Restiamo Umani; due parole che danno significato ad una vita spesa (e purtroppo persa) nel tentativo di cambiare, con l'esempio, qualcosa che ormai da troppo tempo ha smarrito il senso della misura.
"Restare umani" si può, si deve; adesso che Vittorio Arrigoni non c'è più, spazzato via in una manciata di ore da esseri che di umano hanno ben poco, la sua morte deve servire da monito per rientrare all'interno di limiti troppe volte superati.
Di certo c'è chi trae beneficio dalla politica dell'odio e del conflitto, politica che produce vittime innocenti e che mette a rischio l'incolumità di chi vuole esprimere nelle parole e nei fatti il proprio libero pensiero, ma è tempo di cambiare le cose.
Non conoscevamo Vittorio Arrigoni nè le sue idee e il suo lavoro; quanto gli è accaduto però appare più come una sorta di esecuzione piuttosto che un tentativo cruento (e perciò esecrabile) di mediazione tra diverse parti politiche.
E' morto un uomo giovane che fin da ragazzo aveva intrapreso una (forse personale) missione; si può non essere d'accordo con le sue idee ma queste, per quanto (eventualmente) discutibili, non potranno mai giustificare la perdita della sua vita.
Tanta inutile ferocia di umano ha ben poco e non fa che riconfermare l'ottusità di uomini che, ovunque ci sia un conflitto, sembrano agire nella convinzione di essere eterni, quando invece sono destinati, come tutti, a ritornare nella polvere e dopo poco ... ad essere dimenticati.
Siamo nella "settimana di Passione", è un buon momento per riflettere e, possibilmente, migliorare.
i.c.
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