Dal suffragio all’esclusione: come la NFWI, simbolo della storia sociale femminile, si piega alla sentenza della Corte Suprema e ridisegna i confini della sorellanza.
Con “rammarico e tristezza”, la National Federation of Women’s Institutes (NFWI) ha annunciato che dal 2026 non accetterà più donne transgender come membri formali. La decisione, comunicata dalla CEO Melissa Green, è stata motivata dalla necessità di conformarsi alla sentenza della Corte Suprema britannica che ha stabilito che, ai fini dell’Equality Act, la definizione legale di “donna” si riferisce esclusivamente al sesso biologico.
Cos’è la NFWI
Fondata nel 1915, la NFWI è la più grande organizzazione femminile volontaria del Regno Unito. Nata per sostenere le comunità rurali durante la Prima guerra mondiale, nel tempo è diventata un movimento che promuove educazione, cittadinanza attiva e solidarietà femminile. Oggi raccoglie centinaia di migliaia di iscritte in Inghilterra, Galles e Isole del Canale, ed è considerata un simbolo della storia sociale britannica.
Motivazione ufficiale: adeguarsi alla sentenza della Corte Suprema.
Dichiarazioni: “Non avremmo preso questa decisione se non ci fossimo sentiti obbligati”, ha affermato Green.
Contraddizione interna: pur ribadendo che “le donne trans sono donne”, la NFWI restringe la membership, cercando di offrire alle donne trans solo forme di partecipazione non formale.
La scelta ha suscitato dolore e indignazione:
Molti membri parlano di “atto codardo” e di “arretramento” rispetto a decenni di inclusione.
Alcuni attivisti sottolineano che la sentenza non obbligava la NFWI a cambiare le regole, ma lasciava margini di discrezionalità.
Si prevede che la decisione possa aprire a contenziosi legali, come già accaduto in altri contesti.
Contesto legale inglese
La decisione della NFWI si inserisce in un quadro giuridico complesso.
Equality Act 2010: è la legge che tutela contro discriminazioni basate su sesso, etnia, religione e identità di genere.
Sentenza della Corte Suprema (2025): ha stabilito che, ai fini dell’Equality Act, la definizione di “donna” e “uomo” si riferisce esclusivamente al sesso biologico. Questo ha ridotto lo spazio di interpretazione che in passato permetteva l’inclusione delle persone trans nelle organizzazioni femminili.
Implicazioni: la sentenza non impone automaticamente l’esclusione, ma crea un quadro legale che molte istituzioni usano come giustificazione per restringere l’accesso.
La decisione della NFWI arriva poco dopo che Girlguiding UK ha annunciato il divieto di partecipazione per ragazze trans. Questi segnali mostrano un trend di esclusione che rischia di ridefinire il concetto stesso di sorellanza e comunità femminile nel Regno Unito.
La NFWI non è solo un’associazione: è un simbolo della storia sociale britannica. La sua scelta di escludere le donne trans mette in discussione il significato di “sorellanza” e apre un dibattito più ampio su diritti, inclusione e definizioni legali di genere. La contraddizione tra linguaggio inclusivo e pratica esclusiva rivela la tensione tra diritto e giustizia sociale: conformarsi alla legge non significa necessariamente fare la scelta giusta.
La decisione della NFWI segna un passaggio controverso. Dopo oltre 40 anni di inclusione, l’organizzazione rischia di perdere credibilità e di tradire la sua missione storica di solidarietà femminile. In un tempo di regressioni, la vigilanza e la solidarietà restano strumenti essenziali per difendere la dignità di tutte le donne.
Fonti giornalistiche inglesi da citare
Sky News – analisi della sentenza e dichiarazioni ufficiali.
Yahoo News UK(8) – cronaca della decisione e reazioni.
The Independent(14) – approfondimento politico e sociale.
Newsweek – copertura internazionale con focus sul “rammarico” dichiarato.
Daily Mail – cronaca con riferimento al precedente di Girlguiding.

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