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venerdì 7 novembre 2025
“Passaporti, potere e pregiudizio: il volto reale dell’America trumpiana”
La decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti di sostenere le politiche discriminatorie sui passaporti è una tragedia sociale e politica. Non è solo una questione burocratica: è un attacco diretto alla dignità, alla sicurezza e all’identità di migliaia di persone trans e non binarie.
Il 6 novembre 2025, la Corte Suprema ha dato il via libera alla politica dell’amministrazione Trump che impone l’uso del sesso assegnato alla nascita nei passaporti, eliminando la possibilità di scegliere un indicatore di genere neutro come “X”. Questa decisione sospende un’ingiunzione precedente che bloccava la misura, permettendo al governo di applicarla immediatamente.
Contesto legale e politico
Dal 2021, sotto l’amministrazione Biden, era possibile scegliere tra “M”, “F” o “X” nei documenti ufficiali.
L’amministrazione Trump ha ribaltato questa apertura, sostenendo che il sesso biologico è l’unico criterio valido per l’identificazione.
La Corte, con una maggioranza conservatrice (6-3), ha approvato la sospensione senza firmare ufficialmente la decisione, segnalando che si tratta di una misura temporanea in attesa di ulteriori procedimenti.
Perché è grave in un mondo dove essere trans significa già affrontare violenza, esclusione, precarietà e stigma, questa sentenza aggiunge un ulteriore peso. Viaggiare con un documento che non riflette la propria identità di genere può esporre le persone trans a umiliazioni, controlli invasivi, discriminazioni e pericoli concreti.
Un segnale inquietante. Questa non è una semplice battaglia legale. È una battaglia per l’anima di una società. E oggi, quella società ha scelto di voltare le spalle ai suoi cittadini più vulnerabili. L’America, che si è sempre vantata di essere la terra della libertà, sta sprofondando in un buco nero di regressione e odio istituzionalizzato.
Non possiamo restare in silenzio Ogni passo indietro è una ferita che ci riguarda tutti. Le persone trans meritano rispetto, protezione e riconoscimento. Questa sentenza è un campanello d’allarme per chiunque creda nei diritti umani. È il momento di alzare la voce, di mobilitarsi, di resistere.
Fonte autorevole: La notizia è stata riportata da NPR e CBS News
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