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lunedì 19 maggio 2008
Due leggi contro l'omofobia e per i diritti dei trans
In occasione della giornata contro l'omofobia che si è celebrata sabato scorso, Paola Concia, deputata del Pd e Rita Bernardini onorevole del gruppo Radicali del Pd e segretaria dei radicali Italiani, hanno depositato dueproposte di legge, una contro l'omofobia, di cui è prima firmataria Concia, e una per la difesa dei diritti delle persone transessuali, prima firmataria Rita Bernardini. "Questa legge offrirà a milioni di cittadini la garanzia del riconoscimento del principio di uguaglianza che la Costituzione della Repubblica enuncia all'articolo 3 - ha dichiarato Paola Concia -. Le proposte presentate oggi consentiranno al Parlamento di riprendere la riflessione sui diritti civili, anche in vista dell’approvazione della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea, che deve avvenire entro il primo gennaio 2009".
La prima delle due proposte, già depositata nella scorsa legislatura da Franco Grillini, vuole garantire l'attuazione delle direttive sulla parità di trattamento come previsto dalle disposizioni europee, con particolare riferimento alla direttiva 2000/78/CE del Consiglio, che stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro, e alla direttiva 2000/43/CE del Consiglio, che attua il principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall'origine etnica. L'obiettivo è quello di far si che l'ordinamento garantisca lo stesso trattamento e la stessa protezione a tutti i cittadini a prescindere dal motivo della discriminazione.
La seconda proposta di legge che riguarda la correzione dell'attribuzione del sesso, anche questa già presentata da Grillini durante la legislatura precedente, mira invece a garantire un livello maggiore di protezione dell'identità delle e dei transessuali. Le tante storie di transessuali e transgneder, insieme alle ricerche effettuate in questi campi, dimostrano che l'equilibrio psico-fisico non prevede necessariamente l'intervento chirurgico all'apparato genitale per il cambio di sesso che, invece, in molti i sentono costretti a subire per 'regolarizzare' una situazione che altrimenti risulta intermedia, nonché fonte di discriminazioni, privazione dei diritti fondamentali (compresa la riservatezza dei dati personali sensibili).
Non a caso negli ultimi anni la giurisprudenza della Corte europea dei Diritti dell'Uomo ha progressivamente riconosciuto l'esistenza di un diritto fondamentale all'identità di genere che, anche sotto l'aspetto del riconoscimento giuridico, non deve necessariamente dipendere dall'intervento chirurgico di riattribuzione dei genitali.
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