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mercoledì 1 luglio 2009

USA: OBAMA RASSICURA I GAY, 'FAREMO ANCORA MOLTO PER VOI'


Washington - Aprendo le porte della Casa Bianca agli omosessuali, Barack Obama li ha rassicurati sul fatto che difendera' i loro diritti e li ha invitati a giudicarlo al termine della sua presidenza. Con un gesto assolutamente inedito, il presidente Usa ha voluto commemorare il 40esimo anniversario del movimento omosessuale pranzando con 300 rappresentanti della comunita' (gay, lesbiche, bisessuali e transessuali) e in tal modo ha festeggiato il mese dell'orgoglio gay. "Vogliamo un'America cui nessuno provi il dolore della discriminazione basata su chi sei o su chi ami", ha detto il presidente Usa.
Appoggiato ampiamente durante la campagna elettorale dagli omosessuali, Obama si confronta in queste settimane con il crescente scetticismo di una parte della comunita' omosessuale che ha criticato la sua lentezza nel cambiare due leggi molto contestate dai gay, entrambe approvate con l'appoggio di Bill Clinton: una che vieta il matrimonio gay a livello federale e un'altra che proibisce agli omosessuali di prestare servizio nell'esercito. "So che molti in questa stanza pensano che i passi avanti non sono stati abbastanza", ha aggiunto il presidente Usa, che poi pero' ha assicurato: "Abbiamo fatto progressi ed altri ne faremo. Sappiate che non voglio essere giudicato per le mie parole ne' per le mie promesse, ma per le promesse che la mia amministrazione mantiene". Ma Obama si e' detto certo che quando terminera' il suo mandato, nel 2013, i gay saranno "soddisfatti" dei risultati raggiunti. Tra i provvedimenti gia' approvati, il presidente Usa ha ricordato l'estensione dei benefit familiari alle coppie omosessuali dei funzionari del governo statunitense; e ha ricordato di aver chiesto al Congresso che modifichi la Legge di Difesa del Matrimonio, del 1996, che consente al governo federale e a vari Stati membri di non riconoscere i matrimoni omosessuali, che sei Stati americani hanno legalizzato. Obama ha anche fatto capire di aver chiesto al Pentagono e al Congresso di affrontare la questione del divieto per gli omosessuali di entrare nell'esercito, ma ha chiesto tempo. La cancellazione della norma nota come "don't ask, don't tell" (non chiedere, non raccontare), approvata dal Congresso nel 1993, e' un tema molto sentito dalla comunita' gay. Secondo la rivista ufficiale del Pentagono, Stars and Stripes, dal 1994 sono stati espulsi 12.500 soldati per questa ragione. In un'intervista concessa alla rivista del movimento omosessuale "The Advocate", nell'aprile del 2008, il futuro presidente aveva detto che l'avrebbe abolita perche' meramente "ideologica" e che "non rende il Paese un luogo piu' sicuro".

Fonte: AGI (30 giugno 2009)

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