Giovedì 30 lo sciopero generale
Il Senato approva, in via definitiva, la conversione in legge del decreto Gelmini sulla scuola con 162 a favore, 134 controri e tre astenuti. Il provvedimento, approvato il 9 ottobre dalla Camera, non è stato modificato dai senatori e ora è legge.
Intanto gli studenti continuano a protestare e si sono fatti trovare al loro posto a scandire gli slogan che hanno percorso le maggiori piazze della Penisola dall'inizio della protesta. Si tratta di circa 1.500 ragazze e ragazzi in larga parte delle scuole superiori. Con loro, in prima fila, gli insegnanti dei Cobas con uno striscione che reca la scritta «Gelmini Vattene» e «Il popolo della scuola pubblica» con il messaggio «Non distruggete la scuola».
Ancora un giorno davanti al Senato per urlare che quel decreto non deve passare: l'ennesimo sit-in sotto palazzo Madama.
È il giorno clou, a Roma dopo i temporali della notte anche la pioggia sembra dare tregua e gli studenti si preparano a tornare in quel collo di bottiglia tra Piazza Navona e Corso Rinascimento, chiusi dietro le transenne e la polizia in assetto anti-sommossa.
Qualcuno (una trentina) ha già preso posto dalle 9 dietro gli striscioni lasciati lì da martedì: gridano e aspettano i rinforzi. Sostegni bipartisan, come è ormai consuetudine contro il ministro Gelmini: «Per le vie della capitale ci saranno singoli cortei di studenti provenienti da diverse scuole e universitari sparsi, tutti diretti al Senato: i primi saranno a palazzo Madama verso le 10.30, gli altri verso le 12», spiega Roberto Iovino (Uds) e anche Francesco Polacchi (Blocco studentesco) dà appuntamento «alle 10 davanti al Senato».
Sul da farsi entrambi concordano: «Dopo il voto vediamo, dipende dalla giornata. Certo saremo migliaia». E comunque andrà «domani c'è lo sciopero».
È stato in ogni caso annullato il corteo previsto per il pomeriggio con partenza alle 14 da Piazza della Repubblica, mentre in questo momento si sta muovendo un corteo non autorizzato di studenti partito da Porta San Paolo e diretto a Trastevere che ora si trova in via Marmorata.
Intanto, sul fronte universitario nazionale ad Ancona l'Assemblea No 133, in cui il Gulliver-Udu Ancona è promotore della protesta, continua la pacifica occupazione della Facoltà di Ingegneria; a Brescia è previsto un sit-in con volantinaggio in piazza San Faustino da parte del "Comitato universitaglia: 133 passi indietro nessuno avanti"; a Cagliari nella Facoltà di Lettere a Piazza del Carmine alle ore 10 ci sarà il laboratorio di approfondimento "Il futuro dell'università italiana: istituzioni pubbliche o fondazioni private?"; a Lecce assemblee studentesche nelle facoltà di Lettere e di Economia; a Pavia lezioni in piazza (corso di Geometria 1 per Matematica e Fisica e lezione divulgativa di Fisica); a Padova fiaccolata di protesta contro la legge 133 organizzata e promossa dall'associazione Studenti Per sfilerà per le vie della città; a Macerata gli studenti, che hanno ieri occupato il rettorato improvvisando un corteo nella città, oggi improvviseranno nuove forme di
Protesta; ad Urbino assemblea d'ateneo alle 15; a Chieti-Pescara, infine, il movimento studentesco ha organizzato un'assemblea a Pescara e delle lezioni all'aperto a Chieti.
«Questo decreto è solo una parte di una riforma molto più ampia». Così il senatore leghista Federico Bricolo (Lega Nord) nella sua dichiarazione di voto oggi al Senato sul dl Gelmini che riforma la scuola.«Non è soffiando sul fuoco della protesta che si riforma la scuola - avverte Bricolo - sulla scuola la sinistra ha sparso solo critiche e falsità, nessuna proposta costruttiva. Su questo tema ci saremmo aspettati un'opposizione più matura. Ma così non è e quindi andremo a fare questa riforma da soli. Voi ieri avete protestato qui in Senato. Oggi vi diciamo che la ricreazione è finita e oggi approveremo il decreto». E infatti, alla faccia della democrazia.
Pubblicato il: 29.10.08
Modificato il: 29.10.08 alle ore 13.05
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