L'omofobia dei media in Turchia


di Claudia Costabile*

Su 2.050 notizie pubblicate sui quotidiani turchi e riguardanti la comunità di gay, lesbiche, bisex, transessuali (Glbt) la maggior parte (46 per cento) è del tipo gossip/intrattenimento, il 22 per cento si trova negli editoriali, il 12 per cento nei titoli e il 18 per cento nelle sezioni arte e cultura.

Di queste notizie, 473 hanno reiterato stereotipi omosessuali, 450 hanno utilizzato linguaggi omofobici e 242 hanno trattato il fenomeno come un crimine.

Sono questi i risultati della Media Analysis of 2008, pubblicati recentemente nel report “Porre fine all’omofobia nei media” dall’associazione Kaos Gl, che si batte per i diritti delle persone Glbt in Turchia.

Lo studio ha analizzato la ricorrenza a stereotipi omosessuali e l’uso di linguaggi omofobici nei media turchi. Il report esamina la relazione tra il pubblico e i media, il sistema giornalistico e la censura, la regolamentazione dei media e il codice penale, il rapporto tra sessualità e mezzi di comunicazione di massa.

Sono state poi osservate le modalità con cui i principali quotidiani turchi parlano dell’omosessualità al grande pubblico. Ne risulta che solo Birgün, Radikal e Taraf danno connotazione non negativa all’argomento.

Capitolo doloroso

Kaos Gl ha iniziato la propria attività nel 1994 ad Ankara. L’impegno costante nella lotta per i diritti degli omosessuali ha fatto di quest’associazione, insieme a Lambda Istanbul, un punto di riferimento per molti Glbt, spesso considerati “malati mentali” da buona parte dei propri connazionali.

Quello delle discriminazioni sessuali in Turchia, del resto, è un capitolo particolarmente doloroso. Amnesty International si è recentemente espressa sull’argomento, denunciando la presenza di leggi inadeguate a tutelare i diritti umani e civili di Glbt. Leggi troppo indulgenti verso gli abusi di potere da parte dell’establishment militare nei confronti di questa comunità.

La violenza contro gay e lesbiche è molto diffusa. L’ultimo omicidio è stato commesso il 22 maggio scorso. La vittima un transessuale di Ankara.

È soprattutto all’interno dell’esercito che gli omosessuali subiscono mortificazioni fisiche e psicologiche. Qui, vengono sono sottoposti a visite mediche umilianti tese a confermarne l’effettivo orientamento sessuale. Una volta “etichettati” vengono esonerati dal servizio di leva in quanto incapaci di servire la patria .

Nonostante queste difficoltà, il movimento Glbt sta emergendo anche in Turchia, grazie soprattutto al lavoro di organizzazioni come Kaos Gl.

Fino a qualche anno fa gli omosessuali erano invisibili, mentre oggi proclamano con orgoglio il proprio orientamento sfilando per le strade principali delle grandi città, senza paura di mostrarsi pubblicamente. L’ultimo Gay Pride turco si è tenuto a Istanbul il 28 giugno scorso.

* per Osservatorio Iraq

[14 luglio 2009]

Il sito web di Kaos Gl

Commenti

Unknown ha detto…
hola soy adriana y muy amiga de vanessa gracias vanessa por esta pajina tao bonita y educativa ..........

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