A cura di Vanessa per Movimento Elagà
il linguaggio della tutela, la logica del controllo
Il DDL Disforia, approvato dal Consiglio dei Ministri italiano, viene presentato come una misura di “protezione” per i minori con disforia di genere. Ma dietro la retorica della prudenza si cela un impianto repressivo che mira a ostacolare l’autodeterminazione delle persone trans, in particolare dei più giovani. Il governo Meloni, con il sostegno di figure come Marina Terragni, si inserisce in una rete internazionale di governi autoritari — da Orbán a Erdoğan, da Trump alla Slovacchia — che stanno conducendo una vera e propria guerra ideologica contro la comunità LGBTQIA+.
Il DDL Disforia: cosa prevede
Il disegno di legge introduce:
Un registro nazionale per i farmaci usati nei percorsi di transizione.
L’obbligo di autorizzazione da parte di comitati etici.
Una diagnosi multidisciplinare e documentazione psicoterapeutica per accedere ai trattamenti.
Queste misure, presentate come “garanzie”, si traducono in ostacoli burocratici, violazioni della privacy e un clima di sospetto verso i giovani trans. È una legge che non protegge: sorveglia, giudica, punisce.
Marina Terragni: la voce del biopotere
Durante un’intervista pubblica, Marina Terragni — Garante per l’Infanzia — ha dichiarato che “otto su dieci” dei casi di disforia sarebbero “bambine impaurite dalla pubertà”. Nessuna fonte, nessun dato: solo una narrazione paternalista che riduce l’identità trans a una fase da correggere. Le sue parole ricalcano la propaganda dei movimenti anti-gender internazionali, che mirano a patologizzare l’identità queer e a riportare il corpo dentro i confini del binarismo.
La risposta della comunità
Il Movimento Elagà, insieme a numerose realtà LGBTQIA+, ha denunciato il DDL come un attacco diretto ai diritti umani. Alice Benedetti, presidente del movimento, ha dichiarato:
“Questo governo non protegge i bambini: li sorveglia, li giudica, li punisce. È un modello autoritario che non ha nulla a che fare con la salute.”
Sui social, il video dell’intervento di Terragni ha scatenato una valanga di indignazione. La comunità è stanca di essere trattata come un problema da risolvere.
L’Italia non è sola: la mappa della repressione globale
🇺🇸 Stati Uniti
Oltre 950 proposte di legge anti-trans nel 2025, con 120 approvate.
Divieti su bloccanti della pubertà, accesso ai bagni, contenuti LGBTQIA+ nelle scuole.
La nuova presidenza Trump ha intensificato la repressione, con Amnesty International che parla di “crociata contro i diritti umani”.
🇭🇺 Ungheria
Divieto del Pride, uso del riconoscimento facciale per identificare attivisti.
Leggi che vietano il cambiamento di genere nei documenti.
Orbán ha imposto il binarismo di genere nella Costituzione.
🇹🇷 Turchia
Erdoğan ha vietato il Pride e represso attivisti LGBTQIA+.
Retorica islamista e nazionalista contro la “minaccia queer”.
🇸🇰 Slovacchia
Blocco del riconoscimento legale del genere.
Crescente influenza di partiti ultra-conservatori.
🇬🇧 Regno Unito
Pressioni politiche per limitare l’accesso ai servizi sanitari per persone trans.
Clima mediatico ostile e campagne contro i centri di affermazione di genere.
la libertà non si negozia
Il DDL Disforia non è un caso isolato. È parte di una strategia globale che mira a cancellare l’identità trans e queer, a colpi di leggi, censura e propaganda. L’Italia, con il governo Meloni, si sta allineando a modelli autoritari che vedono nella diversità un nemico da reprimere.
Ma noi non ci faremo cancellare.
Amnesty International, report USA 2025
TGEU – Transgender Europe, mappa dei diritti 2025
Corte di Giustizia UE, sentenza su Ungheria
Intervento pubblico di Marina Terragni, agosto 2025
Movimento Elagà, comunicati ufficiali
https://www.instagram.com/movimentoelaga/
https://www.instagram.com/alics.benedetti/followers/mutualOnly

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