THAILANDIA. NUOVA COSTITUZIONE: PARITà DI DIRITTI ETERO, GAY TRANS

Il buddhismo non sarà religione di stato
venerdì 06 luglio 2007 , di Aki

La giunta militare thailandese ha presentato la versione finale della nuova Costituzione che sarà posta al vaglio di un referendum popolare il 19 agosto.

Se approvata, la Costituzione aprirà le porte al ritorno della democrazia attraverso elezioni politiche per il momento fissate per il 25 novembre. La Costituzione - la 17esima del paese - è stata redatta da 100 esperti selezionati dalla giunta militare che ha assunto il potere il 19

settembre scorso dopo aver defenestrato l'ex primo ministro Thaksin Shinawatra,

accusato tre le altre cose di aver abusato la Carta precedente accentrando il

potere. Tra gli esperti, l'opinione prevalente è che la nuova Costituzione miri

a limitare il potere dei politici e aumentare quello dei burocratici e dei

militari. Molto negativi sono stati i commenti riguardo le nuove regole che

vedono 76 dei 150 senatori eletti da un pannello di giudici, burocrati e gruppi

di organizzazioni civili. Un altro cambiamento poco apprezzato riguarda la

riduzione del parlamento da 500 a 480 membri. Divisi sono stati i commenti per

quanto riguarda il limite di due legislature posto per il primo ministro, mentre

generalmente positive sono state le opinioni riguardo le regole che impongono

al nuovo premier e alla sua famiglia di non avere interessi in compagnie private

e che chiamano tutti i legislatori a rivelare il proprio patrimonio. La nuova

Costituzione rende inoltre molto più facile mettere il primo ministro o gli

altri ministri in stato di accusa per infrazioni 'etiche'. La partecipazione

popolare è stata garantita con l'articolo che richiede 100mila firme per promuovere emendamenti costituzionali e 10mila per promuovere leggi ordinarie.

Altro punto importante - e che ha diviso - è la decisione di non eleggere il buddhismo a religione di Stato, una richiesta avanzata da una parte

dell'establishment religioso del paese. La società civile, che ha criticato la

giunta per non aver permesso una maggiore partecipazione popolare durante la redazione del documento, ha invece applaudito l'articolo 30 che invoca la parità di diritti tra uomini, donne, gay e transessuali.

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