Niente visita ratzingeriana all'Università La Sapienza e il mondo politico s'indigna


LA LETTERA
AGGIORNAMENTO ORE 23 DEL 15 GENNAIO 2008
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha scritto una 'lettera personale' (repubblica.it) al Papa. Sarebbe interessante sapere cosa ci sia scritto. Perché se è una lettera personale, allora non si capisce perché sia stato reso pubblico l'atto di invio. Se invece la lettera del Presidente della Repubblica Italiana, massima istituzione e garanzia dello Stato, riguardasse la comunicazione di una manifestazione di scuse di natura pubblica verso lo stato Vaticano, allora è bene che quel testo sia reso pubblico.
L'abile mossa vaticana di annullare la prevista visita di Ratzinger fa impazzire i difensori della tolleranza
Napolitano scrive a Ratzinger, Prodi difende Ratzinger, il centro destra s'indigna, Mussi è dispiaciuto, Casini grida ''Con questa intolleranza quale futuro avranno i giovani?''. Abilissimi politici i vertici vaticani. Ci sono proteste? Non andiamo. Sbrigatevela voi. Così chi dichiarava pubblicamente il proprio dissenso ha ora la colpa/peccato di avere impedito a Ratzinger di partecipare; di avere pubblicamente alimentato pericolosissime intolleranze; di avere messo in pericolo la democrazia. E la propaganda si mette in moto facendo dimenticare al mondo che nessuno ha chiesto a Ratzinger di non andare. È semplicemente stato messo in atto il sacrosanto diritto a protestare per una visita che si riteneva inopportuna: quella di un capo di stato estero che a più riprese ha manifestato la sua avversità alla scienza. Si possono contestare i modi, ma i giovinastri sono giovinastri si sa. E non badano tanto alla diplomazia. Ora bisognerà attendere eventuali epurazioni dei ''67'', i docenti dissidenti che hanno a loro volta contestato la visita di Ratzinger. Ha ragione Casini, davvero una gran brutta cosa l'intolleranza, soprattutto quando viene manifestata a qualcuno di gradito al di Lei partito, vero Onorevole? Pensi un po' a chi l'intolleranza di Ratzinger se la vive sulla pelle tutti i giorni. E che magari pensa, nonostante tutto, che nessuno ha il diritto di impedire a nessuno di fare ciò che crede compreso rispondere positivamente all'invito di un Rettore. Poi se si sceglie di non andare, non si andrà seguendo il proprio diritto al libero arbitrio, ma senza dare colpe a qualcun altro.

di Jean Paul Satrape (Lamanicatagliata.com)

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