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martedì 14 giugno 2011

Sorprendente Lady Gaga (ed anche Praitano)


di Mirella Izzo *

Grande Lady Gaga. Premetto che non sono una sua fan. Conosco qualche tormentone delle sue canzoni più famose ma la sua musica non appartiene ai miei generi di musica preferita. Non che mi faccia schifo. Semplicemente non mi è mai interessata come artista (e tantomeno come “fenomeno”). Una premessa fondamentale per far solo capire che non sono influenzata dalla sua fama.
Grande Lady Gaga, ripeto. Grande perché, al contrario delle leadership LG italiane, ha capito che per un Pride è importante parlare e non urlare slogan, rivolgersi direttamente agli interlocutori e non “a nessuno” o solo ai “nemici politici” del momento (non a caso è stata un po’ fischiata quando ha ringraziato Alemanno). Perché ha capito – la regina del trasformismo, capace, secondo Luxuria, di far morire d’invidia le Drag Queen (a meno che non fosse volutamente ironica) – che ad un Pride è meglio presentarsi sobriamente. Non che fosse proprio invisibile ma ha indossato un abito significativo (di Versace, notoriamente omosessuale) e a metà show si è pure liberata delle parti
più evidenti dell’abito, restando con un lungo vestito nero ed ha sia parlato seduta ed ha cantato con il solo pianoforte d’accompagnamento (suonato da lei che non è particolarmente brava, quindi poco “coperta” dagli strumenti). Una voce davvero meravigliosa. Sinceramente facesse un album acustico, potrei cambiare opinione musicale su di lei e comunque ho capito che è una vera artista, una vera cantante (oltre che autrice).
Ma questo è altro argomento.
Il discorso di Lady Gaga ha disatteso ogni aspettativa (non la mia però… io ci speravo almeno contando sull’intelligenza mediatica della Lady)… Non sarà memorabile come quello di M.L.King ma le sue parole sono semplici e chiare. Un discorso quasi più “pangender” che LGBT. Pacato ma soprattutto con un messaggio semplice ma giusto: “siamo tutti uguali” (aggiungo io “nelle differenze”). ha detto “io come donna o uomo… ma che importa poi…” con l’unico riferimento
della serata alle questioni di Genere della serata (almeno quella trasmessa.. Non escludo che alla fine, quando tutti se ne vanno, abbiano dato la parola a qualche trans).
Stupefacente per la sua determinazione e scelta voluta di non distrarre con strumenti o abiti, dalle cose che voleva dire, parlando lentamente per aiutare la comprensione anche di noi italiani che
l’inglese lo mastichiamo poco e male.
Quando poi ho sentito la Praitano (Mario Mieli) ringraziare Lady Gaga perché le sue parole corrispondono con il programma dell’Europride, ho strabuzzato gli occhi (tra qualche anno chissà mi sarei pisciata addosso).
Nulla della storia delle Associazioni che hanno organizzato l’Europride è affine alle parole di Lady Gaga. Ok si è d’accordo sui diritti civili (ci mancherebbe altro) ma per stile, politica e messaggio, l’evidenza era la differenza tra lei e la storia di quella parte di Movimento LGBT organizzatore dell’Europride.
Lei ha ringraziato Alemanno per avere lasciato svolgere la manifestazione (memore, lei, che in paesi molto vicini geograficamente all’Italia, una cosa del genere non sarebbe stata neppure
immaginabile), il Mieli (in buona compagnia… penso all’ArciLesbica e la radiazione della presidente del circolo romano) lanciò una vera e propria scomunica alle associazioni che chiesero un incontro con il sindaco di Roma appena eletto (per capire le sue intenzioni per avanzare istanze, come è normale). Lady Gaga non sa (ed è meglio così) che in Italia l’ideologia arriva al punto che con “Alemanno non si parla perché è fascista” anche se è il sindaco che governerà la città
e quindi anche le persone LGTQI residenti a Roma.
Per carità…pura ipocrisia. Quel che dava fastidio era che alcune associazioni avessero agito senza prima chiedere al Mieli… perché poieccome se si è rapportato con il sindaco fischiato e per cui alcune associazioni vennero “maledette” per quella richiesta, ovviae normale.
Per questo Lady Gaga ha proseguito ignorando i fischi… perché si è rivolta ai governanti per cambiare le cose… Si è rivolta a chi può cambiare almeno leggi e influenzare i costumi. E quando lo si fa, ovviamente, non si può fare la lista di chi ringraziare e chi no. Se in Iran, un successore eventuale dell’attuale governante, togliesse la pena di morte o meglio, depenalizzasse l’omosessualità pur continuando a condannarla religiosamente, se a farlo fosse un Ayatollah… come
dovremmo reagire? Felicitarsi della cosa o no perché proviene da un Ayatollah che comunque è storicamente omofobico?
Lady Gaga, italo americana, è politicamente più avanti della media del “nostro” (anzi vostro) “movimento” LGBT. E dato che lei è una cantante e per quanto ecumenico, il suo discorso non può certo definirsi geniale, la cosa la dice lunga sulla miopia dei “vostri governanti” (governanti del “movimento” o di una sua parte.. ci sono state defezioni all’adesione a questo Europride, in Italia).
L’importante è stato farsi belli con Lady Gaga, tirar su soldi con le feste (legittimo per carità… i costi di un Pride sono enormi, ma ci deve essere qualcosa di più di un appoggio alla leggina Concia).
Una domanda.
Ma le ed i trans sono content* di questo Europride? Della visibilità dei loro problemi? Finita l’occasione per divertirsi a sfilare (ognun* come crede), cosa resta in bocca?
Non un gusto amarognolo?
A me si.

*: Mirella Izzo è fondatrice di Crisalide Pangender.
e-mail: mirella@mirellaizzo.it

Fonte:http://www.notiziegay.it/

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