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martedì 24 luglio 2007

Papà drag queen, niente figlie per la mamma lesbica


24/07/2007

Qui Gran Bretagna. Il mio papà fa la drag queen. Qui Spagna. Non posso stare con la mamma perché è lesbica. Paese che vai, usanze che trovi verrebbe da dire. Ma al di là della mera cronaca, emerge l'assurdo della contraddizione tra diritto e giurisprudenza in uno stesso circoscritto lembo di terra. Nell'Europa liberale, nell'Europa dello Stato di diritto, nell'Europa progressista, il Paese reale si allontana dalla politica. Verrebbe da dirlo, stavolta sì, dopo la sentenza che ci illustra una Spagna spaccata: diritti degli omosessuali e una sentenza che sembra portarsi in direzione opposta In Inghilterra una coppia lesbica ha avuto due bimbi da un donatore che con giarrettiera e parrucca intrattiene il pubblico di notte nei locali.



Nella regione spagnola sud-orientale di Murcia, il giudice Fernando Ferrin ha deciso di affidare due ragazze al padre. A spingerlo verso una decisione simile, l'omosessualità della madre in quanto l'ambiente gay avrebbe minacciato l'educazione e la crescita. Secondo il magistrato, il contesto le avrebbe indotte a diventare lesbiche. E la sua posizione si è così riassunta in una battuta secca quanto laconica: "La madre deve scegliere tra le sue figlie e la sua partner". Eppure è il Paese di Zapatero, terzo al mondo, dove è stato introdotto il matrimonio omosessuale.

Jo Bartle e Stephanie Burns, coppia lesbica di Doncaster, hanno avuto a distanza di tre mesi due figli, da una drag queen incontrato in un locale. Ryan, donatore e padre dei due bimbi, ha ingravidato entrambe in cambio di un viaggio premio per Gran Canaria. E nessuna sentenza ha minacciato o minaccia la custodia né dei due pargoletti né del figlio di Jo, che lo ha avuto tre anni fa da una precedente relazione eterosessuale.



Casi controversi, certamente. Tutto ciò mentre in Italia si sta consumando il dibattito attorno al ddl sulle coppie di fatto. Da Pacs a Dico a Cus, il passo è stato lungo, lunghissimo. Il Consiglio dei Ministri l'8 febbraio 2007 ha approvato il disegno di legge in materia di diritti e doveri delle persone stabilmente conviventi (DICO) e non presentava nessun innovazione di rilievo in materia di adozione e affidamento (tema caldo e collegato). Poi la svolta dei Cus. Come dire, ancora una volta, c'è da fare.

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