Vanessa Mazza TLGBQI+: A piedi nudi e disperato, un bambino palestino porta in braccio la sorella in fuga dall'invasione israeliana nella città di Gaza. Giorno 713 dell'Olocausto palestinese.

mercoledì 24 settembre 2025

A piedi nudi e disperato, un bambino palestino porta in braccio la sorella in fuga dall'invasione israeliana nella città di Gaza. Giorno 713 dell'Olocausto palestinese.

TIMES OF GAZA
Gaza Genocide‌ 18.09.2025

Un bambino palestino cammina scalzo tra le rovine di Gaza, portando sulle spalle sua sorella, l'ultimo legame di una famiglia sterminata.

Sono orfani del mondo: lui è tutto ciò che lei ha, e lei è tutto ciò che lui ha.

In assenza di tutti gli altri, è rimasto loro solo l'uno l'altra.

Ecco il ritratto crudo dell'umanità nel XXI secolo.

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Mi chiamo Vanessa Mazza.

Mi chiamo Vanessa Mazza. Sono una donna trans, brasiliana d’origine, italiana per scelta, e umana per vocazione. Sono cresciuta in una famiglia numerosa e umile, la prima di sette figli. A tredici anni già lavoravo per contribuire a casa. Ho lasciato il Brasile per cercare un futuro diverso, più giusto, più mio. Non ho mai smesso di cercarlo. Oggi, nel mio piccolo, cerco di informare attraverso l’attivismo. Traduco emozioni e lotte tra portoghese, italiano, spagnolo e inglese. Creo contenuti che uniscono parole e immagini per scuotere coscienze, abbattere stereotipi e costruire ponti. Il mio lavoro è politico, poetico e personale. Scrivo e curo questo blog per raccontare storie di chi, come me, ha attraversato il dolore e continua a camminare. Racconto vite ai margini, sogni in esilio, resistenze quotidiane. Lo faccio con rabbia e con amore, con ironia e con speranza. Perché l’ambiguità non è vizio, è verità. E la verità merita voce. Non scrivo per chi si nasconde. Scrivo per chi ha fame di giustizia, per chi ha sete di senso, per chi non si accontenta di un mondo malato di ipocrisia. Scrivo per chi vuole vedere, sentire, cambiare. Se vuoi camminare con me, sei il benvenuto. Non prometto risposte, ma domande vere. Non offro certezze, ma visioni. E sì, ci divertiremo anche.

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Manifesto Politico

Manifesto Politico di una transessuale Pari opportunità pari dignità transizione gratuita Non c'è richieste particolari, non è una richiesta fantasiosa. Il manifesto politico di una transessuale, implica una questione molto semplice: essere persona, semplicemente una persona che possa vivere la propria esistenza come qualsiasi altra persona. Il fatto particolare è proprio che questo diritto ad essere se stesse e se stessi oggi diventa una rivendicazione politica, diventa l'elemento fondamentale di una piattaforma politica. L'assurdità è proprio questa, chiedere di essere veramente persone fra persone. Trasformare qualcosa che è ovvia in una rivendicazione di un diritto, uno, quello di essere persone con le stesse opportunità, stessa dignità di fronte alla legge, e di essere comprese nella nostra situazione. Sono una cittadina italiana, esigo che questo sia pienamente il mio diritto! Lo esigo nell'avere le stesse identiche opportunità di qualsiasi altra persona; lo esigo nell'avere socialmente la stessa dignità! Per tanto chiedo: * che si attuino tutte le garanzie possibili, perché una persona transgender, transessuale pre e post operazione, possa vivere nella tutela della legge in merito al proprio diritto di avere una vita sociale assolutamente legittima e non disturbata, non offesa, non sottoposta a mobbing, discriminazione, esclusione e quant'altro; * che nell'ambito lavorativo sia svolta solo valutazione in relazione alla professionalità, competenza, titoli e non sulla questione di genere espresso o meno; * che una persona possa avere la transizione gratuita fino al raggiungimento del proprio benessere psicofisico, e che il cambio anagrafico sia conseguente al raggiungimento di questo e non in conseguenza ad una operazione; * che le cure mediche siano gratuite, così come anche gli aspetti fondamentali degli interventi estetici, come tutte le pratiche legali fonte:http://darianna-cosechepenso.blogspot.com/

Transgender Day of Remembrance (TDOR)

Il Transgender Day of Remembrance o TDoR è una ricorrenza della comunità LGBT per commemorare le vittime dell'odio e del pregiudizio verso le persone transgender (transfobia).

L'evento, che si celebra il 20 novembre, venne introdotto da Gwendolyn Ann Smith[1] in ricordo di Rita Hester, il cui assassinio nel 1998, avvenuto a ridosso della data in cui si celebra la ricorrenza, diede avvio al progetto web "Remembering Our Dead" e nel 1999 a una veglia a lume di candela a San Francisco. Da allora l'evento è cresciuto fino a comprendere commemorazioni in centinaia di città in tutto il mondo.

Ogni anno nel mondo vengono uccise decine di persone transessuali e transgender.
se vuoi combattere l’odio per la diversità, la paura di ciò che non si conosce o di ciò su cui regna incontrastato il pregiudizio, alimentato da culture sessuofobiche e patriarcali,

se fai parte di quella società civile che ha detto “BASTA CON IL SILENZIO”, stanca di chiudere gli occhi e di far finta di nulla su questa eclatante e obbrobriosa mattanza che si compie nella indifferenza più totale,

se vuoi ricordare con noi quelle persone che hanno pagato con la vita la propria autenticità e il fondamentale diritto di essere ciò che si è,

se credi che sia possibile far nascere una coscienza diversa in cui possano crescere le nuove generazioni che si riconosceranno e si rispetteranno nelle loro multiformi diversità; una coscienza che non volti lo sguardo ma che si indigni e combatta per fare evolvere il senso di dignità, eguaglianza e giustizia,

http://tdor.info/

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A piedi nudi e disperato, un bambino palestino porta in braccio la sorella in fuga dall'invasione israeliana nella città di Gaza. Giorno 713 dell'Olocausto palestinese.

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