Translate

martedì 11 novembre 2025

“Proteggere i bambini? No, alimentare discriminazioni: il copione della destra sul sesso e l’affettività”


La política usa i ragazzi come slogan, ma ignora la loro salute e i loro diritti.


In Italia si continua a discutere di educazione sessuale come se fosse un pericolo da cui difendersi. Matteo Salvini ripete lo slogan: “proteggere i bambini dal gender”. Ma la verità è che non si tratta di protezione: si tratta di alimentare discriminazioni verso le persone LGBT e di riproporre parole già sentite dalle destre mondiali, che hanno paura della verità e della modernità.

Mentre in Europa si distribuiscono preservativi per prevenire malattie e gravidanze indesiderate, da noi si preferisce il silenzio. Un silenzio che sa di Medioevo. In un paese laico, si dovrebbe parlare di mascolinità tossica, patriarcato, rispetto e inclusione. Invece, si preferisce bollare tutto come “woke” e affidare l’educazione sessuale alla Chiesa cattolica, tanto cara a Meloni, Salvini, Roccella, Pillon e a tutto il governo del “dio, patria e famiglia”.

Il copione político

Negli ultimi giorni Salvini ha parlato di confini da difendere, del conflitto Russia–Ucraina, del voto in Romania, dell’estrema destra tedesca, della Croce Rossa… e, tra un argomento e l’altro, anche di educazione sessuale. Poi, quando gli chiedono di Gaza, risponde: “Mi occupo di dighe e treni”. Senza mai nominare il Ponte.

 La vera educazione sessuale


Educare alla sessualità significa educare all’affettività, sviluppare consapevolezza, imparare a gestire emozioni e sentimenti. Significa prevenire comportamenti a rischio e insegnare il rispetto verso l’altro. Come ricordano le linee guida internazionali: dobbiamo insegnare educazione sessuale ai bambini per proteggerli dagli abusi, promuovere l’autoconoscenza del corpo, combattere i pregiudizi, prevenire malattie sessualmente trasmissibili e gravidanze adolescenziali. Una didattica adeguata all’età, con linguaggio appropriato e strumenti ludici, aiuta i ragazzi a capire concetti come consenso, limiti corporei e a riconoscere situazioni di rischio.
 La realtà che non si dice

Più dell’80% degli abusi avviene in casa. Non da “mostri sconosciuti”, ma da adulti di fiducia: zii, padri, cugini, vicini. Il silenzio è la regola. Solo 1 caso su 15 viene denunciato. Ecco perché l’educazione sessuale non è un lusso, ma un’urgenza. Non è ideologia, è protezione. Non è un complotto, è un diritto.


Se davvero vogliamo proteggere i bambini, dobbiamo dar loro strumenti per capire il mondo, non paure prefabbricate. La scuola e la famiglia devono collaborare, non contrapporsi. E la politica deve smettere di usare i ragazzi come slogan, iniziando finalmente a occuparsi della loro libertà e della loro sicurezza.

Nessun commento: