ma nel vivivere:
bisogna resistere nello scandalo
e nella rabbia, più che mai,
ingenui come bestie al macello,
torbidi come vittime, appunto:
bisogna dire più alto che mai il disprezzo
verso la borghesia, urlare contro la sua volgarità,
sputare sopra la sua irrealtà che essa ha eletto a realtà,
non cedere in un atto e in una parola
nell'odio totale contro di esse, le sue polizie,
le sue magistrature, le sue televisioni, i suoi giornali:
e qui
io, piccolo borghese che drammatizza tutto,
così ben educato da una madre dalla dolce e timida anima
della morale contadina,
vorrei tessere un elogio
della sporcizia, della miseria, della droga e del suicidio:
io privilegiato poeta marxista
che ha strumenti e armi ideologiche per combattere,
e abbastanza moralismo per condannare il puro atto di scandalo,
io, profondamente perbene,
faccio questo elogio, perchè, la droga, lo schifo, la rabbia,
il suicidio
sono, con la religione, la sola speranza rimasta:
contestazione pura e azione
su cui si misura l'enorme torto del mondo."
Pier Paolo Pasolini, da Poeta delle ceneri, Nuovi Argomenti, luglio-dicembre 1980
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