Essere minoranza: quando il calzolaio ha le scarpe rotte. Negli ultimi giorni sono avvenuti terribili eccidi a sfondo religioso. In India centinaia di religiosi e civili cristiani sono stati assaliti e uccisi da fondamentalisti religiosi indù solo a motivo della loro fede.
La Chiesa Cattolica ha protestato duramente e in ogni sede, denunciando il silenzio dei mezzi di comunicazione e dei politici su queste stragi. Sulle motivazioni del silenzio è stato scritto anche da firme di prestigio di quotidiani nazionali. In qualche modo – si è detto – l’indifferenza, o il fatto di non scandalizzarsi o un “silenzio assordante” sono dovuto al fatti di considerare la civiltà occidentale sinonimo di cristianità, ovvero – come vorrebbe la chiesa stessa – il cristianesimo l’elemento fondante della società occidentale.
In questo modo, osservano i commentatori, si tende a giustificare in modo scandaloso e vergognoso certe stragi come il prezzo che l’occidente dovrebbe in qualche modo pagare per aver colonizzato, sfruttato e invaso le altre civiltà. A questo si aggiunge il fatto che i veri praticanti, cioè quelli che si considerano “cristiani” nei fatti e quotidianamente, in Italia, sono molto pochi.
Proponiamo però una riflessione. E comunque, a scanso di ogni equivoco, condanniamo le stragi e protestiamo per la vergogna. Però. Qualunque minoranza religiosa, etnica e sociale o culturale ha diritto di non venire perseguitata, discriminata o addirittura attaccata con violenza fisica e verbale. E proprio per questo ribadiamo l’errore grave di chi considera il cristianesimo e in generale la religione come un elemento filosofico determinante o comunque fondante della società, al punto di chiedere ai legislatori di discriminare chi non ne rispetta la morale, segnatamente le coppie gay.
La fede è solo uno dei tanti aspetti dell'essere umano. E neanche di una maggioranza. Ma appunto: ha senso parlare di minoranza e maggioranza? La società in cui vorremmo vivere, è una società in cui tutte le minoranze hanno diritti, e anzi, la democrazia liberale è compiuta e tale, proprio nella misura in cui si proponga di rispettare le minoranze. Tutte le minoranze.
La Chiesa Cattolica non si accorge di raccogliere ciò che ha seminato: se la fede viene portata avanti come guida della ragione e la ragione utilizzata per valutare il giusto e lo sbagliato sulla base del “diritto naturale” – argomentazione utilizzata dalla Chiesa per condannare l’omosessualità – allora chi impedisce a qualcuno in India di valutare come naturale e giusto l’eccidio dei cristiani?
Il diritto naturale non esiste: tutto è naturale e niente è naturale, è sempre l’uomo con la propria cultura a valutare una cosa giusta o sbagliata, naturale e non naturale. La convivenza di credenti di diverse religioni con i non credenti, di culture, razze e condizioni personali diverse e orientamenti sessuali, passa per un principio fondamentale: la libertà di ognuno finisce dove inizia quella dell’altro. Quindi: liberi tutti di professare o non professare un credo, senza predicare però la discriminazione per chi non lo pratica o non ne rispetta la morale.
Forse la Chiesa Cattolica, e il Papa stesso, nonostante le immagini mostrino costose calzature artigianali, non conoscono il detto che il calzolaio spesso abbia le scarpe rotte. Una chiesa che chiede la discriminazione per legge delle minoranze in casa propria ai politici delle nazioni occidentali (come accade settimanalmente in Italia), mostra un buco enorme nelle proprie convinzioni di base, quando pretende che la minoranza religiosa che rappresenta non venga perseguitata in India.
La società moderna e pluralista, al contrario, accoglie tutti e la laicità delle leggi stesse è garanzia di tutela proprio delle religioni cosiddette minoritarie, e dei neo arrivati. Quanto più gli immigrati vedranno una non coincidenza tra morale della religione e legge dello Stato, tanto più si sentiranno parte della società, integrati e accettati. E allora protesteranno per gli eccidi in India perché, pur non essendo cristiani, vedranno attaccati anche i principi di libertà e uguaglianza.
Gianluigi Melesi
Giuliano Federico
redazione@gay.tv
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