Evidentemente, non tutte le vocazioni e le cosiddette 'chiamate' sono uguali. O almeno questo è quello che si deduce dalla vicenda di Cristina 40 anni, che fino a 20 era Marco. Lei, che ha scelto la strada della castità, della povertà e dell'obbedienza decidendo di diventare suora francescana, ha dovuto fare i conti con le gerarchie di Santa Romana Chiesa che della sua vocazione proprio non voleva sentire parlare. E così, dopo essersi vista chiudere la porta in faccia dal Vaticano, ha dovuto cercare una chiesa che accogliesse lei, la sua chiamata e il suo passato. Adesso è una religiosa della Riconciliazione, un comunità monastica molto piccola, vicina alla chiesa Anglicana e che si definisce vetero-cattolica.
Durante la veglia organizzata a Torino per le vittime dell'omofobia, la sua testimonianza ha toccato tutti. "Sono nata a Sezze e cresciuta dalle suore — ha raccontato Cristina al Corriere della Sera — perché mamma e papà lavoravano. Fin da piccola mi sono sentita femmina. Il ricordo più brutto? Quando mi hanno sequestrato la Barbie. A 13 anni ho parlato a mia madre, mi ha accettato. Appena maggiorenne mi sono operata".
Ma l'esperienza più dolorosa, forse, per Cristina è stata quella con le gerarchie ecclesiastiche italiane. "La mia vita da cattolica è diventata un inferno. Ho seguito un corso ad Assisi per le vocazioni, ho frequentato le Clarisse, poi mi hanno indirizzata al mio vescovo, a Latina continua a raccontare la suora -. Saputa la verità ha detto parole terribili: 'Sei nata uomo, non potrai né sposarti né prendere i voti'. Sono scappata in Inghilterra, in un monastero anglicano. Oggi sono suora francescana e vetero-cattolica. Parlo con Dio, assisto, nel mio cuore resta il sogno di contemplare il Signore in monastero. La castità non mi pesa, la solitudine sì".
La sua storia, purtroppo, non è la prima di cui si viene a conoscenza, e probabilmente non sarà neanche l'ultima. Una vicenda simile è quella di suor Jeannine Gramick. Lei, statunitense, suora e lesbica fortemente ostracizzata dai vertici vaticani, ha anche scritto un libro dal titolo 'Anime gay'. Durante la presentazione del suo scritto in Italia, fu intervistata da 'il Manifesto'. Ecco un brevissimo stralcio delle sie dichiarazioni a Fulvio Fania:
Che cosa è per lei l'omosessualità?
Non dobbiamo parlare di omosessualità in astratto ma di persone che, per caso, hanno orientamenti omosessuali. Non mi piace neppure concentrarsi sull'atto sessuale, come fanno le gerarchie; dobbiamo rimettere al centro le persone e la liberazione che meritano come figlie e figli di Dio.
Ma esiste una morale naturale?
E' a questo tema che mi riferisco quando dico che c'è una sola teologia al potere. Se confrontiamo le conoscenze di oggi con quelle di S. Tomaso giungiamo a differenti conclusioni su ciò che è naturale.
di Gay.it
Lunedì 5 Maggio 2008
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