“Se ci si affida solo alla mediazione di potere, questo Paese avrà tra poco una legge contro il testamento biologico” ha esordito così Marco Cappato, parlamentare europeo e segretario dell’Associazione Coscioni, in apertura della conferenza stampa “Testamento biologico a Roma, subito!” svoltasi venerdì pomeriggio.
“L’unico modo di sventare questo tentativo – ha proseguito Cappato - è di appellarsi alla sensibilità dell’opinione pubblica che si è stretta attorno a PiergioGiorgio Welby, a Eluana e Beppino Englaro, a Luca Coscioni, a Giorgio Nuvoli e ai casi che questo Paese ha conosciuto, cercando di organizzarla e mobilitarla”.
L’obiettivo della conferenza stampa cui hanno preso parte Mario Staderini, membro della Direzione nazionale Radicali italiani, Mina Welby e Gustavo Fraticelli, consigliere dell’Associazione Coscioni, è stato quello di divulgare la proposta di iniziativa popolare promossa dalla cellula Coscioni di Roma perché il diritto costituzionale di ciascun cittadino di scegliere le proprie terapie, venga rispettato e garantito. Perché ciò accada, l’Associazione Coscioni propone - attraverso una delibera depositata venerdì 6 febbraio - l’istituzione di un registro telematico dei testamenti biologici, facilmente aggiornabile e consultabile qualora ce ne fosse bisogno, da parenti, medici e magistrati, che fornisca la manifestazione certa e indiscutibile della volontà di ciascun cittadino in materia di dichiarazioni anticipate sui trattamenti sanitari.
Dare la parola ai cittadini per fare capire alla classe politica quanto un argomento come questo sia vissuto e sentito nella vita quotidiana delle persone: questo lo scopo della campagna “100% liberi di scegliere” che a partire dal weekend del 20 e 21 febbraio – anniversario della morte di Luca Coscioni – inizierà su tutto il territorio romano e non solo, con incontri durante i quali si darà istruzione ai cittadini su come poter intervenire per poter difendere la propria libertà di scelta.
“Eluana Englaro ha subito 17 anni di calvari giudiziari per poter vedere riconosciuta la propria volontà” ha spiegato Mario Staderini. “Oggi invece, qualora fosse approvato questo registro telematico, tutti i cittadini avranno la possibilità di rendere pubblica la propria volontà”.
L’efficacia del registro telematico è insita nel poter creare una rete di “dialogo” tra i Comuni italiani, facilmente aggiornabile e accessibile. Altro elemento caratterizzante della proposta è quello di prevedere la spedizione ogni due anni da parte del Comune di residenza, di un’informativa alla persona che ha effettuato il testamento biologico in modo da rendere sempre attuale la propria volontà ed evitare che si possa temere che a distanza di tanti anni, la volontà non sia più riprendibile.
“Credo che ogni cittadino abbia ragione di dire “nessuno deve decidere per me”” ha dichiarato Mina Welby, membro della direzione dell’Associazione Luca Coscioni e delegata ai diritti umani al X Municipio di Roma. “Anche Piero, mio marito, non voleva che io decidessi per lui. Non voleva neanche che decidessi chi chiamare né chi dovesse assisterlo. Era tutto a potere suo e credo sia giusto che sia giusto che la persona, anche quando sofferente, debba avere il diritto di decidere”.
“Nessuno è costretto a compilare il testamento biologico – ha spiegato la Welby – ma è importante avere la possibilità di poterlo fare. C’è chi non se la sente perché non vuol decidere, perché non è capace, perché ha dei pregiudizi o perché un credente e la pensa diversamente, ma possiamo scrivere nel testamento biologico anche quello che vogliamo e non solo quello che non vogliamo. Fintanto che un malato è sveglio e cosciente, può decidere tutto, anche di non essere lavato, girato nel letto o messo seduto. Perché non potrebbe essere così quando non può più parlare o quando non è più capace di intendere e di volere?”.
“Non deve esserci alcuna strumentalizzazione dei disabili né pensare che in quanto tali non possano decidere” ha dichiarato Gustavo Fraticelli, pienamente d’accordo con la petizione avanzata.
“Non vogliamo scavalcare la legge nazionale – ha concluso Cappato – ma incidere su quella che verrà approvata e, a partire da Roma, vogliamo dare un segnale al Parlamento e al Governo perché lo Stato non si erga a giudice della vita dei cittadini ma ascolti e rispetti quello che davvero vuole il Paese”.
EMANUELA MEI
Fonte: RadioRadicale.it
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