"Non voglio parlare di Berlusconi. Dunque, dicevamo? Ah sì Berlusconi...". Roberto Benigni non ce la fa a non parlare di Silvio, come lo chiama lui. "Non posso fare battute su Veltroni...Più battuto di così!!" ha detto il comico lanciando un messaggio all'ex leader del Pd: "Rialzati Walter, che vuoi che sia la Sardegna! ci sono Stromboli, l'Elba, le Eolie", riferendosi al capitombolo della sinistra in Sardegna.
Benigni ne ha una per tutti, ma il suo soggetto preferito è sicuramente il Presidente del Consiglio, che "non è interessato alla Sardegna, ma alla Corsica, perché ad Ajaccio ci sono tutti i suoi parenti", i discendenti di Napoleone.
Messe da parte le battute, Benigni si fa serio e tocca il tema dell'omosessualità. "E' una storia che va avanti da millenni. L'omosessualità non è un peccato. Di peccato c'è solo la stupidità. E' una cosa assurda e ridicola che molti omosessuali siano stati uccisi nei campi di concentramento solo perché amavano un'altra persona" ha detto Benigni, che poi ha letto una lettera di Oscar Wilde indirizzata al suo fidanzato e scritta durante la prigionia proprio per il reato di sodomia.
LA LETTERA DI OSCAR WILDE ALL'AMATO BOSIE LETTA DA BENIGNI
Mio carissimo ragazzo, questo e' per assicurarti del mio amore immortale, eterno per te. Domani sara' tutto finito. Se la prigione e il disonore saranno il mio destino, pensa che il mio amore per te e questa idea, questa convinzione ancora piu' divina, che tu a tua volta mi ami, mi sosterranno nella mia infelici- ta' e mi renderanno capace, spero, di sopportare il mio dolore con ogni pazienza. Poiche' la speranza, anzi, la certezza, di incontrarti di nuovo in un altro mondo e' la meta e l' incoraggiamento della mia vita attuale, ah! debbo con- tinuare a vivere in questo mondo, per questa ragione. Il nostro caro amico mi e' venuto a trovare oggi. Gli ho dato parecchi messaggi per te. Mi ha detto una cosa che mi rassicurato: che a mia madre non manchera' mia niente. Ho sempre provveduto io al suo mantenimento, e il pensiero che avrebbe potuto soffrire delle privazioni mi rendeva infelice. Quanto a te (grazioso ragazzo dal cuore degno di un Cristo), quanto a te, ti prego, non appena avrai fatto tutto quello che puoi fare, parti per l' Italia e riconquista la tua calma, e componi quelle belle poesie che sai fare tu, con quella grazia cosi' strana. Non esporti all' Inghilterra per nessuna ragione al mondo. Se un giorno, a Corfu' o in qualche isola incantata, ci fosse una casetta dove potessi- mo vivere insieme, oh! la vita sarebbe piu' dolce di quanto sia stata mai. Il tuo amore ha ali larghe ed e' forte, il tuo amore mi giunge attraverso le sbarre della mia prigione e mi conforta, il tuo amore e' la luce di tutte le mie ore. Se il fato ci sara' avverso, coloro che non sanno cos'e' l'amore scriveranno, lo so, che ho avuto una cattiva influenza sulla tua vita. Se cio' avverra', tu scriverai, tu dirai a tua volta che non e' vero. Il nostro amore e' sempre stato bello e nobile, e se io sono stato il bersaglio di una terribile tragedia, e' perche' la natura di quell' amore non e' stata compresa. Nella tua lettera di stamattina tu dici una cosa che mi da' coraggio. Debbo ricordarla. Scrivi che e' mio dovere verso di te e verso me stesso vivere, malgrado tutto. Cre- do sia vero. Ci provero' e lo faro'. Voglio che tu tenga informato Mr Humphreys dei tuoi spostamenti cosi' che quando viene mi possa dire cosa fai. Credo che gli avvoca- ti possano vedere i detenuti con una certa frequenza. Cosi' potro' comunicare con te. Sono cosi' felice che tu sia partito! So cosa deve esserti costato. Per me sarebbe stato un tormento pensarti in In- ghilterra mentre il tuo nome veniva fatto in tribunale. Spero tu abbia copie di tutti i miei libri. I miei sono stati tutti venduti. Tendo le mani verso di te. Oh! possa io vivere per toccare i tuoi capelli e le tue mani. Credo che il tuo amore vegliera' sulla mia vita. Se dovessi morire, voglio che tu viva una vita dolce e pacifica in qualche luogo fra fiori, quadri, libri, e moltissimo lavoro. Cerca di farmi avere tue notizie. Ti scrivo questa lettera in mezzo a grandi sofferenze ; la lunga giornata in tribunale mi ha spossato. Carissimo ragazzo, dolcissimo fra tutti i giovani, amatissimo e piu' amabile. Oh! aspettami! aspetta- mi! io sono ora, come sempre dal giorno in cui ci siamo conosciuti, devotamente il tuo, con un amore immortale
Oscar
(dal "De Profundis" 29 aprile 1895)
Standing ovation finale e un lungo applauso.
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