la democrazia con le bombe.

A chi parla di democrazia, e distrugge la magistratura.

A chi parla di democrazia, e poi tira manganellate a chi manifesta il proprio dissenso.

A chi parla di interesse del popolo e con le leggi si salva il culo.

A chi usa le macchine per aumentare la produttività dei dipendenti ed è pieno di miliardi a fare niente.

A chi usa le macchine per ridurre i lavoratori, invece che agevolarne il lavoro.

A chi definisce benessere l'essere circondato da cose inutili.

A chi vorrebbe che smettessi di pensare con la mia testa.

A chi non è in grado di pensare con la sua."

tratto da Schiavioliberi.blogspot.com

mercoledì 27 aprile 2011

Una bella botta di civiltà...ancora una volta (la seconda in un mese) dalla Svezia!!!


Ci sono due uomini. Potrebbero avere tra i trenta e i quarant’anni. Si tengono per mano. Guardano avanti.

Un’immagine siffatta, corredata dal claim “Siamo aperti a tutte le famiglie”, secondo il sottosegretario alla famiglia, Carlo Giovanardi è in aperto contrasto con la nostra carta costituzionale. Troppo semplice la risposta. Contro la costituzione lo è il governo in carica con quello che fa quotidianamente. Ma non solo contro la costituzione. È contro le famiglie visto che diminuirà nei prossimi anni il fondo a loro disposizione di dieci volte e sta per azzerare il fondo per l’infanzia. Se poi passassimo ad analizzare i comportamenti di alcuni politici nei confronti della famiglia… ma per carità! Trattasi di vita privata… certo!

Ci voleva un privato svedese come Ikea per imporre sui cartelloni pubblicitari dello stivale uno squarcio di civiltà. Ricordo l’orgoglio della guida al palazzo comunale di Stoccolma quando entrando nella sala dei matrimoni afferma: “In questa sala tutti i sabati si celebrano i matrimoni. Qui si possono sposare tutti. Non facciamo distinzioni tra eterosessuali e omosessuali, credenti e non, svedesi o stranieri.” Parimenti all’orgoglio e al petto gonfio della “guida vichinga” ricordo il mio sconforto. Lo sconforto di chi sa di vivere in un paese che sui temi dei diritti civili è ancora un paese “diversamente europeo”.

Un paese dove il plurale fa paura se lo metti con la parola famiglia. Dove la pluralità fa paura perché è difficile da gestire. Ma è la pluralità che dobbiamo imparare a gestire. Il gregge omologato produce il grigio e la noia.

Io sogno un’Italia al plurale. Un’Italia che c’è già. Un’Italia che vedi non solo negli sguardi e nei comportamenti dei giovani ma anche nella consapevolezza degli adulti che la vivono sulla loro pelle nella loro quotidianità. Il discorso si allarga: passa dalle famiglie alle etnie, alle religioni, alle lingue, alle culture. Come possiamo avere paura? Solo gli stupidi hanno paura del diverso, ma forse perché non sanno chi è e trovano pace nella semplificazione estrema, nel tagliare con l’accetta tutto quanto, ma le opere d’arte si fanno con lo scalpello della creatività e dell’intelligenza non col macete dell’ignoranza.

Giovanardi e il governo di cui fa parte sanno solo operare col macete. Ma un’Italia che ha uno scalpello tra le mani la conosco, c’è già. C’è nelle nostre università, c’è nelle fabbriche e nel precariato, c’è in una nuova (non per forza anagraficamente) classe dirigente che scalpita, desiderosa di prendere in mano il timone del Paese, c’è in tanti anziani che su questi temi sono avanti anni luce e non vedono l’ora di cambiare, c’è in tanti stranieri che quotidianamente lavorano a fianco di tanti italiani.

Bisogna trovare lo spazio, il varco giusto, a iniziare dalle prossime elezioni amministrative in tante città importanti. Bisogna dare un segnale chiaro. Bisogna parlare chiaro.

La voce che deve alzarsi è quella di chi ha voglia di civiltà e non soInserisci linkpporta più nemmeno queste alzate di testa alla Giovanrdi che continuano a dipingere uno stato di cose che non c’è più. Rischiamo di essere un caso unico al mondo. Un Paese in cui i cittadini sono molto più avanti dei loro governanti che continuano a rotolarsi nella polvere della retrovia. A noi servono battaglie e spiriti d’avanguardia. Uno come Giovanardi è secco, non produce nulla, è destinato a rimanere solo con la sua arroganza e la sua pervicace difesa di un mondo che non c’è più.

Non è discorso di essere migliori. È il fatto di essere diversi.

A me quella pubblicità piace e spero che quel claim “Siamo aperti a tutte le famiglie” diventi prima o poi un punto qualificante di un programma elettorale serio e concreto. La speranza è sempre l’ultima a morire, no? Buona Pasqua a tutte le famiglie.

Fonte:http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/04/25/ikea-uno-squarcio-di-civilta/106798/

lunedì 25 aprile 2011

TRANSESSUALE PICCHIATA AL MCDONALD'S: VIDEO CHOC SCUOTE GLI USA


Attenzione: La scena che state per vedere sono barbarie, e questo video è nauseante. Per due motivi: non solo per l'aggressività, ma anche per i dipendenti di McDonald's che non hanno fatto nulla per fermare la violenza. Il linciaggio di una transessuale avvenuto in un McDonald's nello Stato del Maryland, USA.


BALTIMORA - E' stata picchiata a sangue, a calci in faccia, all'interno di un McDonald's, davanti agli occhi esterrefatti dei camerieri, uno dei quali ha ripreso la scena con il telefonino, ma che non si sono nemmeno sognati di intervenire. Vittima della feroce aggressione, una trans di 22 anni, Chrissy Lee Polis, che ha raccontato di essere stata avvicinata con una scusa da una delle due ragazze, entrambe di colore, che l'hanno pestata. "Ho paura ad uscire di casa, è stata un'aggressione razzista - ha detto al Baltimore Sun - una delle due ragazze si è avvicinata e mi ha detto che stavo guardando il suo uomo. Poi hanno iniziato in due a tirarmi i capelli, a sbattermi per terra, a darmi calci sul viso e sul corpo. E' stato orribile, ogni volta che provavo a scappare mi seguivano e continuavano a picchiarmi". Il caso è venuto fuori qualche giorno fa, quando Vernon Hackett, cameriere del McDonald's che aveva ripreso la scena con il telefonino, ha messo online il video choc, che ha totalizzato centinaia di migliaia di visualizzazioni. "Lo staff, anzichè difendermi, difendeva quelle due ragazze - ha detto ancora Chrissy - nessuno faceva niente per fermarle, a un certo punto hanno detto loro di scappare perché stava arrivando la polizia. Ricordo il ragazzo che riprendeva la scena, gli urlai di togliersi di torno, ma lui restava lì a riprendere tutto". McDonald's ha chiesto scusa per il comportamento del suo staff, ed ha licenziato Hackett, ma infuria la polemica, in tutti gli Stati Uniti.
Fonte:http://www.leggo.it/articolo.php?id=118153&sez=ESTERI

Chrissy Lee Polis è stata attaccata da due ragazze di colore, presumibilmente 14 e 18 anni, davanti a una platea di funzionari che non hanno fatto nulla per aiutarla. Solo un cliente cerca di intercedere per fermare le barbarie.

Alla fine, con la vittima sanguinante sul pavimento in convulsioni, i funzionari come si può vedere nel filmato proteggono gli aggressori dicendo di scappare perchè sta arrivando la polizia.

McDonald's semplicemente rilascia una dichiarazione con il bla-bla-bla solito dicendo che la catena "si sforza di essere un luogo sicuro ed accogliente per tutti coloro che lo visitano. Niente è più importante per noi che la sicurezza dei nostri clienti, e il personale dei nostri ristoranti ". Hanno appena licenziato un dipendente, quando lo si sarebbe dovuto fare con tutti gli altri presenti in quel momento, non solo quello che ha filmato la violenza, che secondo me ha le stesse colpe degli aggressori.

Vanessa Mazza.

sabato 23 aprile 2011

«Buona Pasqua a chi non mangerà neonati»

BUONA PASQUA... Tanta pace e serenità a tutti voi...BUONA PASQUA DI VERO CUORE!!
vanessa mazza.

Lega Nord ,razzismo?ignoranza? lettera di un bambino padano



Un conoscente qualche giorno fa mi ha espresso la sua volontà nel votare le prossime elezioni la Lega Nord ,ho chiesto il perchè di questa scelta ,mi ha risposto che non cè ordine con “questi” extracomunitari e non si fida più a girare per strada!

Risposta : Guarda che la Lega Nord è già al governo

Lui : A

La gente pensa che votando la Lega tutto si risolva,come se Bossi potesse risolvere i problemi internazionali e la fame nel mondo ! Quelli della lega fanno scuole con i loro “marchi” (come le mucche tanto per intenderci) ,cantano “terroni fuori da coglioni alle feste” e bruciano le bandiere Italiane .

Questo non mi spaventa molto ,nel mondo l’ignoranza ha spesso avuto successo ,dovrebbe preuccupare che la gente vota questo partito . Il solo pensiero che qualcuno voti questi alieni vestiti di verde dovrebbe far venire i brividi .

Meditate gente ,la Lega nord non risolverà nessun problema ..se non quello del proprio conto in banca .

I partiti giocano sulle vostre paure più profonde,l’extracomunitario va regolarizzato non diffidato. Le persone deboli spesso sono strumentalizzate,vittime dei potenti . Assassini,ladri,stupratori sono tali di qualsiasi paese provengano .

La demagogia fa prendere molti voti .

Fonte:http://www.movimentorevolution.it/lega-nord-razzismoignoranza-lettera-di-un-bambino-padano.html

venerdì 22 aprile 2011

102 CANDELINE PER RITA LEVI-MONTALCINI


Anche Questo blog ha aderito all'iniziativa che "a rete unificata" collegherà oltre 200 portali online per gli auguri alla Professoressa Rita Levi-Montalcini, Premio Nobel 1986 per la Medicina che oggi compie 102 anni.

Per l'occasione, ripubblichiamo l'articolo dello scorso marzo,
preparato da Silvia Caruso.

22 Aprile 1909. In Italia si costruivano le prime ferrovie, gli Italiani aspettavano con emozione il primo “Giro d’Italia”, la prima edizione della “Corsa Rosa” che si sarebbe svolta dal 13 al 30 maggio 1909.

Ma chissà se qualcuno si ricorderà di quella data per la nascita di un grande scienziato: Rita Levi-Montalcini. È proprio in quel giorno che a Torino nasce insieme alla sorella gemella Paola.

Come tutte le bambine di inizio secolo Rita, Paola e la sorella Anna crescono in un Italia che si sta evolvendo, ma dove essere donna voleva dire avere un ruolo sociale definito di madre, moglie e donna di casa.

Ma Rita si ribella a questi cliché imposti dalla società e contro ogni imposizione e anche contro la volontà del padre a vent’anni ottiene il diploma di maturità classica.

La domanda che vi pongo è questa: “oggi quanti di voi sarebbero disposti a lottare contro tutto e tutti per rivendicare ciò in cui credete?”.

La risposta non è semplice ma già da qui si mettono in luce le doti di questa giovane donna con le idee chiare: impegno, tenacia, ottimismo, voglia di imparare e curiosità.
“Dico ai giovani: non pensate a voi stessi, pensate agli altri. Pensate al futuro che vi aspetta, pensate a quello che potete fare e non temete niente. Non temete le difficoltà: io ne ho passate molte, e le ho attraversate senza paura, con totale indifferenza alla mia persona.”
Le parole di Rita Levi rispecchiano la forza di questa donna che dopo la maturità prosegue gli studi iscrivendosi alla scuola di Medicina di Giuseppe Levi, prima suo professore e in seguito amico e collaboratore. E così iniziano i suoi studi sul Sistema Nervoso Centrale, che come lei stessa ha definito “l’universo che è dentro ciascuno di noi. C’è forse un altro tema più interessante? Scoprire il funzionamento della mente!. Il cervello spiega tutto. Bisogna partire da qui. Il nostro modo di comportarci è più emotivo che cognitivo”.

E sicuramente di emozioni deve averne provate tante: nel 1936 ottiene la Laurea in medicina e chirurgia con il massimo dei voti, e a distanza di pochi anni scoprirà il significato dell’esilio in periodo fascista. Nel 1938 Mussolini pubblica “il Manifesto per la difesa della razza”, Rita, di fede ebraica, non rientra negli “accademici Italiani di razza ariana” che meritano un lavoro e un avanzamento di carriera. Si rifugia in Belgio, dove ospite dell’Università di Bruxelles continua le sue ricerche sul sistema nervoso.

Non ha più nulla, ma rientrata a Torino nel 1940, non si perde d’animo e si costruisce in casa un vero e proprio laboratorio. Continua i suoi studi accompagnata dall’amico Levi e non smette mai di lottare per ciò in cui crede: la scienza.

Nel 1941 i bombardamenti della seconda guerra mondiale la costringono ad andar via da Torino. Nel 1943 vivrà in clandestinità a Firenze dove diviene medico presso il quartier generale Anglo-Americano assegnata al campo dei rifugiati di guerra provenienti dal Nord Italia.

È qui che Rita capisce che questo non può essere il suo lavoro: troppo dolore umano e lei come medico non riesce a trovare il giusto distacco emotivo da tutto quel dolore.

Rita Levi-Montalcini ha solo 34 anni. Eppure ha dovuto abbandonare amici, famiglia, lavoro, e ha dovuto combattere contro pregiudizi, ostilità incontrando dolore e cercando di fare ciò in cui aveva sempre creduto: aiutare il prossimo, pensare agli altri prima che a se stessa.
La vita scorre, la seconda guerra mondiale finisce e gli studi di Rita Levi continuano senza sosta.

Nel 1947 Rita riceve un importante incarico dal Dipartimento di Zoologia della Washington University e quello che doveva essere un breve intervallo di studi americani si trasforma in più di 30 anni di attività e incarichi americani.

Ma è nel culmine della sua carriera che nel 1986 ottiene il premio Nobel per la medicina.
Il premio Nobel è un'onorificenza di portata mondiale, attribuita annualmente a persone che si sono distinte nei diversi campi dello scibile, «apportando considerevoli benefici all'umanità», per le loro ricerche, scoperte ed invenzioni, per l'opera letteraria, per l'impegno in favore della pace mondiale.

Viene all'unanimità considerato come l'encomio supremo dell'epoca contemporanea.


l premio le viene assegnato per un importante scoperta sulla crescita delle cellule nervose del sistema nervoso centrale (fattore NGF).
Nella motivazione del Premio si legge: «La scoperta del NGF all'inizio degli anni cinquanta è un esempio affascinante di come un osservatore acuto possa estrarre ipotesi valide da un apparente caos. In precedenza i neurobiologi non avevano idea di quali processi intervenissero nella corretta innervazione degli organi e tessuti dell'organismo».

Anche in questa occasione Rita si dimostra essere una persona generosa e attenta agli altri; infatti devolve una parte del premio alla comunità ebraica per la costruzione di una nuova sinagoga a Roma.
Ma la generosità non si ferma qui ed è storia dei giorni nostri: nel 1992 ha istituito assieme alla sorella gemella Paola, la Fondazione Levi-Montalcini, rivolta alla formazione ed all'educazione dei giovani, nonché al conferimento di borse di studio a giovani studentesse africane a livello universitario (progetto “Un convitto per le ragazze Tuareg”), con l'obiettivo di creare una classe di giovani donne che svolgano un ruolo di leadership nella vita scientifica e sociale del loro paese, nella convinzione che:

“Solo con l’istruzione è possibile sconfiggere l’ignoranza”.

Alla domande della giornalista Concita de Gregorio dell’ “Unità”perché donne e perché Africa, Rita Levi risponde così:

“Perché guardi che cosa abbiamo fatto in Africa, dagli anni del colonialismo in poi. Guardi come l'abbiamo violentata e usata. Distrutta. Una tragedia spaventosa. Abbiamo preso le loro ricchezze e speculato sulle debolezze che abbiamo contribuito a creare. Abbiamo molto da restituire, molto risarcimento da pagare. In istruzione, certo. L'unica salvezza possibile per le genti di ogni luogo è l'accesso alla cultura».

E perché le donne?

«Perché le donne hanno sempre dovuto lottare doppiamente. Hanno sempre dovuto portare due pesi, quello privato e quello sociale. Le donne sono la colonna vertebrale delle società. Pensi al nostro Occidente. Ho appena scritto un libro dedicato ai ragazzi, l'ho pubblicato con una casa editrice per giovani. Ne sono fiera. L'abbiamo intitolato "Le tue antenate". Parla di donne pioniere. Quelle che hanno dovuto lottare contro pregiudizio e maschilismo per entrare nei laboratori, che hanno rischiato di vedersi strappare le loro fondamentali scoperte attribuite agli uomini, che si sono fatte carico della famiglia e della ricerca. Lei conosce Emily Noether, la fondatrice dell'algebra moderna?»

E voi la conoscete? E chissà quante altre donne illustri e importanti nel mondo delle scienze rimarranno nell’oscurità soltanto perché fanno bene una cosa: il loro lavoro con impegno, ricerca e sacrificio quotidiano ma senza voler ostentare o “pubblicizzare” nulla di tutto ciò.

E sono certa che molte donne, di scienza e non solo, hanno visto in Rita Levi-Montalcini il simbolo della forza delle donne, di chi di fronte alle difficoltà e al dolore va avanti nelle sue convinzioni, con indipendenza, ottimismo, impegno e voglia di lavorare.
Oggi a 102 anni, la Senatrice Rita Levi-Montalcini è per tutte noi un esempio di ciò che significa combattere per ciò in cui si crede, nonostante gli obblighi sociali, morali e religiosi.
E se questo viene perseguito con onestà e sacrificio, con le nostre possibilità, le nostri doti e la nostra bravura raggiungeremo il i più bel premio della vita: rendere il nostro mondo migliore, per noi e per gli altri.

Ecco perché i premi che Rita Levi-Montalcini ha ricevuto in questi anni non possono essere che un grazie da parte di tutti noi a quello che lei ha fatto per rendere il nostro mondo migliore:
è stata nominata senatore a vita dal presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, il 1° agosto del 2001.

Oltre al premio Nobel, ha ricevuto numerosi altri riconoscimenti fra i quali cinque lauree honoris causa: dall'Università di Uppsala, dal Weizmann Institute di Israele, dalla Saint Mary University e dalla Constantinian University (USA), dalla Università Bocconi (Milano).
Ha vinto inoltre il Premio internazionale Saint-Vincent, il premio Feltrinelli e il premio Albert Lasker per la ricerca medica. Montalcini figura anche tra i membri onorari del CICAP, fin dalla sua fondazione.
Il 22 gennaio 2008 è stata insignita della laurea specialistica honoris causa in biotecnologie industriali presso l'Università Bicocca di Milano.
Il 30 settembre 2009, per i suoi studi sul sistema nervoso, ha ricevuto il Wendell Krieg Lifetime Achievement Award, riconoscimento internazionale istituito dalla più antica associazione internazionale dedicata allo studio del sistema nervoso, il Cajal Club.

Mi piace pensare che tutto questo Rita Levi-Montalcini l’ha costruito senza tecnologie e con la sola passione e forza di volontà ma, nonostante ciò, sia comunque una donna di spirito, ironica e aperta alle novità.
Ecco come risponde ad alcune domande di Concita De Gregorio:
Se avesse potuto frequentare più assiduamente un uomo del suo tempo su chi avrebbe fatto cadere la scelta?

«Ma non c’è dubbio. Albert Einstein. Il segreto della creatività risiede nella curiosità, nella mente che rimane bambina, diceva. Un grande insegnamento. Restare bambini. Oltretutto (ride) anche Einstein appartiene alla cosiddetta razza inferiore...come me».

Qual è stata a suo parere la più grande invenzione o scoperta del secolo? Un farmaco? Uno strumento di diagnosi?
«Ma no, è stata senza dubbio Internet. L’informatica. I nuovi Magellano dell’era digitale. La comunicazione globale. Ma come mai mi chiede questo, lei non usa Internet?».



Fonte;http://www.gravita-zero.org/2011/04/102-per-rita-levi-montalcini.html

mercoledì 20 aprile 2011

In Malesia una struttura per “correggere” i ragazzini effemminati

KUALA TERENGGANU – In Malesia sessantasei ragazzi individuati dagli insegnanti come effemminati, seguiranno in una struttura apposita 4 giorni di lezioni col fine di scoraggiare la loro presuntà diversità. La formazione riguarderà sia l’aspetto religioso che fisico.

Un funzionario ha detto che il campo dell’istruzione aveva lo scopo di guidare i ragazzi “ad un percorso corretto nella vita”. Ma il ministro delle donne Shahrizat Abdul Jalil, ha detto che anche solo l’individuazione di questi bambini è traumatizzante e dannosa per la loro salute mentale. E che questa struttura “è illegale perchè viola il Children Act, che protegge tutti i bambini senza pregiudizi”.

Funzionari dello Stato affermano che, se lasciati incontrollati, gli studenti di età compresa tra i 13 ei 17 anni potrebbero diventare gay o transessuali. Il direttore dell’istruzione pubblica di Terengganu, Razali Daud, ha detto che gli studenti sono stati invitati a partecipare al campo e non sono stati costretti a farlo.

E’ da sottolineare cheil sesso gay è illegale in Malesia e gli omosessuali dicono di subire discriminazioni politiche e governative, con una legge che rende punibile la sodomia con pene che arrivano a 20 anni di prigione.

La Joint Action Group per l’uguaglianza dei generi sostiene che la struttura violi i diritti delle persone che sono percepiti come diversi. “Dovrebbe essere fortemente contrastata e contestata in quanto promuove l’omofobia e il pregiudizio”, ha detto il gruppo in un comunicato.

Fonte:http://www.news2u.it/2011/04/20/in-malesia-una-struttura-per-correggere-i-ragazzini-effemminati/

Austria: per la Corte Suprema è incostituzionale negare la riproduzione assistita alle lesbiche


La Corte Suprema dell’Austria ha dato ragione a una coppia di lesbiche che aveva chiesto di poter accedere alla riproduzione assistita, cosa questa vietata dalla legislazione austriaca. La Corte Suprema ha ritenuto tale proibizione come una palese discriminazione basata sull’orientamento sessuale e si è rivolto alla Corte Costituzionale perché annulli tale norma per incostituzionalità. La decisione della Corte Costituzionale dovrebbe giungere nel prossimo autunno.

La coppia, residente a Wels nell’Alta Austria, aveva chiesto di accedere alla riproduzione assistita perché una delle due potesse rimanere incinta. La richiesta è stata respinta e la giustizia ordinaria ha confermato la decisione basandosi sulla legge austriaca che vieta alle lesbiche – tanto single quanto unite civilmente – di poter aver accesso a tali tecniche. Ora la Corte Suprema ha sentenziato che tale divieto è discriminatorio e contrario alla giurisprudenza in materia della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.

La decisione della Corte Suprema è stata accolta con molta soddisfazione da parte del collettivo lgbt. La classe politica, invece, è divisa (tanto per cambiare): i Socialdemocratici e i Verdi hanno espresso soddisfazione e speranza che la Corte Costituzionale avalli il criterio della Corte Suprema e ponga fine al divieto; il Partito Popolare Austriaco, invece, ha espresso il proprio disaccordo sebbene rispetterà la decisione ultima che prenderà la Corte Costituzionale; il Partito della Libertà Austriaco, di estrema destra, considera la decisione alla stregua di un “esperimento sociopolitico” e ha espresso la speranza che che la Corte Costituzionale si pronunci in maniera diversa dalla Corte Suprema; infine l’Alleanza per il futuro dell’Austria (partito di estrema destra fondato nel 2005 dal defunto Jörg Haider) preferisce non pronunciarsi fino a quando non ci sarà una sentenza definitiva.

Sul finire del 2009 l’Austria ha approvato una legge che permette le unioni civili tra persone dello stesso sesso, ma esclude esplicitamente l’adozione congiunta o l’accesso alle tecniche di riproduzione assistita. Tali condizioni – insieme ad altre – hanno fatto sì che la legge sulle unioni civili fosse approvata anche dai conservatori del Partito Popolare Austriaco che governano in coalizione con i Socialdemocratici.

Fonte:http://www.queerblog.it/post/11009/austria-per-la-corte-suprema-e-incostituzionale-negare-la-riproduzione-assistita-alle-lesbiche

Tifo razzista


di Loredana Lutta

Polonia
«Al for-no, al for-no», hanno urlato gli ultrà del Wisla Cracovia mentre il difensore della squadra avversaria veniva portato fuori campo in barella. Poi è toccato a un loro giocatore, brasiliano, e sugli spalti dello stadio in cui si disputava questo derby del campionato polacco, i rivali del Cracovia Krakow hanno cominciato a grattarsi le ascelle e a urlare come scimmie. Nei Paesi dell’Est europeo razzismo e xenofobia sono tra i connotati del tifo più violento, sbandierato anche fuori dagli stadi. A Kiev, capitale dell’Ucraina, sollecitati dal partito di estrema destra Svoboda, a settembre 5mila tifosi sono scesi in strada per protestare contro la presenza di giocatori stranieri nel campionato nazionale. Per le strade di Varsavia, in occasione della festa dell’indipendenza del Paese lo scorso novembre, tra i circa 2mila manifestanti dell’estrema destra che hanno sfilato inneggiando alla “Polonia ai polacchi”, c’erano 350 iscritti a diverse società calcistiche.
In questa regione del continente, gli episodi di razzismo nel calcio dal 2009 sono monitorati e documentati dall’East Europe Monitoring Centre, particolarmente attivo proprio in Ucraina e in Polonia, i due paesi che ospiteranno i campionati europei del 2012. Oltre all’Osservatorio, Fare (Football against racism in Europe), la rete di organizzazioni contro le discriminazioni nel calcio nata nel 1999 e sostenuta anche da Uefa e Fifa, in Ucraina ha promosso un manuale sui simboli dell’odio nello sport e corsi di formazione perché steward e tifosi imparino a identificarli; ha organizzato tornei con la partecipazione di profughi e rappresentanti di minoranze etniche e preparato un video di sensibilizzazione sul razzismo.
In Polonia, in vista di Euro 2012 la Polizia ha stabilito un partenariato con Mai più, l’organizzazione antirazzismo...

Un’iraniana in Valsesia nell’ultimo romanzo di Perissinotto


Chi semina vento raccoglie tempesta. Da questa premessa parte lo scrittore torinese Alessandro Perissinotto riferendosi alla Lega Nord che fa del disseminare odio uno strumento politico, con l’idea che l’odio si possa poi controllare. Ma la situazione può sfuggire di mano, nella realtà come nel romanzo Semina il vento (Piemme) che racconta la storia d’amore tra Shirin, nata a Parigi da iraniani laici della diaspora, e un ragazzo piemontese emigrato nella capitale francese, dove lavora in un museo e arrotonda come barista. A distruggere il loro amore sarà l’incapacità degli abitanti di un paesino in Valsesia, in provincia di Vercelli, di apprezzare Shirin, andando oltre le sue origini.

Da dove nasce l’idea?

Dall’ordinanza del sindaco leghista di Varallo Sesia contro il burkini sulle spiagge fluviali, anche se non copre il viso e non contravviene a nessuna legge dello stato. Vietarlo è un atto gratuito, anche perché non sono in tante a indossarlo. Per il sindaco è stato un modo per far parlare di sé usando il razzismo come mezzo di propaganda. Paradossalmente, non sono pochi i leghisti di origine meridionale (come lasciano intuire i loro cognomi) che, dopo aver vissuto il razzismo sulla loro pelle, a loro volta discriminano i nuovi arrivati.

Perché questa storia?

In tempo di guerra i nazisti arrestavano gli ebrei e i vicini applaudivano, perché l’odio era arrivato in molti angoli della società civile. L’odio disseminato oggi dalla Lega non è molto diverso, soprattutto quello nei confronti dello straniero musulmano.

L’invidia ha un ruolo, nel suo romanzo come nelle persecuzioni degli ebrei?

Sì, perché quando i genitori di Shirin giungono in Piemonte con un Land Rover superaccessoriato, la gente al bar non può fare a meno di pensare che siano arabi – anziché iraniani - e che abbiano guadagnato denaro con chissà quali traffici loschi, non arrivando a capire che anche uno straniero può essere un professionista affermato.

Perché un’iraniana a Parigi?

Un amore così non poteva sbocciare in Italia: Parigi resta un luogo di scambio, cultura e libertà malgrado la politica francese di questi tempi sia tutt’altro che libertaria. Inoltre, l’Iran era uno dei paesi più occidentalizzati e credo che il nostro sguardo, tanto critico, sia ingiusto.

Farian Sabahi, docente presso l’Università di Torino e giornalista specializzata, scrive per il Sole24ore, Io Donna e Vanity Fair. Collabora con alcune radio locali e straniere

martedì 19 aprile 2011

Lgbt: I dipendenti di Apple appoggiano il Trevor Project


Il progetto Trevor nacque nel 2009.
E’ un’associazione che aiuta le famiglie con componenti di sessualità gay, lesbiche e transgender.

A volte le persone che si scoprono non eterosessuali potrebbero entrare in uno stato di depressione a causa del comportamento poco etico di familiari e amici, fino a giungere al suicidio.

L’associazione si rifà a un cortometraggio che nel 2004 vinse un’Academy Award.

Trevor, nel video, era un ragazzo di 13 anni che emarginato dagli amici a causa della sua sessualità scelse la strada del suicidio.
Il progetto negli anni è stato appoggiato da tante persone famose e società.

Anche Apple ha dato il suo contributo con un video in cui i suoi dipendenti spingono a parlare con qualcuno anzichè tentare gesti estremi.



fonte melamorsicata.it via MacNN
Fonte:http://lisadelgreco.blogspot.com/2011/04/lgbt-i-dipendenti-di-apple-appoggiano.html

Bologna: parte il progetto Petra. Destinerà 10 alloggi a madri straniere sole con bambini.


Il progetto si occuperà di accoglienza di transizione, per indirizzare soggetti difficili all’integrazione sociale. Le associazioni locali già attive usufruiranno di un finanziamento del Fondo Europeo per i Rifugiati.

Dieci alloggi per 11 madri straniere con bambini, ma prive di un compagno o di una famiglia e titolari di protezione internazionale (rifugiate, protezione umanitaria o sussidiaria). Sono quelli messi a disposizione dal progetto Petra, Percorsi in transizione verso l’autonomia, dell’associazione Xenia. Tante le associazioni coinvolte nel progetto che punta al potenziamento degli alloggi di transizione, preposti per le categorie deboli a rischio di esclusione sociale. Gli alloggi sono stati messi a disposizione dal Comune di Bologna e il progetto ha ottenuto un finanziamento iniziale del Fondo europeo per i rifugiati. “Pensiamo che la disponibilità di un alloggio non sia un fine sociale – spiega Maria Adele Mimmi, Settore politiche abitative del Comune di Bologna – ma un mezzo per poter raggiungere un’integrazione sociale”.

Per la realizzazione del progetto, è stata costituita una rete territoriale di contatti che fa appello alla rete di servizi già esistente e operante, composta dal Comune di Bologna e dai soggetti responsabili e gestori delle comunità di accoglienza (Asp Irides, Asp Poveri Vergognosi, Associazione Mondo Donna). “Il progetto è stato suddiviso in due fasi – spiega Giancarlo Puliti, Istituzione per l’inclusione sociale – una prima in cui si individuano le beneficiarie, si allestiscono e si assegnano gli alloggi di transizione e una seconda in cui si attiva un percorso formativo di accesso alla casa, incentrato sui diritti e le regole per un corretto utilizzo degli alloggi, di promozione di rapporti di vicinato e di reti di mutuo-aiuto”.
Il concetto della rotazione va di pari passo con quello di co-abitazione. “Pensiamo che sia più costruttivo che queste persone stiano insieme in casa, e non da sole – continua Mimmi – Abbiamo riscontrato che soggetti difficili che abitano in uno dei nostri monolocali, quindi da soli, tendono ad affezionarsi all’appartamento, arrivando a considerarlo di loro proprietà. Il distaccamento poi diventa traumatico: una madre moldava che stiamo ospitando appena ha saputo dell’imminente cambio di residenza che doveva fare, ha dichiarato di non volersi allontanare dalla palazzina in cui si trovava perché lì ha trovato una coppia di anziani che considera i nonni della sua bambina”. La responsabile del Comune aggiunge anche che “a Bologna il 51% delle case è abitato da singoli soggetti, questo mette in luce un altro problema, quello della solitudine: non tutti vogliono vivere da soli”. Dello stesso parere sono anche Asp Irides e Ceis, associazioni impegnate nella tutela di minori stranieri non accompagnati. “Ospitiamo 6 ragazzi nei nostri appartamenti – spiega Padre Mengoli, direttore del Ceis Bologna – due ragazzi marocchini, uno albanese e uno afgano stanno nelle nostre stanze dall’inizio del 2009. Hanno tutti dai 19 ai 21 anni e lavorano tutti”.
A sostenere l’iniziativa ci sono anche le associazioni Mondo Donna e il Movimento identità transessuale (Mit). “Le nostre strutture – dichiara Loretta Michelini, Mondo Donna – si occupano di donne in situazione di disagio socio-economico, lavorativo e psico-sociale, in particolare rivolte a donne immigrate. Forniamo un percorso formativo che le porti ad ambientarsi in un Paese che non è il loro, insegnando loro la lingua e inserendole nel mondo del lavoro”. Un problema che evidenzia anche il Mit: “Abbiamo avuto dal Comune la disponibilità di 3 mini alloggi – spiega Egisto Porpora, Mit – Bologna si è dimostrata una delle poche città italiane che sostengono e tutelano la comunità transessuale, già ad alto rischio di vulnerabilità. Gli alloggi danno un appoggio materiale a persone transessuali che perdono il lavoro, vengono discriminate o hanno problemi di salute”.
Il progetto Petra è sostenuto anche dall’Associazione Volontari Carcere, che ne evidenzia gli aspetti più positivi: “Per i detenuti l’iniziativa degli alloggi di transizione ha una duplice utilità perché permette di ottenere spazi ricreativi di cui in carcere non si dispone, e allo stesso tempo può assicurare un reinserimento in società non traumatico del detenuto – spiega Maria Luisa Casini, dell’associazione – Le persone che escono da un carcere hanno difficoltà a trovare lavoro e vengono spesso discriminate. Gli alloggi di transizione permettono di avere una base solida con cui assicurarsi un futuro”.

Fonte:http://www.iltamburo.it/notiziario/da-bologna/bologna-parte-il-progetto-petra-destinera-10-alloggi-a-madri-straniere-sole-con-bambini/

Canada: insegnante licenziato perché trans

Era il 2008 quando Jan Buterman si è visto recapitare una lettera di dimissioni dalla scuola nella quale stava sostituendo un insegnante. Per la scuola cattolica canadese era impensabile ospitare tra le sue mura una persona che si era sottoposta all’operazione per il cambio di sesso.

Quando la Greater St. Albert Catholic Schools ha scoperto che Jan inizialmente era una donna non ha perso tempo nel comunicargli che doveva immediatamente abbondare l’istituto in quanto la sua scelta di vita andava contro i principi della Chiesa Cattolica.

L’insegnante dopo il licenziamento non si è lasciato intimorire ed è così che ha denunciato la scuola per discriminazione. In accordo con i suoi avvocati la St. Albert, di recente, ha preferito sganciare 65 mila euro pur di vedere ritirata la denuncia. Buterman ha accettato la cifra ed ha invitato le altre persone transessuali a denunciare gli atti di discriminazione.

Fonte:http://www.gayprider.com/canada-insegnante-licenziato-perche-trans/

Torino, apre “sportello trans” in aiuto di chi cambia sesso. Poche le esperienze in Italia

Si chiama Spo.t ed è lo sportello, inaugurato nei giorni scorsi a Torino per essere a disposizione delle persone transessuali e transgender che hanno bisogno di aiuto nel processo di cambio di sesso.
A dargli vita sono 15 volontari, quasi tutti transessuali, che, in un mese, hanno già ricevuto undici richieste di “presa in carico” da parte di altrettanti trans per problemi psicologi, personali o anche concreti, come la ricerca di un lavoro o di una casa.
“Con questo sportello – ha detto Vladimir Luxuria – tanti trans sentiranno che almeno c’è qualcuno disposto ad ascoltarli. Bisognerebbe che iniziative del genere fossero realizzate in tante città italiane”.
Per il momento c’è un’esperienza analoga a Bologna, con un vero e proprio consultorio per transessuali; altre stanno prendendo corpo a Roma e Verona. “Rispondono a una domanda reale di una fetta, se pur piccola, di popolazione italiana”, ha spiegato Christian Ballarin del Circolo Maurice, che sostiene l’iniziativa.
Lo sportello collabora con i servizi del Comune di Torino, con i centri per l’impiego, con i centri sociali e con varie associazioni che operano in città. Ha il sostegno della Gtt (Gruppo Torinese Trasporti) che ha offerto la possibilita’ di farlo conoscere con locandine sui tram e sui bus e con un bus che verra’ completamente rivestito con la pubblicità di Spo.t.

Fonte:http://www.sanitaincifre.it/2011/04/torino-apre-sportello-trans-in-aiuto-di-chi-cambia-sesso-poche-le-esperienze-in-italia/

domenica 17 aprile 2011

Brasile, orgoglio gay: Michael è la bandiera del Futuro

Il giocatore del Volei Futuro di San Paolo, impegnato nei play off per il titolo, è omosessuale dichiarato. Per questo nella semifinale con il Cruzeiro i tifosi avversari l'hanno insultato pesantemente. Un caso che sta indignando il Paese.

di Emiliano Guanella
da Rio de Janeiro (Brasile)

Non deve essere stato facile per lo schiacciatore Michael Pinto dos Santos giocare in un palazzetto dello sport con duemila tifosi avversari che gli gridavano “gay” e altri epiteti ancor più pesanti (bicha bicha bicha, l'equivalente di frocio...) ogni volta che toccava il pallone. Il caso del pallavolista titolare nel Volei Futuro di Aracatuba, squadra della serie A del campionato brasiliano impegnata alle semifinali per la lotta al titolo, ha fatto molto scalpore. Suscitando un coro di indignazione e di solidarietà in tutto il Paese.

Tutto è successo nella prima gara contro il Cruzeiro di Contagem, nello stato di Minas Gerais. Ogni volta che Michael andava in battuta, tutto il palazzetto lo insultava in coro per la sua inclinazione sessuale. Un caso di omofobia chiarissimo e vergognoso, condannato dai colleghi, dalla stampa e dalla società Volei Futuro che ha presentato una denuncia presso la commissione disciplinare della CBV, la federazione brasiliana di pallavolo.

Il giorno dopo, Michael ha parlato con i giornalisti, spiegando la sua indignazione. “Non ho mai nascosto né dichiarato ai quattro venti la mia omosessualità perché credo che non ci sia nulla di anormale. La gente che mi conosce lo sa e questo non mi ha mai creato dei problemi; per i tifosi, per i miei compagni, per la società quello che conta è il mio impegno e la professionalità, non certo quello che faccio fuori dal campo. La cosa che mi ha colpito di più è che non si trattava di una banda di ragazzi esaltati, ma di un palazzetto dello sport pieno come un uovo, con famiglie intere, genitori con i loro bambini, tutti a insultarmi, come se fossi un marziano. È incredibile che succedano queste cose nel 2011”. In Brasile esistono leggi molto severe contro la discriminazione, il caso potrebbe finire anche davanti alla giustizia amministrativa. La partita è finita con una vittoria del Cruzeiro per 3 set a 1.

Una settimana dopo si è giocata la gara di ritorno. Nel piccolo stadio di Aracatuba, i tifosi del Volei Futuro hanno preparato un’accoglienza calorosa per Michael. Al fischio iniziale hanno esposto un’enorme bandiera con la scritta “No ai pregiudizi” e hanno lanciato un centinaio di palloncini di color rosa. Il libero della squadra paulista ha indossato una maglietta con i colori dell’arcobaleno, simbolo della comunità omosessuale.


Forte dell’appoggio della sua torcida, Michael ha giocato molto bene e il Futuro ha vinto 3 set a 1, pareggiando quindi il conto con il Cruzeiro. Ora si andrà a una terza e decisiva partita di spareggio, di nuovo a Minas Gerais. “Non pensavo – ha detto Michael - che quanto successo potesse avere tanta ripercussione in tutto il Paese. Non cercavo certo pubblicità, ma devo dire che se tutto ciò servirà a combattere il razzismo e l’omofobia, allora sono contento, sento di aver fatto, in qualche modo, la mia parte”.





Il Cruzeiro (multato di 22.000 euro per i cori razzisti), che disputerà la finale del campionato. I veri vincitori della stagione, tuttavia, non possono che essere giocatori e tifosi del Volei Futuro

Fonte:http://sport.sky.it/sport/volley/2011/04/13/volley_brasile_michael_gay.html

sabato 16 aprile 2011

Parlamento europeo: più garanzie alle persone LGBT


Nell'ultima seduta del Parlamento europeo è stata presentata e approvata con soli 8 voti di differenza (314 favorevoli, 306 contrari e 48 astenuti) la proposta di emendamento della Direttiva “Norme minime per le procedure applicate negli Stati membri ai fini del riconoscimento e della revoca della protezione internazionale”.

Tale Direttiva, conosciuta anche con la sigla 2005/85/CE, era già stata approvata nel dicembre del 2005 e prevedeva l’obbligo da parte dei paesi membri dell’unione di accogliere i richiedenti asilo politico, previo esame di ogni singolo caso, in virtù della Convenzione di Ginevra.

La parlamentare socialista Sylvie Guillaume, con la relazione “Riconoscimento e revoca della protezione internazionale”, ha presentato la proposta di emendamento della Direttiva che, oltre a rafforzare le garanzie dei richiedenti asilo politico, prevede maggiori garanzie e protezioni per le persone LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender), includendole nella categoria “richiedenti asilo con bisogni speciali”.

Spesso in fuga dai loro paesi per sevizie, violenze e persecuzioni, oltre che per conflitti armati, come sta succedendo in alcuni paesi africani, le persone LGBT devono aver diritto, secondo la proposta di emendamento, a maggior sostegno, attenzione e protezione. In ogni paese membro dell’Unione, quindi, le procedure di accoglienza e assistenza dei rifugiati politici dovranno tener conto, in modo appropriato, della nuova situazione richiesta per le persone LGBT.

Nel Consiglio europeo tale proposta è rimasta fino ad ora bloccata a causa dell’opposizione di alcuni stati, quindi, dopo questa prima votazione della proposta, il Parlamento europeo e il Consiglio dovranno lavorare per giungere ad un accordo nel più breve tempo possibile. Visto il gran numero di persone che, proprio in questi giorni, stanno lasciando i loro paesi per sfuggire a conflitti e soprusi, l’associazione radicale Certi Diritti sta sollecitando gli organi internazionali affinché approvino al più presto la proposta di emendamento.

MAURIZIO MARTONE

Fonte:http://www.agenziaradicale.com/index.php?option=com_content&task=view&id=12126&Itemid=97

La pedofilia che dilaga nella chiesa senza vergogna

Mentre esce in questi giorni il libro di un giornalista di Panorama il quale insiste sulle presunte vicende che vorrebbero non solo il nostro premier invischiato in festini ad alto contenuto erotico ma, addirittura, insigni esponenti del clero cattolico (motivo per cui, forse, la Chiesa si mostra tanto indulgente col Presidente del Consiglio), vengono rimbalzate dalle agenzie nuove impressionanti dichiarazioni dal Belgio di alcuni Vescovi, in particolare da mons. Roger Vangheluwe, ex vescovo di Bruges che nel corso di un'intervista televisiva rilasciata ad un'emittente belga ha ammesso di essere autore di abusi su minori ma ha detto di non sentirsi un ''pedofilo''.

L'opinione pubblica belga e il governo hanno già più volte preso posizioni nettissime nei confronti della Chiesa Cattolica senza remore di sorta, non solo per quel che riguarda la pedofilia tra le fila del clero ma anche per quel che riguarda le dichiarazioni del Papa sull'uso del preservativo in Africa o l'atteggiamento verso i gay (per capirci, in Belgio uno come il vice Presidente del Cnr - il Consiglio Nazionale delle Ricerche, nrd - Roberto de Mattei, che parla dei gay come di "invertiti" e dello tsunami giapponese come "castigo divino", non vincerebbe un concorso da netturbino).

Quello della pedofilia, però, è un tema particolarmente critico per tutti ma in Belgio vi è una consapevolezza e una risposta della società civile e dei giovani veramente impressionante (o normale, vedete voi...). Chi scrive è stato testimone di una specie di festa della birra organizzata a Bruxelles dai giovani delle università cattolica e laica. Nei camion che distribuivano la birra erano raffigurati sdegnosamente solo preti e prelati in atteggiamenti "immorali" (e criminali) con bambini. Segno di una grande coscienza e di una ancor più grande reazione d'indignazione.

Per inciso, in un camion era raffigurato anche il nostro Presidente, Silvio Berlusconi, che insidiava una giovane ragazza mentre questa gli faceva notare di avere solo quattordici anni. A proposito di segni dei tempi, immoralità e immagine all'estero (faccio notare che Bruxelles è sede del Parlamento e della Commissione europea).

Insomma, nel giorno del suo ottantaquattresimo compleanno Benedetto XVI si trova ancora a dover fare i conti con una bella gatta da pelare per la credibilità di tutta l'ecclesia romana. Dopo i tentativi di nascondere maldestramente i crimini contro i minori nel 2001, quando ancora era cardinale, giochetto che gli costò un'incriminazione per connivenza nei reati e ostruzione alle indagini da parte di una Corte federale del Texas che indagava alcuni episodi di pedofilia tra il clero americano, il Papa tedesco fecce ammenda e mea culpa invitando ad una maggiore trasparenza della Chiesa cattolica su fatti del genere.

Infatti, la reazioni dei Vescovi belgi alle parole di mons. Vangheluwe, sono state molto dure: "ancora non sembra misurare l'estrema gravità delle sue azioni'' dicono i porporati dello scapestrato collega,perchè, continuano "questa intervista non corrisponde a cio' che è stato chiesto da Roma" ma è "estremamente offensiva per le vittime, per le loro famiglie e per tutti coloro che devono affrontare il problema degli abusi sessuali" e, aggiungono, "anche per i fedeli, è uno schiaffo".

Caso vuole che le scioccanti dichiarazioni del prelato belga siano concomitanti con la presentazione in Vaticano del 'Dublin Diocesan Child Safeguarding and Protection Policy and Procedures', il programma per la tutela dei minori dagli abusi sessuali compiuti dai religiosi con il quale si riuniscono le pratiche e le direttive di prevenzione e contrasto del fenomeno. In occasione di questo evento, l'arcivescovo di Dublino e primate d'Irlanda, mons. Diarmuid Martin, ha esordito così: "Non si deve abbassare la guardia sugli abusi sui minori" perché, lascia intendere l'Osservatore Romano, bisogna aumentare la consapevolezza della Chiesa sulla necessità che tutte le nostre politiche e norme siano rispettate scrupolosamente.

Chi lo va a dire a mons. Vangheluwe?

Fonte:http://www.net1news.org/la-pedofilia-che-dilaga-nella-chiesa-senza-vergogna.html