22° Gay&Lesbian Film Festival - “Da Sodoma a Hollywood”



Torino, 19 - 26 Aprile 2006



Torna a Torino, dopo mesi di agitazioni festivaliere, il Gay&Lesbian Film Festival “Da Sodoma a Hollywood”, giunto quest’anno alla sua XXII edizione e come sempre diretto dal fondatore Giovanni Minerba. Molte le conferme nella formula della manifestazione ma non mancano le anteprime e le novità. Tra queste lo spostamento di sede che vede dividersi la rassegna tra la sala grande dell’Ideal Cityplex, dove si svolgeranno le serate di apertura e di chiusura, e le tre sale dell’Ambrosio Cinecafé già sfruttate dall’ultimo Torino Film Festival. Nel fine settimana del 28 e 29 aprile una ricca selezione di repliche sarà inoltre ospitata nella sala 3 del cinema Massimo, grazie alla collaborazione del Museo del cinema.

Ad aprire ufficialmente le danze la sera del 19 aprile sarà l’anteprima italiana della commedia francese Crustacés et coquillages diretta da Olivier Ducastel e Jacques Martineau (presenti a Torino) con Valeria Bruni Tedeschi e Jean-Marc Barr. Quest’ultimo, interprete prediletto da Lars Von Trier, presenterà anche il suo Chacun sa nuit, di cui è regista, nel “Concorso Internazionale Lungometraggi”. La competizione principale vede per la prima volta la presenza di due italiani, Schopenhauer di Giovanni Maderna e Riparo di Marco Simon Puccioni già presentato nella sezione Panorama dell’ultima Berlinale, come anche il Ci Qing/Spider Lilies della taiwanese Zero Chou, vincitore in quell’occasione del “Teddy Award” come miglior pellicola a tematica omosessuale.

Torna in gara con Tuli il vincitore del 2006, il filippino Auraeus Solito, e torna anche Eytan Fox (già premiato dal pubblico nel 2003 e nel 2004) con The Bubble. Con gli altri due concorsi, quello Cortometraggi e quello Documentari, si potranno vedere rispettivamente altre venti e altre otto opere e si sancisce la chiusura del Concorso Video, istituito nelle ultime tre edizioni e oggi riassorbito nelle tre sezioni competitive come a considerare ormai il supporto video in grado di essere utilizzato allo stesso livello espressivo della pellicola.

Uno dei cinque membri della giuria lungometraggi del Festival sarà quest’anno Cui Zi’en, regista, romanziere e attivista queer cinese che presenterà al pubblico di Torino i propri Fu Ge/Refrain (2005) e Shaonian hua cao huang/Withered in a Blooming Season (2006). Con lui in giuria l’attrice Monica Cervera, la regista Cheryl Dunye, l’oggi membro dell’Andy Warhol Foundation for the Arts Mario Zonta e l’attesissimo presidente Joe Dallesandro, protagonisti dello speciale omaggio dedicato dal festival a Andy Warhol: in occasione del ventesimo anniversario della morte dell’artista saranno infatti riproiettati tre suoi classici semi-invisibili come My Hustler (1965), Chelsea Girls (1966) e Lonesome Cowboys (1968).

Si lega a questa riscoperta per il cinema sperimentale la retrospettiva principale del 2007, dedicata all’opera di Kenneth Anger, ottantenne al quale le proprie condizioni di salute non permetteranno di essere a Torino e che però sarà rappresentato da David Tibet (fondatore dei Current 93) e William Breeze (già membro dei Coil) che terranno la mattina del 24 una video-lettura ispirata al lavoro di Anger e alla loro comune militanza nell’O.T.O. (Ordo Templi Orientis) fondato da Aleister Crowley, e che stanno lavorando anche a Brother Focus: A Kenneth Anger Tribute Album.

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Del regista californiano si potranno vedere praticamente tutte le opere, quattro delle quali appena restaurate, compresa un’anteprima dell’ultimo progetto Elliot’s Suicide, e una serie di titoli che hanno avuto in vario modo il loro ruolo nella formazione di Anger: si va da A Midsummer Night’s Dream (1935) di Wilhelm Dieterle e Max Reinhardt, il primo film in cui si ritrovò coinvolto, recitandovi, da bambino, alle opere di Méliès e Jean Genet, al ¡Que Viva Mexico! (1932-1979) di Ejzenstejn alla cui riedizione Anger era stato invitato a partecipare su invito di Henry Langlois per conto della Cinémathèque Française.

Tra i diversi omaggi del festival si segnalano quello al performer Ron Athey, quello al regista francese Philippe Vallois, e quello al mitico Studio 54 di New York, inaugurato trent’anni orsono, il 26 aprile 1977, e immortalato anche dal documentario Thanks God Is Friday (1978) di Robert Klane e dal più recente Fifty Four/Studio 54 (1998) che il regista Mark Christopher porterà personalmente a Torino in anteprima europea nella versione “Director’s Cut” non tagliata dalla Miramax. Da non perdere anche la selezione di pellicole della collezionista nordamericana Jenni Olson che ha “prestato” al festival una serie di opere nelle quali analizzare la sporadica emersione delle tematiche omosessuali nel cinema “mainstream”, come è il caso di The Killing of Sister George (1968) di Robert Aldrich, accanto ad alcune vere rarità come dei cortometraggi anonimamente prodotti nel 1930 e nel 1940.

Tornano quindi le consuete sezioni della rassegna torinese, come la “Voice Over” riservata alla video-arte di Brice Dellsperger, Franko B e del duo italo-americano Lovett/Codagnone, e come soprattutto “Europa Mon Amour” quest’anno dedicata agli spaghetti western dal sottotesto più o meno dichiaratamente gay: dopo il successo di Brokeback Mountain, sarà possibile rivedere con nuovo sguardo dieci film girati tra il ’60 e il ’70, dal Requiescant (1966) di Lizzani con la partecipazione di Pier Paolo Pasolini, a Se sei vivo spara (1967) con Tomas Milian, a Faccia a Faccia (1967) e Il mercenario (1968) di Sollima e Corbucci, a The Singer not the Song (1960) di Roy Ward Baker in cui “un elegante e decadente Dirk Bogarde, nella parte del bandito messicano Anacleto, seduce il biondo ed integerrimo padre Keogh (John Mills)”.

Tra i film fuori concorso si possono invece segnalare il Brand Upon the Brain! già presentato da Guy Maddin all’ultimo festival di Berlino, Cover Boy… l’ultima rivoluzione di Carmine Amoroso, che annovera nel cast anche Luciana Littizzetto e Chiara Caselli e gli americani Itty Bitty Titty Committee e Puccini for Beginners. Gran finale il 26 aprile con la cerimonia di premiazione presentata da Paola Maugeri e diversi interventi musicali in omaggio a Giuni Russo, cui è dedicato il Cd Unusual, in cui una serie di cantanti riprendono brani della cantante scomparsa nel 2003. Chiude definitivamente il festival, repliche a parte, la proiezione della commedia Another Gay Movie (2006) di Todd Stephens che sarà presente a Torino col co-sceneggiatore Tim Kaltenecker per l’anteprima italiana del suo film distribuito nel nostro paese da Fourlab…

Dopo le diverse polemiche scatenatesi a Torino per la non riconferma del sostegno pubblico al Festival del Cinema delle Donne, e dopo il recentissimo caso di uno studente che si è tolto la vita, pare, perché veniva preso in giro in quanto poco “virile”, anche quest’anno il ricco cartellone del festival conferma l’importanza di una manifestazione decisamente non solo “di settore”: con buona pace degli studenti di destra della locale Consulta degli Studenti che per la prima volta dopo alcuni anni hanno negato il premio in denaro che nelle scorse edizioni i giovani torinesi attribuivano a una delle opere presentate, premio prontamente ri-finanziato da due volonterosi privati cittadini.




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Il sito ufficiale del festival

15-04-07

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