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giovedì 12 aprile 2007
tutto quello che voreeste sapere e non avete mai osato chiedere su um mundo chiamato desiderio trans.
Transessuale
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.Con la parola transessuale si indica generalmente una persona che persistentemente sente di appartenere al sesso opposto a quello anagrafico e fisiologico.
Questo senso di distonia e disforia nei confronti del proprio sesso di nascita può svilupparsi già nei primi anni di vita, durante l'adolescenza o, più raramente, in età adulta
Storia del concetto
La persona transessuale, per la scienza medica odierna, soffre di "disturbo dell'identità di genere" (DIG), patologia psichiatrica secondo il DSM IV edizione, ovvero il Manuale di Classificazione dei Disturbi Mentali, redatto dall'Associazione Americana degli Psichiatri, ed anche secondo l'ICD 10 edizione a cura dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), in questo caso sotto il nome di "Disforia di Genere".
Il termine "transessuale" viene coniato nel 1949 dal dottor David Cauldwell (1897-1959), ma diventa di uso comune dopo la pubblicazione del libro The transsexual phenomenon (Il fenomeno transessuale) del dott. Harry Benjamin, edito nel 1966, che diventa ben presto testo di studio universitario, in quanto è il primo libro che indaga sulla transessualità con un approccio anche terapeutico.
Nella cultura occidentale, in ogni caso, il transessualismo è stato catalogato fra le patologie psichiatriche, pur avendo avuto nel tempo, uno "slittamento" di inquadramento nosografico dalla perversione, alla psicopatologia, all'attuale "disturbo" dell'identità. Il paradosso dell'inquadramento nosografico del transessualismo è che si tratta dell'unica patologia classificata come psichiatrica a non essere curata psichiatricamente. Lo psichiatra infatti non "guarisce" la persona transessuale facendola nuovamente sentire a proprio agio con il suo sesso di origine, bensì avviando la persona a cui è diagnosticato il "Disturbo dell'Identità di Genere" alle terapie endocrinologiche e/o chirurgiche per iniziare il percorso di transizione.
Tale discrepanza è da inquadrarsi nel fatto che per molti decenni fra la fine dell'800 e i primi venti anni del '900 la persona transessuale veniva effettivamente sottoposta a tentativi di "guarigione", ovvero di scomparsa del "disturbo", sia attraverso la psicoterapia, sia attraverso la somministrazione di ormoni del proprio sesso genetico.
Tali tentativi furono fallimentari e determinarono un numero elevatissimo di suicidi fra le persone transessuali che subivano tali trattamenti. Soltanto intorno al 1960 si iniziò a pensare che l'unica "guarigione" della persona transessuale si potesse ottenere adeguando il corpo alla psiche e non viceversa.
Il movimento transessuale mondiale rifiuta l'inquadramento psichiatrico della propria condizione pur essendo consapevole del fatto che la propria condizione richiede l'intervento della medicina per trasformare la "disforia" in "euforia" o comunque in una stabilizzazione accettabile della qualità di vita.
La questione delle cause
L'ezio(pato?)genesi del transessualismo è ufficialmente ignota e l'inquadramento psichiatrico sembra più uno stratagemma per far sì che le persone transessuali possano accedere alle mutue, ai Sistemi Sanitari Nazionali dei loro paesi, in attesa che ne venga chiarita la vera eziogenesi.
A questo proposito è molto significativa la risposta che la dottoressa Peggy Cohen-Kettenis (docente di psicologia presso la Vrije Universiteit di Amsterdam e responsabile del Gruppo sui Disturbi dell'Identità di Genere del Dipartimento di Psicologia del Centro Medico della stessa Università, annoverata fra i maggiori esperti internazionali di transessualismo) ha recentemente dato nel corso di una conferenza tenutasi in Italia, a Bari, il 31 maggio 2003 conferenza. In tale occasione la Cohen-Kettenis, alla domanda posta dal pubblico che recitava: "Se il "vero" transessuale è colui al quale viene consentito il cambiamento di sesso, non ha psicopatologia associata, ha un buon esito post-trattamento, ecc., perché allora i disturbi dell'identità di genere rientrano nel DSM-IV, ossia vengono classificati come disturbi mentali?", così rispondeva:
«Questo è un buon punto. Credo che le ragioni principali stiano fuori dal DSM. Ad esempio, una ragione pratica, anche se non la più importante, è che senza un disturbo classificato nel DSM, in molti paesi le compagnie di assicurazione non coprirebbero le spese del trattamento. So che è un problema di cui si sta discutendo nella preparazione del DSM-V.»
Recenti studi, inoltre, sembrano dimostrare sia una predisposizione genetica al transessualismo predisposizione genetica sia la presenza nelle persone transessuali di un dimorfismo sessuale del cervello opposto al sesso biologico in cui sono nate Dimorfismo sessuale del cervello.
Condizione umana e sociale
Contrariamente a quanto spesso si pensa la realtà transessuale investe entrambe le direzioni di transizione: esistono quindi transessuali maschi transizionanti femmina e transessuali femmine transizionanti maschio. Internazionalmente si usa l'acronimo "FtM" per indicare i trans da femmina a maschio e "MtF" ad indicare le trans da maschio a femmina.
Sebbene la percentuale di transessuali MtF sia storicamente più elevata rispetto agli FtM è altrettanto vero che negli ultimi anni questa percentuale sta andando nella direzione della parificazione. L'apparente "inesistenza" dei trans "FtM" è dovuta sostanzialmente alla maggiore "indistinguibilità" che essi raggiungono con gli uomini genetici.
Le persone transessuali, in occidente, pur essendo considerate "malate", subiscono sovente forti discriminazioni in ambito lavorativo e sociale, anche per l'inadeguatezza delle attuali leggi nazionali sul cosiddetto "cambiamento di sesso", ma soprattutto per uno stigma sociale che prende il nome di "transfobia".
La transfobia, apparentemente può sembrare una traduzione equivalente dell'omofobia. In realtà i due fenomeni hanno origini diverse, espressioni diverse anche se condividono il destino della discriminazione. Un tentativo di distinguere i fenomeni "transfobia" e "omofobia" è stato fatto da Mirella Izzo, presidente di Crisalide AzioneTrans onlus nell'articolo "Transfobia e Omofobia: differenze e similitudini.
Lo stigma sociale della persona transessuale è in genere molto più elevato rispetto a quello riservato alle persone omosessuali. Inoltre è altrettanto più elevato per le trans da maschio a femmina rispetto ai transessuali da femmina a maschio. Le motivazioni che possono essere trovate per questo dato di fatto sono molteplici e controverse:
l'omosessualità è visibile solo all'interno delle tendenze sessuali ed affettive di una persona mentre la transessualità comporta una netta trasformazione del proprio corpo e pertanto provoca la necessità di una totale inversione di valutazione della persona;
la transessualità da maschio a femmina è più stigmatizzata di quella da femmina a maschio perché viviamo in una società prevalentemente maschilista nella quale rinunciare alla "virilità" costituisce una ferita più percepibile della rinuncia alla femminilità.
In ogni caso lo stigma sociale verso le transessuali MtF è tale da rendere difficile l'inserimento lavorativo delle stesse. Se a questo si aggiunge che spesso le famiglie ripudiano il figlio transessuale e i costi della transizione, diventa evidente una spinta della stessa società affinché la transessuale si dedichi alla prostituzione per sopravvivere.
La prostituzione transessuale è un fenomeno recente che peraltro mette in discussione anche la classificazione degli orientamenti sessuali.
A peggiorare la condizione delle persone transessuali è una sorta di circolo vizioso nel quale la società, attraverso lo stigma, spinge la transessuale alla prostituzione, la quale poi viene dalla stessa società identificata come il lavoro unico e possibile delle transessuali, con ciò rendendo l'immagine della persona transessuale equivalente alla prostituzione, all'oggetto sessuale, alla trasgressione.
Questo circolo vizioso alla fine determina il peggioramento dell'immagine globale che si ha della transessualità e quindi della transessuale in cerca di lavoro.
Il percorso di transizione
Normalmente, allo stato attuale, una persona che si scopre transessuale deve in primis rivolgersi ad uno psichiatra che diagnostichi il "disturbo dell'identità di genere". Solo dopo questa certificazione può rivolgersi all'endocrinologo per la terapia ormonale sostitutiva (estrogeni ed antiandrogeni per le trans MtF, testosterone per i trans FtM). Deve inoltre essere assente nel codice genetico ogni riferimento all'intersessualità o pseudoermafroditismo. Senza questa diagnosi l'endocrinologo non potrebbe agire in quanto, in questo particolare caso, il suo compito è quello di ammalare organi sani.
Successivamente, o in accompagnamento alla terapia ormonale, la persona transessuale MtF può sottoporsi a trattamenti estetici-chirurgici (rimozione barba, mastoplastica additiva, rimodellamento di naso e viso, ecc.). Di norma questi interventi vengono considerati "chirurgia estetica" e sono a carico della persona transessuale. Per i transessuali FtM di norma non vi è bisogno di chirurgia estetica.
Effettuato il trattamento ormonale, secondo la legge 164/82 la persona transessuale può richiedere al Tribunale autorizzazione agli interventi chirurgici di conversione sessuale (penectomia, orchiectomia e vaginoplastica per le trans; mastectomia, isterectomia, falloplastica o clitoridoplastica per i trans). Ottenuta sentenza positiva, la persona transessuale ha diritto all'intervento sui genitali a carico del SSN.
Effettuato l'intervento, la persona transessuale deve nuovamente rivolgersi al Tribunale per chiedere il cambiamento di stato anagrafico. Ottenuta la sentenza positiva, tutti i documenti d'identità vengono modificati per sesso e per nome, con l'eccezione del casellario giudiziario e l'estratto integrale di nascita, documenti che possono essere richiesti esclusivamente dallo Stato o da Enti pubblici.
Alla fine di questo percorso, per la legge italiana un transessuale da donna a uomo diventa uomo a tutti gli effetti, compreso il diritto a sposarsi e ad adottare. Lo stesso vale per la transessuale da uomo a donna. Si rende quindi assai difficile o addirittura impossibile risalire al sesso originario di una persona.
Bibliografia
Jennifer Diane Reitz, Che cosa è il transessualismo. Definizione, cause, storia.
Richard Green "Il Transessualismo: Aspetti mitologici, storici ed etnologici" - Appendice "C" de "Il fenomeno transessuale" di Harry Benjamin - 1966 – Harry Benjamin, 1968 – Casa Editrice Astrolabio – Ubaldini Editore
Davide Tolu - "Il viaggio di Arnold - Storia di un uomo nato donna" Edizioni EUR, Roma
Anne Vitale - "Ripensare la Terminologia del Disturbo di Identità di Genere nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali IV" conferenza HBIGDA 2005 di Bologna, 7 aprile 2005
Mirella Izzo-"Transfobia e Omofobia: differenze e similitudini.
(IT) World Science 11 maggio 2005 - "Trovato un gene probabile responsabile del transessualismo
(EN) Richard Ekins, Dave King, Pioneers of transgendering: the popular sexology of David O. Cauldwell.
Davide Dettore - "Il disturbo dell'identità di genere - Diagnosi, eziologia, trattamento" - McGraw-Hill, 2005
(IT) Il Volo della sirena (Un libro a tematica transgender, una storia vera e a lieto fine, che prova a stendere un ponte di fiducia tra i "diversi".).
(IT) Tra le rose e le viole. La storia e le storie di transessuali e travestiti, Marcasciano Porpora,Manifestolibri, 2002.
(IT) Transessualismo e Trangender- superando gli stereotipi, Diana Nardacchione, Il dito e la Luna, Milano, prima edizione Aprile 2000.
(IT) TransAzioni, corpi e soggetti FtM- una ricerca psicosociale in Italia, Mary Nicotra, Il dito e la Luna, Milano, prima edizione Marzo 2006.
(IT) Transessualismo e identità di genere, Indagine clinica e sperimentale, V. Ruggieri, A. R. Ravenna et al., Edizioni Universitarie Romane, Roma, 1999, 259 pagine, ISBN 88-7730-1104.
[modifica] Collegamenti esterni
Associazioni trans in Italia e siti su questo tema su DMoz (Segnala su DMoz un link pertinente all'argomento Associazioni trans in Italia e siti su questo tema)
Sito di "Crisalide AzioneTrans Nazionale onlus".
Sito del M.I.T. Nazionale (Movimento Identità Transessuale).
Sito di "Libellula 2001", Roma.
Sito del "Gruppo Luna Transessuali", Torino.
Sito di C.G.I.L. Settore Nuovi Diritti, pagine Transgender
Sito del Coordinamento Nazionale Trans FtM.
Sito personale di Mirella Izzo, presidente onoraria Crisalide AzioneTrans.
Sito personale di Davide Tolu, fondatore del Coordinamento Trans FtM, scrittore e regista
Mi sveglio finalmente donna di Delia Vaccarello, l'Unità 6 novembre 2003
Sono lui o lei? Voglio essere libero di Delia Vaccarello, l'unità 27 marzo 2007
Estratto da "http://it.wikipedia.org/wiki/Transessuale"
Categorie: Terminologia LGBT | Trans* | LGBT
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