Nuovo delitto d'onore in Giordania, il 14esimo dall'inizio dell'anno: un uomo ha ucciso una nipote di 16 anni, sparandole nove volte, per difendere l'onore della famiglia perchè la ragazza era stata violentata, secondo la stampa locale, dai suoi stessi cugini. Da quello stupro due mesi fa era nato un figlio dato alla luce con l'assenso e il sostegno dei genitori. Un affronto che però lo zio, venuto a conoscenza della vicenda solo quattro giorni fa, ha deciso di non lasciar correre: è entrato in casa della nipote con una pistola in pugno, si è diretto nella sua stanza e senza dire una parola, davanti al padre, le ha sparato mentre dormiva. Adesso, l'assassino dovrà scontare 15 giorni di carcere in attesa che il giudice formalizzi le accuse contro di lui. In galera sono anche i due responsabili dello stupro della ragazza. Nessuno dei tre però, se condannato, dovrà scontare una pena severa.
Ogni anno in Giordania, Paese in cui secondo l'Ong Human Rights Watch almeno il 50% delle donne è vittima di violenza domestica, vengono commessi in media 15-20 delitti d'onore che in base alla legislazione locale sono puniti con una pena che va da 3 mesi a massimo un anno di carcere. Mogli, madri, sorelle, figlie uccise dai propri parenti perchè sospettate di tenere comportamenti "sfrontati" o vittime di violenze sessuali, una storia che si ripete nella moderna Amman come nelle zone rurali. Una pratica contro la quale si sono impegnati in prima persona anche re Abdallah e la regina Rania, che per combattere i "delitti d'onore" ha lanciato un appello su YouTube. Ma i loro sforzi per modificare gli articoli 98 e 340 del codice penale giordano, che garantiscono le attenuanti ai colpevoli di questi crimini, sono finora falliti.
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