Testimonianze raccolte da Consuelo Terra tratte dalla rivista lesbica cilena rompiendoelsilencio del 1 novembre 2006, liberamente tradotte da Dino M.
Hanno detto loro che avrebbero pregato affinché potessero trasformarsi in eterosessuali. Hanno detto loro che non era peccato il fatto di essere lesbica, lo era invece il fatto di praticarlo concretamente. Hanno detto loro che avrebbero commesso un'eresia se avessero fatto la comunione. Hanno detto loro che avrebbero dovuto farsi carico della loro condizione come di una croce.
Ecco le storie di alcune lesbiche cristiane Cilene che ci aiutano a far luce, attraverso il racconto delle loro vite, sulle tante difficoltà che pone il conciliare "fede e omosessualità".
"Mi dicevano che avrei dovuto meditare ed accettare la mia condizione come una prova, come una croce di cui farmi carico per amore verso Dio". Camilla, a 14 anni, andò a studiare in uno dei collegi più rappresentativi dell'Opus Dei a Las Condes.
Nel suo primo giorno di scuola si innamorò di una compagna di corso ed amoreggiò con lei per tutta la durata del collegio. Non fu facile per niente, ma è vissuta tanto da poterlo raccontare.
"Era un peso terribile stare in un collegio dell' Opus Dei, così profondamente rigido e dogmatico, benchè alcune compagne fossero a conoscenza della mia storia e mi appoggiassero. Quando lo raccontai ad una professoressa, che era una "tutrice" (una specie di guida spirituale che avevano le ragazze nei collegi Opus), mi disse che dovevo meditare, avvicinarmi all' Opus.
Che avrei dovuto accettare la mia condizione come una prova, una croce che dovevo caricarmi sulle spalle per amore di Dio. E per mezzo di questa prova, consistente nell' essere lesbica senza però metterlo in pratica, avrei potuto santificarmi... Orrore! Quando mi torna in mente questa cosa mi si drizzano i capelli in testa" dice Camilla che ora ha 27 anni.
Per molto tempo è stata una fervente cattolica, andando a messa ogni domenica, provvedendo alla raccolta delle offerte e partecipando attivamente. Cercò anche di recarsi alle conferenze dell' Opus dei, ma dato che conosceva la posizione della Chiesa riguardo agli omosessuali e alle lesbiche, si è sentita sempre più esclusa da essa.
"Io ero una brava persona, lo sapevo, semplice e normale, ma se parlavo con un prete, questo mi diceva: "L'omosessualità e il lesbismo di per sè non sono un peccato, ma il metterli in pratica sì. Per questo se li pratichi e fai la comunione, stai commettendo una eresia davanti a Dio". E la cosa peggiore è che invece per me non era peccato. Ma abbandonandosi tutto il giorno a questi ragionamenti schifosi alla fine ti veniva da metterti in discussione", aggiunge.
A poco a poco Camilla smise di far la comunione e di andare a messa, fino a che abbandonò la Chiesa Cattolica. Rimase "sola con Dio". Dice che ogni giorno interiorizza sempre più questa liberazione dal senso di colpa, "ma sinceramente devo ancora percorrere un lungo cammino per smettere di crearmi conflitti a questo proposito.
Ho ancora desiderio di essere una cattolica praticante, ma mi dico: a che scopo andare a messa, se non posso partecipare al suo momento principale che è la comunione? Oppure come confessare il fatto di aver rapporti sessuali con la mia ragazza, se per me non è peccato, ma un atto di amore che ha in sè tutto ciò di bello e di buono che esso comporta? Come aver dubbi riguardo ad un fatto che è parte stessa della tua vita?".
La teologa
Catalina, che ha 30 anni, si definisce come "cattolica e profondamente credente". A differenza di Camilla partecipa ancora alle attività della Chiesa, dove c'è anche la maggior parte dei suoi amici. Chiaramente tutto questo ha il prezzo di tener nascosto il fatto di essere lesbica. "La mia Chiesa, che io amo e adoro, non è preparata ad esserne messa a conoscenza", dice.
Catalina ha studiato teologia e scienze religiose per vari anni e dice che "per me è chiarissimo. Ho fatto la mia esegesi sul fatto che sia emerso qualcosa contro l'omosessualità e il lesbismo nella Bibbia. E non ho incontrato un solo testo che parli contro questi due concetti. Queste parole non esistevano ancora".
Dice di non avvertire conflitti tra la sua religione e il suo orientamento sessuale, dato che "l'ho già tanto compreso e tanto studiato, che qualsiasi sacerdote o altra persona che mi dica qualcosa di contrario al riguardo, a me non fa ne caldo ne freddo, poiché non è quello che dice la Bibbia e nemmeno l'antica tradizione cattolica".
Racconta che un amico gay diceva piangendo che "Dio non lo voleva". Catalina gli disse che Dio desiderava che lui fosse fatto proprio in quel modo. Tutti siamo stati creati con caratteristiche diverse. Io sono tranquilla, credo che Dio mi ami e non credo che sia contrario al fatto che io sia lesbica. In precedenza avevo provato a stare con uomini, ma questo andava contro il mio modo di essere. Ed ho compreso che Dio non voleva questo da me, che io vada contro la mia natura, ma desidera che io sia felice".
E cosa succederebbe se i suoi amici della Chiesa scoprissero che è lesbica? "Se venissero a saperlo e per questo si allontanassero, soffrirei per il loro allontanamento, ma non per l'allontanamento da Dio".
La figlia del pastore
Yudy ha 24 anni ed è figlia di un pastore evangelico. Da piccola andava tutte le sere a partecipare alle attività della sua Chiesa. "Mi piaceva tantissimo partecipare. E' stato un periodo molto bello". Finché, a 15 anni, cominciò ad uscire con le amiche lesbiche del suo liceo e a rendersi conto che anche lei era una di loro.
Suo padre scoprì una lettera d'amore che lei aveva scritto ad una ragazza e le disse che era peccato. Quasi 10 anni dopo, la posizione di suo padre non è cambiata nemmeno un po'.
Yudy non ha mai pensato che fosse male o peccato amare le altre donne. Ciò che le ha dato dolore è stato il sapere che non sarebbe mai stata accettata dal suo ambiente evangelico. Un' amica cristiana "benintenzionata" che era a conoscenza del suo lesbismo le disse che pregava sempre per lei affinché potesse abbandonare la "cattiva strada".
L'ambiente che ho conosciuto a questa età era quello della discoteca, così oscuro, falso, fatto solo dal saltare da una ragazza all'altra. Era completamente diverso dai valori con i quali ero cresciuta. c'è stato un momento in cui mi sono stancata ed ho persino pensato di cercare di essere eterosessuale. Ma è durata poco. Sono troppo lesbica per far questo" (ride).
Dall'anno scorso Yudy è inserita in gruppi attivisti e si sente a suo agio con l'ambiente che vi ha trovato. Sebbene, come succede ad un esiliato quando s'incontra con un altro lontano dal suo paese, quando Yudy conosce casualmente un'altra lesbica evangelica prova un poco di pietà.
"Ora sono tranquilla. Non sono più evangelica, ma continuo a credere in Dio. E anche un poco nel Buddismo, nella reincarnazione. La fede è un processo personale ed ognuno lo vive come gli riesce", dice Yudy.
Sabrina ha più o meno la stessa età di Yudy, e come lei è stata allevata come "canuta". "Sono cristiana, poiché credo in Gesù, ma non appartengo a nessuna Chiesa o istituzione", spiega lei, che si è allontanata dalla sua Chiesa, ma non solo per la visione repressiva del lesbismo.
"Sono contro il maschilismo della struttura gerarchica, contro lo svilimento della donna e di molti comportamenti che sono totalmente anticristiani nelle Chiese evangeliche ed in particolare nella Chiesa cattolica che è quella che ha il maggior potere in questo paese", aggiunge.
Quando, nella sua adolescenza, si rese conto che le piacevano le donne, Sabrina rifletté molto e studiò questo argomento. Gesù stava dalla parte degli emarginati, delle donne, dei poveri. Predicava l'amore verso ogni prossimo. E non vide da nessuna parte che si dicesse qualcosa contro l'omosessualità o il lesbismo. Così mi sono tranquillizzata.
"Ma poiché quello che credevo io era diverso da quello che credevano nella mia Chiesa, ho deciso di smettere di farne parte" dice Sabrina che, dopo tutto questo investigare e riflettere, rimaneva comunque una lesbica solo teorica. Ma ben presto ha cominciato ad esserlo anche concretamente e ad amoreggiare con le ragazze.
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