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venerdì 6 luglio 2007

GERMANIA, TEST AGLI IMMIGRATI: "COSA PENSI DEI GAY?


L'"interrogazione" è riservata a chi proviene da uno dei 57 Paesi dell

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BERLINO "Cosa faresti se tuo figlio fosse gay?", "Faresti andare tua figlia in piscina per un corso di nuoto?". Da lunedì, ogni persona di religione islamica che intenda ottenere la cittadinanza tedesca nel Baden-Württemberg, uno dei 16 Länder federali, deve rispondere a queste e altre domande contenute in un controverso questionario delle autorità locali. "Vostro figlio maggiorenne viene da voi per dirvi che è omosessuale e vuole andare a vivere con un altro uomo. Come reagite?". "In Germania le lezioni di nuoto fanno parte del normale programma scolastico. Permettereste a vostra figlia di prendervi parte?". "Alcuni sostengono che gli ebrei siano responsabili di tutto il male nel mondo e insinuano addirittura che stiano dietro gli attacchi dell'11 settembre 2001 a New York. Cosa pensate di opinioni del genere?". Sono alcune delle trenta domande a cui dal 1Ú gennaio di quest'anno ogni persona di religione islamica che vuole ottenere la cittadinanza tedesca nel Baden-Württemberg, ha l'obbligo di rispondere preventivamente. Introdotto dalle locali autorità cristiano-democratiche, uniche fra quelle dei sedici Länder federali, il Gessinnungsprüfung, letteralmente il test dei princìpi, provoca però le proteste veementi delle organizzazioni musulmane, irrita le forze politiche garantiste e suscita perplessità perfino negli Stati a guida Cdu-Csu. Da lunedì scorso, qualunque immigrato originario da uno dei 57 Paesi della Conferenza islamica (o proveniente da altri Paesi, ma di religione musulmana) faccia richiesta di un passaporto tedesco al ministero degli Interni di Stoccarda, si vede consegnare fra gli altri documenti da compilare anche il questionario dello scandalo. Non gli basterà più, in altre parole, firmare la dichiarazione di accettazione della Costituzione federale e dei suoi princìpi di libertà e democrazia, già prevista dalla procedura in vigore. Le risposte, firmate e protocollate, verranno poi valutate insindacabilmente dai funzionari regionali, per decidere se concedere o meno la cittadinanza. I test saranno memorizzati e, anche anni dopo, in caso di comportamenti che dovessero rivelare come false le risposte, servirebbero a motivare il ritiro del passaporto e l'espulsione dalla Germania. Autore della trovata è Heribert Reich, ministro di Polizia nel Land, che in un lungo comunicato alla stampa ha espresso "dubbi sul fatto che in generale fra gli islamici le professioni pubbliche, al momento della richiesta di cittadinanza, rispecchino veramente le loro convinzioni intime". Singolare è che, a sostegno dei suoi sospetti, il ministro abbia citato un'indagine a campione del Centro degli studi turchi, secondo la quale il 47% degli immigrati di origine anatolica nel Nord Reno-Vestfalia si sono detti pienamente d'accordo con la frase "noi turchi dobbiamo stare attenti a non diventare completamente tedeschi". La lista delle domande parla per sé: "Vi fareste visitare da un dottore (per le donne) o da una dottoressa (per gli uomini)?". "Come vi ponete recita il quesito numero 6 di fronte all'affermazione che ogni donna debba ubbidire a suo marito e che questi abbia il diritto di picchiarla se lei non lo fa?". Oppure: "Considera legittimo che un uomo rinchiuda in casa sua moglie o sua figlia, per impedir loro di "gettare su di lui vergogna" in pubblico". E ancora: "Vostra figlia/sorella torna a casa e racconta di essere stata molestata sessualmente. Cosa fate voi come padre/fratello?". Domanda numero 13: "Cosa fareste se vostra figlia volesse sposare un uomo di altra religione?". Molti quesiti sono concentrati sul terrorismo. "Venite a sapere che persone del vostro vicinato, o della vostra cerchia di amici e conoscenti abbiano compiuto o stiano pianificando un attacco terroristico. Che fate?". "Cos'erano per voi gli autori degli attacchi dell'11 settembre a New York e dell'11 marzo 2004 a Madrid? Terroristi o combattenti della libertà?". "E' una chiara discriminazione dei musulmani, considerati tutti dei sospetti", dichiarano, per una volta unite, le maggiori organizzazioni islamiche presenti in Germania. Ma anche la Tgd, organizzazione laica della comunità turca, parla di un "test contrario alla Costituzione". Secondo Faruk Sen, direttore del Centro di studi anatolici, "siamo davanti a una cosa vergognosa" che viola il principio costituzionale dell'uguaglianza delle persone, a prescindere dalle loro convinzioni e professioni di fede. Per l'ex ministro liberale della Giustizia, Sabine Leutheusser- Schnarrenberger, il questionario del Baden-Württemberg "non ha basi costituzionali" e inoltre "eccede le competenze di un ministero degli Interni regionale". Mentre parla di "test ipocrita e pieno di pregiudizi" il deputato verde al Bundestag Volker Beck. Ancora più interessanti da registrare sono le prese di distanza dei Länder a guida cristiano- democratica. "Una cosa del genere non l'abbiamo in programma", dice un portavoce del governo della Renania-Vestfalia. E perfino dall'ultraconservatrice Baviera fanno sapere di essere soddisfatti con le "procedure seguite da 30 anni". Paolo Valentino.

(Corriere.it del 05/01/2006)

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