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venerdì 3 ottobre 2008

Razzismo, donna somala ingiuriata e tenuta nuda per ore a Ciampino


Amina Sheikh Said tornava da un viaggio a Londra: è stata umiliata, maltrattata e oltraggiata per ore dal personale dell'aeroporto. Nel
milanese scritte a sfondo razziale contro un ragazzo romeno morto
ROMA
Amina Sheikh Said, una donna somala di 51 anni, sposata con un italiano Luigi Mancuso, cittadina italiana, è stata «umiliata, maltrattata e oltraggiata, tenuta nuda per ore all’aeroporto di Ciampino». A denunciare il fatto è l’associazione "Antigone". La donna, che tornava, a fine luglio, da un viaggio a Londra con quattro nipotini, è stata accusata prima di rapimento di bambini, poi di traffico di clandestini, infine di essere un corriere della droga, è stata tenuta nuda per ore». Dopo quattro ore in cui personale dell’aeroporto ha cercato «ingiuriandola, chiamandola "negra"» di convincerla ad una ispezione corporale la donna - prosegue "Antigone" - è stata portata in ambulanza al Policlinico Casilino. La perquisiscono e non si trova niente. Nessuno le rilascia alcun verbale, delle perquisizioni effettuate non rimane traccia». Amina, sostenuta da "Antigone" mercoledì scorso ha sporto denuncia.

Intanto un altro episodio di violenza razziale si è verificato nel milanese. Alcune scritte razziste sono apparse ieri sera sui muri della Falck di Sesto San Giovanni, comune alle porte di Milano, nella zona della via Trento, dove pochi giorni fa è morto bruciato il giovane rumeno Marian. Informato, il sindaco della cittadina, Giorgio Oldrini, ha inviato dipendenti dell’Amministrazione comunale a cancellarle. Il primo cittadino esprime comunque indignazione e dolore per l’apparire di parole spietate e offensive verso il povero ragazzo morto tra le fiamme e verso la comunità dei rumeni e anche contrarie alle tradizioni di una città come Sesto San Giovanni, che nella sua storia ha fatto dell’accoglienza e della costruzione di un futuro condiviso da persone provenienti prima da ogni parte d’Italia, oggi dai cinque continenti la sua stessa identità.

«Il razzismo - ha dichiarato Oldrini- deve essere estraneo ad una città in cui si lavora e si vive insieme, in cui i matrimoni misti sono cresciuti rapidamente, dove i bambini di ogni nazionalità frequentano le stesse scuole, giocano nelle stesse squadre sportive. Le difficoltà e i problemi della convivenza tra culture, religioni e tradizioni differenti devono essere superate nella convinzione comune, che noi insegniamo nelle scuole e nelle attività della Amministrazione comunale, che le diversità debbono essere una ricchezza per tutti e non motivo di divisione, di razzismo, di violenza».



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