Translate

martedì 30 novembre 2010

il fascino trans

Lea T, all’anagrafe brasiliana Leandro.
Il fascino androgino della prima modella transessuale, ex assistente dello stylist Riccardo Tisci, nonché punta di diamante della scuderia Givenchy, ha recentemente aggiunto un tassello alla sua già chiacchierata e affascinante vita. Intervistata dal magazine Style.it, non molto tempo fa Lea (al secolo Leandro) aveva dichiarato di avere un rapporto sì difficile con suo padre, ma comunque in fase di miglioramento.


I giornali brasiliani, però, hanno voluto scavare nel passato familiare della ragazza brasiliana ed ha inaspettatamente scoperto che il papà di Lea altri non è che il calciatore Toninho Cerezo, ex calciatore della Roma campione d'Italia e della Sampdoria circa un trentennio fa. Pressato dal magazine, Cerezo non ha potuto negare e, attraverso le parole dell'altro figlio, ha fatto sapere di essere il padre di Lea e di essere soddisfatto della sua carriera nel mondo della moda.






Sulle passerelle in pochi avrebbero messo in discussione i confini della sessualità prima che sulla scena comparissero le top model trans: dalla giapponese Haruna Ai, incoronata più bella del mondo nel 2009, ad Alici Liu, fino a Isis King selezionata per partecipare al programma televisivo America's next Top Model. Oggi però Lea T si è finalmente ripresa la sua rivincita soffiando passerelle importanti ad altre colleghe altrettanto bellissime.







Taiwan_ Alicia Liu, 24 anni top-model, attrice transessuali.



Taiwan_ Alicia Liu (Xun Ai) una modella transessuali di 24 anni top-model, attrice, ha detto di aver cambiato sesso, all'età di 18 anni.

"Il mio ex-fidanzato ha pagato tutto", ha detto in un'intervista ha una rivista di Taiwan.

Liu, il cui nome originale era Zi Hua, è diventata popolare dopo la sua apparizione in un programma televisivo di parodia. Vieni descritta come un angelo con le curve sexy e una voce dolce.

La sua identità "reale" è stata rivelata , quando un compagno di scuola di un anno più giovane di lei rivelò il suo "segreto" su Internet di recente.
Il compagno di scuola aveva allegato anche una foto tratta dall'album diploma della scuola, in cui è stata posta nella categoria maschile.

Dopo di che, Liu ha chiesto una conferenza stampa per dichiarare che lei era felice con il suo attuale nome e identità.
"Per quanto posso ricordare, mi piace essere una donna. Il passato non è importante ", ha detto mentre mostrava ai giornalisti la sua carta d'identità da femmina. Ha ammesso che era una transessuale, Liu ha detto che era sempre stata se stessa . Che Indossava abiti femminili a scuola e utilizzava i servizi igienici femminili.
Ha avuto cinque ragazzi ed è stato il suo secondo fidanzato che ha pagato il suo cambio di sesso.
La modella ha anche detto che aveva una vita sessuale normale come tutte le altre donne. Alcuni dei suoi ex-fidanzati non sapevano del suo vero sesso. Liu ha ringraziato la sua famiglia per il loro sostegno.



Nome: Alicia Liu Xun Ai (小 爱)
Data di nascita: 12 Giugno 1986
Misure: 34C-25-34
Altezza: 172 centimetri
Peso: 50 kg
URL: http://www.wretch.cc/album/afy612


Haruna Ai, all'anagrafe Oonishi Kenji, è una popolare cantante, imitatrice, attrice e idola giapponese.
E' raggiante Haruna. Nel 2009 stata incoronata la più bella di tutte. Lo ha stabilito una giuria a Pattaya, in Thailandia, che l’ha incoronata transessuale più bella del mondo. Il titolo di "Miss International Queen" 2009. Nata uomo 38 anni fa - scelta tra 20 candidate selezionate in tutto il mondo. E aver vinto il concorso, dice Haruna, sarà l’occasione per diventare portavoce nella causa per il rispetto dei trans.
Il titolo riconosciuto ad Haruna è una cosa seria in Thailandia, dove i transessuali fanno parte del tessuto sociale del Paese e la tolleranza è la regola. A dimostrarlo anche i milioni di thailandesi che ogni anno seguono in diretta lo spettacolo della premiazione di Miss transessuale trasmesso da Pattaya, località balneare.

Haruna Ai, all'anagrafe Oonishi Kenji, è una popolare cantante, imitatrice, attrice e idola giapponese.
La sua carriera nel mondo dello spettacolo comincia sin in giovane età quando partecipa a vari show televisivi facendo l'imitazione di cantanti giapponesi; la più famosa e quella che la portò al successo fu l'imitazione di Matsuura Aya.

La sua carriera come cantante inizia nel 2008 con il rilascio del suo primo singolo "I・U・YO・NE~" (10/12) che riscosse subito un grande successo.

Nel 2009 rilascia il secondo singolo "Natsu decoboco love"/"夏 凸凹ラブ" (5/8) e collabora con gli ASIA ENGINEER nell'incisione del singolo "MOMI MOMI fantastic".

Nel 2010 ride butta come cantante con il nome di ♥♥♥LOVE♥♥♥ rilasciando il 20 Ottobre un singolo dal nome "Crazy Love" e tenendo il giorno prima un live speciale per il rilascio del singolo.

Qui il video del addio di un anno da regina, dove salutava prima di corona la nuova miss di 2010.



Discografia
Sito ufficiale

Videografia:
I・U・YO・NE~
MOMI MOMI fantastic
Natsu decoboco love 夏 凸凹ラブ


Isis King di Washington-, 23enne

America's Next Top Model è un reality show statunitense, trasmesso in Italia su SKY. I produttori sono la modella internazionale Tyra Banks, Rodney "Darkchild" Jerkins, Ken Mok e Anthony Dominici.

Dallo stesso format proviene la trasmissione italiana Italia's next top model


Anche negli USA le transessuali sembrano acquistare sempre più dignità sbocchi di lavoro e rispetto. Isis King -al secolo Darrell Walls, di Washington-, 23enne transgender viveva in un rifugio per senzatetto, prima di diventare famosa selezionata per partecipare al programma “America’s Next Top Model“, condotto dalla supermodella Tyra Banks.





Isis, che minimizza la sua grande risonanza mediatica con un: “Cerco solo di essere me stessa, e se davvero c’è chi si ispira a me, ne sono molto felice”.Isis King è la prima concorrente transgender che appari su un concorso per modelle, America's Next Top Model. Isis lascia il programma nel 11 puntata, poi consigliata da Tyra Banks si opera mesi dopo. L'intervento che ha fatto cambiare sesso da uomo in una donna anatomica è durata quattro ore e 15 minuti. In una puntata speciale di tyra banks, dove si e presentata donna a tutti gli effetti, suo fidanzato Desmond, che conosceva già da 3 anni, gli a chiesto di sposarla. Naturalmente, la nuova donna ha accettato.




Vanessa Mazza

lunedì 29 novembre 2010

Omofobia: Premier Raila Odinga sollecita in Kenya l’arresto dei gay


CONDIZIONE OMOSESSUALI KENYA – Dichiarazioni sconcertanti da parte del primo ministro Raila Odinga che durante un comizio politico ha aizzato il clima omofobo del paese chiedendo l’arresto per gli omosessuali, definendo il loro comportamento “innaturale”.

Kenya/ Panico tra omosessuali, premier dice: arrestiamoli tutti

Nairobi, 29 nov. (Ap) - E' panico nella comunità gay in Kenya, dopo che il primo ministro ha annunciato che tutti gli omosessuali dovrebbero essere arrestati. L'ufficio della Coalizione gay e lesbiche del Kenya, la più grande organizzazione che si batte per la tutela dei diritti dei gay, ha ricevuto telefonate da iscritti terrorizzati, alcuni dei quali sono sieropositivi e temono di essere arrestati quando andaranno a prendere i farmaci salvavita nelle strutture governative. Ieri il primo ministro Raila Odinga ha dichiarato che gli omosessuali sorpresi durante atti sessuali saranno arrestati. In una nota ufficiale diffusa in serata, il portavoce si è affrettato a chiarire che le dichiarazioni del capo del governo sono state decontestualizzate. In un discorso radiofonico del quale l'Associated Press ha potuto ascoltare una registrazione, il primo ministro ha però esplicitamente affermato in lingua locale che "se un uomo è sorpreso durante un rapporto sessuale con un altro uomo saranno entrambi condotti in carcere o se una donna è sorpresa con un'altra donna saranno entrambe condotte in carcere". Nella parte finale del suo intervento, ha usato un linguaggio blasfemo per descrivere l'omosessualità.

Una posizione drastica da parte del governo che pare lanciare un contrattacco alle recenti campagne condotte dagli attivisti pro-gay contro l’omofobia nel Paese, in primis da parte della ministra Esther Murugi che nell’ambito dei programmi speciali aveva chiesto alla società keniana di tollerare gli omosessuali; laddove in Africa l’omosessualità viene punita dalla legge in 38 Stati su 53.

Fonte:http://www.apcom.it/news/rss/20101129_185745_2db3163_104708.html

http://www.direttanews.it/2010/11/29/omofobia-premier-raila-odinga-sollecita-in-kenya-l%E2%80%99arresto-dei-gay/

sabato 27 novembre 2010

Brasile: Muore all'età di 55 anni la transessuale attivista per i diritti LGBTT, Claudia Wonder.



Claudia Wonder, icona della cultura gay di San Paolo, è morta Venerdì (26/11/2010) a 55 anni. La transessuale era in ospedale dalla fine di ottobre per una infezione causata dal fungo Cryptococcus, causata da escrementi di piccione.

Vita e carriera
Scopri la sua transessualità, Ancora adolescente, inizia a frequentare la notte gay e transgender entrando nel contesto, contemporaneo delle grandi transessuali di Sãn Paolo, come Andrea di maio, Thelma Lipp, Brenda Lee, tra gli altri. Ha raggiunto in piena dittatura militare la fama, guadagnando pagine di giornali e riviste. Influenzando tutta una generazione.
Claudia, performante, cantante, autrice, attrice, scrittrice e icona LGBT in Brasile, ha iniziato la sua carriera artistica facendo spettacoli nei locali notturni e teatri, dove ha lavorato con grandi nomi del cinema e della tv. Ha anche partecipato a film come Il marginali e la prossima vittima.

Claudia diventa famosa sulla scena underground di San Paolo nel 1980. Lavorando come paroliere e cantante della rock Giardino delle Delizie. Poi formando la band Dirty Trick, ottenendo sempre successo di critica e di pubblico. Alla fine degli anni '80, si trasferì in Europa e qui rimase per undici anni, dove ha lavorato in spettacoli e poi come imprenditrice nel campo dell'estetica.'

Tornata in Brasile, ha partecipato al CD "Melopéia" che porta sonetti del poeta Glauco Mattoso cantati da vari artisti, e della prima collezione nazionale di elettronica, il CD Body Rapture. pubblica anche il suo primo CD da solista FunkyDiscoFashion nel settembre 2007.

Nel 2001 è stata omaggiata nel Gay Pride di San Paolo e nel 2006, è stata madrina del Festival Mix Brasile Film Video della diversità sessuale.

Durante la sua vita, si è distinta anche come attivista dei diritti LGBT.

Ha lavorato nel gruppo di studio sulle identità di genere Fiori di asfalto. Ha lavorato anche nel monitoraggio di approccio e comunicazione del Centro di Riferimento per la diversità Compreso nel progetto City, una partnership del governo della città di San Paolo con l'Unione europea. Per sei anni, ha servito come editorialista e giornalista della rivista G Magazine, e sito online.

Nel 2008, ha lanciato il libro GLS Looks Claudia Wonder . In questo libro, ha spiegato l'universo trans, ribadendo che l'unico modo per superare i pregiudizio è conoscere. Tra divertenti e tragiche storie, profili e interviste, Claudia affronto questioni spinose - come l'umiliazione a cui sono costantemente esposti le minoranze sessuali - ma ha anche rivelato che e possibili, camminare con dignità.

Nel 2009, la sua vita è stata ritratta nel documentario "La mia amica Claudia, di Dacio Pinheiro, premiato in numerosi festival dedicato al cinema gay. il documentario ha vinto nel anno scorso vari premi "Il mio amico Claudio, che mostra la storia gay e trans attraverso la musa nazionale, acclamata e vittoriosa non solo in Brasile, dove era conosciuta e amata, ma anche nel Festival di San Francisco, dove la sua carriera ha emozionato la esigente platea.

Claudia è stata una delle protagoniste della cultura nazionale negli anni '80,anche nella lotta per il diritto delle persone a votare (la famosa campagna "Direct Ora! ") e la fine del pregiudizi nei confronti delle persone con HIV. Oltre a tutto questo, era una persona cara a tutti noi.

_Dácio Pinheiro e Claudia Wonder presentando o documentario "Meu Amigo Claudia"



Lascio qui registrato mio omaggio per l'artista e attivista dei diritti gay transessuale Claudia Wonder che ci ha lasciato cosi presto.







Beati gli angeli che da oggi guadagnano una diva per dare più fascino al Cielo.



Anche se sei andata via per sempre sappi che qui con noi c'è sempre il tuo sorriso che non scorderemo mai!

Vanessa Mazza.

Uganda, l'appello della comunità gay "Fermate la legge contro di noi"


Nel paese africano è in corso una violenta campagna omofobica. In discussione una norma contro l'omosessualità che prevede la condanna a morte. David Kisule, uno dei 100 che ha visto la sua foto pubblicata sul giornale "Rolling Stone", che ne chiedeva l'impiccagione, racconta la situazione a Mondo Solidale. Si trova in Italia per partecipare al congresso di "Certi Diritti"

di PASQUALE NOTARGIACOMO


ROMA - C'è un paese africano dove, su iniziativa del ministro dell'Eticità e della Moralità, è in discussione una legge chiamata "Anti Homosexuality Bill". Tra le pene che prevede per gli "omosessuali recidivi" figurano la condanna a morte e l'ergastolo. Non solo, tra i reati ci sono anche la "promozione dell'omosessualità" e la "mancata denuncia" delle persone che violano queste disposizioni, punibile con il carcere fino a 3 anni. La proposta di legge contiene anche una clausola extraterritoriale per cui un cittadino sarebbe punibile per questi reati anche all'estero. Tutto questo, secondo i proponenti, in deroga a qualunque convenzione internazionale.

Succede in Uganda. In un paese in cui il Codice penale, recependo una disposizione "coloniale" britannica (la cosiddetta legge sulla Sodomia), già dispone pene che contemplano la reclusione fino a 7 anni per chi pratica comportamenti "contro natura". In palese contraddizione con la Costituzione che esclude qualsiasi tipo di discriminazione. Il corollario di tutto questo è una massiccia campagna omofobica messa in atto da un giornale il "Rolling Stone", 1che solo il mese scorso ha pubblicato foto, nomi e indirizzi di 100 attivisti lgbt chiedendo ai lettori di "impiccare gli omosessuali".

Campagna omofobica. L'uscita dell'articolo, raccontano le associazioni per i diritti umani, ha causato l'aggressione di 8 persone citate, mentre una donna ha dovuto lasciare la propria casa dopo che i vicini l'avevano colpita con una raffica di pietre. All'inizio di questo mese, dopo una temporanea chiusura, il giornale ha pubblicato la seconda parte dell'articolo: "Gli uomini della Vergogna parte II", con i nomi e le foto di 10 presunti gay. Tra le accuse che vengono mosse alla comunità omosessuale quella di progettare attentanti terroristici (come quello avvenuto a Kampala nel luglio scorso) e di raccogliere miliardi in finanziamenti per "reclutare bambini" e farli "unire ai gruppi gay". In seguito a una causa intentata contro il giornale da organizzazioni della società civile, la corte Suprema dell'Uganda ha emesso il 1° novembre un ordine provvisorio che intima al "Rolling Stone" di cessare qualsiasi pubblicazione dove siano presenti nomi, foto o altri dati "sensibili".

Questione politica. Il governo ugandese del presidente Meseveni, interpellato a riguardo dalla Commissione delle Nazioni unite sull'Eliminazione della Discrimazione contro le Donne (CEDAW) ha respinto ogni responsabilità. Pesa, sottolineano gli osservatori, che i diritti degli omosessuali siano diventati un tema elettorale, con le presidenziali del 2011 in vista e il presidente uscente che punta alla riconferma. Mentre sulla vicenda si registrano le pressioni di potenti organizzazioni "evangeliche" come The Family (di base statunitense), che in Uganda si sono adoperate in imponenti campagne di predicazione contro l'omosessualità. Un pastore evangelico è anche il leader della "Coalizione Nazionale contro l'Omosessualità e gli Abusi Sessuali" che si è schierata al fianco del "Rolling Stone" nell'udienza davanti all'Alta Corte del 23 novembre. Udienza che, per inciso, il giornale ha disertato.

C'era invece Kato David Kisule, 45 anni, rappresentante dell'associazione "Sexual Minorities Uganda" (SMUG). Kisule, da anni si batte per i diritti della comunità lgbt in Uganda. E' uno dei cento che ha visto la sua foto pubblicata sul "Rolling Stone", sotto la scritta "Impiccateli". In quattro, tra cui lui, hanno avuto il coraggio di denunciare il giornale per violazione della privacy e istigazione alla violenza. Nell'ultima udienza, Kisule si è salvato solo grazie all'aiuto di un conoscente dalla folla di dimostranti che voleva aggredirlo. Si trova in Italia per il IV Congresso dell'associazione radicale "Certi Diritti" in programma il 27-28 novembre a Roma.

Kisule, com'è la situazione per gli omosessuali in Uganda?
I diritti degli omosessuali sono diventati un tema elettorale. Ci sono le elezioni il prossimo anno. Il presidente uscente vuole essere riconfermato e mantiene un basso profilo sulla legge contro l'omosessualità. Il ministro dell'Eticità e della Moralità, che invece è già sicuro che non verrà rieletto, ha promesso che la legge sarà approvata entro maggio, prima dell'insediamento del nuovo Parlamento.

Cosa ha provocato la campagna stampa del "Rolling Stone"?
Con la pubblicazione di questi articoli molte persone che incominciavano a vivere più liberamente la propria sessualità sono tornate nell'ombra. Sono aumentate le dimostrazioni pubbliche, le violenze e le discriminazioni in famiglia e sul posto del lavoro. Diverse persone sono state licenziate.

Cosa hai provato vedendo anche la tua foto sul giornale?
Personalmente sono più abituato delle altre persone citate a espormi in pubblico. Questo non significa che non abbia paura. Il clima si è inasprito parecchio. Adesso sono entrati in campo aspetti politici. Non sappiamo più da chi dobbiamo difenderci. La campagna del "Rolling Stone" è una forma d'intimidazione pesante. Quello che trovo insopportabile poi è essere additato come pedofilo. Io non ho problemi con la mia omosessualità ma le accuse di pedofilia sono davvero troppo.

Che conseguenze ha avuto tutto questo sulla tua famiglia?
Mia madre vive in un villaggio. Per fortuna non ha saputo tutto questo. Mio fratello mi ama per quello che sono. L'unica cosa, mi raccomanda di essere prudente. In questo momento, mi dice, ti stai scontrando con pressioni politiche molto forti.

Cosa chiedete alla comunità internazionale?
Solo le pressioni internazionali possono fermare questa legge. L'Uganda dipende dagli aiuti internazionali. Ma come possono i governi mondiali aiutare chi vuole istituzionalizzare simili discriminazioni?

Fonte:http://www.repubblica.it/solidarieta/emergenza/2010/11/26/news/uganda_l_appello_della_comunit_gay_fermate_la_legge_contro_di_noi-9543113/

Honduras, è caccia ai gay


A partire dal golpe, in Honduras vige l'omofobia di Stato.

Il racconto di un uomo in fuga dopo minacce e attentati. La sua colpa? Essere omosessuale e lottare per far rispettare i suoi diritti

Ricardo Figueroa ha 42 anni e viene dall'Honduras. Il 13 aprile del 2010, giorno del suo compleanno, è dovuto fuggire, lasciando tutto e tutti, per rifugiarsi in Spagna. Nel suo bel paese, dal 28 giugno 2009 un golpe ha cambiato tutte le carte in tavola e il terrore regna sovrano. Chiunque dissenta, in qualsiasi modo, è un nemico dello Stato e va eliminato. E lui, con la sua omosessualità e il suo coraggio di schierarsi per veder riconosciuti diritto e rispetto, è fra i primi della lista nera. Da un mese ha ottenuto asilo politico in Spagna ed è da qui che racconta la sua storia a Periodismo Humano, un media alternativo improntato sulla difesa dei diritti umani e senza scopo di lucro.

I peggiori quattro mesi della sua vita, per Figueroa iniziano il 3 gennaio 2010. "Ero a Tegucigalpa e me ne stavo andando a lavoro tranquillo - racconta -. Nulla fino a quel momento mi aveva fatto nemmeno sospettare che il mio nome fosse in una lista nera", e questo nonostante da tempo fosse un attivista per i diritti degli omosessuali. "Cominciai con la sensibilizzazione sull'Aids e poi passammo a reclamare visibilità sociale e a difendere la partecipazione dei gay alla vita pubblica", spiega. Quindi arrivò il colpo di stato militare che portò dopo quattro mesi a elezioni regolate dal medesimo esercito e dalle medesime forze golpiste e "l'Honduras si è convertito in un paese diretto da omofobi". Così, fu naturale per il Lgtb, il gruppo di omosessuali a cui apparteneva Figueroa, mettersi dalla parte dell'opposizione e lottare.

Quel 3 gennaio stava andando in ufficio quando si fermò in un mercato nell'attesa che aprissero le porte. "Mi si avvicinò un uomo con abiti civili, ma movenze militari - spiega -. Iniziò a farmi mille domande. Dalle partite di calcio ad alcuni aneddoti sulla piazza dov'eravamo. Poi mi menzionò il golpe: voleva sapere cosa ne pensassi". A quel punto Ricardo cercò di non rispondere e cambia discorso. "Ma tornava sempre sul medesimo argomento e sulla resistenza. Capii che si trattava di un interrogatorio". E quando tenta di allontanarsi viene afferrato per un braccio e minacciato: "Sappiamo dove vivi, conosciamo il tuo quartiere, sappiamo tutto di te, Ricardo". L'arrivo di alcune ragazze lo distraggono e Figueroa colglie l'occasione al balzo: "Lo abbracciai e lo baciai. Mi spintonò e se ne andò via correndo". Poche ore più tardi, la Ong in difesa dei diritti umani Cofadeh inserisce il suo nome nell'elenco dei minacciati di morte.

Sono tante le organizzazioni internazionali che hanno denunciato l'ondata di omicidi contro omosessuali e transessuali nell'Honduras del golpe. "La differenza fra il nostro caso e quello di altri collettivi d'opposizione è che nei nostri confronti c'è l'aggravante dell'odio per la nostra omosessualità. Sono crimini molto più sadici. Di noi si predano. Un mio collega dell'associazione, Walter Trochas, lo hanno sequestrato tre volte, lo hanno torturato e gli hanno tagliato la lingua. Ad altri hanno tagliato i genitali".

Da quell'incidente al mercato Figueroa entrò in paranoia. Ma il secondo episodio accadde quando meno se l'aspettava. Fingendosi poliziotti, due uomini scesi da un'auto dai vetri oscurati gli chiesero i documenti e con una scusa volevano portarselo via. Rinunciarono perché Ricardo dimostrò di essersene accorto e disse di voler chiamare Cofadeh. Davanti al nome di quell'organizzazione, sparirono nel nulla. Poi arrivò il terzo tentativo, sempre per mano di uomini a bordo della medesima autovettura, che franò per l'aiuto di alcuni amici che riuscirono a metterli in fuga. E finalmente giunse l'ultimo tentativo, quello che lo convinse a darsela a gambe. Convinto a nascondersi per un po', i sicari lo raggiunsero anche nel suo ritiro in uno sperduto paesino di montagna. Gli spararono addosso, mancandolo. Il giorno dopo era imbarcato per la Spagna. "Quel giorno mi hanno portato via tutto, i miei cari, i miei affetti, la mia vita. Ho lasciato anche il mio compagno, con cui convivevo da cinque anni. Scappare è una mezza sconfitta. Mi hanno lasciato senza niente. Una parte di me è morta. Ci sono riusciti".

Fonte:http://www.pane-rose.it/files/index.php?c3:o22526:e1

venerdì 26 novembre 2010

Miss International Queen 2010 "Mini" la trans più bella del mondo


Miss Internazionale Queen 2010 e' il concorso dedicato alla bellezza transessuale più famoso nel mondo. Che si tiene ogni anno a Pattaya in Thailandia. Mini ha ventisette anni. Numerose le concorrenti giunte da ogni parte del pianeta per questa edizione 2010: a spuntarla tra tutti però è stata Mini, una transessuale sudcoreana che nella vita quotidiana fa la designer. La sua bellezza e' stata definita dai giudici come "perfetta". Nel video che segue "Mini" riceve il premio di diecimila dollari e viene festeggiata dalle altre finaliste.

Hanno preso parte alla manifestazione in 23, provenienti da 15 Paesi (12 dall’Asia, 7 dalle Americhe e 4 dall’Europa). Al secondo posto troviamo Ami Takeuchi dal Giappone e al terzo Stascha Sanchez dall’America. A Mini, che ha vinto anche titolo per il miglior costume, va la corona e un premio di 10mila dollari offerto dagli sponsor.

Intento di Miss International Queen è quello di sostenere le persone transgender/transessuali e di mostrare la loro bellezza e intelligenza in un contesto amichevole.



Ami Takeuchi dal Giappone in secondo posto








Il concorso, arrivato alla sesta edizione, si è svolto a Pattaya, città che si trova nella parte meridionale del Paese asiatico. Le 23 finaliste hanno dovuto svolgere varie prove, prima di essere selezionate per la finale.

terzo posto, Stascha Sanchez dall’America


Ecco la regina transgender 2010

Mini dalla Korea è stata incoronata Miss International Queen 2010 in Thailandia, un paese che per tradizione ha sempre dimostrato grande tolleranza verso la comunità transessuale. Qui sotto potete vedere i migliore momento della serata.









venerdì 19 novembre 2010

Birra e bestemmie in chiesa, l'Opera dei consiglieri di Lega Nord e Pdl in un video

OPERA - Birre, rutti, bestemmie e parolacce all'interno della cattedrale di Monaco di Baviera, magnificamente inseriti in un video nella rete.

Una storia incredibile se non fosse per la caratura dei personaggi finiti alla ribalta per questa "bravata", ennesima sparata, compiuta durante una gita al tradizionale Oktober Fest. Tra i vandali, o meglio, tra i protagonisti di questa volgare storia ci sono niente poco di meno che due consiglieri comunali del centro destra di Opera, paesino alle porte di Milano dove tre anni fa fu dato alle fiamme un campo nomadi. Uno è il capogruppo della Lega Nord, Fabrizio Dalcerri, l'altro è il consigliere del Pdl, Antonio Stefano Buono. Insieme ad altri, come si vede nel video, entrano nella cattegrale bevendo birra e bestemmiando mentre si siedono ai primi posti del sagrato. «Ecco a voi i paladini della cristianità immortalati in trasferta a Monaco», spiega la scritta sullo sfondo nero che apre il video. Infuriano le polemiche nel Comune di Opera dove l'opposizione di centrosinistra fa notare che quei consiglieri sono gli stessi protagonisti del famoso presidio antirom. Governano il paese fingendosi paladini della cristianità. Insomma, si tratta dell'ennesimo fuorionda, ormai costante, dopo la sgradevole uscita del presidente leghista della Provincia il Trento che ha chiesto la reintroduzione della pena capitale.

Fonte:http://www.net1news.org/birra-e-bestemmie-in-chiesa-lopera-dei-consiglieri-di-lega-nord-e-pdl-in-un-video.html

mercoledì 17 novembre 2010

20 NOVEMBRE 2010: 12° T-DOR TRANSGENDER DAY OF REMEMBERANCE (GIORNATA DELLA MEMORIA TRANSGENDER)




Il 20 novembre si celebra in tutto il mondo (www.transgenderdor.org) la dodicesima Giornata della Memoria per le persone Trans (TDor) uccise a causa del pregiudizio e dell’odio nei loro confronti (la prima venne celebrata dopo l'assassinio di Rita Hester, a San Francisco, nel 1999).
La sera del 20 novembre, a Bergamo e Genova, come in tante altre città d’Europa e degli Stati Uniti, centinaia di candele e una pubblica lettura dei nomi delle vittime ricorderanno le vite spezzate di questi uomini e di queste donne, spesso uccise barbaramente. Un fenomeno non noto, ma che ci tocca da vicino.

Video: Laura Denu ( http://lauradenu-lauradenu.blogspot.com/2010/11/tdor-2010-transgender-day-of_10.html)


Una persona transessuale è un individuo nato di sesso maschile o femminile che persistentemente sente di appartenere al sesso opposto a quello biologico e anagrafico. Esistono inoltre persone definite transgender che non sentono di appartenere completamente né al genere maschile né a quello femminile e vivono la loro dimensione senza definirsi nettamente in questo senso. L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce questo stato di cose disforia di genere. La disforia di genere secondo l'autorità medico-scientifica non può trovare soluzione attraverso la terapia psichiatrica o psicologica, bensì attraverso un percorso di transizione fisica da un sesso all'altro, tramite la terapia ormonale e la chirurgia. Le donne transessuali sono persone nate maschi che transitano verso il sesso femminile e gli uomini transessuali sono persone nate femmine che transitano verso il sesso maschile.
Questo percorso, non facile e lungo, viene riconosciuto anche nel nostro ordinamento giuridico in base alla (ormai arretrata) legge 164 del 1982. Questa legge permette alla persona transessuale (ma solo a transizione chirurgica completata) il cambiamento ufficiale del sesso anagrafico sui documenti: anche per lo Stato essa diviene uomo nel caso degli uomini transessuali o donna nel caso delle donne transessuali.

Essere trans non è quindi manifestazione di una perversione o di un vizio, non implica per forza di cose una vita dedita alla prostituzione, non impedisce a chi scelga di compiere o ha compiuto un percorso di transizione di contribuire attivamente al progresso e al bene della nostra società.
Le persone trans subiscono però forti discriminazioni in ambito lavorativo e sociale, e sono vittime di violenti pregiudizi e stigmi, oltre che per ignoranza anche per l’inadeguatezza delle attuali norme sul cosiddetto “cambiamento di sesso” e per l’assenza di leggi che difendano dalla transfobia. Tutto ciò rende difficile l’inserimento lavorativo o il proseguimento anche delle più elementari carriere professionali; spesso le famiglie ripudiano le figlie e i figli transessuali; i costi della transizione sono elevati e solo in parte coperti dal servizio sanitario nazionale. Purtroppo, in tutto questo diventa evidente una spinta della società stessa affinché la persona transessuale si ritrovi ai margini e sia spesso costretta alla prostituzione per sopravvivere.

La giornata del 20 novembre ricorda la strage gratuita degli uomini e delle donne trans anche nel nostro paese, e ricorda queste persone con il loro vero nome, cioè non quello scritto all’anagrafe sul documento di nascita, bensì quello che esse hanno deciso rappresenti il loro genere di elezione, ciò che sono nel proprio animo.

La giornata del 20 novembre chiede di riflettere su quanto sarebbe semplice abbattere quelle barriere di pregiudizio che non solo portano alla morte per assassinio delle persone transessuali, ma impedisce spesso loro una vita serena e un pieno inserimento sociale: basterebbero una legge che difenda dalla transfobia, la possibilità di cambiare il sesso anagrafico sui documenti all'inizio del percorso di transizione (e non alla fine e solo se compiuta una invasiva e obbligatoria operazione) e l’applicazione di strumenti educativi e informativi sul tema rivolti alla cittadinanza.
La giornata ricorda, al freddo di una sera di Novembre, con delle candele, i nomi di cittadini e cittadine che avrebbero potuto renderci partecipi della bellezza delle loro vite se il pregiudizio e l’odio non avessero impedito loro di vivere.

associazioni promotrici:
ARCILESBICA BERGAMO – BERGAMO CONTRO L'OMOFOBIA – LE NINFE GENOVAGAYA – MILK MILANO

Milano: GIORNATA DELLA MEMORIA TRANSGENDER 20 NOVEMBRE 2010
H 20.00 Frida Cafè Via Pollaiuolo 3, Zona Isola, Milano

CIG Centro di Iniziativa Gay Milano

ATOPOS Compagnia Teatrale

Frida Cafè

La Fenice


a GENOVA l'appuntamento è
SABATO 20 NOVEMBRE 2010 h.18.30/20.00 in PIAZZA DE FERRARI
contatti per Genova (info e adesioni): ninfegenova@yahoo.it (ass. "Le Ninfe- GenovaGaya")
Evento organizzato da Sportello Trans ALA Milano Onlus
in collaborazione con:



martedì 16 novembre 2010

Attivista gay a 14 anni: il ragazzino che ha commosso l'America


16/11/2010

"Un giorno spero di poter essere giudicato per quello che sono, e non per le persone che amo": queste le parole di Graham Taylor, 14 anni, il bambino-eroe che ha deciso di lottare per i suoi diritti.

Si chiama Graham Taylor, è uno studente di 14 anni: durante un consiglio scolastico è diventato l'eroe della sua scuola, la Ann Arbornel Michigan, un piccolo eroe americano. Un professore del suo istituto, Jay McDowell, era stato sospeso per un giorno senza stipendio per aver allontanato dalla classe e punito due suoi studenti responsabili di aver usato dei commenti inappropriati ed omofobi durante lo Spirit Day.

Taylor ha deciso di prendere le sue parti durante una riunione in cui si discuteva appunto dell'accaduto: "Sono gay, e sono giovane" ha detto Graham, in un discorso che tutto sembra furchè pronunciato da un ragazzino di soli 14 anni "e posso assicurarvi che essere gay è motivo di tante difficoltà. Così come Martin Luther King sperava che i suoi figli sarebbero un giorno stati giudicati non per il colore della loro pelle ma per la loro persona, così anche io spero un giorno di poter essere giudicato per quello che sono e non per le persone che amo".

"Qualcuno" continua Taylor nella sua arringa "ha avuto finalmente il coraggio di farsi avanti e di prendere una posizione. Nelle classi di questa scuola, fra i ragazzi di questa scuola, si sentono cose orribili: le stesse cose orribili che mi hanno spinto verso il suicidio a soli nove anni". Per poi concludere facendo un appello al consiglio: "La cosa migliore che possiate fare ora come ora è ridargli il suo stipendio e annullare il provvedimento disciplinare nei suoi confronti. Il professore ha fatto una cosa straordinaria, una cosa che è valsa da ispirazione per moltissime persone. E semmai avrò un insegnante come Jay McDowell, cambierebbe sicuramente ai miei occhi. Appoggio in pieno il signor McDowell, e spero voi facciate lo stesso".

Fonte: www.gay.tv

Storie Transessuali: Elena Sofia Trimarchi

Saverio Tommasi, intervista Elena Sofia Trimarchi, donna splendida con un passato reso difficile dalle carenze legislative e dall'ignoranza diffusa.






(tutti i suoi video: http://www.saveriotommasi.it/video)

giovedì 11 novembre 2010

omaggio agli uomini sulla gru a Brescia
















Anno Zero 11 11 2010 Parte 6 La protesta degli immigrati Casini Telese indignato poi Renzi.









QUESTO è ciò che fà comodo al governo e in special modo alla lega ultimo alleato fedele rimasto a proteggere questa casta putrefacente.
poteva tollerare mai questa forza politica palesemente NAZI-RAZZISTA che nel loro salotto buono alcune persone rivendicassero diritti sacrosanti ?
poteva tollerare Maroni che chi ha fatto comodo agli imprenditori leghisti si ribellasse alla politica dei calci nel culo?
no non poteva e una polizia sempre più distante dal cittadino purtroppo ancora una volta si presta al gioco.
politica dei calci nel culo è quella di chi, terminata l'utilità dei lavoratori sfruttati e sottopagati, causa crisi o altro, decide di dare UN CALCIO NEL CULO alle persone...perchè questo stà accadendo ...nel bresciano nella bergamasca migliaia di stranieri che lavoravano nelle fonderie nei campi , nelle stalle perso il lavoro dovrebbero anche essere cacciati...arrangiatevi e crepate non servite più.
Ma i fratelli stranieri non sono debosciati come NOI e reagiscono....sono giovani determinati e non hanno nulla da perdere , vorrei vedere le baionette padane che faranno quando la rabbia tracimerà...
sabato scrivevamo questo ;
di Silvia Nulli
Capita che, mentre il presidente del consiglio si adopera per evitare l'arresto di una minorenne marocchina, sei immigrati extracomunitari siano costretti a salire su una gru e a vivere da oltre una settimana a 35 metri da terra al freddo ed esposti alle interperie. Ragazzi (il più vecchio ha trent'anni), di origini etniche differenti, che attendono da un anno un misero permesso di soggiorno e che hanno la sola colpa di essere immigrati.

In questo paese governato (si fa per dire...) da questa cricca di delinquenti, interessati solo al proprio potere personale, dove i cittadini sono considerati dei meri sudditi di fronte alle istituzioni, ci sono sudditi di serie A, di serie B e di serie C: gli immigrati sono relegati nella fascia più bassa.
Per questo, nel ricco nord-est, dove domina il lega-pensiero, qualcuno pensava che si sarebbe potuto semplicemente ricacciare indietro gli immigrati che perdono il posto di lavoro a a causa della crisi, dopo che per anni essi hanno svolto i lavori più umili, più duri e in condizioni disagiate, lavori che gli italiani non vogliono più fare - nelle stalle, nelle acciaieria, nell'edilizia... spesso malpagati ed in nero -- contribuendo ad arricchire l'imprenditoria italiana.
Pensavano che sarebbero stati zitti, accettando semplicemente di venir mandati via da un paese ove -- a dispetto delle becere politiche di eslusione e ghettizzazione delle giunte locali e di una legge che di fatto ostacolal'immigrazione - si sono oramai integrati e i loro figli frequentano le stesse scuole dei figli degli italiani. Pensavano che si potesse truffarli -- costringendoli a sborsare allo stato soldi che non verranno mai restituiti per cercare di ottenere un permesso di soggiorno che non arriverà mai.
Pensavano- come il vicesindaco leghista di Brescia -- che con la "linea dura" li si sarebbe facilmente messi fuori gioco. Ma qualcuno non ha fatto bene i conti.

Il coraggio di sei giovani dall'alto di una gru nel centro cittadino di una delle più ricche città dell'opulento nord-est ha spiazzato tutti.
Ieri una manifestazione di sostegno all'insegna del motto "siamo tutti sulla gru", autogestita, senza la sponsorizzazione di partiti o di sindacati, organizzata grazie all'appoggio di realtà antagoniste e associazioni di migranti, cui successivamente hanno aderito gruppi di protesta di altre realtà del nord. In piazza e per le strate moltissimi immigrati, ma anche cittadini italiani: un corteo di diecimila persone che dopo aver salutato i fratelli sulla gru, ha attraversato le vie del centro cittadino, tra gli sguardi attoniti dei bresciani.
Sono svariati anni, ormai, che a Brescia non capitava di vedere così tanta gente scendere per strada a protestare: ma di certo, in un città governata da una coalizione PDL-Lega, nessuno si aspettava di vedere il "salotto buono" cittadino invaso da migliaia di immigrati del tutto decisi a veder rispettati i propri diritti.

continua nel blog :

http://informazionedalbasso.myblog.it/



Milano. Da venerdì sono asserragliati su una torre alta circa 30 metri in via Imbonati e non hanno intenzione di scendere. I 5 immigrati protestano, coadiuvati dai loro compagni in presidio permanente, per sbloccare la situazione sempre più ingarbugliata dei permessi di soggiorno le cui pratiche vennero avviate grazie alla sanatoria per colf e badanti. Ora molti di loro si ritrovano a pagare bollettini e tasse per un permesso che non arriva, con tutte le conseguenze del caso. Servizio di Federica Giordani

Mario Gomez: 'Gay, fate coming out'. Offese ai gay: nei guai Vlatko Markovic


L'attaccante intervistato sul tema dell'omosessualità.

In serie A si è parlato spesso negli scorsi mesi di giocatori omosessuali all'interno di quasi tutti gli spogliatoi.Nelle big come nelle piccole squadre, i gay sarebbero nascosti con la paura di farsi avanti per non subire discriminazioni da parte di addetti ai lavori e tifosi. Anche all'estero la situazione appare identica.Intervistato dalla rivista 'Bunte', il bomber del Bayern Monaco, Mario Gomez, ha affrontato il tema dal suo punto di vista: “L’omosessualità non è un tabù. In Germania abbiamo un ministro degli esteri che è omosessuale, come il sindaco di Berlino, non capisco perché i calciatori professionisti non dovrebbero fare outing? Potrebbero giocare con un peso in meno”.

Berlino, 10 nov. - (Adnkronos) - ''Colleghi gay, fate coming out''. Mario Gomez, centravanti del Bayern Monaco, invita i calciatori omosessuali ad uscire allo scoperto. ''Giocherebbero con maggiore liberta'. Essere gay non e' un tabu' da tanto tempo'', dice Gomez in un'intervista al magazine tedesco 'Bunte'. ''Abbiamo gia' il vicecancelliere che e' gay, proprio come il sindaco di Berlino'', dice riferendosi al ministro degli esteri, Guido Westerwelle, e al primo cittadino della capitale, Klaus Wowereit. Finora, solo un calciatore tedesco ha pubblicamente dichiarato la propria omosessualita'. Marcus Urban ha fatto coming out nel 2007. Considerato un talento negli anni '90, Urban ha giocato in seconda divisione con il Rot-Weiss Erfurt prima di chiudere improvvisamente la carriera e di denunciare l'ostracismo del calcio professionistico nei confronti dei gay.

Forse da loro, ma in Italia sarebbe veramente difficile..

Offese ai gay: nei guai Vlatko Markovic

10-11-2010 18:06

Il presidente della federcalcio croata sarà denunciato per le sue frasi contro i calciatori omosessuali

Guai in vista per il presidente del federcalcio croata Vlatko Markovic. In un'intervista di qualche giorno fa ad un quotidiano del suo paese Markovic aveva rilasciato alcune dichiarazioni discutibili sui calciatori omosessuali. "Finché sarò io a guidare la federazione croata un calciatore gay non potrà giocare di sicuro per la nostra nazionale". E, a una domanda successiva, Markovic aveva rincarato la dose: "Per fortuna non ho mai incontrato un giocatore gay, solo le persone sane possono giocare a calcio".

Le dichiarazioni di Markovic hanno scatenato la reazione sdegnata delle associazioni gay croate, che minacciano ora azioni legali e un reclamo alla Uefa contro il presidente della federcalcio. Oggi Markovic ha provato a scusarsi dicendo che le sue parole "sono state fraintese. Non era mia intenzione insultare o ferire qualcuno. Non ho niente contro i membri di qualsiasi minoranza, meno che mai contro la comunità gay".

La marcia indietro di Markovic sembra però tardiva. Secondo i media croati il presidente della federcalcio rischia una multa o una sospensione da parte della federazione - che nel suo statuto bandisce qualsiasi forma di discriminazione - se dovesse essere denunciato. L'Uefa, che l'anno scorso ha conferito a Markovic un'onorificenza per il "leale servizio reso al mondo del calcio" nei suoi 12 anni di presidenza, non ha ancora aperto un'indagine ufficiale.

Redazione Datasport (AGM Datasport)



Fonte:http://www.adnkronos.com/IGN/News/Sport/Mario-Gomez-invita-i-calciatori-gay-a-fare-coming-out-Non-e-piu-un-tabu_311232420298.html