La sfida è confermata: Riad, le donne al volante sfidano il Re


La sfida è confermata: nonostante l'arresto della loro leader e le minacce, le donne saudite oggi si metteranno al volante per protesta. Da vent'anni aspettano il permesso di guidare. Sosteniamole!

Nonostante l'arresto dell'organizzatrice Manal Al Sharif, nonostante le intimidazioni dei conservatori, nonostante la pressione sociale, le saudite si ritroveranno oggi alla guida delle loro auto nella prima protesta ufficiale dopo quella che, nel 1991, segnò l'inizio della ventennale campagna che chiede l'abolizione del divieto (unico al mondo) che proibisce alle donne del regno di guidare. Ciascuna dovrà mettersi al volante nella propria città e procedere in modo sparso, per evitare il fermo di massa come quello del '91. Le donne sono invitate a velarsi in maniera appropriata, ad esporre sul cruscotto una bandiera saudita e una scritta inneggiante al re, Abdullah, per fugare ogni dubbio sulla propria fedeltà alla corona. Oltre, chiaramente, al simbolo della campagna, scaricabile via web. Il manuale specifica che saranno probabilmente fermate e che dunque è meglio farsi accompagnare da un uomo, per facilitare il proprio rilascio.

Nel frattempo su Youtube è nato un canale dedicato all'iniziativa: HonkforSaudiWomen raccoglie i video di quanti - uomini e donne - hanno scelto di salire in auto e suonare il clacson per appoggiare la sfida delle saudite.

Leggi l'articolo di Repubblica.it

9:10 - Se qualcuno dovesse fermarle, rischierebbero di essere arrestate. Perché in Arabia Saudita, la guida al femminile è vietata. Dopo anni di silenzio, però, le donne saudite hanno scelto di far sentire la loro voce e, dopo giorni di mobilitazione sul web, hanno scelto di mettersi in auto sfidando il divieto di Re Abdullah. Le regole della protesta sono semplici: nessun luogo preciso dove riunirsi, ogni donna potrà mettersi al volante dove vuole.
La campagna, ribattezzata "Women2drive", promette di proseguire ad oltranza finché il sovrano non revocherà la disposizione contro il gentil sesso. Le attiviste si sono raccomandate di indossare il velo e, se possibile, portare nell'auto una bandiera saudita e la foto del sovrano, per non dare a intendere che si tratti di una dimostrazione contro il regime. L'atto di disobbedienza dovrebbe inoltre essere filmato per poi venire postato sulla Rete. E proprio sul web viaggia anche la controprotesta, con una violenta capagna che invita i mariti a picchiare le mogli insubordinate.

All'origine della rivolta ci fu l'arresto di una donna 32enne, finita in carcere per due settimane perché aveva osato postare un video su internet che la ritraeva mentre scorrazzava in auto nelle parte orientale del Paese. Oltre tremila persone hanno firmato un petizione in suo favore rivolta a Re Abdullah, mentre sulla sua pagina Facebook il numero dei sostenitori ha raggiunto quota 24mila.

In Arabia sono tante le promesse che il governo ha fatto alle donne del Regno, da sei anni a questa parte, senza che nessuna sia stata mantenuta. Dal diritto a guidare un'automobile, fino alla possibilità di uscire di casa o di prendere decisioni senza un tutore di sesso maschile. Senza dimenticare il diritto al voto: sei anni fa, quando alle donne fu negata la possibilità di partecipare alle prime elezioni municipali del regno, la promessa fu che al prossimo appuntamento elettorale anche loro sarebbero potute entrare nelle cabine elettorali. Il voto si terrà quest'anno, ma al momento non è stato ancora concesso alle donne il diritto di registrarsi alle liste.

Fonte:http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/articoli/1012834/riad-le-donne-al-volante-sfidano-il-re.shtml
http://d.repubblica.it/frasi/2011/06/16/news/donne_saudite_al_volante-380577/

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