Il ministro per l'Attuazione del programma: non impegniamo il governo. «Ci occupiamo anche di coppie gay»
MILANO - Il nome è ancora top secret. Ma che si chiamino Dico, Pacs o Cus, come nei vecchi ddl, poco importa, almeno per il momento. La notizia che due ministri del governo in carica, Renato Brunetta e Gianfranco Rotondi, stiano lavorando a una proposta di legge sulle unioni civili ha l'effetto di un masso lanciato nello stagno. Nel giorno in cui Silvio Berlusconi incontra il Papa, a Cagliari, e il pontefice torna a dire no «ad ogni unione diversa dalla famiglia», Rotondi anticipa a Il Tempo il progetto che riguarderà tutte le coppie non legate da vincolo di matrimonio, anche quelle gay. Renato Brunetta (Lapresse)
GOVERNO - Un'iniziativa personale, non una proposta di governo, perché, spiega il titolare dell'Attuazione del programma, «le unioni civili non fanno parte del programma di governo e non saranno realizzate da questo esecutivo». Ma per Rotondi c'è «da legiferare in ordine a un fenomeno che non è marginale e che riguarda le persone che a vario titolo convivono». Renato Brunetta, da Cernobbio, per ora non parla. Rotondi anticipa le linee generali come «l'assistenza in caso di malattia, la successione, i diritti relativi all'alloggio, insomma tutti i diritti che rendono il convivente prioritario rispetto ai parenti e che per ora non esistono ». E ribadisce: «Ci occupiamo anche delle coppie gay».
Olga Piscitelli
08 settembre 2008
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