A Tel aviv l'ultimo saluto alle vittime del odio.


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Tra commozione e sdegno centinaia di cittadini hanno partecipato in Israele ai funerali delle due vittime dell’attacco nella sede 'Agudah, Associazione israeliana per i diritti del singolo, dove si riuniscono da più di 15 anni molte persone della comunità lgbt israeliana.

Mentre parte del paese è sotto choc per l’aggressione, la polizia sta dando la caccia all’uomo che con il volto coperto, sabato scorso, ha fatto fuoco su un gruppo di giovani, uccidendone due, Fonti mediche hanno riferito che uno dei dodici ragazzi rimasti feriti durante la sparatoria accaduta nel circolo è morto. Uno degli undici rimasti è in gravissime condizioni e rischia di non superare la giornata. Le vittime dell'attacco contro la comunità lgbt, ora sono tre.

Il Parlamento israeliano molti partiti concordano nel dire che la strage è da considerarsi ‘un vero e proprio attacco alla democrazia’; parole di piombo anche e soprattutto da parte del Capo dello Stato, Peres, dal primo ministro Benyamin Netanyahu, e dai rabbini capo di Israele, Yona Metzger e Shlomo Amar. Mentre la polizia è alla forsennata ricerca dell’individuo che ha compiuto l’orribile gesto, la strada principale che si inizia a battere è proprio quella legata all’omofobia. Il capo della polizia, Shahar Ayalon, ha detto che, in sua ipotesi, ’crede sia un episodio di stampo essenzialmente criminale’.


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