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martedì 24 aprile 2007
«Favorevole al cambio di nome anche senza mutare connotati fisici» «Giusto rimborsare chi armonizza il corpo» Il ministro Turco e i transessuali: il s
Vladimir Luxuria si è appena sottoposta al rifacimento del seno e del naso (Melia Nicola
ROMA — «Non ci trovo niente di scandaloso nel riconoscere ai transessuali maggiori attenzioni da parte del servizio pubblico. L'intimità della persona va rispettata e, quindi, credo che il nostro sistema sanitario debba fare uno sforzo. E' una questione di etica». Manderanno in estasi Luxuria le dichiarazioni di Livia Turco sull'iniziativa preannunciata sul Corriere dal deputato di Rifondazione da poco riapparso in Parlamento con un naso rifatto: un disegno di legge che renda più accessibili, sul piano della rimborsabilità, gli interventi per transitare da un sesso all'altro. Sarà pronto entro maggio.
PARERE — Il ministro della Salute chiederà un parere al Consiglio Superiore di Sanità e al Comitato di bioetica. «Non mi sento di affermare che tutto ciò che riguarda il sesso vada considerato un diritto — aggiunge —. Credo però che il servizio ospedaliero debba prendersi carico di chi ha bisogno di armonizzare il corpo con la sua identità. Mi chiedo inoltre se sia giusto che a rilasciare le autorizzazioni per il cambiamento di genere debba essere un tribunale anziché un'equipe medica». Il ministro è inoltre favorevole alla proposta di consentire ai transessuali la modifica del nome anche senza aver mutato connotati fisici: «Deve essere una libera scelta. Poter adeguare i documenti a quello che un individuo sente di essere nell'intimo significa mantenere la propria integrità». Dunque, massima disponibilità ad affrontare il tema degli interventi chirurgici rimborsati a chi è nato in un corpo sbagliato. Luxuria quasi non ci crede: «Grande Livia — commenta entusiasta —. Mi rendo conto che in molte Regioni il bilancio della Sanità è in rosso. Noi però abbiamo bisogno di maggiore assistenza, ci deve essere permesso di realizzare l'armonia tra fisico e spirito. Qui non si tratta di avere il lifting gratis e di rifarsi per apparire giovani e belli. Abbiamo diritto alla salute psicofisica».
BISTURI — Il 20% dei circa 20 mila trans italiani sono «transitati» grazie al bisturi. L'80% invece convive con aspetto e attributi sessuali indesiderati perché non tutti possono operarsi privatamente, a caro prezzo. Il 90% dei transitati ha compiuto il passaggio da uomo a donna. L'attuale sistema sanitario rimborsa alcune prestazioni chirurgiche ma solo per la correzione delle caratteristiche sessuali primarie (genitali). Di regola, sono esclusemastoplastica, rinoplastica elettrocoagulazione per la depilazione definitiva, trattamenti ormonali. La situazione è molto diversa nelle Regioni. Toscana ed Emilia Romagna sono le più evolute e aperte nei confronti di pazienti così speciali. Lo stesso avviene in altre realtà isolate, come il San Camillo di Roma e il Mauriziano di Torino.
DONAZIONI — Al Policlinico Umberto I di Roma Nicolò Scuderi cerca di assecondare le necessità di chi vuole rettificare il sesso facendo rientrare nella rimborsabilità rinoplastica, correzione del pomo d'Adamo o zigomi. Il chirurgo è in attesa del via libera per un protocollo senza precedenti. Un doppio passaggio maschio-femmina e femmina-maschio. Funzionerebbe così. L'aspirante femmina dona l'organo sessuale che viene trapiantato all'aspirante uomo. Per Scuderi non è un azzardo: «Stiamo studiando i particolari tecnici. E' una soluzione possibile».
Margherita De Bac
24 aprile 2007
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