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domenica 30 agosto 2009

VLADIMIR LUXURIA AL PRISCILLA CAFFE' CON LE FAVOLE NON DETTE

Italia, anni ’50. Una bambina che, guardando gli occhi spauriti degli animali in gabbia, non riesce a resistere all’impulso di liberarli, si imbatte in una donna, anche lei reclusa in un circo e condannata al riso degli altri. Anche nei suoi confronti, la bambina non saprà resistere all’impulso di renderla libera, con l’aiuto, stavolta, dei suoi amici di una vita, gli animali.

Sedicesimo secolo. Un bambino, ultimo di una famiglia molto numerosa e molto povera, è dotato di una voce strabiliante, il suo canto ammalia. Ama la sua famiglia e vorrebbe rimanere con loro, ma la malattia di una sua sorella e la povertà dei mezzi lo costringono ad accettare una proposta che viene da Roma, dal Vaticano, di cantare nel coro delle voci bianche, per il Papa. La forzata reclusione e diversità non gli impediranno di salvare un bambino come lui da identico destino, grazie alla sua arte sublime che saprà scuotere le fortezze vaticane.

Sicilia, ai giorni nostri. Davide è un bambino un po’ strano, che dice di parlare con il vulcano Etna: ‘Issu’, lo chiama; i suoi coetanei lo deridono, suo padre lo considera una maledizione; solo sua mamma gli è vicino e lo ama, ne sa addirittura indovinare i colori delle vesti sgargianti che indossa, pur essendo non vedente. Ma la cecità fisica degli occhi corrisponde alla piena visione dell’anima e, grazie al suo amore, la madre salverà il piccolo Davide, proprio grazie al suo amico migliore, ‘Issu’.

Una sirenetta dei nostri giorni, un travestito brasiliano in procinto di scendere sul marciapiede, salva un bel principe, curandolo nella sua povera casa; il principe avrà sempre un ricordo vago di quella funesta notte, ma lei non potrà più dimenticarlo, se ne è innamorata perdutamente.


Un pinocchio di oggi, un ragazzino perdigiorno, ultimo della classe, che si imbatte sempre in compagnie sbagliate, non ha la mamma ed è convinto di essere nato dal padre. Sarà l’amore di una donna, non sua madre, semplicemente una donna senza figli, a restituirgli il senso della vita.

Vedremo il libro, ma già da questa breve traccia si può intuire che l'attenzione è rivolta in modo particolare ai bambini: bambini che sembrano un po' "diversi" da quelle delle favole tradizionali e sono, giustamente i protagonisti di queste favole non dette. La spontaneità, l'amore per gli altri, la generosità sono sentimenti ed emozioni che fanno da filo conduttore.
La scelta di dare all'Unicef la vincita dell'Isola dei famosi sottolinea la particolare sensibilità nei confronti del mondo infantile, un universo che è privo di pregiudizi e che è in forte sofferenza in questi nostri anni.


Vladimir Luxuria - Le favole non dette
192 pag., € 16,50 - Bompiani (Narratori italiani)
ISBN 978-88-452-6277-7


L'autrice


Vladimir Luxuria
Vladimir Luxuria

Foggia, 1965

Nome d'arte di Wladimiro Guadagno. Ha iniziato la sua carriera artistica a Foggia, organizzando feste ed eventi culturali, in quegli anni si possono già segnalare alcune sue esibizioni dal vivo. Traferitasi a Roma nel 1985, si è laureata in lingue e letterature straniere con una tesi su Conrad. Sempre a Roma inizia nel 1991 anche una piccola attività cinematografica. Anni difficili che, su sua stessa ammissione, la costrinsero a prostituirsi per mantenersi. Nel 1993 entrò nel movimento per i diritti della comunità GLBT (gay, lesbica, bisessuale e transgender) e assunse la direzione artistica del Muccassassina, un evento settimanale di riferimento per la comunità LGBT, organizzato dal Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli. Inizia a collaborare con alcune testate politiche (L'Unità, Liberazione) e con programmi radiofonici e televisivi. Il suo impegno politico la conduce a Montecitorio, eletta nelle liste di Rifondazione Comunista nel 2006. Caduto il Governo Prodi, Luxuria torna al mondo dello spettacolo e prende parte alla popolare trasmissione L'isola dei famosi dove esce vincitrice. Ha pubblicato nel 2007 il suo primo libro, Chi ha paura della Muccassassina.

Articoli, recensioni, interviste su Wuz
I libri in commercio di e su Luxuria
Il sito ufficiale

giovedì 27 agosto 2009

compleanno di Karl Einrich Ulrichs



COMUNICATO STAMPA
[http://www.facebook .com/groups. php?ref=sb# /group.php? gid=27870690871]


L' Associazione ‘Fondazione Luciano Massimo Consoli’ invita il 30 agosto prossimo gli appartenenti alla Comunità GayLebicaTransQueer , le associazioni e le persone eterosolidali a celebrare assieme il 184° compleanno di Karl Einrich Ulrichs, nato il 28 agosto 1825, eroe della lotta di emancipazione e liberazione omosessuale, che consideriamo il "Nonno Gay" del movimento di liberazione omosessuale mondiale.

"Fino al momento della mia morte guarderò con orgoglio indietro a quel giorno, 29 agosto del 1867, quando trovai il coraggio di lottare faccia a faccia contro lo spettro di un'antica idra irata che da tempo immemorabile stava iniettando veleno dentro di me e dentro gli uomini della mia stessa natura. Parecchi sono stati spinti al suicidio perché tutta la loro gioia di vivere era sciupata. Infatti, sono orgoglioso di aver trovato il coraggio di assestare a questa idra il colpo iniziale del pubblico disprezzo".

Ricorderemo il suo incredibile coming-out, in occasione del suo 42° compleanno, probabilmente il più drammatico e coraggioso della storia GLBTQ, oltre che il primo di cui abbiamo notizia, che gli è costato persecuzioni, esilio, povertà.

Lo ricorderemo per rinnovare il nostro impegno a lottare concordemente assieme per far sì che l'omofobia, "antica idra irata" scompaia al più presto e definitivamente dal costume sociale.

Dopo il termine dell' affettuosa cerimonia di omaggio ci ritroveremo, come di consueto, per un pranzo conviviale.

per l'Associazione"Fondazione Luciano Massimo Consoli"

Claudio Mori, Alba Montori, Riccardo Peloso, Paolo Violi, Maya Checchi, Daniele Priori, Ciri Ceccarini, Carla Liberatore

Diffondete questo messaggio
Per aderire e / o partecipare ( per il pranzo è necessario prenotare)
email: orsogrigio@hotmail. com tel. 064820013



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W le differenze - W la parità di diritti e doveri
abbasso la falsità e l'ipocrisia
abbasso le omologazioni egualitariste
condividi le informazioni e le esperienze
http://albamontori. blogspot. com

martedì 25 agosto 2009

Brasile:Lula, é giusto che sia cosí



Scriviamo questo pezzo dedicato alla recente sanatoria brasiliana per gli immigrati, ci sia perdonata la schematicitá, per 4 specifici motivi. In primis per invitarvi alla lettura, sul portale “Globalvoices”, d’un interessantissimo articolo di Paula Góes dedicato al tema: si analizza la questione migratoria in Brasile sotto molteplici profili, non trascurando neppure le controversie che l’emanazione della suddetta legge ha provocato.

Chi voglia approfondire puó quindi cliccare sul seguente link. In secundis per il desiderio di condividere coi nostri lettori – e mantenere nei nostri archivi – l’ultima parte del discorso pronunciato dal presidente Luiz Inácio Lula da Silva (nella foto in alto nel giorno della firma dell’atto), in occasione della presentazione del provvedimento: bello, d’una umanitá inferiore solo al suo valore documentale.

In tertiis per dar voce alla protesta giuntaci privatamente da un lettore nostro connazionale, che ha deciso di ricorrere alla sanatoria lulista: «FRANCESCO é arrivata la risposta di recife per la filiacao e i PORCI DI MERDA VOGLIONO questo:copia del passaporto italiano richista di iscrizione all aire{1merda che non voglio fare}richiesta di certificato di isrizione consolare{altra merda}2 fotografie e comrpovante di residencia oltre che 88 reais…….».

Non ha ottenuto dal Consolato d’Italia a Recife quell’assistenza che non solo sarebbe stata doverosa, ma che altre strutture diplomatico-consolari italiane in Brasile hanno invece, in condizioni analoghe, saputo offrire. (Il lettore vive a São Luís, la cui Agenzia consolare italiana si é dichiarata incompetente a redigergli un semplice atto di filiação, quello che indica i nomi dei propri genitori.

Scaricata la grana al Consolato di Recife, la sede consolare della capitale pernambucana ha richiesto per quell’atto tutta una serie di documenti che – giova la pena ripeterlo – altri consolati del Belpaese non hanno naturalmente richiesto, ndr). In quartis perché proprio in questi giorni in Italia esiste il reato di clandestinitá, che, per dirla con Marco Tarquinio, «ha in se’ la carica negativa di un giudizio sommario e ingiusto.

Non solo perche’ nessun essere umano puo’ mai essere definito ‘clandestino’ sulla faccia della Terra, ma perche’ nella concreta realta’ italiana questo reato rischia di diventare non un’arma contro l’irregolarita’ (di stranieri e italiani) bensi’ uno strumento persecutorio». Vi lasciamo al citato discorso di Lula.

«So quanti brasiliani vivono in Paraguay, più di 400 mila. So quanti brasiliani vivono in Bolivia; decine di migliaia di brasiliani sono sparsi per il mondo. Ed è giusto che sia così, è giusto che si crei un mondo senza frontiere, o con frontiere più malleabili, che permettano non solo a macchine, prodotti agricoli e merci di attraversare le frontiere, ma che la persona umana sia vista dal suo lato migliore e non si pensi all’uomo come fonte di cattiveria solo perché ha attraversato una frontiera.

Continueremo ad essere duri nella lotta al narco traffico. Continueremo ad essere duri contro il contrabbando. Continueremo ad essere duri contri i crimini internazionali. Ma è anche vero che dobbiamo essere generosi con gli esseri umani di qualunque parte del mondo che qui vogliano venire a stabilirsi e preparare il loro futuro. È questo il progetto di legge che il Brasile si appresta a discutere in parlamento.

Ho detto poc’anzi: il Brasile è ciò che è a causa della mistura che formiamo fin dal 1500, con portoghesi, tedeschi, italiani, arabi, giapponesi, spagnoli, cinesi, latinoamericani. Tutti quelli che arrivarono furono trattati con dignità. Ho detto a tutti i governanti: non vogliamo nessun privilegio per nessun brasiliano, in nessuna parte del mondo. Vogliamo solo che voi trattiate i brasiliani all’estero come noi trattiamo gli stranieri in Brasile: come fratelli, come amici e come brasiliani.

Spero che il parlamento con generosità voti rapidamente questo progetto di legge. Un abbraccio e buona fortuna».

fonte:http://blog.musibrasil.net

(Francesco Giappichini)

Gay Village, arrestato l'aggressore


E' stato arrestato dagli agenti della Squadra mobile capitolina, in esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata questa mattina dal gip del Tribunale di Roma, il 40enne accusato di aver aggredito, la notte tra venerdi' e sabato scorso, due ragazzi gay nel quartiere dell'Eur a Roma.

Il 40enne era stato semplicemente denunciato a piede libero. La decisione aveva scatenato aspre critiche. Lo stesso sindaco di Roma Gianni Alemanno era intervenuto chiedendo di procedere almeno a un fermo nei confronti dell'aggressore.
Ieri, la Procura aveva fatto marcia indietro e aveva chiesto l'arresto dell'aggressore. Richiesta oggi accolta dal giudice per le indagini preliminari.

L'uomo, che è stato arrestato nella sua abitazione alla periferia di Roma, sara' sentito nelle prossime ore dal gip per l'interrogatorio di garanzia a cui partecipera' anche il pm Pietro Pollidori. L'aggressore e' accusato di tentato omicidio in relazione all'accoltellamento di Dino, uno dei due omosessuali aggrediti nel quartiere Eur. Deve rispondere anche di aver colpito alla testa con una bottiglia l'altro ragazzo gay.

Leggi anche:
Gay Village, le risposte della rete
La Procura chiede il carcere per il responsabile dell'aggressione al Gay Village
Coppia gay aggredita, scontro tra Procura e Comune

http://tg24.sky.it/tg24/cronaca/2009/08/25/gay_village_arrestato_laggressore.html

sabato 22 agosto 2009

La Susan Boyle brasiliana si chiama Lívia Mendonça è bellissima canta Maria Bethania ...ed è transessuale.




Le audizioni del programma televisivo Idolos nella città di Fortaleza(Brasile), la versione brasiliana di XFactor, ha riservato una sorpresa per il pubblico. E' stata la presentazione di Lívia Mendonça, che ha mostrato un potenziale incredibile ed incantato la giuria, ricordando una delle più grandi cantanti del Brasile, Maria Bethania. Ma la grande sorpresa doveva ancora venire..
La testimonianza di sua madre ha lasciato, gli spettatori, nel dubbio pronunciando la frase " rispetto per la sua preferenza sessuale". Come si può interpretare? Si potrebbe pensare che la ragazza fosse lesbica. Sbagliato. La verità è che Livia Mendonça è una transessuale.

Lívia Mendonça, 20 anni, che lavora nel salone di bellezza con sua madre e non ha alcuna esperienza nel cantare in pubblico, è
stata incoraggiata dalla madre a dimostrare la sua qualità vocale, nel famoso programma Idolos. " Il mio sogno è quello di cantare, e non ho bisogno di soldi, solo cantare", ha detto poco prima della sua presentazione. Lívia, nel dire che non aveva mai cantato , ha dato l'impressione che la ragazza fosse solo una principiante che voleva apparire in televisione. Pure l'inganno! Lívia ha liberato una bellissima voce, e un timbro vocale naturale molto particolare, come quello della famosa cantante Maria Bethania, oltre alla leggerezza nei gesti e alla postura.

"Mi auguro che Livia non sia riconosciuta per la sua transessualità, ma per il suo talento di cantante", ha detto la madre. Quando ha lasciato la stanza, Lívia era molto emozionata e felice, in particolare, dice in questa intervista con Rodrigo Faro conduttore del programma, che la sua gioia in quel momento era data anche dal fatto di essere una transessuale è che era la prima volta che una transessuale entrava far parte di un programma televisivo di musica, guadagnando l' approvazione unanime della giuria.

Le persone con questo devono iniziare ha capire che ogni essere umano è unico, con le sue scelte e con la sua personalità, che non sempre ciò che si vede è reale, basta con i pregiudizi, è ora che la gente inizi ad aver rispetto degli altri e della loro individualità, come deve essere per chiunque. L'augurio che mi faccio è che riconoscimenti come questo siano sempre più frequenti, dato che l'ideale sarebbe che una notizia simile non sia nemmeno una notizia da postare su un blog.

Lívia auguri, il tuo talento è innegabile.

Vanessa Mazza.

venerdì 21 agosto 2009

Il racconto dei migranti sbarcati a Lampedusa: "Alla deriva, almeno dieci imbarcazioni ci hanno ignorato"




Presenta tutte le caratteristiche di una delle peggiori tragedie del mare degli ultimi anni. Con un risvolto ancora più agghiacciante: se infatti il racconto dei cinque migranti eritrei giunti ieri a Lampedusa su un gommone in condizioni fisiche pietose, secondo cui almeno dieci imbarcazioni nel canale di Sicilia avrebbero incrociato la carretta di disperati senza fermarsi a prestare soccorso, venisse confermato, si aprirebbe una pagina davvero triste della storia italiana. Sarebbero infatti almeno 75 le vittime della traversata durata circa 23 giorni, stando a quanto raccontato dai sopravvissuti.
"Almeno dieci imbarcazioni ci hanno ignorato" - "Siamo partiti il 28 luglio da Tripoli - hanno raccontato a uno dei mediatori culturali dell'organizzazione Save the children. - Eravamo in 78, per lo più eritrei e solo in minima parte etiopi. Dopo una settimana sono terminati cibo, acqua e benzina, i cellulari erano scarichi. Il gommone è andato alla deriva, spinto dal vento e dalle correnti. Le persone che morivano venivano gettate in mare". Le autorità maltesi in questi giorni hanno recuperato dal mare 5 cadaveri che potrebbero essere di altrettanti migranti morti durante la traversata del canale di Sicilia. Tra le cinque persone soccorse e portate in ospedale, tutte di nazionalità eritrea - e quindi potenzialmente in possesso dei requisiti per la richiesta dell'asilo politico - anche una giovane donna e due minorenni.
"Servono politiche per prevenire queste tragedie" - Le organizzazioni che si occupano di diritti umani non stanno in silenzio. Carlotta Bellini, responsabile protezione di Save the Children Italia, definisce "inaccettabile l'indifferenza crescente nei confronti dei migranti. È fondamentale - aggiunge - che principi quale quello del soccorso a migranti che rischiano la vita, in mare, tornino a essere rispettati. È altrettanto importante che l'Italia e l'Unione Europea adottino adeguate ed efficaci politiche di gestione dei flussi migratori misti, ossia composti da persone con bisogni di protezione differenti. Solo con queste politiche - conclude Bellini - è possibile prevenire queste tragedie".
L'Unhcr: perché nessuno li ha soccorsi? - E già ieri la rappresentante dell'Unhcr, Laura Boldrini ha lanciato il suo grido d'allarme: "Perché nessuno li ha soccorsi?". "E' allarmante - sottolinea la portavoce dell'Alto commissariato per i rifugiati della Nazioni Unite - che per oltre venti giorni queste persone abbiano vagato nel Mediterraneo senza che nessuna imbarcazione le abbia soccorse. E' un triste primato. E' come se stesse prevalendo la paura di aiutare sul dovere di soccorrere chi è in difficoltà in mare. E' come se fosse passato il messaggio: 'Chi arriva via mare è un vuoto di perdere'". L'Unhcr ricorda, inoltre, che "la quasi totalità degli eritrei che arrivano in Italia sono richiedenti asilo, persone in pericolo che cercano protezione e a cui l'Italia riconosce questo bisogno e questo diritto".
Maroni frena: capire come si sono svolti i fatti - Ma per il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, la parola d'ordine è "prudenza". Il titolare del Viminale ha chiesto una relazione al prefetto di Agrigento con l'obiettivo, spiega la portavoce di Maroni, Isabella Votino, di "sapere come si sono svolti i fatti, perché la vicenda presenta aspetti da chiarire e la versione fornita dai migranti è da verificare in quanto stanno emergendo elementi che contrastano con quanto riportato dai superstiti. L'unica cosa certa è che grazie all'intervento della Guardia di finanza sono state salvate cinque vite". Ma gli stessi agenti delle Fiamme gialle che hanno prestato i primi soccorsi sostengono che imbarcazioni di quelle dimensioni vengono solitamente utilizzate per trasportare almeno 70-80 migranti lungo le rotte della speranza.
Franceschini: provo orrore, il governo risponda - Dal Pd intanto arriva un'interrogazione al governo sulla vicenda e un'accusa contro le politiche messe in atto dal governo sull'immigrazione clandestina. "Provo orrore davanti al racconto dei cinque eritrei sopravvissuti al lungo viaggio disperato verso l'Italia - afferma il segretario, Dario Franceschini. - Una nuova terribile strage nei nostri mari. Se, come tutto lascia prevedere, ci sarà la conferma dei 75 annegati, dei venti giorni passati alla deriva nella battutissima e sorvegliatissima zona del canale di Sicilia si porranno terribili domande". "Una cosa - evidenzia Franceschini - è il contrasto all'emigrazione clandestina, tutt'altra è il mancato rispetto dei diritti umani e delle regole internazionali, dell'obbligo al soccorso in mare a chi rischia la morte".

domenica 16 agosto 2009

Lady Gaga nuda per Out Magazine: "Sono gay"


Lady Gaga non smette mai di stupire e provocare: ultima in ordine temporale è la notizia che Lady Gaga ha posato nuda per il giornale gay americano "Out Magazine".

La cantante si è inoltre dichiarata gay nell'intervista al giornale: "Voglio che sia chiaro prima che iniziamo questa cosa insieme (parlando del mega tour americano con Kanye West, previsto per ottobre): sono gay. La mia musica è gay. I miei show sono gay. Ed amo il fatto che lo siano. Ed amo i miei fan gay e il fatto che verranno ai nostri spettacoli. Che resteranno gay."

Lady Gaga si esibirà sul palco degli MTV Video Music Awards 2009, che si terranno a New York il 13 settembre 2009. Siamo certi che, come sempre, saprà stupirci regalandoci una performance anticonvenzionale.

Di seguito potete vedere la copertina del numero di settembre di Out Magazine e tutti gli scatti presenti nel giornale:

ABDELLAH TAïA è IL PERSONAGGIO GAY


Lo scrittore marocchino Abdellah Taïa ha ricevuto il premio "Personaggio gay dell'anno". Il titolo viene assegnato annualmente nel corso della manifestazione My Mardi Gras organizzata a Torre del Lago.L'autore de "L'esercito della salvezza" ha osato parlare pubblicamente della propria omosessualità, venendo così ripudiato dalla famiglia e dovendo vivere nel terrore che di ripercussioni religiose.Taia è il primo uomo apertamente gay di alto profilo culturale nel suo Paese e sta cercando di portare avanti una crociata per parlare della questione omosessuale nel Nordafrica. In Marocco, infatti, ancor oggi la legge è molto restrittiva e prevede ben tre anni di carcere per chi si macchia del reato di "inversione sessuale".

venerdì 14 agosto 2009

L'Iraq "liberato" uccide i gay


Pare che le milizie sciite e l’esercito regolare abbiano trovato a Baghdad un terreno di salda collaborazione: la voglia di ripulire l’Iraq dalla piaga dei tanta, gli omosessuali. Secondo il più recente rapporto di Human Right Watch in arrivo dall’Iraq, questa è la più recente evoluzione della guerra sociale che continua a travagliare il Paese.

Le 67 pagine di «”They Want Us Exterminated”: Murder, Torture, Sexual Orientation and Gender in Iraq» documentano la campagna di rapimenti, torture ed esecuzioni contro i gay iniziata con il 2009 e con centinaia di vittime già all’attivo. Le torture includono stupri di gruppo e ferite permanenti inflitte ai presunti gay. Ecco il racconto, raccolto in aprile, di uno dei sopravvissuti: «Confessare cosa? chiesi. “Il lavoro che fai, l’organizzazione di cui fai parte, e che sei un tanta”. Per giorni sono stato picchiato e umiliato... e poi mi hanno violentato. Per tre giorni». Nel rapporto alcuni medici testimoniano di aver visto cadaveri o ricevuto in cura uomini con ferite grottesche.

I dettagli, violentissimi, li lasciamo a chi consulterà il rapporto, che dovrebbe essere reso pubblico il 17 di agosto, ma di cui già circolano alcune anticipazioni. Secondo l’organizzazione per i Diritti Umani, l’azione è iniziata nella zona sciita della capitale, Sadr City, quartiere famoso nella storia di Baghdad per la sua strenua resistenza al regime di Saddam. Oggi è il quartier generale del gruppo politico e militare della milizia di Moqtada al-Sadr. Da quell’area, la campagna di persecuzioni si è estesa a altre città grazie alla segreta collaborazione con le milizie sciite di membri dell’esercito regolare composto in maggioranza da Sunniti.

La paura del «terzo sesso» e della «femminilizzazione» dell’Iraq è divenuta negli ultimi mesi un tema propagandistico delle milizie sciite; in realtà le campagne antigay sono ricorrenti in molti Paesi musulmani. Se l’Iran è diventato famoso per le impiccagioni, altrettanto famose sono le persecuzioni dei gay in Egitto. Nel caso dell’Iraq c’è tuttavia una notevole differenza: il ruolo che ancora oggi vi hanno gli Stati Uniti. Dopo la decisione Usa di non occuparsi più direttamente della sicurezza nel Paese (le truppe americane sono raccolte in alcune guarnigioni cittadine) il compito è passato all’esercito regolare iracheno. Ma può Washington ignorare violazioni di tali portata?

LUCIA ANNUNZIATA _http://www.lastampa.it

Tanti auguri Magic 50 anni di successi

L'ex playmaker dei Los Angeles Lakers festeggia mezzo secolo di vittorie: fenomeno in campo e ora a capo di un impero finanziario, ha saputo vincere anche la sieropositività


NEW YORK, 14 Agosto 2009. Buon compleanno Magic Johnson. Il fenomeno che ha reso stellari i Lakers degli Anni 80 compie 50 anni e l’America, sportiva e non, gli tributa una simbolica standing ovation. Al di là delle celebrazioni, pubbliche e private, e dello spazio sui giornali e gli speciali televisivi (interessante l’idea di NbaTv che propone le classifica delle 50 migliori giocate della carriera di Magic) il compleanno di Earvin Johnson ha un sapore speciale per quello che l’ex playmaker rappresenta per il pubblico a stelle e strisce.

molto magic — Un fenomeno sul parquet, capace di far girare la testa con le sue giocate da cinema, con i suoi famosi “no look pass”, con la ricerca ostinata dello spettacolo non estemporaneo ma come mezzo per raggiungere il successo e con la sua incredibile versatilità, Magic ha saputo vincere anche le sfide più dure fuori dal campo, superando ostacoli inimmaginabili. Cinque titoli Nba con i leggendari Lakers dello Showtime, tre titoli da Mvp in bacheca, le mitiche sfide con Larry Bird e la consapevolezza di essere considerato come il più grande playmaker della storia della pallacanestro, raccontano solo in parte lo straordinario cammino di Magic Johnson.

Magic Johnson ha vinto cinque titoli Nba. Ap
Magic Johnson ha vinto cinque titoli Nba. Ap

addio e ritorno — Più logico allora parlare di quella surreale giornata di novembre del 1991 (il 7 per la precisione) quando il fenomeno dei Lakers annunciò al mondo, incredulo, di essere sieropositivo. Parole pesanti come macigni, soprattutto allora, quando della terribile infezione si sapeva ancora troppo poco. Sieropositività e Aids allora sembravano nell’immaginario generale una cosa sola. Magic a soli 32 anni sembrava arrivato al capolinea, non solo della sua carriera sportiva. Almeno questa era l’opinione generale, figlia di una notevole ignoranza in materia. Invece dal 1991 a oggi Magic ha fatto cose forse ancora più straordinarie di quelle mostrate sul parquet con la maglia gialloviola. Un paio di rientri al basket giocato (all'All Star Game e all'Olimpiade di Barcellona con la conquista dell’oro con il Dream Team), poi una felice carriera da commentatore tv e, soprattuto, da uomo d'affari.

vincente, sempre — Ma soprattutto vanno sottolineati i successi nella sfida più difficile, quella contro il virus Hiv. Magic, infatti, è diventato il più grande insegnate in materia negli States. Con la sua battaglia ha educato milioni di persone, sfatando miti e tabù e diventando un vero punto di riferimento. Ma Earvin Jonshon è anche uno dei più geniali businessman afroamericani che l’America può vantare. Dopo aver iniziato con investimenti relativamente piccoli (un cinema multisala e alcuni Starbucks), soprattutto nelle zone più a rischio e spesso dimenticate delle metropoli americane, Magic in pochi anni ha creato un vero e proprio impero economico. Investimenti coraggiosi, ma sempre vincenti, hanno portato la Magic Johnson Enterprises così in alto da essere valutata lo scorso anno intorno ai 700 milioni di dollari. L’ennesimo successo di un fenomeno che a 50 anni non ha nessuna intenzione di rallentare. Buon compleanno Magic Johnson, quindi, e grazie di tutto.

http://www.gazzetta.it/Sport_Vari/Basket/Usa/14-08-2009/tanti-auguri-magic-501033503920.shtml

giovedì 13 agosto 2009

Nora La gatta che suona il piano


Le sue performance musicali impazzano tra il popolo della rete, al punto che i suoi video su Youtube hanno registrato oltre 20 milioni di contatti dal debutto nel 2007. Una storia unica quella di Nora, una gatta Grey Tabby di cinque anni che vive a Filadelphia, capace di saltare sullo sgabello, strofinarsi sui tasti e suonare delle melodie al pianoforte. La sua musica è stata descritta come una contaminazione tra jazz e Philip Glass e tra i suoi ammiratori ci sono anche delle celebrità. Tra queste Billy Joel, che le ha spedito una partitura e una foto autografata e la regina delle casalinghe Martha Stewar, che le ha fatto recapitare un busto di Bach.
Il talento di Nora non nasce per caso. La sua padrona, Betsy Alexander, tiene lezioni di piano e la gatta ama imitare gli studenti. Tuttavia Betsy non ha mai cercato di addestrarla. Si accorse che sapeva suonare una sera di quattro anni fa, quando sentì qualcuno al piano e trovò Nora che accarezzava i tasti con le zampine.

Delitto d'onore: uccisa dallo zio perché era stata stuprata


Nuovo delitto d'onore in Giordania, il 14esimo dall'inizio dell'anno: un uomo ha ucciso una nipote di 16 anni, sparandole nove volte, per difendere l'onore della famiglia perchè la ragazza era stata violentata, secondo la stampa locale, dai suoi stessi cugini. Da quello stupro due mesi fa era nato un figlio dato alla luce con l'assenso e il sostegno dei genitori. Un affronto che però lo zio, venuto a conoscenza della vicenda solo quattro giorni fa, ha deciso di non lasciar correre: è entrato in casa della nipote con una pistola in pugno, si è diretto nella sua stanza e senza dire una parola, davanti al padre, le ha sparato mentre dormiva. Adesso, l'assassino dovrà scontare 15 giorni di carcere in attesa che il giudice formalizzi le accuse contro di lui. In galera sono anche i due responsabili dello stupro della ragazza. Nessuno dei tre però, se condannato, dovrà scontare una pena severa.

Ogni anno in Giordania, Paese in cui secondo l'Ong Human Rights Watch almeno il 50% delle donne è vittima di violenza domestica, vengono commessi in media 15-20 delitti d'onore che in base alla legislazione locale sono puniti con una pena che va da 3 mesi a massimo un anno di carcere. Mogli, madri, sorelle, figlie uccise dai propri parenti perchè sospettate di tenere comportamenti "sfrontati" o vittime di violenze sessuali, una storia che si ripete nella moderna Amman come nelle zone rurali. Una pratica contro la quale si sono impegnati in prima persona anche re Abdallah e la regina Rania, che per combattere i "delitti d'onore" ha lanciato un appello su YouTube. Ma i loro sforzi per modificare gli articoli 98 e 340 del codice penale giordano, che garantiscono le attenuanti ai colpevoli di questi crimini, sono finora falliti.

http://www.corriere.it

mercoledì 12 agosto 2009

Luca Zaia vuole una Rai dialettale, che chiuda ai gay


”La Rai deve essere un canale per promuovere i valori della famiglia, non per veicolare la cultura gay o le unioni gay. Anzi sarebbe bene che le associazioni gay invece di mandare talvolta in televisione personaggi macchiette, si decidessero a rendere visibili personaggi meno appariscenti”. Lo dice il ministro delle Politiche agricole, Luca Zaia, in un’intervista a Klauscondicio.

”In ogni caso – continua Zaia – la Rai non deve dare priorita’ al mondo omosessuale e alle sue istanze, bensi’ seguire le indicazioni del governo e promuovere la famiglia e i valori familiari attraverso i suoi programmi”. Questo senza discriminazioni perche’ ”la tv deve dare spazio a tutti ma la priorita’ della Rai deve essere promuovere la famiglia”.

nel senso che noi non siamo assolutamente a favore di una cosa del genere. Il Servizio Pubblico deve interpretare la società pubblica, quindi tutto quello che è l'assemblea dei soci che sono i 60 milioni di italiani che hanno degli orientamenti chiari : la centralità della famiglia, l'ordine pubblico, le tradizioni e la cultura. Credo che le comunità gay in primis debbano mobilitarsi per evitare la spettacolarizzazione e la ridicolizzazione degli omosessuali in tv che ne fanno alcuni. Cosa che va solo a loro discapito”.

C'è un matrimonio gay legale in Italia "Ecco come sono riuscito a registrarlo"

di STEFANIA PARMEGGIANI

C'è un matrimonio gay legale in Italia "Ecco come sono riuscito a registrarlo"

L'atto di matrimonio

ROMA - In Italia esiste almeno una coppia omosessuale legalmente sposata. Non per una scelta illuminata della politica, ma grazie alla burocrazia. Che si è ingarbugliata e, scambiando un nome maschile per femminile, ha finito per inserire nei registri dello stato civile le nozze celebrate a San Francisco tra due uomini.

In attesa del verdetto della Corte costituzionale - chiamata in causa dal Tribunale di Venezia e da quello di Trento che hanno considerato fondate le ragioni delle coppie omosessuali che chiedono di accedere all'istituto del matrimonio - dai faldoni dello stato civile italiano esce una storia surreale, fatta di equivoci e vita vissuta. Una storia che permette ai suoi protagonisti di dirsi sposati di fronte alla legge in un Paese in cui non sono riconosciute come tali neanche le coppie di fatto.

Protagonisti un bancario italiano di 36 anni e il suo compagno, consulente aziendale francese di un anno più giovane. Si conoscono a Francoforte dieci anni fa e subito decidono di convivere. Sono una coppia solida, affiatata, vera. Ma sulla carta non esistono. Si trasferiscono a Parigi, acquistano casa, la ristrutturano, fanno progetti per il futuro. Ricacciano in un angolo, come un pensiero fastidioso, l'idea che la loro unione per l'amministrazione pubblica non valga nulla. Poi il viaggio che cambia la vita, una vacanza a lungo progettata nel West America. E una coincidenza: il loro volo decolla a settembre, nei giorni in cui la California accetta di sposare coppie dello stesso sesso e non residenti. Il referendum che abrogherà questa possibilità non si è ancora svolto, a San Francisco gli omosessuali esibiscono i documenti e si giurano fedeltà nella gioia e nel dolore. Alla fine saranno circa 18mila le unioni celebrate in quella breve stagione di libertà, tra maggio e ottobre 2008.

"Tra queste anche la nostra - spiega il 36enne -. Il mio compagno inizialmente era titubante, saremmo stati soli, senza famiglia e amici. Io invece lo desideravo perché volevo sentirmi finalmente una persona 'normale', non più di serie B. Pensavo inoltre che la domanda di trascrizione in Italia mi sarebbe stata rifiutata: volevo ricorrere alla Corte europea dei diritti dell'uomo, combattere una battaglia di civiltà".

Scelgono una cerimonia privata, senza testimoni, un treppiedi con la telecamera a riprenderli e l'emozione di sentire che l'amore non ha barriere: "Prima e dopo di noi c'erano coppie eterosessuali, nessuna discriminazione". Qualche mese più tardi inviteranno amici e famigliari in Francia per una festa in cui proietteranno il video della cerimonia. "Abbiamo chiesto al giudice di pace di poterci sposare sotto la cupola del municipio e quando gli abbiamo spiegato che non ci saremmo scambiati le fedi, perché le avevamo già da anni, ha replicato che non era importante perché quello che contava era il cerchio che formavamo e che da adesso in poi ci avrebbe unito".

Riconosciuta l'unione in America e assicurati i diritti in Francia - "Qualche mese dopo ci siamo pacsati" - restava un'unica cosa: cambiare lo stato civile in Italia, da celibe a sposato. "Ho seguito la trafila burocratica, rimandando il certificato di matrimonio a Sacramento affinché le autorità notarili californiane lo apostillassero (convalidassero). Dopo averli fatti tradurre da un traduttore giurato, ho raccolto i documenti e li ho spediti al consolato italiano in California. In America sugli atti di matrimonio non vi sono indicazioni sul sesso dei contraenti, ma solo i nominativi. Il mio compagno ha un nome che termina con la 'e', scambiato spesso per femminile. Non hanno fatto domande, hanno messo tutti i timbri che servivano e hanno inviato l'incartamento al ministero degli Esteri a Roma, che a sua volta ha convalidato e trasmesso tutto in Italia al Comune dove risulto come residente all'estero". L'atto di matrimonio viene trascritto e il trentaseienne non è più celibe: "Sono sposato, sposato a tutti gli effetti... Peccato solo che mio marito figuri come moglie".

La vecchia idea di trasformare se stesso in un simbolo per il riconoscimento dei diritti delle coppie omosessuali è ancora presente: "Ho deciso di rinviare perché ci vuole energia per spendersi in prima persona, ma prima o poi lo farò: è assurdo che in Europa basti passare il confine per trovarsi da sposati a celibi". A meno che, una volta tanto, non sia la burocrazia a venire in aiuto.
(10 agosto 2009
http://www.repubblica.it

venerdì 7 agosto 2009

Brasile al primo posto per omicidi di persone transessuale




Ogni tre giorni, una transessuale è uccisa su questo pianeta. Un dato terrificante dall' osservatorio che controlla le morti delle persone trans, un progetto della ONG internazionale Transgender Europa, TGEU, in collaborazione con la rivista virtuale Liminalis. 204 transessuali sono stati uccisi nel periodo di un anno e mezzo. Nel 2008, sono stati uccisi 121 transessuali, mentre nel primo semestre del 2009, il numero raggiunge ora 83 casi, il che implica che questo anno le morti violente supereranno quelle dell'anno scorso.

Quello che colpisce è che questo numero, anche se sorprendente, può essere molto maggiore in quanto i casi sono considerati sono solo quelli denunciati. Secondo il Centro, gli omicidi si verificano in tutte le regioni del mondo, ma la maggior parte si è verificata nel continente americano. Il 75% degli omicidi dei transessuali nel mondo è focalizzata in America latina, nel 2008, ed siamo già all'88% nei primi sei mesi del 2009.

Il Brasile, con 59 omicidi, e gli Stati Uniti, con 16 morti di transessuali, nel 2008, sono in testa all'elenco dei paesi con più reati, segue la Colômbia con 11 omicidi, Honduras con il 5, il Messico e il Venezuela con 4.

Nel suo primo mese del 2009, il Brasile è al primo posto con più omicidi, 23 morti. Poi il Venezuela, con 20, e Guatemala con 10. Il numero di transessuali assassinati in Messico è di 6. In Europa nel 2008 sono stati registrati 7 omicidi di persone transessuali. In Germania, in Portogallo e in Spagna è stato ucciso un transessuale, mentre in Turchia e in Italia sono stati segnalati 2 omicidi. Nella prima metà del 2009, vi è stato un omicidio da transfobia in Spagna, Russia e Serbia, mentre in Turchia sono segnalati 5 casi.

In Iraq con 3 omicidi, Malesia e Singapore con un caso, sono state teatro di morte violenta di transessuali nel 2008. Nei primi mesi del 2009, un solo caso è stato registrato in Asia, è successo in India. In Africa, secondo il Centro, si è registrato un solo caso in Sud Africa nel 2008. Questo non significa che in suolo africano non succedano questo tipo di criminalità. Ciò che accade è, che semplicemente, non sono registrati da nessuna parte.

http://www.athosgls.com.br/noticias_visualiza.php?contcod=27321

Transessuale ? LA STORIA NATURALE DELLA TRANSESSUALITA':






Con la parola transessuale si indica generalmente una persona che persistentemente sente di appartenere al sesso opposto a quello anagrafico e fisiologico.

Secondo il Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (Manuale di Classificazione dei Disturbi Mentali, IV edizione, redatto dall'Associazione Americana degli Psichiatri) e l'International Classification of Diseases (a cura dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, X edizione[1]), la persona transessuale, soffre di "disturbo dell'identità di genere" o "disforia di genere" (DIG). Questo senso di distonia e disforia nei confronti del proprio sesso di nascita può svilupparsi già nei primi anni di vita, durante l'adolescenza o, più raramente, in età adulta.


Il termine "transessuale" viene coniato nel 1949 dal dottor David Cauldwell (1897-1959), ma diventa di uso comune dopo la pubblicazione del libro The transsexual phenomenon (Il fenomeno transessuale) del dott. Harry Benjamin, edito nel 1966, che diventa ben presto testo di studio universitario, in quanto è il primo libro che indaga sulla transessualità con un approccio anche nosografico, affermando che si tratta dell'unica patologia classificata come psichiatrica a non essere curata psichiatricamente. Lo psichiatra infatti non "guarisce" la persona transessuale facendola nuovamente sentire a proprio agio con il suo sesso di origine, bensì avviando la persona a cui è diagnosticato il "Disturbo dell'Identità di Genere" alle terapie endocrinologiche e/o chirurgiche per iniziare il percorso di transizione.

Tale discrepanza è da inquadrarsi nel fatto che per molti decenni fra la fine dell'800 e i primi venti anni del '900 la persona transessuale veniva effettivamente sottoposta a tentativi di "guarigione", ovvero di scomparsa del "disturbo", sia attraverso la psicoterapia, sia attraverso la somministrazione di ormoni del proprio sesso genetico.
Tali tentativi furono fallimentari e determinarono un numero elevatissimo di suicidi fra le persone transessuali che subivano tali trattamenti. Soltanto intorno al 1960 si iniziò a pensare che l'unica "guarigione" della persona transessuale si potesse ottenere adeguando il corpo alla psiche e non viceversa.

Il movimento transessuale mondiale rifiuta l'inquadramento psichiatrico della propria condizione pur essendo consapevole del fatto che la propria condizione richiede l'intervento della medicina per trasformare la "disforia" in "euforia" o comunque in una stabilizzazione accettabile della qualità di vita.


Condizione umana e sociale

Contrariamente a quanto spesso si pensa, la realtà transessuale investe entrambe le direzioni di transizione: esistono quindi transessuali maschi transizionanti femmina e transessuali femmine transizionanti maschio. Internazionalmente si usa l'acronimo "FtM" per indicare i trans da femmina a maschio e "MtF" ad indicare le trans da maschio a femmina.

Sebbene la percentuale di transessuali MtF sia storicamente più elevata rispetto agli FtM, pur rimanendo anche attualmente inferiore allo 0,001%[senza fonte], è altrettanto vero che negli ultimi anni questa percentuale sta andando nella direzione della parificazione. L'apparente "inesistenza" dei trans "FtM" è dovuta sostanzialmente alla maggiore "indistinguibilità" che essi raggiungono con gli uomini genetici.

Le persone transessuali, in occidente, pur essendo considerate "malate", subiscono sovente forti discriminazioni in ambito lavorativo e sociale, anche per l'inadeguatezza delle attuali leggi nazionali sul cosiddetto "cambiamento di sesso", ma soprattutto per uno stigma sociale che prende il nome di "transfobia".

La transfobia, apparentemente può sembrare una traduzione equivalente dell'omofobia. In realtà i due fenomeni hanno origini diverse, espressioni diverse anche se condividono il destino della discriminazione. Un tentativo di distinguere i fenomeni "transfobia" e "omofobia" è stato fatto da Mirella Izzo, presidente dell'ex associazione Crisalide AzioneTrans onlus, nell'articolo "Transfobia e Omofobia: differenze e similitudini.

Lo stigma sociale della persona transessuale è in genere molto più elevato rispetto a quello riservato alle persone omosessuali. Inoltre è altrettanto più elevato per le trans da maschio a femmina rispetto ai transessuali da femmina a maschio. Le motivazioni che possono essere trovate per questo dato di fatto sono molteplici e controverse:



  • l'omosessualità è visibile solo all'interno delle tendenze sessuali ed affettive di una persona mentre la transessualità comporta una netta trasformazione del proprio corpo e pertanto provoca la necessità di una totale inversione di valutazione della persona;
  • la transessualità da maschio a femmina è più stigmatizzata di quella da femmina a maschio perché viviamo in una società prevalentemente maschilista nella quale rinunciare alla "virilità" costituisce una ferita più percepibile della rinuncia alla femminilità.

In ogni caso lo stigma sociale verso le transessuali MtF è tale da rendere difficile l'inserimento lavorativo delle stesse. Se a questo si aggiunge che spesso le famiglie ripudiano il figlio transessuale e i costi della transizione, diventa evidente una spinta della stessa società affinché la transessuale si dedichi alla prostituzione per sopravvivere.

La prostituzione transessuale è un fenomeno recente che peraltro mette in discussione anche la classificazione degli orientamenti sessuali.

A peggiorare la condizione delle persone transessuali è una sorta di circolo vizioso nel quale la società, attraverso lo stigma, spinge la transessuale alla prostituzione, la quale poi viene dalla stessa società identificata come il lavoro unico e possibile delle transessuali, con ciò rendendo l'immagine della persona transessuale equivalente alla prostituzione, all'oggetto sessuale, alla trasgressione.

Questo circolo vizioso alla fine determina il peggioramento dell'immagine globale che si ha della transessualità e quindi della transessuale in cerca di lavoro.

27 / 3 / 2008

Sul piano normativo, il nostro paese e’ fra i meno avanzati in Europa nel riconoscimento sociale delle persone transessuali. In Italia il processo autorizzativo è regolato dalla legge 164/82 che prevede un percorso di almeno cinque anni che passa attraverso perizie psicologiche, terapie ormonali e un lungo periodo di prova senza il diritto al cambio del nome. Solo in seguito possono essere presentate le richieste di autorizzazione al tribunale per il cambio di sesso e di identita’. Numerosi i quesiti sull’iter di questo percorso, da quali sono i professionisti a cui rivolgersi a come comportarsi con il datore di lavoro. Ne parliamo con la presidente di Azione Trans, Francesca Eugenia Busdraghi e il giornalista Francesco Palese, che ha realizzato una inchiesta, fingendosi una trans in cerca di un posto di lavoro.

http://altrevoci.blog.rainews24.it/2009/03/27/transessuali-in-italia/

Il percorso di transizione

Normalmente, allo stato attuale, una persona che si ritiene transessuale deve in primis rivolgersi ad uno psichiatra che diagnostichi il "disturbo dell'identità di genere". Solo dopo questa certificazione può rivolgersi all'endocrinologo per la terapia ormonale sostitutiva (estrogeni ed antiandrogeni per le trans MtF, testosterone per i trans FtM). Deve inoltre essere assente nel codice genetico ogni riferimento all'intersessualità o pseudoermafroditismo. Senza questa diagnosi l'endocrinologo non potrebbe agire in quanto, in questo particolare caso, il suo compito è quello di ammalare organi sani.

Successivamente, o in accompagnamento alla terapia ormonale, la persona transessuale MtF può sottoporsi a trattamenti estetici-chirurgici (rimozione barba, mastoplastica additiva, rimodellamento di naso e viso, ecc.). Di norma questi interventi vengono considerati "chirurgia estetica" e sono a carico della persona transessuale. Per i transessuali FtM di norma non vi è bisogno di chirurgia estetica.

Effettuato il trattamento ormonale, secondo la legge 164/82 la persona transessuale può richiedere al Tribunale autorizzazione agli interventi chirurgici di conversione sessuale (penectomia, orchiectomia e vaginoplastica per le trans; mastectomia, isterectomia, falloplastica o clitoridoplastica per i trans). Ottenuta sentenza positiva, la persona transessuale ha diritto all'intervento sui genitali a carico del SSN.

Effettuato l'intervento, la persona transessuale deve nuovamente rivolgersi al Tribunale per chiedere il cambiamento di stato anagrafico. Ottenuta la sentenza positiva, tutti i documenti d'identità vengono modificati per sesso e per nome, con l'eccezione del casellario giudiziario e l'estratto integrale di nascita, documenti che possono essere richiesti esclusivamente dallo Stato o da Enti pubblici.

Alla fine di questo percorso, per la legge italiana un transessuale da donna a uomo diventa uomo a tutti gli effetti, compreso il diritto a sposarsi e ad adottare. Lo stesso vale per la transessuale da uomo a donna. Si rende quindi assai difficile o addirittura impossibile risalire al sesso originario di una persona.

LA STORIA NATURALE DELLA TRANSESSUALITA':

infatti, dato che i difetti di nascita in generale fanno parte della natura, sarebbe impensabile di immaginare un'era di Uomini senza transessuali. Ci siamo sempre stati, e in ogni tempo, la storia ha ricordato questo fatto.

L'unico indizio che abbiamo di transessuali paleolitici può arrivarci considerando le società dei popoli aborigeni che ancora vivono nell'età della pietra. I pochi rimasti sulla terra, nelle foreste pluviali del Sud America, o delle rimanenti incontaminate lande dell'Africa, tutti hanno posizioni reverenziali per i transessuali che sono nati tra loro. In tali società, le persone transessuali sono considerate magiche, parenti stretti degli dei o spiriti, e possessori di poteri sciamanici.

Ogni società nella storia ha avuto qualche nome, ruolo o modo di relazionarsi ai transessuali, dall'antica Canaan, alla Turchia all'India, fino ai nostri giorni.

Gli esempi abbondano. Per esempio, nell'antica Roma esistevano i "Gallae", Frigi, adoratori della Dea Cibele..
Una volta fatta la loro scelta di genere e religione, i fisicamente maschi Gallae, correvano lungo le strade e gettavano i loro genitali estirpati nelle porte aperte delle case, come un atto rituale.
Il padrone di casa che riceveva questi resti li considerava una grande benedizione. In cambio, il padrone di casa avrebbe curato il Gallae fino al pieno ristabilimento fisico. Il Gallae poi riceveva in cerimoniale abiti femminili, e assumeva una identità femminile. Solitamente erano vestiti come spose, o in altri splendidi abiti.
In India le pratiche rituali per gli individui transessuali, continuano fino ai giorni nostri. Chiamate Hijiras, questa setta di persone adorava anche una Dea, e si sottoponeva ad una sorta di riassegnazione chirurgica primitiva. Le Hijiras erano trattate in modo piuttosto ipocrita all'interno della società Indiana in quanto erano tanto disprezzate quanto riverite nello stesso tempo.
Le Hijiras sono spesso pagate per presenziare ad una benedizione di matrimonio, e per agire come un consigliere sociale e spirituale, ma sono anche considerate meno degne degli eunuchi. Ancora, a causa di alcune circostanze, quali la condizione sociale, ad esse è accordato lo stato di vera femmina.

I Dine, o Navajo, del sudovest degli Stati Uniti, riconoscono tre sessi invece che due. Per i Dine, ci sono Maschi, Femmine, e Nadles, i quali sono considerati qualcosa come entrambi e nessuno dei due sessi. Mentre quelli nati interesessuati o ermafroditi sono automaticamente considerati Nadle, gli individui fisicamente "normali" possono definirisi come Nadle basandosi sulla propria autodefiniizione di identità di genere. I Nadle una volta possedevano il più grande rispetto prima che i Navaho venissero conquistati e la loro cultura fosse cancellata dalla assunzione forzata del Cattolicesimo.

Tra i Sioux, le persone Winkte avevano analoghe funzioni, e gli individui potevano assumere completamente il ruolo del loro genere preferito. Le femmine fisiche vivevano come uomini guerrieri, ed avevano mogli, mentre i maschi fisici vivevano le loro vite completamente come donne. Nella società Sioux nessuna speciale magia era associata a questa realtà, era solo considerata un modo di correggere un errore della natura. Le persone Winkte provvedevano anche ad una sorta di primitiva operazione di riassegnazione, e la storia registra il processo usato dai maschi fisici: cavalcavano per giorni su una sella speciale, particolarmente dura, fino a frantumare i testicoli ed ottenere una effettiva castrazione dell'individuo.

Essere transessuali nelle antiche culture richiedeva anche una speciale forma di coraggio, anche se la società poteva aver abbracciato la transessualità!

Che si trattasse di "Sererr" dei Pokotos del Kenya, di "Xaniths" dell' Islamico Oman, di "Mahu" di Tahiti, oppure di "Sekrata" del Madagascar, la storia è essenzialmente la stessa: la transessualità era un fatto di vita, ed un posto nella società era trovato per le persone disforiche di genere per essere se stesse.

La moderna classificazione della transessualità e l'intervento medico di riassegnazione sessuale è stato per la prima volta tentato in Germania nel 1930. Einar Wegener cercò un trattamento e fu operato. Successivamente, visse come Lily Elbe, ma non per molto... l'intervento chirurgico ebbe tragiche complicazioni.
Il primo ben conosciuto transessuale sopravvivente post operativo fu l'americano ex G.I. George Jorgensen, che divenne Christine Jorgensen nel 1953. Christine divenne il centro di un ciclone pubblicitario a dispetto del suo tentativo di evirtarlo,e fece una scelta "minore" piuttosto che capitalizzare una sfortuna. . Christine divenne la prima "transessuale mediatica" - o come alcune transessuali la considerarono - una "Trans Martire", e sofferse sia i benefici sia la maledizione della fama. Christine, come risultato, apparve in alcuni film di hollywood e divenne abbastanza celebre da portare il transessualismo fuori dalle "mura private" ("closet" in originale. ndt) e renderlo visibile alla società post-industriale.

Per decenni solo rari esempi individuali di medici osarono trattare i transessuali, mentre il mainstream della comunità medica considerava la transessualità un mero disordine mentale senza basi biologiche. Il primo professionista che davvero provò ad aiutare i transessuali con compassione e studi scientifici fu il Dr. Harry Benjamin. Il Dr. Benjamin studiò e curò con attenzione i casi di transessuali, dedicando la maggior parte della sua carriera al progetto. I risultati dei suoi studi attentamente documentati, fu pubblicato nel 1966 nel suo libro "Il fenomeno transessuale". Questo lavoro portò direttamente a quei benefici che noi, moderne persone transessuali, possiamo godere, ed aprì le porte a seri studi sulla condizione.
Attualmente il worldwide Harry Benjamin International Gender Dysphoria Association continua il suo lavoro, ed aiuta a fissare gli standard di cura per il trattamento dei transessuali da parte dell'establishment medico.

Recenti studi delle funzionalità cerebrali hanno fatto luce su importanti possibilità riguardo le cause della transessualità, e le tecniche chirurgiche così come tutti gli altri trattamenti continuano a crescere. La società sta lentamente diventando nuovamente accettante sull'inevitabilità della presenza transessuale al suo interno, e potrà ben accadere che il futuro possa portare un grande aiuto per le persone transessuali che nasceranno nei prossimi anni.

In poche parole: i transessuali sono sempre esistiti. Nel mondo antico, la transessualità era sia accettata sia rispettata. Attraverso il tempo, i transessuali hanno tentato di correggere l'errore dei loro corpi, con vari risultati. Il mondo moderno e tecnologico alla fine fornisce un reale chance per i transessuali di correggere per davvero e finalmente gli errori della Natura.

http://it.wikipedia.org/wiki/Transessuale


SCRITTE OMOFOBE A GAY. IT: CIRCOLO MARIO MIELI, PUNIRE COLPEVOLI


(AGI) - Roma, 5 ago. - "Il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli esprime la propria totale solidarieta' a Gay.it e a tutto il suo staff per le scritte omofobe apparse sulle porte e sull'ascensore della sede". E' quanto si legge in una nota diramata dal circolo per il quale "questo ulteriore atto di intolleranza nei confronti della comunita' lgbtq si inserisce in un clima di piu' generale minaccia alle persone gay, lesbiche e transessuali, complice l'assenza di una legislazione che le tuteli e che, proprio per questa mancanza di deterrenza legale, sfociano spesso in violenze fisiche".
"Ci auguriamo che le autorita' competenti siano in grado di individuare i colpevoli di questo atto vandalico e che vengano puniti in maniera esemplare", conclude il comunicato.
http://www.agi.it

Almodovar dice: "perché il papa non si fa una semplice passeggiata fuori dal Vaticano e guarda cos'é oggi una famiglia?


La rivista tedesca "Die Zeit" cita le dichiarazioni del regista spagnolo, a modo di consigli utili per il pontefice.

Con la sottile spreguidicatezza che esala pure dalle sue pellicole, Almodovar dice: "perché il papa non si fa una semplice passeggiata fuori dal Vaticano e guarda cos'é oggi una famiglia? E' del tutto folle non riconoscere come vivono oggi milioni e milioni di persone. Le mie famiglie sono più reali di quelle del papa perché vivono non in base a qualche dogma ma ai compromessi dell'esistenza".

Ancora Almodovar aggiunge: "nel mondo dei miei film non ha alcun peso che il papa riconosca solo la variante cattolica della famiglia. Da oltre 20 anni giro film in cui la famiglia è un gruppo di persone, al cui centro c'é un piccolo essere del quale gli altri si prendono cura, amandolo e soddisfacendo i suoi bisogni, a prescindere se questo gruppo é composto da genitori separati, travestiti, transessuali o suore malate di Aids".

Almodovar si trova in Germania per il lancio del suo ultimo capolavoro "Abbracci spezzati".

La sua filmografia, come le canzoni di De Andrè, sono un riconoscimento alle molteplici identità e inclinazioni che formano e compongono la nostra società: prostitute, drogati, disabili, vedove, amanti occasionali, ammalati e la lista potrebbe continuare.

Come non citare "Tutto su mia madre", dove Manuela è un'infermiera argentina che vive a Madrid con suo figlio Esteban, diciassettenne. Il giorno del suo compleanno Esteban viene investito da una macchina e muore sul colpo. Manuela allora si trasferisce a Barcellona alla ricerca del padre di Esteban: il transessuale Lola. Nella disperata ricerca di Lola Manuela sarà affiancata dall'amica Agrado (anche lei transessuale), da una giovane suora e un'attrice lesbica innamorata di una giovane tossicomane.

Va ricordato che Almodovar, all'età di nove anni emigrò in Estremadura e lì studiò presso i frati Francescani e Salesiani, etichettando tale esperienza come negativa; e forse qualcuno la chiamerebbe una ferita esistenziale non rimarginata.

http://www.zeit.de/index