Nel novembre 2025, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha votato una risoluzione contro la glorificazione del nazismo e del neonazismo. Ma qualcosa di inquietante è emerso dal voto: l’Occidente ha voltato le spalle all’anti‑fascismo.La risoluzione, intitolata “Combating glorification of Nazism, neo‑Nazism & other practices that contribute to fueling contemporary forms of racism, racial discrimination, xenophobia & related intolerance”, ha ottenuto 119 voti favorevoli, 53 contrari e 10 astensioni. Tra i paesi contrari figurano Stati Uniti, Canada, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito, Australia e Ucraina. Una scelta che, secondo molti osservatori, riflette più logiche geopolitiche che principi etici: il timore che la Russia utilizzi la risoluzione come arma diplomatica per screditare chi sostiene l’Ucraina.
Chi ha chiesto la risoluzione e perché
La risoluzione è stata presentata dalla Federazione Russa, come avviene ormai ogni anno dal 2005, in occasione della Giornata della Memoria dell’Olocausto. Mosca rivendica il proprio ruolo storico nella sconfitta del nazismo e utilizza questa iniziativa per ribadire la necessità di una condanna universale e permanente.
Negli ultimi anni, tuttavia, la proposta russa ha assunto anche un chiaro significato geopolitico. Il Cremlino accusa l’Ucraina e alcuni paesi europei di tollerare movimenti neonazisti e di riscrivere la memoria della Seconda Guerra Mondiale. Per Mosca, dunque, chi si oppone alla risoluzione non difende la democrazia, ma indebolisce la lotta contro il fascismo.
Come hanno votato i paesi
Favorevoli (119): Cina, Israele, Sudafrica, Brasile, gran parte dei paesi africani e asiatici.
Contrari (53): Stati Uniti, Canada, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito, Australia, Ucraina.
Astenuti (10): alcuni paesi europei e latinoamericani, che hanno scelto di non schierarsi né con la Russia né con l’Occidente.
Il voto rivela una frattura profonda: da un lato il Sud Globale, che ha sostenuto la risoluzione come atto di memória e giustizia; dall’altro l’Occidente, che ha preferito difendere la propria posizione geopolitica anche a costo di apparire in contraddizione con i valori antifascisti. La Russia, pur strumentalizzando la memoria, ha costretto il mondo a confrontarsi con un paradosso: chi proclama di difendere la democrazia ha scelto di non condannare apertamente il nazismo.
In questo scenario, le parole Occidente e Sud Globale si stagliano come opposti: Impero e Colonia. L’Occidente, aggrappato ai propri privilegi, sembra evocare un “Terzo Reich” come ultimo rifugio ideologico, mentre il Sud Globale, spinto dall’urgenza del collasso climatico, non può più restare subordinato.
Il conflitto appare inevitabile: da un lato un Impero che non vuole cedere, dall’altro un mondo multipolare che si ribella e cerca nuove forme di governance globale. Come in un déjà vu distopico che ricorda L’uomo nell’alto castello, la storia ci avverte: quando la memoria vacilla e l’anti‑fascismo viene abbandonato, il futuro rischia di piegarsi verso scenari che pensavamo impossibili.
La storia non perdona chi dimentica. E il futuro non aspetta chi esita.
United Nations Digital Library, documento A/79/753-S/2025/58.
Wikipedia, voce United Nations General Assembly Resolution ES‑11/8.
Casa del Sole TV, “L’ONU condanna l’esaltazione del nazismo”, novembre 2025.
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