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lunedì 14 gennaio 2008

MADRE NATURA LI HA FATTI COSI`ANIMALI OMOSESSUALI


(14/01/2008) Pinguini, bisonti, scimmie, leoni, fenicotteri, delfini: sono tanti gli animali che si accoppiano con partner dello stesso sesso e addirittura mettono su famiglia. Se fosse un`anomalia o una tara genetica la natura avrebbe dovuto porre rimedio già molto tempo fa. Ma se essere gay invece fosse del tutto naturale?

Probabilmente i più famosi di tutti sono stati Roy e Silo, due pinguini dello zoo di Central Park. Per anni hanno rifiutato gli approcci delle femmine e si sono accoppiati tra di loro, fino a che il loro desiderio di paternità li ha spinti a covare a lungo un sasso, come se fosse un uovo. Uno dei guardiani dello zoo lo ha poi sostituito con un vero uovo fecondato, che i due pinguini hanno accudito fino a farlo schiudere. Roy e Silo sono così diventati i genitori putativi di un cucciolo di femmina di nome Tango.
E' solo uno dei casi, forse il più eclatante e il più romantico, quasi da film Disney, di omosessualità nel regno animale. Ricordiamo anche la vicenda di Carlos e Fernando, i due fenicotteri dello zoo di Slimbridge in Inghilterra, "coppia di fatto" da 6 anni ai quali fu affidato un cucciolo rimasto orfano per venire incontro al loro ricercare costantemente un figlio nei nidi delle altre coppie.
Poi ci sono i maschi delle pecore delle Montagne Rocciose che vivono in vere e proprie società omosessuali, si accoppiano leccandosi i genitali e avendo rapporti anali: per gli scienziati i montoni che non hanno rapporti con altri maschi sono paradossalmente i più effeminati. Le giraffe maschio fanno orge tra di loro , così come i delfini, le orche e le balene. I primati più vicini all'uomo invece, i bonobo, hanno una innata tendenza ai rapporti tra esemplari dello stesso sesso: le femmine si accoppiano tra di loro ogni due ore e i maschi fanno una specie di scherma con il pene e si massaggiano i genitali a vicenda. Anche se gli animali con la maggior frequenza di rapporti omosessuali restano i mastodontici bisonti delle praterie nord americane.
Fatto sta che secondo il portale Life-science sono quasi 500 le specie animali nelle quali sono documentati comportamenti gay e che, come efficacemente osserva la pubblicazione scientifica Seed, sarebbero decapitate se vivessero in Arabia Saudita.

L'ECCEZIONE DEL PAVONE
In campo biologico la teoria sessuale per cui il fine dell'accoppiamento è unicamente la riproduzione è nata con Charles Darwin. Osservando le multicolori code dei pavoni maschi, lo scienziato inglese era giunto alla conclusione che il folto piumaggio servisse ad attirare le femmine e a spingerle all'accoppiamento. Da qui l'assimilazione da parte della cultura di massa del dogma secondo cui gli uomini cercano il sesso e le donne sono più restie e impongono maggiore selezione per preservare la specie. Ditelo alle femmine dei bonobo.
Oltre ovviamente all'etichettare qualsiasi devianza sessuale rispetto alla funzione riproduttiva come, appunto un errore, una perdita di tempo e un comportamento contro natura, inclusi la masturbazione e l'omosessualità. Anche se, con l'evolversi della specie, questa "inefficienza" sessuale, invece che venire meno non ha fatto che complicarsi: più un animale è complesso più mostra segni di "devianza" sessuale

Nel 1997 la biologa americana Joan Roughgarden, docente all'università di Stanford, si era recata al Gay Pride di San Francisco per sfilare con un gruppo di transessuali (n.d.r. la Roughgarden è una transessuale): "ero stupita da quanti gay, lesbiche, bisessuali e transessuali ci fossero al gay pride, la materia che insegno considera l'omosessualità una specie di anomalia. Ma se lo scopo del rapporto sessuale è solo la riproduzione, come sosteneva Darwin, perchè ci sono tanti gay? Per molti biologi si tratta di una specie di difetto (ma) se così fosse, gli omosessuali e le lesbiche sarebbero un errore che la natura avrebbe dovuto correggere molto tempo fa. Ma non è successo. A un certo punto ho avuto un'illuminazione: quando una teoria scientifica sostiene che qualcosa non funziona in tante persone, forse c'è qualcosa che non va nella teoria".
Alla fin fine il pavone è un'eccezione.
LA FINE DELLA GUERRA DEI SESSI
Se l'omosessualità fosse una malattia genetica sarebbe 3-4 volte più diffusa di una qualsiasi malattia genetica ad ampia diffusione, come ad esempio il morbo di Huntington, sottolinea la Roughgarden nel suo libro Evolution's rainbow edito dalla University of California Press. Quindi un difetto che l'evoluzione avrebbe teso non a preservare ma ad eliminare. Ma se guardiamo all'omosessualità da un punto di vista sociologico, comincia a risultare chiaro il motivo che ha spinto la scienziata a definire l'omosessualità un elemento caratteristico delle società avanzate, nonchè garanzia di una pacifica convivenza in contrapposizione alla guerra dei sessi di darwiniana memoria. Come nelle società dei macachi del Giappone, in cui i maschi sono transitori e le femmine proteggono le strutture sociali e tengono a freno episodi di violenza e di esuberanza sessuale dei maschi attraverso il lesbismo. "I rapporti omosessuali sono uno dei modi per creare un'intimità fisica - dice la Roughgarden - Quando gli animali hanno un comportamento omosessuale, significa che stanno usando i genitali per fini sociali". Al contrario di Darwin che riteneva il nostro stato naturale il conflitto, la Roughgarden è propensa invece per la collaborazione e l'omosessualità è un preludio alla cooperazione sociale, un modo per evitare disordini e conflitti: "sono convinta che nel giro di cinquant'anni la dicotomia omo-etero non esisterà più, perchè preservarla richiede troppe energie da parte della società. I comportamenti complicati sono eccessivamente faticosi", quindi prima o poi per la biologa anche l'uomo tornerà al modello osservato nei primati. O almeno a non considerare le migliaia di specie animali, tra le quali l'uomo, che deviano rispetto ai principi della selezione sessuale darwiniana delle eccezioni senza importanza.

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