USA, MATRIMONI GAY: NO IN FLORIDA E ARIZONA. INCERTA MA PESSIMISTA LA CALIFORNIA.

Ok, Obama ha vinto. Un presidente di colore per la prima volta nella storia della democrazia americana. Una vittoria senza precedenti. Ma non sono tutte rose e fiori. Almeno, per la comunità gay e lesbo oggi c'è poco da festeggiare. In Florida e in Arizona è passato il referendum che vieta i matrimoni gay e il loro riconoscimento a livello statale. In Arkansas il divieto di adozione alle coppie gay è diventato legge grazie ad un referendum popolare.
Ma è la California, il paese in cui tutti speravano non passasse la Proposition 8, a dare la delusione maggiore. La Proposition 8 è un referendum sostenuto dalla chiesa cattolica e mormone per abolire il matrimonio gay reso legale da una sentenza della corte suprema della California lo scorso maggio.
Con il 90% degli scrutini effettuati, la Proposition 8 passa con il 52% dei voti. Questo significa che da domani non sarà più possibile sposarsi in California e che i 18mila matrimoni gay già celebrati torneranno nel limbo legale.
Ma la cosa più amara è quando si guardano i numeri. Sono bastati 4milioni.950mila voti per bloccare i matrimoni gay contro i 4milioni.600mila a favore. Quindi il grosso di questa sconfitta va proprio imputata alla comunità gay che non si è mobilitata a sufficienza per difendere i suoi diritti. Su una popolazione di 40 milioni di individui circa la coalizione dei fondamentalisti cristiani era molto determinata ma numericamente insufficiente rispetto alla maggioranza della popolazione. Ma ancora peggio è stato il comportamento della comunità LGBT che non è riuscita a mobilitare i propri membri in massa per farli partecipare al referendum.
No, oggi non è una bella giornata per la comunità LGBT americana.
E il quesito si ripropone insistentemente: ha un senso legale e ancora prima politico lasciare alla maggioranza il diritto di veto sui diritti di una comunità che sarà sempre una minoranza


redazione@gay.tv

Commenti

Anonimo ha detto…
"lasciare alla maggioranza il diritto di veto sui diritti di una minoranza" questo è il confina che segna nella realtà il limite tra dittatura di maggioranza e vera democrazia, dove i diritti dati dallo stati ai cittadini dovrebbero essere per tutti uguali ed esercitati entro il limite reciproco del neminem laedere.
Comunque mi chiedo che cosa mai la comunità GLTB avrebbe potuto fare d'altro, appunto come minoranza non può pensare di smuove una maggioranza i cui diritti non vengono intaccati, cioè alla maggior parte degli eterosessuali non fondamentalisti non gliene può fregare di meno del nostro diritto a sposarci, quindi non riusciremo mai a smuovere una massa critica.

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