Arte: 'No money no sex', la prostituzone vista da Hypnos


È una raffigurazione dell'organo sessuale femminile l'ultima provocazione di Gilberto Di Benedetto, in arte Hypnos, 'No money no sex': l'opera con cui il pittore vuole porre l'accento sull'attuale scena politica. «Gli italiani amano andare a puttane -spiega Hypnos-. Questa non è una novità. La cronaca è piena di storie del genere, che vedono protagonisti vip (del mondo dello spettacolo, della politica, del giornalismo) e belle gnocche a pagamento. Naturalmente il vizietto non riguarda gli italiani soltano». «Anche oltre i confini nazionali -continua l'artista-, da questo punto di vista, ne succedono di tutti i colori, dall'Europa all'America. Prostituzione e politica, bellezza e potere, vanno spesso a braccetto. Ma certamente non sono solo i politici a preferire sempre più il sesso a pagamento. E non sono solo i politici ad essere attratti dalla prostituzione transessuale. Ma perchè gli uomini preferiscono pagare, anzichè conquistare? Proprio nella domanda possiamo individuare una risposta: la conquista di una donna (o di un uomo, esiste anche la prostituzione maschile, anche se in misura inferiore), ha bisogno dei tempi giusti. Può succedere di portarsi a letto qualcuno la sera stessa, appena conosciuto, ma sono eccezioni: follie di una notte, forse. Ma la regola, se di regole si può parlare, visto che in amore non ne esistono, è cominciare dalla classica fase del corteggiamento».

Fonte:http://www.lunico.eu/2011011535916/arte-rassegne/arte-no-money-no-sex-la-prostituzone-vista-da-hypnos.html

Commenti

Anonimo ha detto…
La prostituzione passata sotto il grandangolo dell’artista italiano Hypnos.
“Gli italiani amano andare a puttane”. Lapidario ma veritiero, Gilberto di Benedetto, in arte Hypnos, pittore, scultore ma anche esperto di ipnosi , alla quale lo pseudonimo rimanda, incrociando l’idea di onirico a quella di mitologico, come le opere dello stesso, definite dal grande critico Elio Mercuri: “[…]crateri aperti dall’esplosione di un vulcano che apre la terra, il muro nero che occulta la terra è fuoco, il suo rosso amico, energia che provoca vertigine. Il rosso-eros che da comunicabilità e libertà ai vuoti interiori, a tutto ciò che dentro di noi non diventa vita ed è quotidiana tensione e sofferenza. Poi, la intensa e tenace ricerca di attivare i poteri di una sensibilità e personalità. Particolari, dono di natura attraverso lo studio, l’esperienza, delle scienze umane e delle scienze occulte; del pensiero e della magia per pervenire alla verità dell’esistenza”

Si chiama “No Money No Sex” quella che viene definita come l’ultima provocazione dell’artista, il quale si è ispirato all’organo genitale femminile per rappresentare tutta una serie di simbolismi, stati e sensazioni dall’indubbia valenza artistica ed anche filosofica.

Ovviamente, come lo stesso Hypnos ha ribadito, pagare in cambio di prestazioni sessuali non è certamente una prerogativa degli italiani, tutt’altro, eppure, mai come ora, questa ‘provocazione d’artista’ sembra rispecchiare, almeno nel titolo, l’aria che tira (e che, siamo sinceri, storicamente ha sempre tirato) nel nostro Paese.

Ma le opere in questione, sono lontane anni luce dalla volgarità della prostituzione più bassa, quella da lupanare di quart’ordine o di stradaccia di periferia male illuminata così come sono altrettanto lontane dallo squallore vieppiù acciecante della prostituzione “dorata”, quella dei ‘piani alti’, delle cifre da stipendio medio di operaio per dieci minuti del proprio tempo,dove le lavoratrici del sesso non sono più puttane, ma “escorts” (accompagnatrici); in realtà sono molto più vicine ad un femminino sacro, a rituali di fertilità ancestrali.

Si comincia dalla centralità stessa delle vulva per approdare alla composizione delle opere e alle cromie usate per rappresentare i diversi simboli associati all’organo sessuale femminile.

Nessun tabù ipocrita, nessuna volgarità malgrado il ‘No Money No Sex’ anzi, forse, proprio nell’uso di un titolo tale inserito in un contesto dove l’organo sessuale femminile come rappresentato dall’artista ri-acquista una valenza ‘divina’, non santificata, ma ‘sacra, di quel sacro primitivo, sta la vera provocazione dell’artista: sono le parole, le etichette, che segnano la via, è l’uomo, inteso come essere umano in generale ed il maschio in particolare che, pagando per avere in cambio del sesso, toglie (o cerca di togliere) il divino alla sessualità femminile, spogliando non semplicemente il corpo ed affondando in esso nel desiderio di un sollievo pur momentaneo, ma compiendo un atto quasi iconoclasta, quasi blasfemo.

E’ un gioco di ‘risvolti della medaglia’, la serie di opere presentate da questo artista mai banale, capace di regalare atmosfere che sembravano perdute, messe da parte a favore di un minimalismo scarno, cinico, decisamente apollineo.

‘No Money No Sex’, invece , è prorompente, esuberante, dionisiaca, ipnotica riflessione sull’ancestrale che viene risucchiato nel presente, liquefacendosi in esso, plasmandosi su esso e quindi perdendo il suo velo di ‘intoccabilità’.

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