Oggi, 5 dicembre, la FIFA si prepara ad assegnare un “premio per la pace” a Donald Trump, durante la cerimonia del sorteggio dei gironi del Mondiale 2026. Non è ancora accaduto, ma l’annuncio basta a rivelare l’assurdità di un gesto che svilisce lo sport e lo piega a un teatrino politico.
Il presidente della FIFA, Gianni Infantino, sostiene apertamente questa scelta, spalleggiato da Zaw Zaw, imprenditore birmano legato alla giunta militare del Myanmar e oggi a capo del Comitato per la Responsabilità Sociale della FIFA. Una nomina che smaschera l’ipocrisia di un’istituzione che parla di pace mentre si circonda di figure compromesse con regimi autoritari.
Un premio che suona come insulto
Contraddizione evidente: celebrare la pace premiando un leader che alimenta tensioni internazionali.
Il caso Venezuela: mentre si prepara la cerimonia, si moltiplicano le voci su possibili azioni ostili verso Caracas.
Il calcio come azienda: la FIFA appare sempre più come una corporation che usa simboli etici come facciata per interessi politici ed economici.
Il circo della retorica
La scena ricorda una puntata dei Simpson, dove un personaggio affermava che avrebbe “ucciso per vincere il premio della pace”. Satira che oggi sembra profezia: la pace ridotta a slogan, brandita come trofeo da chi non ne incarna i valori.
Non è pace quella che si assegna con cerimonie e premi vuoti. È marketing, è spettacolo, è un insulto alla dignità di chi lotta davvero per la giustizia. Il calcio, che dovrebbe essere linguaggio universale di inclusione e rispetto, si ritrova complice di un circo vergognoso.
Fonti
Il Napolista – “Mondiali 2026, l’evento politico di Trump. In mancanza del Nobel, riceverà il Premio Fifa per la pace”
Linkiesta – “Durante i sorteggi dei gironi dei prossimi Mondiali verrà assegnato un riconoscimento per la pace: dovrebbe vincerlo Trump”
Il Post – “Trump sta già monopolizzando i Mondiali di calcio del 2026”

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