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venerdì 13 febbraio 2009
"Contro la discriminazione"
MADRID (Spagna), 12 febbraio 2009 - Un club speciale, il Barcellona. Paga per avere lo sponsor sulla maglia, dando 1,5 milioni all'anno all'Unicef invece di riceverne una ventina da una grossa multinazionale. Versa un percentuale fissa del suo enorme fatturato alla fondazione del club perché investa in scuole e progetti sociali in giro per il mondo: lo scorso anno sono stati 2 milioni di euro. Ha cacciato dallo stadio gli ultras, che continuano a minacciare il presidente Laporta e la sua famiglia. E ha accolto tra i suoi club ufficiali la prima "peña" omosessuale. Lo scorso 8 febbraio sui muri del Camp Nou tra le centinaia di placche con i nomi dei club ufficiali dei tifosi del Barça ne è stata posta una nuova, quella della "Penya blaugrana de gais i lesbianes".
L'ESEMPIO TEDESCO - La Pbgl è stata creata seguendo modelli già esistenti in Germania, e l'idea è stata accolta senza problemi dal Barcellona, che ha approvato e sostenuto l'idea. Durante il passato fine settimana a Castelldefels, località di mare a due passi di Barcellona al Queer Football Fansclub Meeting si sono riuniti i rappresentanti di vari club gay legati al mondo del calcio. Un weekend di dibattiti, partite e iniziative varie culminati con la presentazione della placca al Camp Nou prima della partita con lo Sporting Gijon. Oltre che dalla Spagna i tifosi gay sono arrivati da Germania, Austria, Francia, Irlanda, Svizzera, Inghilterra. Il Qffm è stato organizzato dal Fare (Football Against Racism in Europe) e dalla Eglsf (European Gay & Lesbian Sport Federation) in collaborazione con il club del Barcellona.
CONTRO LA DISCRIMINAZIONE - In Germania il dibattito è aperto da anni, e tante squadre hanno i propri club gay. A Castelldefels c'erano i rappresentanti dei tifosi del Bayern Monaco, Bayer Leverkusen, Hertha Berlino, St. Pauli, Stoccarda, Karlsruhe, ma anche del Paris Saint Germain e della Football Association, la federazione inglese. "Non siamo una 'peña' normale - ha detto a Marca Pep Ribes, presidente della 'Penya blaugrana de gais i lesbianes' -, piuttosto un'organizzazione interessata a temi di omofobia e che vigila perché nel nostro club non ci sia alcun tipo di discriminazione. Vogliamo che il Barça, club pionieristico in tema di solidarietà, sia un mezzo per lottare per la normalità e contro la discriminazione. Mi sento male quando i tifosi urlano 'Guti maricon', per loro e per me. È un'offesa insopportabile, e come s'impediscono cori razzisti o fascisti così si dovrebbero impedire atteggiamenti omofobi. In questo senso abbiamo tanto da imparare dai tedeschi".
http://www.gazzetta.it
Filippo Maria Ricci
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