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martedì 18 novembre 2025

Messico, Repubblica Ceca, Brasile, ONU: la destra globale e il golpe digitale contro la memoria e la democrazia


Mentre in Messico la Generazione Z viene mobilitata via social per rovesciare la presidente progressista Claudia Sheinbaum, con un indice di gradimento superiore all’80%, si delinea una strategia inquietante: un golpe digitale orchestrato da interessi stranieri, con il sostegno di big tech e gruppi legati alla destra internazionale.

La Generazione Z vuole rovesciare la presidente messicana Claudia Sheinbaum, amata da oltre l’80% del Paese. Non è protesta spontanea: è un colpo di stato digitale, orchestrato attraverso i cellulari e le piattaforme globali. La nuova arma della destra mondiale non sono i carri armati, ma gli algoritmi.


In Brasile, il timore di un colpo di stato simile al 2013 si fa concreto. Meme, influencer e simboli pop (come la bandiera di One Piece) vengono strumentalizzati da gruppi estremisti per mascherare operazioni di destabilizzazione.
Generazione Z dal Nepal, dal Messico e dal Brasile. Tutti intorno ai 16 anni. Non è un caso: la destra globale usa i più giovani come pedine di un golpe digitale, orchestrato attraverso i cellulari e le piattaforme. La nuova arma non sono i carri armati, ma gli algoritmi.


In Europa, la Repubblica Ceca ha approvato una legge che dal 2026 criminalizza la promozione del comunismo, equiparandolo al nazismo, con pene fino a 5 anni. Il post virale di Henrique Lopes denuncia l’ipocrisia di chi celebra questa misura come difesa della libertà, mentre si tratta di censura ideologica.


A livello globale, l’ONU ha votato una risoluzione contro la glorificazione del nazifascismo, proposta dalla Russia. Eppure, i Paesi occidentali – tra cui Italia, Stati Uniti, Regno Unito e gran parte dell’UE – hanno votato contro, rivelando un inquietante doppio standard: si criminalizza la memoria del comunismo, ma si evita di condannare il nazismo.

In Italia, il governo ha approvato il Decreto Sicurezza che limita la libertà di espressione e criminalizza il dissenso. Il generale Vannacci, oggi europarlamentare della Lega, ha celebrato le leggi razziali fasciste, normalizzando il regime di Mussolini.


Il Parlamento europeo ha votato per vietare i simboli comunisti e nazisti, equiparandoli. Il Pd si è astenuto, mentre M5S e AVS hanno votato contro.

🇺🇸 Stati Uniti

Sotto la presidenza Trump, si intensificano le retoriche anti-comuniste e le pressioni sui paesi del Sud Globale.


La CIA viene citata in thread virali come finanziatrice di operazioni contro governi di sinistra in America Latina.
 Altri paesi segnalati da Amnesty International e Freedom House

Russia, Cina, Iran, Myanmar, Uganda, Sudan, Afghanistan: regimi autoritari con repressione del dissenso, censura, e persecuzione di minoranze.


In Africa orientale, Tanzania e Kenya mostrano tendenze autoritarie crescenti.

Il mondo si piega a una nuova forma di autoritarismo, mascherata da libertà e ordine. La destra globale usa la Generazione Z come veicolo di caos, le piattaforme digitali come armi geopolitiche, e la censura ideologica come strumento di repressione.

Quando l’antifascismo diventa negoziabile, la memoria vacilla e il futuro si oscura. 



(fonti autorevoli)

United Nations – Assemblea Generale: Documenti ufficiali sulle risoluzioni antifasciste.


Amnesty International – Rapporto 2025: Diritti umani e derive autoritarie.


Human Rights Watch – World Report 2025: Analisi su repressione politica e libertà di espressione.


Freedom House – Freedom in the World 2025: Indici sulla democrazia e la libertà digitale.


Reporters Without Borders (RSF): Classifica mondiale sulla libertà di stampa.


El Universal / La Jornada (Messico): Copertura sulle proteste contro Claudia Sheinbaum.


Brasil247 / Folha de São Paulo (Brasile): Notizie e analisi sul rischio di golpe digitale.


Radio Prague International / Euronews (Repubblica Ceca): Informazioni sulla legge anti‑comunismo.


Il Manifesto / Internazionale (Italia): Approfondimenti su Decreto Sicurezza e Vannacci.


Carnegie Endowment / Brookings Institution: Studi su big tech e politica globale.

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