A indirla è stato il Parlamento Europeo con una risoluzione nella quale sottolinea che l'Unione europea è innanzitutto una comunità di valori, a cominciare dal rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, la democrazia e lo Stato di diritto, la non discriminazione. A tal fine, ribadisce la propria richiesta alla Commissione di garantire che la discriminazione sulla base dell'orientamento sessuale sia vietata in tutti i settori completando così il pacchetto legislativo contro la discriminazione. Ma anche di presentare proposte per garantire che il principio del riconoscimento reciproco sia applicato in questo settore al fine di garantire la libera circolazione di tutte le persone nell'UE senza discriminazioni.
Strasburgo interviene anche in favore dei Gay Pride chiedendo alle autorità locali di autorizzarli e proteggere adeguatamente i partecipanti e ricordando la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo sul diritto alla libertà di riunione che può essere esercitato anche quando le opinioni sfidano la maggioranza della società. Ma di omosessuali si parla anche nella risoluzione più generale sui diritti dell'uomo, per chiedere che la non discriminazione sulla base dell'orientamento sessuale venga inserita sistematicamente nei rapporti con i paesi terzi.
Riguardo al caso polacco, infine, l'Europarlamento chiede alla Conferenza dei Presidenti di inviare una delegazione in Polonia al fine di avere un quadro esatto della situazione e sollecita le competenti autorità ad astenersi dal proporre o dall'adottare una legge quale quella descritta dal vice primo ministro nonché ministro della pubblica istruzione polacco, o dal porre in atto misure intimidatorie nei confronti delle organizzazioni delle comunità omosessuali.
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